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SE: Conoscenza religiosa

Le luci della sapienza

Le luci della sapienza

Ghazâlî Al

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2017

pagine: 174

Abu Hamid Al-Ghazali agli occhi dei musulmani ha la stessa rilevanza che per un cristiano possono avere S. Agostino o S. Tommaso d'Aquino. Oltre alle ponderose opere teologiche, scrisse una serie di libri dedicati a un pubblico più vasto, per diffondere la sua dottrina. Le due brevi opere qui presentate fanno parte di questo genere di scritti: il primo, "Il libro che preserva dall'errore", è una sorta di autobiografia spirituale. La seconda opera, "La nicchia delle luci", è un commento a un versetto del Corano, nel quale Dio paragona se stesso a una luce. La profonda interpretazione di al-Ghazàll, visionaria ma al tempo stesso lucidissima, rappresenta uno dei vertici del pensiero metafisico dell'Islam.
20,00

Realismo e simbolismo dei colori nella cosmologia sciita

Henry Corbin

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2017

pagine: 110

"Il fenomeno del colore è stato affrontato, sotto aspetti diversi, sia dalla filosofia che dalla teosofia islamica. È ormai trascorso qualche anno da quando abbiamo avuto l'occasione di iniziare lo studio dell'argomento prendendo a guida uno dei più grandi maestri della spiritualità iranica, 'Alàoddawleh Semnani (XIV secolo). Siamo stati così condotti nel cuore di una fisiologia dell'organismo sottile, ogni centro del quale è designato come un "profeta del tuo essere" e caratterizzato da un colore, un'aura, la cui percezione visionaria rivela al mistico il suo grado di progresso sulla Via. D'altra parte, nell'Islam esiste una lunga tradizione ermetica le cui testimonianze ci conducono a porci la seguente domanda: come percepivano i colori e i fenomeni cromatici gli alcliimisti, per essere indotti a interpretarli come facevano? Che si tratti di fisiologia sottile o di alchimia, ci troviamo di fronte a una questione essenzialmente fenomenologica: in che cosa consiste per i nostri autori il fenomeno del colore? Come intendere correttamente ciò che ne dicono, allorché la loro interpretazione mira a "salvare il fenomeno", ossia a spiegarlo in accordo con quello che essi ne colgono?".
19,00 18,05

Il processo di condanna di Giovanna d'Arco

Il processo di condanna di Giovanna d'Arco

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2016

pagine: 220

Verso la fine del mese di febbraio 1431, nella gelida cappella del castello-fortezza di Rouen, Giovanna d'Arco compare per la prima volta davanti ai suoi giudici. Si tratta ufficialmente di un processo di "inquisizione in materia di fede" che vede una inerme ragazza di diciannove anni, reduce da una folgorante campagna di guerra, sottoposta al giudizio di autorevoli uomini di Chiesa legati al potere inglese; in realtà - e questo non sfugge a nessuno, nemmeno a Giovanna - il processo è politico. Al presidente del tribunale Cauchon e agli altri giudici gli inglesi avevano lasciato il compito di dare a questo processo tutte le apparenze della legalità. Ma di fronte a loro sta una vera forza della natura, un'adolescente che un anno di terribile prigionia non ha né domato né piegato. Alle domande Giovanna risponde con intelligenza e precisione, con foga e insolenza; si infervora nel rievocare la sua vita di soldato, racconta con grazia distaccata episodi della sua infanzia a Domrémy, risponde con testarda fierezza alle questioni riguardanti le sue Voci, diventa sbrigativa e insofferente quando le si rimprovera l'abito maschile o la non sottomissione alla Chiesa militante. Il contrasto violento tra le limpide convinzioni di Giovanna e, dall'altra parte, la forza pressoché inattaccabile delle istituzioni e dei loro provati meccanismi costituisce per chi legge oggi i documenti di questo processo un elemento di struggente drammaticità.
22,00

Il libro dei santuari. Sefer hêkalôt

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2015

pagine: 126

La storia del Sefer hêkalôt è probabilmente fra le più travagliate e affascinanti nell'intero corpus della letteratura mistica giudaica. Il testo attualmente disponibile sembra essersi formato in almeno tre tempi successivi intorno a un antico nucleo preesistente, il cui contenuto, di tenore fortemente apocalittico, è per molti versi affine a certe sezioni dello pseudepigrafo Libro di Henoch, cui l'intero nostro testo è stato a lungo direttamente ma impropriamente accostato. Redatto forse in area babilonese intorno al V-VI secolo d.C, il Sefer hêkalôt afferisce a quel ramo della speculazione cabalistica noto come ma'aseh merkavah o "Opera del Carro", il cui obiettivo è l'esperienza diretta della presenza di Dio. Tale esperienza, come insegnano le tradizioni, è conseguibile tramite pratiche ascetiche e un viaggio estatico attraverso le realtà ultra-terrene dei Cieli, dei campi angelici e dei Sette Santuari, di cui è possibile varcare le soglie eludendo la sorveglianza dei guardiani ad esse preposte grazie a inni, parole e simboli magici. Nel Sefer hêkalôt il viaggio verso la visione della merkavah è attribuito a Rabbi Ismael ben Elisa, un autorevole tanna realmente vissuto nella Palestina del I-II secolo d. C; gli fa da guida il Metatrôn, importante e complessa figura della speculazione cabalistica, misterioso "Angelo della Presenza" dimorante presso il trono divino.
19,00 18,05

Puella, surge e altre prediche

Meister Eckhart

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2015

pagine: 164

"'Conosci te stesso, e conoscerai te stesso e Dio': il precetto dell'Apollo delfico, cifra essenziale della sapienza ellenica e cristiana, può essere considerato fondante anche per l'insegnamento eckhartiano. Esso si muove infatti tutto quanto intorno a questi due poli - che sono poi un'unica realtà: anima e Dio. È la traccia che, nel mondo cristiano d'Occidente, porta soprattutto l'impronta agostiniana; ma si può dire che Eckhart, seguendo Agostino - maestro da lui amato e citato più di ogni altro -, sia andato molto oltre Agostino, riapprodando direttamente all'esperienza stessa di Cristo, che è esperienza di identità tra l'anima e Dio. Infatti il domenicano tedesco non insegna a conoscere l'anima e Dio - come se i due fossero oggetti distinti e separati dal soggetto conoscente -, ma a generare il Logos, ovvero a diventare quello che si è - Logos appunto, spirito - e dunque a vivere la vera vita, che è la vita dello spirito. Come in ogni grande maestro, non vi è in Eckhart un conoscere separato dall'essere, dal vivere: si conosce davvero solo quello che si è, e che si fa - il diverso "sapere" è solo ideologia e mistificazione. Perciò non sono essenziali i libri - nemmeno i libri 'sacri': per quanto il domenicano abbia nei confronti della Scrittura tutto il rispetto che un medievale poteva avere, e al commento della Scrittura stessa abbia dedicato buona parte del suo lavoro intellettuale". (dallo scritto di Marco Vannini)
20,00 19,00

Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz

Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz

Johann V. Andreae

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2014

pagine: 134

La Rosa e la Croce sono i simboli che agli inizi del Seicento esprimono gli ideali europei del rinnovamento politico e religioso. Tra il 1614 e il 1616 vengono pubblicati in Germania i due manifesti del movimento rosacrociano, che diffusero le idee e i programmi di una "riforma generale delle cose divine e umane". Il teologo Johann Valentin Andreae (1585-1654) vive in questo clima spirituale. La sua ispirazione è alimentata da una duplice fiamma: la religiosità riformata e il pensiero rinascimentale e magico-scientifico. "Le Nozze chimiche di Christian Rosenkreutz" è un romanzo alchemico, un viaggio di iniziazione spirituale per poter giungere alla visione dell'essenza della realtà e all'unione della sua anima con le forze che governano il mondo. Con uno scritto di Rudolf Steiner.
19,00

I fioretti di San Francesco. Seguiti da: Le considerazioni sulle stimmate-la vita del beato Egidio-I detti del beato Egidio-La vita di frate Ginepro...

I fioretti di San Francesco. Seguiti da: Le considerazioni sulle stimmate-la vita del beato Egidio-I detti del beato Egidio-La vita di frate Ginepro...

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2013

pagine: 280

"I Fioretti" sono il poema d'una nuova, armonica fusione tra divino e umano. Tutte le cose, anche le più umili, vi sono avvicinate e accettate gioiosamente nella loro pochezza come mezzo di ascesi verso il trascendente. Nell'arco protettivo dell'abbraccio di Francesco entrano non solo le figure e gli oggetti di un mondo già disposto al contatto vivificante con la divinità ma anche, e con un'indicazione di preferenza, i simboli di una realtà deforme e atroce, che porta semmai i segni di una segreta corrosione. È insomma l'universo intero dell'esperienza a essere riscattato, senza che il giudizio dell'uomo, volto a soddisfare il proprio interesse, intervenga ad applicare una scala di valori a ciò che, invece, è tutto egualmente degno d'essere amato." (Guido Davico Bonino)
25,00

Brhadaranyka Upanisad

Brhadaranyka Upanisad

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2012

pagine: 136

"La suprema felicità umana è di esser ricco e di aver successo tra gli uomini, di imperare sugli altri e largamente disporre di tutti gli umani godimenti. Orbene, cento gioie umane equivalgono a una sola gioia dei Mani che hanno raggiunto la loro sede, e cento gioie dei Mani giunti alla loro sede equivalgono a una sola gioia del mondo dei Gandharva. Cento gioie dei Gandharva equivalgono a una sola gioia degli dèi per merito, in quanto ottengono la divinità in virtù delle buone opere, e cento gioie degli dèi per merito equivalgono a una sola gioia degli dèi per nascita, (la quale è premio) del brahmano sincero e privo di desideri. Cento gioie degli dèi per nascita equivalgono a una sola gioia del mondo di Prajàpati, (la quale è premio) del brahmano sincero e privo di desideri, e cento gioie del mondo di Prajàpati equivalgono a una sola gioia del mondo del brahman, (la quale è parimenti premio) del brahmano sincero e privo di desideri. E questa è la suprema beatitudine, o gran re; questo è il mondo del brahman".
19,00

Il verbo degli uccelli

Il verbo degli uccelli

Farid ad-din Attar

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2024

pagine: 248

Le notizie tramandateci su Farid ad-Din ’Aṭṭar, uno dei più celebri poeti mistici persiani, sono scarse e incerte. Visse tra il 1100 e il 1200, in un’epoca in cui il Sufismo era assai praticato e i problemi della metafisica erano oggetto di attiva speculazione. Per un certo tempo esercitò probabilmente la professione di farmacista (’Aṭṭar significa infatti «il venditore di droghe») e, per quanto si sappia ben poco della sua educazione, ebbe sicuramente una conoscenza profonda della musica, dell’astronomia, della medicina e delle teorie delle scuole dell’epoca. Tra le numerose opere che gli vengono attribuite, Il verbo degli uccelli, di cui è accertata l’autenticità, è la più celebre. Costruita secondo un’articolata struttura dialogica che rielabora epistole filosofiche di vari autori antichi (Avicenna, Al-Ghazali), l’opera, più che un poema narrativo in senso stretto, è un libro sapienziale dove l’allegoria del viaggio degli uccelli lascia trasparire e a volte emergere l’intento didascalico. I volatili, riuniti in convegno, scelgono come re il favoloso uccello Simurgh (trasparente simbolo della divinità) e decidono di raggiungere la sua corte. Finalmente partono, ma solo trenta su centomila riescono ad arrivare a destinazione dopo aver attraversato le sette valli lungo cui si snoda la mistica via, una rappresentazione simbolica degli stadi attraverso cui l’anima, con costante progressione, attinge la perfezione divina. Simurgh (il «Trenta uccelli») è in realtà lo specchio di quegli eletti che giungono alla sua corte: l’esplorazione attariana del «mare dell’anima» si compie dunque nella scoperta della sua totale identità con il mare divino. E, come a ribadire l’intenzione didascalica dell’opera, nell’epilogo il poeta esorta i lettori a rileggere più volte i suoi versi, perché «i figli dell’illusione sono naufragati nella musica dei miei versi, ma i figli della realtà hanno saputo penetrare nei miei segreti più intimi».
26,00

Chi è l'uomo?

Chi è l'uomo?

Abraham Joshua Heschel

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 143

"Sono due le domande che dovrebbe porsi il lettore che affronta l' opera di Heschel. Vuole davvero sapere ciò che vuole? Vuole davvero uscire dal disorientamento (non privo di vantaggi, come ogni nevrosi) in cui tutti oggi vivono? Vuole davvero abrogare i «giubilei di frustrazioni»? Vuole davvero sentirsi staccato dai possessi diventati «emblemi delle sue repressioni»? Se l'offuscamento dei fini (suoi e altrui) gli è troppo caro, rinunci alla lettura, che non avrebbe alcun effetto su di lui. Ma se desidera chiarezza e dunque libertà, avrà grazie a Heschel tutti gli aiuti possibili. Dovrà però fare dei conti precisi con la sua tradizione. Se è ebreo, Heschel potrà inebriarlo d'una sobria ebbrezza rievocando felicità non necessariamente perdute. Ma a chiunque, di qualsiasi tradizione, Heschel porge lo stesso dono e ammaestra comunque nella cosa comune a ogni uomo che sia umanamente compiuto, l'arte di pregare, di congiungere il noto all'ignoto, e da quella premessa la tradizione specifica verrà rischiarata. E grazie al metro oggettivo della tradizione cui il destino l'ha legato, l'uomo cessa di essere chiuso nella prigione della sua soggettività soggettivistica, è costretto a sentirsi giudicato invece di giudicare, ad ascoltare invece di chiacchierare. Così Heschel giunge ad essere universale proprio perché saldamente particolare e insegna a chiunque come debba accogliere Chi lo sta cercando (quaerens me sedisti lassus), l'essere assoluto che nella sua assolutezza può includere la pateticità dell'amante." (Dallo scritto di Elémire Zolla)
19,00

Il concetto d'amore in Agostino. Saggio di interpretazione filosofica

Il concetto d'amore in Agostino. Saggio di interpretazione filosofica

Hannah Arendt

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 168

Il libro, pubblicato nel 1929, è lo scritto di Hannah Arendt in cui maggiormente emerge l'inquietudine del rapporto con Heidegger. La trattazione dell'amore in Agostino segna l'abbandono di alcuni dei termini di riferimento del pensiero heideggeriano: l'essere per la morte, il presente come tempo della decisione. Oltre a questo, Hannah Arendt mette qui in campo tutta la ricchezza e la complessità dell'opera di Agostino, pensatore in bilico tra due mondi, quello greco e quello cristiano, impegnato in uno "sforzo tremendo ", di cui sono segno le linee interrotte del suo pensiero, credente per il quale non si trattò di "abbandonare le incertezze della filosofia a favore di una verità rivelata, ma di scoprire le implicazioni filosofiche della sua fede".
20,00

Il concetto dell'angoscia

Il concetto dell'angoscia

Søren Kierkegaard

Libro: Libro in brossura

editore: SE

anno edizione: 2018

pagine: 179

"È difficile qualificare con esattezza il metodo seguito da Kierkegaard: la sua dichiarazione di voler fare unicamente un'indagine "psicologica" sulla natura del peccato originale va presa con cautela. La trattazione tocca di volta in volta i vari campi interessati al problema: la teologia dogmatica, la metafisica, la fenomenologia o psicologia in senso proprio. Ma se si deve dichiarare una dominanza, essa va attribuita alla metafisica tenendo presente all'inizio l'origine teologica del problema (il dogma del peccato originale) e gli spunti biblici della sua potente analisi fenomenologica (la tentazione, il demoniaco...) che operano continuamente in ogni punto del trattato. L'angoscia è il presupposto del peccato originale rispetto alla caduta di Adamo ed Eva, come lo è per la caduta nel peccato di ogni loro discendente. Il suo oggetto è il nulla ed è l'avvertenza di questo nulla che rivela all'uomo di essere una sintesi di anima e corpo nello spirito. Se l'angoscia può essere occasione di caduta e di perdizione, può anche e deve essere, con la sua scoperta degli orrori del peccato, una tappa per incamminarsi verso il bene e la salvezza: il più spaventoso e pericoloso di questi orrori è la tentazione del suicidio, ma l'uomo ha in sua mano un punto solido a cui ancorarsi, ed è precisamente la "fede" che mette in fuga ogni angoscia e rende possibile il dispiegamento positivo delle energie dello spirito per accostarsi a Dio". (Dallo scritto di Cornelio Fabro)
21,00

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