Silele: The other

Ripercorrendo le quattro stagioni, tra i colori, i profumi e i suoni peculiari di ciascuna di esse, la protagonista vede riflesso nel paesaggio attorno a sé il suo lato più intimo, nascosto gelosamente tra le pieghe della sua anima e tra i pensieri della sua mente. La sua personalità fa sì che il movente del suo agire sia la passione, la sfumatura sia la chiarezza, lo stile sia l’eleganza. L’affetto con la quale Mia accudisce la sua gattina Sally, il profondo legame e la perfetta simbiosi tra le due svelano il lato protettivo e materno della protagonista. Mia sente dentro di sé il desiderio di camminare, viaggiare, volare, alla conquista di ciò che il cuore va cercando.

Chi sono io? Da Dove vengo? Dove sono diretto? Quale è la mia missione nella vita? Sono domande importanti che ognuno di noi si pone e dalle cui risposte può dipendere il senso e la direzione della nostra vita. Tu che risposte hai dato, stai dando o pensi di dare? Oppure non hai ancora iniziato? Non è affatto facile darsi e dare una risposta al grande mistero che ci avvolge. La risposta è forse in un percorso, di ricerca e comprensione, un percorso in cui la gioia e la serenità di oggi sono la chiave di lettura di una splendida avventura in cui le risposte arrivano da sole…

È sera quando Logan si avventura nella foresta in cerca di legna insieme all'amico Tyler. All'improvviso la ragazza si perde, s'inciampa e sviene. Quando si risveglia, si ritrova in un vecchio cimitero, un luogo misterioso e dimenticato e lì incontra qualcuno in grado di cambiarle la vita: il suo nome è Dimitri ed è lo spirito di un uomo morto nel 1842. Inizia così questo romanzo rosa dal tocco fantasy che permette di sognare attraverso la ragione e che soprattutto ci regala una certezza: nulla muore ma tutto, meravigliosamente, può trasformarsi. Un romanzo i cui protagonisti – l'Amore e la Morte –, due angeli talmente diversi ma altrettanto simili nel loro potere, si sfideranno. Una battaglia dalla quale dipende il destino di Logan e Dimitri.

Il testo, composto da 150 frammenti narrativi, racconta un periodo storico che va dalla prima metà del Novecento fino ai giorni nostri utilizzando una serie di flash della memoria che riguardano il vissuto della protagonista inquadrato nel contesto sociale e culturale del periodo stesso. Arricchiscono il testo alcune immagini tratte dall'archivio personale dell'autrice. A poco a poco si snoda un percorso che diviene autobiografia attraverso il ricordo offrendo un pacato ma deciso sguardo sull'evoluzione-involuzione verificatasi tra gli anni Cinquanta del Novecento e i primi decenni del Ventunesimo secolo con evidenti riferimenti all'avvento delle nuove tecnologie.

Dei racconti per lo più ironici, con ambientazioni varie e personaggi tutti da scoprire. Dal viaggio in crociera per conquistare Gina, a un San Valentino che corre un po' troppo, passando attraverso un regalo avvelenato. Dalla satira contemporanea, alla satira che si affaccia al fantastico come nella storia dell'Elfo Brambilla.

“Quello che penso” è una raccolta di pensieri poetici che infondono emozioni, sensazioni, sentimenti intensi. Nadia Fazzari allieta il lettore attraverso questi brevi scritti, ricchi di spunti riflessivi, vita vissuta, saggezza, musicalità e un tocco di originalità.

Marco è un aspirante pianista e compositore ma, vivendo a Domodossola, fa molta fatica a inserirsi, nonostante il diploma al conservatorio di Milano. Da figlio adottato, ne fa una colpa ai suoi genitori, che non gli permettono di stabilirsi in città. Quando perde un’audizione a causa di un ritardo ferroviario, se ne fa un alibi per cercare delle strade alternative, tanto più che proprio sul treno ha incontrato una ragazza che afferma d’essere sua sorella e di poterlo mettere in contatto con la madre naturale. In un primo tempo tutto sembra andare per il meglio: la sorella fa parte d’un gruppo che ha girato un film su Gilles de Rais, il maresciallo di Francia ai tempi di Giovanna d’Arco, e Marco viene reclutato con entusiasmo per comporre la colonna sonora. Abituato da sempre ad “aiutarsi” con qualche spinello, comincia ad avere dei flash sul passato e a comporre una musica che entusiasma i suoi nuovi amici, ma anche a esibirsi come pianista e a improvvisarsi ballerino nella discoteca gestita da alcuni di loro.

"Ognuno di voi è una cornice della mia vita da custodire con cura nel cuore."

In un futuro remoto e indefinito la specie umana ha subito una radicale trasformazione. La maggior parte delle persone non è più in grado di vedere né di udire liberamente. I principali sensi hanno solo una mera funzione di utilità, la vista e l’udito servono solo per comunicare e produrre, non trasmettono né emozioni, né piacere. Ma in questa società uniforme ed omologata esistono degli individui che indenni da questa metamorfosi, hanno conservato la capacità di apprezzare la bellezza, l'armonia, di commuoversi ed emozionarsi. Le vicende descritte più che raccontare lo scontro tra fazioni rivali narrano la presa di coscienza da parte di una minoranza della propria diversità e testimoniano la graduale consapevolezza che questa originale condizione offra delle opportunità, insieme alla rivelazione di appartenere ad una comunità, forse piccola, emarginata, ma con delle prerogative uniche rispetto al resto del genere umano. È la storia di una piccola aristocrazia che avrà forse un grande compito, riportare la felicità tra gli esseri umani.

“Vita da sghirbia” è un libro di esperienze vissute durante questi miei anni di vita. Mi ha insegnato che si possono aprire e chiudere tante porte, ma che i ricordi rimangono nel cuore e impressi nella mente, nessuno mai potrà portarmeli via.

Se questo libro vi è piaciuto, comprate pure quest’altro! I più accorti si saranno accorti (altrimenti che accorti sarebbero?) che questa frase può calzare a pennello sia per chi ha letto “Proud”, e ora deve decidere se leggere anche “Prima appendice di Proud”, che per chi, al contrario, è arrivato in fondo al libro che avete in mano e deve decidere se leggere anche il precedente “Proud”, uscito sempre per la Silele Edizioni nel 2015. Si innesca così una biunivocità promozionale, un interscambio positivo nel segno della continuità, una sorta di ciclo perpetuo tra questi due titoli. Tutte parolone sovradimensionate, ovvio, ma che si spera servano ad aiutare questo scritto a finire nei reparti “saggistica” e/o “biografie” e non nell’angolo delle produzioni locali, cui, non ce la si conti, si guarda sempre con una punta di malcelata compassione.

Barbara aspettava un bambino. Il piccolo cuore di Lorenzo ha cessato di battere poco prima della sua nascita. Questa è la storia della donna che ha affrontato questa esperienza, di come sia riuscita a rinascere dopo il lutto e di come sia riuscita a trasmetterla a noi. Questo è il diario di Barbara, che racconta quale forza abbiano queste donne e di cosa abbiano bisogno da parte di chi sta loro vicino, parenti e conoscenti da un lato, operatori sanitari dall’altro. Chi lo leggerà potrà capire meglio cosa si cela dietro il muro di un dolore spesso impossibile da comunicare, ma che può essere affrontato con l’aiuto delle persone più vicine. (Dalla prefazione di Emanuela Beretta)