Bollati Boringhieri: Nuova cultura
Venezia e il ghetto. Cinquecento anni del «recinto degli ebrei»
Donatella Calabi
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2016
pagine: 216
Cinquecento anni fa, il 29 marzo 1516, il Senato della Serenissima Repubblica di Venezia deliberò che gli ebrei di diverse contrade cittadine si trasferissero "uniti" (cioè tutti) nella corte di case site in Ghetto, presso San Girolamo. Nasceva così il primo "recinto degli ebrei". Si trattava in origine del "geto de rame", il luogo in cui venivano riversati ("gettati") gli scarti della lavorazione delle fonderie presenti nella zona. Nel corso dei secoli, e su tutti i continenti, questa parola veneziana sarebbe presto diventata sinonimo di segregazione. Nato come misura di confinamento, il Ghetto diviene in breve un luogo effervescente e cosmopolita, che accoglie gli ebrei provenienti dai luoghi più diversi, oltre a rappresentare uno dei centri di commercio fondamentali della Repubblica veneziana. La struttura architettonica delle sue case, inusuale per Venezia - con i suoi caseggiati stranamente sviluppati in altezza per far posto al numero crescente di abitanti confinati nel luogo -, si intreccia alla vicenda storica del luogo, decisamente centrale per l'Italia e per l'Europa. Qui sorgono i banchi di pegno dai quali passerà buona parte del prestito di denaro della potenza lagunare, ma nel Ghetto non mancano le professioni liberali e la cultura, che fanno di Venezia una delle capitali indiscusse del mondo ebraico e non solo.
Trattato di psicoanalisi
Cesare L. Musatti
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2015
pagine: XXV-428
Manuale esemplare su cui si sono formate intere generazioni di analisti, uomini di cultura e studenti, il "Trattato di psicoanalisi" dì Cesare L. Musatti, qui riproposto, è ancora oggi l'esposizione più approfondita ed esauriente - arricchita di casi clinici - della dottrina freudiana. Nelle sei parti in cui è diviso (Le origini della psicoanalisi; La teoria psicoanalitica del sogno; Le disfunzioni momentanee della vita comune; I prodotti della fantasia e le raffigurazioni dell'arte; La dottrina degli istinti; La struttura della personalità umana), ogni caposaldo è sapientemente illustrato. Musatti, grande analista lui stesso e direttore delle Opere di Freud, condivide con il fondatore della psicoanalisi anche una prosa di assoluta limpidezza. È capace di alta e scrupolosissima divulgazione, ma senza ossequi ortodossi: non rinuncia mai alla propria indipendenza di giudizio, segnalando gli aspetti che lo lasciano "dubbioso e perplesso" o gli sembrano "bisognosi di chiarimenti, di integrazioni o di revisioni", nella consapevolezza che in ogni caso "per oltrepassare Freud bisogna passare attraverso Freud".
Lettere di prigiornieri di guerra italiani 1915-1918
Leo Spitzer
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2014
pagine: XXXIII-345
Durante la Grande Guerra accadde qualcosa di cui gli assalti, le trincee, la prigionia e l'onnipresenza della morte furono la micidiale occasione, ma che ebbe natura tanto incruenta quanto dirimente: l'italiano popolare passò dall'oralità dialettale alla scrittura. La lontananza da casa fece sì che una quantità enorme di corrispondenza intercorresse tra i soldati e i loro familiari, mogli, fidanzate e amici. Lettere e cartoline di persone semplici, poco istruite, testimoniavano con grafia incerta e balbettii stilistici del confronto in atto tra il dialetto e la parola scritta, e dei suoi effetti ibridanti e contorsivi su lessico e sintassi. Della rivoluzione linguistica maturata tra formule convenzionali di saluto ed emozioni universali difficili da esprimere, tentativi maldestri di criptare passaggi delicati e improvvisi abbandoni a guizzi di spirito, si accorse per primo un giovane filologo austriaco che lavorava per il fronte nemico. Leo Spitzer, la cui futura grandezza di studioso si annunciò proprio allora, era un funzionario dell'Ufficio di censura militare di Vienna addetto al flusso postale di prigionieri sia appartenenti al Regno d'Italia sia italofoni imperialregi, come trentini, friulani o istriani. Osservatorio privilegiato per chi, come lui, preferiva di gran lunga "penetrare nella biologia della lingua" piuttosto che respirare "il tanfo polveroso di una scienza squallida", che avrebbe contribuito a svecchiare.
La galleria interiore dell'ingegnere
Manuela Marchesini
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2014
pagine: 192
Il giorno del funerale di Carlo Emilio Gadda, un piccolo gruppo di amici, tra i quali Pietro Citati, Gianfranco Contini e i suoi due editori, Giulio Einaudi e Livio Garzanti, imbucò qualche moneta nella gettoniera a tempo per illuminare il ciclo caravaggesco di san Matteo, conservato a Roma nella Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi. Un omaggio che l'autore della "Cognizione del dolore" senz'altro avrebbe apprezzato. Nei suoi anni romani Gadda non mancava, infatti, una quasi quotidiana visita alla Cappella dove poteva ammirare, gigantesco, immobile, e muto, il suo amatissimo idolo lombardo, punto di arrivo di un'"idolatria" che lo scrittore coltivava dagli anni venti, quando già affermava che la contemplazione delle opere di Caravaggio era capace di procurargli una "vera ebbrezza mista di gratitudine". Ma la predilezione gaddiana per le arti figurative non si esaurisce a Caravaggio: Raffaello, Michelangelo, Tiziano sono gli indicatori di una polarità figurativa, gli estremi di una galleria interiore che struttura da cima a fondo la sua opera, dalle prime prove del Racconto italiano fino al Pasticciaccio. Manuela Marchesini esplora una zona poco conosciuta e piena di sorprese dell'opera di Gadda. Ragionare della sua "galleria figurativa" significa d'altronde addentrarsi nel gioco di specchi caratteristico del modo di procedere nell'elaborazione della sua prosa.
Cinque meditazioni sulla morte ovvero sulla vita
François Cheng
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2014
pagine: 128
"La vita genera la vita, senza fine": recita così l'antichissima massima cinese che Francois Cheng ha calligrafato sulla copertina del libro. In quei caratteri che "tuonano come colpi di cembalo" una sapienza plurimillenaria ci trasmette intatto il senso del nostro essere qui e ora. Noi viventi ci aggiriamo nell'indissolubile reame di vita e morte, ma l'unico modo per dire pienamente sì alla vita è lasciare che la morte si riveli come la nostra dimensione più segreta e personale, il nostro bene più prezioso. Con un rovesciamento prospettico che toglie ogni cupezza e temibilità al mistero dei misteri, Cheng fa traboccare di vita le grandi questioni religiose, metafisiche e morali, dal creato alla bellezza alla presenza del male. Gli basta sfiorare le tradizioni di Oriente e Occidente, cedendo spesso la parola ai poeti e in ultimo, quasi un canto mormorato, a se stesso, al proprio pensiero poetante. Nessuna magniloquenza viene a turbare questa maniera affabile di intrattenere degli amici. Nel tono di Cheng, lontano migrante cinese diventato accademico di Francia, riconosciamo l'universale vitalità dell'appello francescano a "nostra sorella morte".
La piramide rovesciata. Il modello dell'oasi per il pianeta terra
Pietro Laureano
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2013
pagine: 311
"Nelle sabbie del deserto è sepolta una piramide rovesciata, che racchiude la verità sulla specie umana". Così un canto nomade trascritto da uno storico arabo medievale allude alla fossa di condensazione dell'acqua. Quella struttura ipogea è l'opposto del suo omologo monumentale che svetta dal suolo: non la celebrazione magniloquente e dispendiosa del potere, bensì il tentativo riuscito di consentire la vita in ambienti difficilissimi, con l'aiuto degli umori sottili dell'aria, della terra, del sole. La sapienza tradizionale che guidò la costruzione di quell'umile, prezioso collettore fu all'opera ogni volta che si trattava di drenare, canalizzare, irrigare. È il tipo di interazione con l'ambiente a cui si devono infatti le oasi del Sahara e delle isole aride del Mediterraneo e del Mar Rosso, lo splendore di Petra e San'a, i Sassi di Matera, gli eremi scolpiti nelle valli d'erosione della Cappadocia, della Palestina, dell'Etiopia. Pietro Laureano, tra i maggiori esperti al mondo di sistemi oasiani, ne ricostruisce qui la prodigiosa varietà, documentandoli attraverso uno splendido apparato iconografico e presentandoli come un modello di sostenibilità e di ecocompatibilità per tutti gli insediamenti umani. Recuperare oggi l'antica sapienza che si avvale di materiali poveri e tecniche ingegnose significa dare al pianeta una possibilità in più di sopravvivere.
Fabio Mauri. Ideologie und erinnerung. Ediz. tedesca
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2012
pagine: 190
Fabio Mauri (1926-2009), tra i massimi esponenti dell'avanguardia italiana, ha svolto anche una lunga attività editoriale presso Bompiani, tra il 1957 e il 1975, e ha insegnato Estetica della sperimentazione all'Accademia di Belle Arti dell'Aquila dal 1979 al 2001. Ha concepito teatro, performance, installazione, pittura, teoria, scrittura, insegnamento come elementi di un'unica espressività. "La figurazione del mondo mi colpisce sempre per la sua inutile precisione. Non mi sono ancora reso conto del progetto indispensabile per ideare, con i suoi mille sottosquadri, la corteccia di un coccodrillo. Non ne capisco l'utilità. Non ho compreso neanche l'universo. Né il senso di un'umanità attraente, di cui non ho mai condiviso la familiarità con l'esistenza. Ricompongo con pazienza, con le mie mani, l'esperienza del turpe. Ne esploro le possibilità mentali". (Fabio Mauri) Prefazione di Umberto Eco.
Filosofia del mito politico
Chiara Bottici
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2012
pagine: 336
Secondo alcuni grandi modelli teorici, l'agire politico sarebbe un'interazione tra individui razionali guidata da procedure condivise di comunicazione e decisione. La prassi osservabile però smentisce tale paradigma, forse ideato per un mondo possibile, ma certo con scarsi riscontri in quello esistente. La storia del Novecento e la politica contemporanea offrono infatti esempi eloquenti del peso che l'elemento a-razionale esercita sull'azione collettiva. Simboli e miti appartengono a questa dimensione, ne sono anzi la sostanza stessa, anche se nelle società democratiche la loro dinamica talvolta è meno appariscente che nelle liturgie totalitarie o nelle ritualità delle comunità tradizionali a dominante religiosa. Al mito, in particolare, va riconosciuta una insostituibile centralità: potenza mobilitante che opera attraverso simboli, è l'oggetto privilegiato di schiere di studiosi, tanto da diventare sostiene uno di loro - una sorta di specchio magico in cui ciascuno trova ciò che gli è più familiare, i linguisti un mondo di segni, gli psicologi il precipitato dell'inconscio, gli antropologi una narrazione atavica, i filosofi l'opposto del pensiero o la sua forma primitiva. Se una simile proiettività ha alimentato una letteratura sconfinata, poco di rilevante è stato detto finora sul mito politico in sé. Chiara Bottici lo ripercorre dall'antichità a oggi e ne elabora una teoria non sussidiaria di altre discipline, oltrepassando la vecchia opposizione tra bando illuministico e riabilitazione romantica.
La società eccitata. Filosofia della sensazione
Christoph Türcke
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2012
pagine: 352
Alla fine, ecco il sensazionale. Dovrebbe essere raro, oltre che sconvolgente. Ma quell'emozione che fa sobbalzare, quel fremito che magnetizza, quell'eccitamento da clamore non costituiscono l'oltranza che, ogni tanto, viene a sovvertire il nostro pacato assetto percettivo. Sono la dismisura a cui noi, esseri umani senzienti, siamo ormai assuefatti. Se tutto il visibile e tutto l'udibile alimentano il notiziabile, e la logica stessa dell'informazione impone di impressionare per mezzo di stimoli sempre più forti, la soglia di ciò che eccita il nostro sensorio non smetterà di spostarsi in avanti. L'eccitabilità assurge dunque a decisivo imperativo sociale, motore di un'industria sia dell'immateriale sia delle merci. Da tempo il sensazionalismo, con il nuovo regime antropologico che ha configurato, è oggetto di riflessione per studiosi della società e filosofi, nonché terreno di elezione per moralisti in vena di astinenza mediatica e ascetismo emotivo. Soltanto Christoph Turcke però ha saputo ricostruirne il significato, rovesciando il punto di vista da cui finora lo si è preso in esame. Dal suo saggio illuminante apprendiamo che tra l'odierno "far sensazione", ossia destare scalpore, e la sensazione intesa quale atto del percepire - al centro del pensiero moderno - esiste una consustanzialità, e non lo scarto che immagina con sussiego il discorso filosoficamente ben temperato.
Ambrogio Lorenzetti cronista nuziale. Alle origini della pittura di vita privata
Max Seidel
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2011
pagine: 308
Le tavole qui pubblicate provengono da un cassone nuziale istoriato di recente scoperta, la cui decorazione è da Seidel attribuita ad Ambrogio Lorenzetti. Esse costituiscono la più antica testimonianza di un genere destinato a grande fortuna: il genere "memorie figurative di vita privata". Quando un committente che non fosse un principe o un signore ebbe l'idea di decorare un'abitazione privata con immagini della sua vita personale e familiare? Le indagini di Seidel permettono di anticipare questo esordio di almeno un secolo rispetto alle analisi precedenti e di fissare la data di nascita della pittura familiare privata negli anni trenta del Trecento.
Fotografare gli spiriti. Il paranormale nell'epoca della sua riproducibilità tecnica
John Hooper Harvey
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2010
pagine: 201
Le fotografie di fantasmi - derise come falsi clamorosi, o elevate a prove inconfutabili dell'esistenza di dimensioni ultraterrene - si situano in un singolare incrocio tra mito, folklore e tecnica fotografica. Harvey raccoglie qui per la prima volta apparizioni mistiche, emanazioni spiritiche e altre immagini stupefacenti, riprese dal 1860 a oggi da fotografi professionisti e amatoriali e da sistemi di sorveglianza: un corpus sorprendente e importante, non tanto per una qualche pretesa di "autenticità", quanto per l'intreccio di religiosità e immaginazione creativa. Affrancate dal pregiudizio che le vorrebbe delle anomalie fotografiche, o delle derive nel kitsch delle cosiddette "scienze di confine", queste fotografie rivelano l'attrazione per il soprannaturale, le idee sulle connessioni tra un mondo materiale e uno spirituale, le elaborazioni più inaspettate del lutto e del dolore. Un libro che ricorda come la tecnica fotografica non si limiti affatto a un preteso "realismo", mostrandoci fino a che punto possa sfumare ogni confine tra il reale e il fantastico.
Modernità e ambivalenza
Zygmunt Bauman
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2010
pagine: 347
Ricondurre alla ragione il caos del mondo, con tutto ciò che implica un'operazione così ambiziosa: ordinare, classificare, calcolare, sottoporre a controllo, dissipare le zone d'ombra, identificare l'indistinto, bandire l'ambiguo. Tra i princìpi portanti della modernità, questa è l'idea-architrave, che per secoli ha ispirato pensieri e azioni di interi popoli. Conteneva un progetto di costruzione sociale e una promessa di felicità. Il primo ha lasciato dietro di sé delle macerie, la seconda non è mai stata adempiuta. In un saggio che ha la dirompenza degli eventi intellettuali pronti a fare da segnavia, Zygmunt Bauman mette a tema il fallimento di un'epoca della storia umana, misurandolo sulla insostenibilità della pretesa iniziale. È l'ambivalenza, infatti, e non l'univocità, la condizione normale in cui ci tocca vivere. Noi esseri finiti ci condanniamo alla perenne inadeguatezza se ammettiamo soltanto l'alternativa rigida tra l'ordine e l'informe, tra le entità (cose, persone, collettività, situazioni, categorie della mente) che il linguaggio riesce a nominare in modo trasparente e l'imprevedibile, l'indecidibile, l'indeterminato, l'incontrollabile, di cui avvertiamo la presenza minacciosa. In una simile inadeguatezza - e nell'autoinganno di un'identità certa - finì intrappolata, ad esempio, gran parte dell'intellighenzia ebraica di lingua tedesca, quando tra Otto e Novecento tentò diverse strategie di assimilazione alle élite dominanti.