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Abscondita: Carte d'artisti

Diari (1898-1918)

Paul Klee

Libro

editore: Abscondita

anno edizione: 2020

"Paul Klee è uno degli artisti più visionari del Novecento. Per lui il compito della pittura non è dipingere quello che tutti vedono, ma rivelare quello che nessuno ha mai visto. Della sua visione allucinata e millimetrica, che investe tutte le cose e sa captare non solo «Lo spirito sullo stelo», come dice il titolo di una sua opera, ma ogni respiro nello spazio, i «Diari» sono la maggiore testimonianza. Certo, gli storici dell'arte e gli appassionati di pittura possono trovare in queste pagine anche notizie precise sull'autore, la sua formazione, il suo ambiente, le sue amicizie. Pochi artisti, anzi, hanno lasciato una traccia così capillare della loro stagione giovanile e della loro prima maturità come Klee, che per vent'anni, dal 1898 al 1918, ci mette a parte delle sue opere e dei suoi giorni, sia pure a modo suo: con una analiticità insieme minuziosa ed evasiva, con uno sguardo strabico che raramente si fissa su quello che a noi sta più a cuore. I dati biografici, insomma, ci sono tutti, eppure la dimensione, per così dire, psicologica e metafisica è più importante di quella storica..." (dallo scritto di Elena Pontiggia)
36,00 34,20

Aforismi sull'arte

Johann H. Füssli

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2020

pagine: 140

"Scritti da Johann Heinrich Füssli in un lunghissimo arco di tempo, tra il 1788 e il 1818, gli «Aforismi sulle arti figurative» furono poi seguiti nel 1820 dalla pubblicazione di tre lezioni sullo stesso argomento. Ma sono soprattutto gli Aforismi che possono lasciare sconcertato e stupito il lettore di oggi, essendo molto arduo ritrovare in questi testi l'immagine nota di Füssli, emblema dell'artista romantico e demoniaco, autore del celeberrimo «Incubo». Testimoniano, infatti, una severità e un rigore di pensiero insospettabili nell'audacissimo e rivoluzionario pittore svizzero formatosi nell'ambito della cultura tedesca, ma realizzatosi appieno in Inghilterra. In realtà Füssli fu sempre ossessionato dal contrasto tra un introspettivo istinto visionario e un ineludibile principio di costruzione armoniosa della forma. Negli Aforismi questa tormentosa antinomia costituisce una sorta di tema costante sviluppato con una miriade di meditazioni attraverso cui il grande maestro cercò di conferire ordine a una materia in continua trasformazione. Così Füssli, per primo nella storia dell'estetica occidentale, afferma che la forma può essere conseguita anche casualmente dall'artista, ma il suo mantenimento è la vera necessità dell'arte. Emana da questi scritti una sorta di religione dell'arte che si sostanzia di folgoranti sentenze: «Sappiate che nulla è insignificante nelle mani del genio, e che il valore stesso diventa una sciocchezza in quelle del mediocre». Su queste basi di rigoroso razionalismo Füssli eresse il suo monumento alla dignità e all'essenzialità dell'arte." (dallo scritto di Claudio Strinati)
19,00 18,05

Ecologia dell'arte

Enrico Baj

Libro

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 272

"Se durante la sua prolifica attività Enrico Baj ha costantemente alternato la scrittura con la creazione artistica, pubblicando una nutrita serie di libri nei quali intendeva «esprimere quasi filogeneticamente i convincimenti e le illuminazioni nate assieme alle opere», Ecologia dell'arte costituisce una brillante testimonianza di questo scambio tra scrittura e pittura. Esempio raro nel suo genere, perfino nell'ambito dei dizionari artistici più alternativi, quest'opera di Baj, che prende spunto dal libro di Gregory Bateson, Verso un'ecologia della mente, sottolinea, fin dalle prime battute, un dato fondamentale: che il degrado ambientale, di cui siamo vittime e artefici, dipende da un inquinamento che è mentale, prima ancora che territoriale. Sul filo di questo assunto, che estende al clima artistico-culturale del nostro tempo, Baj intesse una moltitudine di informazioni sul mondo dell'arte sconfinando nei settori più vari della conoscenza e prendendo a bersaglio, con polemica ironia, gli orizzonti artistici nei quali si rispecchiano il deterioramento culturale e la sistematica distruzione tecnologica dell'ambiente." (Angela Sanna)
26,00 24,70

Vita di Michelangelo

Romain Rolland

Libro

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 157

«Le grandi anime sono come le alte cime. Battute dal vento, avvolte nelle nubi; ma vi si respira meglio e più forte che in altri luoghi. L'aria, lassù, ha una purità che netta il cuore dalle immondezze: e quando le nubi s'allontanano, si domina il genere umano. Tale fu Michelangelo, questa colossale cima, che dominava l'Italia del Rinascimento e di cui vediamo da lontano perdersi nel cielo il profilo tormentato. Non pretendo che gli uomini comuni possano vivere su tali vette. Ma che, un giorno all'anno, vi salgano in pellegrinaggio. Lassù, si sentiranno più vicini all'Eterno. Poi, ridiscenderanno verso la pianura della vita, col cuore temprato per la lotta quotidiana.»
21,00 19,95

Scritti sulla scultura

Medardo Rosso

Libro

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 144

"«Le lettere di Rosso sono dei capolavori di composizione calligrafica. Cominciano su un angolo della carta, e poi continuano a risvoltar via come un gioco di pazienza, lasciando i centri bianchi e rincorrendo gli angoli. E vi si rincorrono italiano, milanese e francese: idee e polemiche, frasi fisse e scatti inattesi. Non si possono copiare. Si dovrebbero riprodurre in cliché, come un disegno». Con queste parole Raffaello Giolli sintetizzava la grafia vulcanica, veloce, irregolare e generosa dell'amico. Medardo Rosso, come un fiume in piena, ha riversato sul foglio riflessioni e annotazioni, esclamazioni e modi di dire, parole inventate e termini letterari senza badare a regole grammaticali, a strutture sintattiche o a logiche semantiche né, tantomeno, al bello scrivere perché, come lui stesso ha detto, «quando c'è poca roba dentro fai del bello scrivere e il bello scrivere è il contrario del buon pensare». Ripeteva con la penna quello che andava facendo con la cera, il gesso, il bronzo: rompere con i canoni classici, con gli schemi; sfondare gli argini della sintassi. E quest'ivresse grafica ha certo la sua origine nell'indole ardita ed espansiva dell'uomo, ma anche (e soprattutto) nello spirito dell'artista, nel genio di quello scultore che Margherita Sarfatti, a ragione, ha definito come «una delle poche glorie autentiche dell'arte moderna italiana». Queste turbolente confessioni racchiudono significative dichiarazioni di poetica, interessanti e poco praticate teorie formali e compositive, oltre che la chiave di un impegno artistico svolto sempre all'insegna di un rigore e di un'inflessibilità senza eguali." (Lorella Giudici)
19,00 18,05

Apparenza nuda. L'opera di Marcel Duchamp

Octavio Paz

Libro

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 160

«Apparenza nuda» è formato da due saggi che Octavio Paz ha dedicato a Marcel Duchamp.?Il primo è un'introduzione generale all'opera dell'artista francese: esso contiene una descrizione completa e un'interpretazione del Grande Vetro, lasciato «definitivamente incompiuto» nel 1923. Uno dei pittori più celebri del nostro secolo abbandona l'arte per dedicarsi agli scacchi ed entra, così, nella leggenda. Dopo la sua morte, si scoprirà con stupore che aveva lavorato in segreto per vent'anni... Per Paz, l'opera di Duchamp e il suo abbandono della pittura non derivano né dal patetismo né dall'orgoglio, ma da una folle saggezza: da quella «libertà d'indifferenza» che rimane dopo la conoscenza. Il secondo saggio è un'analisi dell'Assemblaggio di Filadelfia. Paz mostra come esso si ricolleghi al Grande Vetro e alle altre opere di Duchamp, perché un medesimo principio governa tutte le sue speculazioni plastiche: il principio della «cerniera» (le porte - e le idee - si aprono nelle sue opere senza peraltro cessare di essere chiuse, e viceversa). Questo saggio riesce dunque a mettere in luce le somiglianze profonde tra il percorso di Duchamp e il mito di Diana e Atteone: dal voyeurismo alla contemplazione mediante il sacrificio. Anche altre forme della «cerniera» vengono evocate: la stereoscopia, l'anamorfosi, Giano «doppio» di Diana, divinità delle porte, dio-cerniera. Nell'ultima parte del saggio, Paz mostra come Duchamp sia l'erede del tema tradizionale e centrale del pensiero e dell'arte occidentali: l'amore e la conoscenza. La sua visione è il prolungamento inatteso della tradizione dell'amore cortese e dell'ermetismo neoplatonico.
20,00 19,00

Gentileschi. Padre e figlia

Roberto Longhi

Libro

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 176

«Si ha un bel ridire che Caravaggio è il fondatore di tutto il ’600 europeo, che è quanto dire dell’arte moderna; un bel domandare come si farebbe a spiegare, storicamente, Velázquez, o Rembrandt, o Vermeer, o Frans Hals tirando una tenda sui quadri di Caravaggio e lasciando alla vista, accanto, Giorgione, Tiziano, Tintoretto per veder se sia proprio fra di essi figliazione diretta, o se non si senta mancar un anello in quella curiosa catena della storia dei pittori; questo delle basi caravaggesche del ’600 finirà per diventare un articolo, un domma accettato ma non accetto. Per ciò, forse – poiché anche il sentimento in arte è affare di educazione e di intelletto – è meglio condurre alla spontaneità di questo riconoscimento, attraverso preparazioni mediate; attraverso nessi storici secondari, pure esistenti e che meglio servano a specificare, a controllare, a guidare». Così Roberto Longhi inizia questo suo scritto giovanile dedicato a Orazio Gentileschi «il più meraviglioso sarto e tessitore che mai abbia lavorato tra i pittori» e alla figlia Artemisia «l’unica donna in Italia che abbia mai saputo cosa sia pittura, e colore, e impasto, e simili essenzialità». Con uno scritto di Mina Gregori.
21,00 19,95

La città dalle 100 meraviglie

Filippo De Pisis

Libro

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 208

"Qualcuno ha scritto che nei testi di de Pisis si riconoscono i soggetti, i colori e certe emozioni dei suoi dipinti, cercando una correlazione fra i due linguaggi. È certamente vero perché entrambi fanno parte di un unicum, l'uno nutre l'altro e viceversa. Ma la caratteristica più interessante del personaggio nel suo complesso sta nella dimensione culturale assolutamente fuori dal comune, una dimensione erudita e profonda, da intellettuale raffinatissimo, conoscitore di discipline le più diverse, appassionato di arte antica e studioso di cosiddetti artisti minori, capace di darsi regole di studio severissime per raggiungere l'obiettivo della conoscenza. Tutto ciò fa da substrato fecondo sia della scrittura che della pittura, entrambi linguaggi articolati e di difficile elaborazione, che tuttavia de Pisis trasforma con apparente facilità in un dipanarsi di immagini, scritte o dipinte, che narrano la sua particolare visione del mondo che lo circonda, con un carattere di candore che è un elemento fondamentale del suo modo di leggere gli eventi, anche nei momenti nei quali affermerà, con la levità che gli era propria, la sua omosessualità. Egli ha senza dubbio conservato dentro di sé il pascoliano «fanciullino», attraversando due guerre mondiali senza neppure per una volta prenderne atto in uno scritto o in un quadro; con una levità che fortemente dentro di lui contrasta con il bisogno profondo di conoscenza. È forse questa dicotomia fra il reale vissuto e il reale sognato che lo porterà a una dissociazione interna e alla malattia mentale, facendolo vivere in quella dimensione «metafisica» che aveva cercato per tutta la vita." (dalla nota di Claudia Gian Ferrari)
22,00 20,90

Il mito tragico dell'Angelus di Millet

Salvador Dalì

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 146

«Nel giugno 1932 si presenta d'improvviso al mio spirito, senza che alcun ricordo recente né associazione cosciente possa darne un'immediata spiegazione, l'immagine dell'Angelus di Millet. Tale immagine costituisce una rappresentazione visiva nettissima e a colori. È pressoché istantanea e non dà seguito ad altre immagini. Ne sono grandemente impressionato, grandemente turbato, poiché, nonostante che nella mia visione di tale immagine tutto "corrisponda" esattamente alle riproduzioni del quadro da me conosciute, essa "mi appare" nondimeno assolutamente modificata e carica di una tale intenzionalità latente che l'Angelus di Millet diventa "d'improvviso" per me l'opera pittorica più inquietante, più enigmatica, più densa, più ricca di pensieri inconsci che sia mai esistita». Attraverso una straordinaria serie di associazioni istantanee, di identificazioni fantastiche e di eventi reali, Dalí applica qui magistralmente il suo metodo, «un metodo spontaneo di conoscenza irrazionale basato sull'associazione critico-interpretativa dei fenomeni deliranti», al celebre quadro di Jean-François Millet. Scritto agli inizi degli anni trenta e rimasto a lungo allo stato di manoscritto, Il mito tragico dell'Angelus di Millet andò perduto durante l'occupazione nazista della Francia e venne ritrovato ventidue anni più tardi. Fu pubblicato per la prima volta nel 1963 in una tiratura limitata e successivamente nel 1978. È quest'ultima edizione che qui presentiamo, arricchita rispetto alla precedente di numerosi commenti dell'autore e di nuove illustrazioni.
20,00 19,00

Poesie

Paul Klee

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2019

pagine: 240

Sarebbe un grave errore considerare a poesia di Klee come una realtà subordinata e minore rispetto alla sua produzione figurativa. Nel periodo della sua formazione Klee esitò a lungo, com'è noto, tra musica, pittura e poesia; e il fatto di avere infine scelto la pittura, dando così inizio (per necessità, per destino) a quella che è forse la più alta e feconda esperienza artistica del Novecento, non gli impedì mai di continuare a coltivare, in modo «disinteressato» e quasi segreto, la ricerca poetica. I versi di Klee non sono dunque il frutto di un'attività marginale, ma realtà espressive autonome e, per così dire, omologhe rispetto a quelle create dalla sua fantasia figurativa. Non a caso, non c'è assolutamente nulla, in essi, di pittorico o di pittoresco, e nemmeno di descrittivo; e simile a quella del pittore è la cura rigorosa con la quale il poeta preserva i propri testi da qualsiasi impurità di carattere autobiografico e contenutistico. Paesaggi interiori, quindi; ma non soltanto. Come nella pittura, anche nella poesia Klee tende a penetrare i meccanismi originari della genesi cosmica. Meccanismi formali, inevitabilmente, giacché egli appare del tutto convinto dell'esistenza di una sigla strutturale elementare che presiede all'organizzazione dell'universo («viene alla fine a crearsi un cosmo formale»). Indipendentemente dal fatto che il processo sia affidato a un linguaggio verbale o iconico, Klee tende all'individuazione e alla rappresentazione di codici archetipici. Ed è proprio a questa ricerca grandiosa, e per definizione infinita, che Klee probabilmente pensò quando scrisse di se stesso nei «Diari»: «Nel mondo terreno non mi si può afferrare poiché io abito altrettanto bene tra i morti come tra i non nati. Più vicino del consueto al cuore della creazione e ancora troppo poco vicino».
24,00 22,80

Scritti. Volume 1

Scritti. Volume 1

René Magritte

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2018

pagine: 400

«[Mi si rimprovera] di presentare nei miei quadri oggetti situati in posizioni in cui non li vediamo mai. Si tratta nondimeno della realizzazione di un desiderio reale, se non propriamente cosciente, per la maggior parte degli uomini. In effetti già il pittore banale cerca, nei limiti prefissati, di modificare l'ordine in cui vede gli oggetti. Si permetterà timide audacie, vaghe allusioni. In considerazione della mia volontà di far urlare il più possibile gli oggetti più familiari, l'ordine nel quale gli oggetti solitamente si collocano doveva essere evidentemente sconvolto; le crepe che noi vediamo nelle nostre case e sul nostro volto, mi sembravano più eloquenti in cielo; le gambe di un tavolo in legno tornito perdevano l'innocente esistenza che si attribuisce loro se apparivano dominare d'improvviso una foresta; un corpo di donna librantesi al di sopra di una città sostituiva gli angeli che non mi apparvero mai; trovavo molto utile vedere il di sotto della Vergine Maria e la mostrai in questa nuova luce; i sonagli di ferro appesi al collo dei nostri mirabili cavalli preferivo credere che spuntassero come piante pericolose al bordo di abissi... Quanto al mistero, all'enigma rappresentato dai miei quadri, dirò che era questa la prova più convincente della mia rottura con l'insieme delle assurde abitudini mentali che generalmente sostituiscono il sentimento autentico dell'esistenza».
36,00

Poesie

Poesie

Paul Klee

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2016

pagine: 241

Nel periodo della sua formazione Klee esitò a lungo, come è noto, tra musica, pittura e poesia; e il fatto di avere infine scelto la pittura, dando così inizio a quella che è forse la più alta e feconda esperienza artistica del Novecento, non gli impedì mai di continuare a coltivare, in modo "disinteressato" e quasi segreto, la ricerca poetica. I sui versi non sono dunque il frutto di un'attività marginale; non si tratta di glosse esistenziali alla sua pittura, ma di oggetti espressivi autonomi e, per così dire, omologhi rispetto a quelli creati dalla sua fantasia figurativa. Come nella pittura, anche nella poesia Klee tende a impadronirsi dei meccanismi originari della genesi cosmica. Indipendentemente dal fatto che il processo sia affidato al linguaggio iconico o a quello verbale, Klee tende all'individuazione e alla messa in scena di codici archetipici. Ed è proprio a questa ricerca grandiosa e, per definizione, infinita che Klee doveva pensare quando scriveva di se stesso: "Nel mondo terreno non mi si può afferrare perché io abito altrettanto bene tra i morti come tra i non nati. Più vicino del consueto al cuore della creazione e ancora troppo poco vicino".
24,00

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