UTET: Classici italiani
Mitologia sumerica
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2023
pagine: 576
Nei giorni antichi, agli albori del mondo, erano gli dèi a provvedere al proprio sostentamento, affaticandosi con il canestro, schiavi di un duro lavoro. Ma le loro lamentele giunsero presto alle orecchie del dio Enki, che decise di alleviare le loro pene generando l’uomo, un essere fatto di creta e di spirito divino da assoggettare alla corvée. Così i Sumeri cercarono per primi di spiegare per iscritto l’origine dell’umanità e del mondo, attraverso una narrazione mitologica che consacra le gesta di un pantheon alquanto popolato e che rappresenta oggi la più antica forma di letteratura conosciuta. A fissare per la prima volta la sfera delle idee morali e delle credenze religiose sono la genesi del cosmo e degli stessi dèi a partire dall’eterno Mare primordiale, gli amori incestuosi e la sfrenata ambizione delle divinità minori per il potere, l’origine degli inferi, con le loro leggi ferree, e la creazione dell’uomo, germogliato come una pianta dal pavimento del tempio del dio. È infatti nella mitologia sumerica, nei suoi temi e nei suoi valori, che ha inizio la riflessione dell’uomo sul significato e sullo scopo della propria esistenza sulla Terra. Alcuni oggi credono che i miti altro non siano che allegorie del movimento di corpi celesti o di eventi storici, oppure ancora che gli dèi siano semplicemente l’antropomorfizzazione di forze naturali; certo è che questi testi, messi per iscritto solo attorno al 2000 a.C., costituiscono la più antica traccia della civilizzazione umana, nata nella “mezzaluna fertile” su cui un tempo sorgeva la città di Uruk, lì dove all’alba della nostra civiltà i Sumeri hanno inventato la prima forma di città, di Stato e di scrittura, segnando così l’inizio della Storia.
Detti e fatti memorabili
Valerio Massimo
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2023
pagine: 1142
«I fatti e, insieme, i detti memorabili dei Romani e dei popoli stranieri volli trascegliere dagli autori illustri e disporre ordinatamente per evitare, a chi volesse compulsare tali fonti, la fatica di una lunga ricerca.» Simboli di giustizia, dell'amor di gloria, della temerarietà, ma anche simboli di nefandezza, della corruzione morale, dell'ira e dell'odio. Questi sono i protagonisti degli exempla raccolti da Valerio Massimo nei "Detti e fatti memorabili": condottieri, politici e intellettuali illustri, ma anche soldati semplici e personaggi meno conosciuti, prestano la propria indole e le gesta che li hanno contraddistinti all'arte della retorica. Da Scipione l'Africano, che da giovane dissoluto e svogliato si trasformò nel virtuoso condottiero che pose il giogo al collo di Cartagine, all'impavido Giulio Cesare che, non sopportando il ritardo del traghettamento tra due isole, si camuffò da schiavo e si pose lui stesso a guida di una navicella; o ancora il tiranno Falaride di Agrigento, che fece collaudare il celebre toro di bronzo proprio dal suo inventore, pareggiando in crudeltà il feroce Annibale. Scavando meticolosamente tra i vizi e le virtù dell'essere umano, Valerio Massimo riduce la narrazione storiografica a minime scene allegoriche, a piccoli quadri esemplificativi che dovevano ornare e impreziosire le arringhe dei giovani retori della Roma di Tiberio, chiamati con la forza della loro voce a rinvigorire l'attaccamento alla romanità e ai valori da essa espressi. Con uno stile piano e accessibile, vivacizzato da apostrofi rivolte direttamente ai personaggi trattati, l'opera di Valerio Massimo si distingue per l'inestimabile valore aneddotico e moralistico, per essere un composito affresco della storia romana, greca e di altri popoli ancora che seppe ispirare non solo i retori latini, ma anche gli autori medievali e rinascimentali.
Opere minori: Vita nuova-Rime-De vulgari eloquentia-Ecloge
Dante Alighieri
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2023
pagine: 614
«Apparve vestita di nobilissimo colore, umile e onesto, sanguigno, cinta e ornata a la guisa che a la sua giovanissima etade si convenia.» Così Beatrice entra nella storia della letteratura, con quel primo incontro all'inizio della "Vita nuova" che segna l'inizio sia dell'amore spirituale di Dante per lei sia del più grande viaggio letterario di sempre. È qui che entra in funzione il grande laboratorio della "Divina Commedia", infatti, tra la prosa e i versi di questa geniale opera giovanile, a metà tra «libro della memoria» e scrittura letteraria. E la fucina poetica continuerà a brillare nell'ottantina di componimenti raccolti successivamente nelle "Rime", dove arriverà a misurarsi con i modelli della tradizione, superandoli: dalle rime d'ispirazione provenzale ai versi aspri e duri dedicati a «petra», donna sensuale ma crudele, passando per le rime comiche che anticipano lo stile basso dell'"Inferno", Dante Alighieri si conferma uno dei più vivaci innovatori della poesia medievale. È difficile però comprendere il profilo dell'intellettuale e politico fiorentino escludendo la produzione saggistica, tra cui spicca il "De vulgari eloquentia", trattato senza paragoni nell'Europa del tempo: dialettologia, retorica, teologia e politica sono gli ingredienti di un'arguta riflessione sul linguaggio, scritta in quel latino "meno nobile" e "artificioso" che tuttavia ha il merito di iniziare Dante al mondo di Virgilio, da cui attinge sia l'epica sia la poesia pastorale, come rivelano le due "Ecloge" composte in età matura. Se è vero, dunque, che il viaggio dantesco culmina tra i cieli del "Paradiso", lì dove l'occhio umano si interrompe, bisogna guardare alle opere minori per comprendere come quel grande passo fu possibile, per capire come il suo pensiero abbia segnato indelebilmente la cultura non solo dell'Italia, ma dell'Europa.
Rime e lettere
Michelangelo Buonarroti
Libro: Copertina morbida
editore: UTET
anno edizione: 2021
pagine: 698
Nato nella provincia di Arezzo, Michelangelo è stato uno dei maggiori artisti del Rinascimento italiano. Alla sua produzione d'arte fa eco un'attività poetica che si distingue per i toni energici e austeri ripresi dalla lirica dantesca. Le sue Lettere restituiscono a chi le legge una vista senza filtri sugli stati d'animo, le preoccupazioni e i tormenti che lo affliggono, specie in relazione ai tanti progetti avviati e poi abbandonati non sempre per volontà sua ma piuttosto dei suoi committenti. L'opera in versi e il suo carteggio privato vengono oggi pubblicati da Utet in questa versione digitale, impreziosita da un fine apparato critico.
Tozzi
Libro
editore: UTET
anno edizione: 2008
pagine: 707
Attraverso i suoi romanzi Federigo Tozzi (1883-1920) rappresenta uno dei vertici della narrativa italiana dei primi decenni del secolo scorso. I testi raccolti in questo volume sono accomunati dalla tendenza a esplorare le profondità della realtà interiore, l'attenzione dell'autore si rivolge infatti non tanto agli effetti esteriori della trama, ma piuttosto agli oscuri moventi delle azioni dei personaggi che traggono origine in un insondabile abisso interiore. Da "Bestie" - allucinato racconto di una vicenda dell'anima - si passa a "Con gli occhi chiusi", dove attraverso il conflittuale rapporto col padre del protagonista Pietro e la sua tormentata relazione amorosa con Ghisola, trova piena espressione la poetica. Seguono i romanzi "Il podere" e "Tre croci", nei quali l'autore descrive rispettivamente la vicenda in parte autobiografica della contrastata eredità di un podere paterno, sullo sfondo di un mondo rurale violento e primitivo, e la rovina inarrestabile dei tre fratelli Gambi, proprietari di una libreria antiquaria a Siena. A queste figure complesse e contraddittorie può essere accomunato anche Leopoldo Gradi, protagonista del breve romanzo postumo "Ricordi di un impiegato". La vasta produzione novellistica di Tozzi è racchiusa nella raccolta "Giovani", che rimanda al tema della giovinezza come malattia spirituale, da cui sono colpiti molti dei personaggi: turbati e insicuri, incapaci di raggiungere una condizione di stabilità interiore, di armonico accordo tra io e mondo.