Tipheret: Shekinah
La sapienza di re Salomone. Massoneria e Cabala
Mauro Cascio
Libro: Libro in brossura
editore: Tipheret
anno edizione: 2018
pagine: 160
«Se un giorno la filosofia tornerà in vita, sarà anche per merito delle opere di autori come Mauro Cascio. Infatti, i limiti di razionalità sempre più scettica ed amareggiata nei quali la filosofia si era auto-rinchiusa, negli ultimi due secoli, l'hanno praticamente uccisa. Ciò che si chiude in se stesso è inevitabilmente destinato ad esaurire ciò che lo sostiene. Come aprire i confini, come rendere permeabile la membrana esterna? Opere come quella di Cascio lo indicano e lo insegnano chiaramente. Si tratta di aprire, estendere le facoltà dell'Intelletto, verso il fascino del segreto e del mistero, quello capace di attivare l'esperienza mistica ed estatica. In questo suo lavoro su Massoneria e Cabala, Mauro intesse uno straordinario ricamo tra i concetti più importanti della sapienzialità occidentale. Lo fa con grazia e simpatia, in modo creativo e da esperto scrittore sia di saggistica che di narrativa. Attento al dettaglio pur nella meraviglia dell'insieme, Mauro ci spiega le Sefirot riuscendo a portare interesse e novità in un campo sul quale sembrava fosse già stato detto e scritto tutto». (Nadav Hadar Crivelli)
Tehillim. L'uso rituale dei Salmi
Vittorio Vanni
Libro: Libro in brossura
editore: Tipheret
anno edizione: 2018
pagine: 220
L'uso rituale dei Salmi, sia come forma di preghiera privilegiata, che come orma operativa di tipo magico è stato nei secoli ben conosciuto e praticato nell'occidente cristiano; sia come uso colto e organizzato negli eremi tebaici o nei cenobiti degli ordini religiosi, che nelle forme più estreme della stregoneria o della superstizione popolare. La loro caratteristica di preghiera "ortodossa", in quanto compresa nei libri sacri della cristianità, ne ha fatto una sorta di invocazione magica quasi lecita ed era per ciò tanto più efficace quanto più rassicurante per chi la usava a livello popolare. L'uso magico dei Salmi da parte degli ordini religiosi, ufficializzato primamente dalla Regola di San Benedetto, seguiva un raffinatissimo codice magico-ermetico, fondato tecnicamente sulla sequenza caldea delle ore magiche e teoricamente sull'influenza analogica dei pianeti astrologici. Questi nuovi e rivelatori strumenti di comprensione, uniti alla corretta divulgazione della ritualità ebraica da parte dello Sholem e della sua scuola ci permettono di definire e ricostruire con sufficiente puntualità l'uso tradizionale dei Salmi e quindi verificare la possibilità del loro uso operativo all'interno di un Ordine iniziatico.
Teodicea della qabalah. Le sephirot e i nomi divini
Francis Warrain
Libro: Libro in brossura
editore: Tipheret
anno edizione: 2018
pagine: 237
Qabalah è il termine ebraico che indica il complesso delle dottrine esoteriche e mistiche dell'ebraismo, esposte in un enorme complesso di scritti pubblicati, in un numero ancora maggiore di manoscritti e in un vastissimo patrimonio di tradizioni orali. Il momento di maggior fioritura della Qabalah si situa intorno al III-IV secolo, ma affonda le proprie radici in una tradizione mistica ininterrotta che la collega con i movimenti apocalittici, con il Talmud e con la Bibbia. Alla formazione della Qabalah che fu organizzata in maniera sistematica intorno al XIII secolo - contribuirono dottrine gnostiche, neoplatoniche, neopitagoriche, islamiche e cristiane. In "Teodicea Mia Qabalah", Francis Warrain ne ripercorre i principali aspetti - le Sephiroth, l'Equilibrio della Bilancia, i Nomi Divini e la loro Plenitudine - per tentare di indagare il rapporto tra Dio e mondo, tra Assoluto e relativo. "Affermare Dio è, nello stesso tempo, sostenere che Egli non è nulla di ciò che noi possiamo concepire; attribuendogli una natura, infatti, distruggiamo il carattere di assolutezza insito nella nostra affermazione. La nozione di Dio dà luogo, quindi, a una antinomia fondamentale e, sebbene Kant l'abbia esposta in tutta la sua acutezza, era già sostenuta implicitamente da tutte le dottrine esoteriche, da Platone sino a San Tommaso. Tutti i maestri hanno riconosciuto che abbiamo di Dio una rappresentazione mentale negativa e una affermativa. Egli non è nulla di quanto potremmo concepire, però - nello stesso tempo - questa impossibilità a indicarlo non significa una privazione di essere e di specificità ma al contrario testimonia una certezza che supera mtte le nozioni di essere e di natura. E in questa accezione che bisogna intendere i termini nulla, niente, non esistente che la Qabalah ha posto come ultra-principio".
Il giardino dei melograni. Dieci e non nove
Moïse Cordovéro
Libro: Libro rilegato
editore: Tipheret
anno edizione: 2021
pagine: 96
L'uomo è il labirinto di se stesso, il luogo multicursale in cui perdersi, alla ricerca di una compiuta definizione del suo percorso, della sua vita, con le sue trame e i suoi finali. La ricerca di un senso, di un Dio, di un senso di Dio è «un suono vuoto per la sapienza del nostro tempo; essa ha trasformato Dio in un fantasma infinito, lontano dalla nostra coscienza, e ha parimenti trasformato la conoscenza umana in un vano fantasma della finitezza, in schemi, in un riempimento del fenomeno». La Filosofia deve 'conoscere' Dio, non si accontenta di fedi o rivelazioni. E la sapienzialità religiosa è sì una 'rappresentazione' dello Spirito Assoluto, ma non è qualcosa che è estraneo all'uomo, qualcosa che bisogna introdurgli. «Sarebbe come voler introdurre lo spirito in un cane mostrandogli prodotti dello spirito, o facendogli mangiare qualcosa di arguto o masticare testi stampati, o, altrettanto inefficacemente, pretendere di dare la vita a un cieco parlandogli dei colori. Chi non ha allargato il proprio petto anche oltre le sollecitudini del finito e non ha guardato nel puro etere dell'anima, e non ne ha goduto, chi non ha avuto il sentimento lieto e calmo dell'eterno, sia pure anche solo offuscato sotto forma di nostalgia, costui non possiede la materia». La Filosofia non 'edifica', quello semmai è l'intento della predica, né si indirizza al cuore, né alla singolarità del soggetto in quanto tale. Quanto sta 'dietro' la Cabala e che la Cabala esprime è la Necessità, il destino, la Verità dello Spirito. Ma la Verità non si piega all'io, sia esso un rabbino o un iniziato, un laico o un ateo. È l'io che deve essere elevato a quell'altezza. A questo servono i Maestri a questo servono le Scuole.