Luni Editrice
Raffaele Mattioli oltre la banca
Elena Grazioli
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 352
Che cosa aveva fatto di Raffaele Mattioli (Vasto 1895 - Roma 1973) la figura insostituibile che era? Perché se ne sente la mancanza, in banca e fuori dalla banca? Mattioli è stato definito il “banchiere umanista” per antonomasia, ma la sua personalità è troppo multiforme per lasciarsi racchiudere in una formula abusata come questa. «Per dirla con Charles Percy Snow (1959)», afferma Sandro Gerbi, «in lui le “due culture” – quella umanistico-letteraria e quella tecnico-scientifica – riescono a convivere in modo armonioso, sono un tutt’uno, e si traducono in una costante tensione intellettuale, in un’inusuale capacità di ascolto dell’altro, in una riaffermata attenzione verso l’interesse generale». Raffaele Mattioli oltre la banca propone un ritratto inedito, costruito attraverso un filo rosso che collega i tanti ricordi degli amici a lui più cari, dei suoi famigliari, delle persone che lo hanno incontrato lungo il proprio cammino, dei grandi letterati e personaggi di spicco di quel periodo dell’Italia dove spesso i sogni riuscivano a diventare realtà: Riccardo Bacchelli, Enrico Cuccia, Guido Carli, Mario Soldati, Giovanni Arpino, Sergio Solmi… Questo che ci rende Elena Grazioli è un ritratto meno “tecnico” e più umano di tanti altri, attento soprattutto a dare a questo personaggio lo spessore che lo ha caratterizzato, come attestano pressoché unanimemente tutti coloro che hanno avuto occasione di frequentarlo. Ma le immagini di Mattioli che si vogliono restituire sono anche quelle che, negli anni, sono arrivate al largo pubblico attraverso i giornali, in occasione e dopo la sua scomparsa. Un mosaico di voci e fotogrammi che restituisce, nella sua complessità, l’umanità profonda di «un uomo di lettere e di cifre», come lo ha definito Benedetto Croce.
Suminagashi. L'arte dell’inchiostro fluttuante
Luisa Canovi, Huhō Hayashi Tomiko
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 160
Il Suminagashi è l’arte giapponese degli inchiostri fluttuanti per dipingere sull’acqua, esiste e si pratica da più di mille anni, e questo è il primo libro che ne racconta la storia, le tecniche e attraverso le opere realizzate diventa una vera e propria “guida” alla pratica. I motivi di questo “silenzio letterario” risiedono nella riservatezza propria della cultura giapponese, dove l’apprendimento delle arti tradizionali avveniva direttamente con la trasmissione del sapere da maestro ad allievo, senza libri di testo; nell’antico Giappone, chi era maestro in un’arte, la insegnava con l’esempio, e chi doveva imparare la metteva in pratica ripetendo i gesti del maestro. Il Suminagashi non si è sottratto a questa “catena” e, sin dalle sue origini, è stato monopolio di un’unica famiglia di artigiani che lavorava alla corte imperiale: la tecnica degli inchiostri fluttuanti è stata tramandata di padre in figlio, riuscendo in questo modo a mantenere il segreto della lavorazione per ben 35 generazioni; solo nel secolo scorso il segreto è stato svelato, e pittori e calligrafi hanno iniziato a sperimentare l’uso dell’inchiostro sull’acqua. Luisa Canovi, maestra di questa antichissima arte, grazie all’esperienza di decenni di studio, di pratica artistica, di insegnamento, di sperimentazione, di applicazioni e a continui contatti diretti con i Maestri, con questo libro, il primo in Italia e uno dei pochi al mondo, ci introduce all’antichissima arte del Suminagashi, che viene raccontata con l’aggiunta di note culturali e artistiche sulle tradizioni giapponesi e riferimenti alle affinità artistiche, intellettuali e spirituali che il Suminagashi condivide con altre tecniche decorative, con le arti Zen e con le filosofie orientali. Ma soprattutto, ciò che rende questo un libro preziosissimo, è la descrizione meticolosa del procedimento degli inchiostri fluttuanti, spiegata in modo semplice e chiaro nei minimi dettagli, con l’ausilio di fotografie e disegni.
Epistola sull'intelletto
Al-Fârâbi
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 150
L’Epistola sull’intelletto, scritta nel cuore del X secolo, è una delle opere più influenti di Al-Fârâbi, filosofo, scienziato e teorico politico noto in Occidente, e che la tradizione islamica ha venerato come “il secondo maestro” dopo Aristotele. Che cos’è l’intelletto? Come si sviluppa? Qual è il suo ruolo nella conoscenza e nell’elevazione dell’essere umano? In queste pagine dense di intuizioni filosofiche e ancora oggi sorprendentemente attuali, Al-Fārābī affronta il tema cruciale della natura e del ruolo dell’intelletto umano come principio attivo e dinamico, capace di trasformare l’uomo da semplice ricettore passivo della realtà a protagonista del proprio perfezionamento spirituale. Attingendo al pensiero greco – soprattutto ad Aristotele e Plotino – ma reinterpretandolo alla luce della teologia e della cosmologia islamiche, Al-Fārābī distingue tra sei diversi gradi di intelletto: secondo la gente comune, secondo i teologi, e i seguenti tutti ispirati ai libri di Aristotele: l’intelletto secondo il «Libro sulla dimostrazione», secondo il «Libro sui costumi», secondo il «Libro sull’anima» e secondo il «Libro della Metafisica». Questa gerarchia intellettiva non è solo una classificazione astratta: rappresenta il percorso che ogni essere umano può compiere per elevarsi dalla conoscenza sensibile alla comprensione dei principi universali e, infine, al contatto con l’intelletto agente, diventa ponte tra l’uomo e il divino. L’Epistola assume così una valenza che va oltre la mera speculazione filosofica e raggiunge la portata di un trattato dottrinale, diventando una guida etica e spirituale: ogni lettore è chiamato a riconoscere nel pensiero il proprio strumento di liberazione e realizzazione. Opera centrale nel pensiero arabo-islamico e punto di incontro tra la filosofia greca e le speculazioni religiose dell’epoca, l’Epistola sull’intelletto ha influenzato profondamente sia il pensiero medievale latino sia la tradizione sapienziale orientale. Questa edizione, tradotta dall’originale arabo, corredata da un’ampia introduzione e da un apparato critico chiaro e rigoroso, ci restituisce un testo fondamentale per comprendere non solo la filosofia islamica classica ma anche il dialogo millenario tra ragione, fede e ricerca della verità.
Viaggi e visioni di re, sufi e profeti. Volume Vol. 1
Carlo Saccone
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 368
A lungo l'area delle lettere romanze e quella delle lettere arabo-persiane sono sembrate ai più estranee l'una all'altra, nonostante gli audaci, pionieristici studi di un Alois R. Nykl, di un Italo Pizzi, di un Miguel Asín Palacios. Oggi questo filone di ricerca sta ritornando in primo piano. Si scopre che temi quali il "viaggio visionario" o quello dell'“amore angelicato" affascinarono Dante quanto Ibn 'Arabi, Sanā’i o ‘Attār, Cino da Pistoia e Cavalcanti quanto Hāfez o molti altri “stilnovisti” persiani, arabi e turchi. "Viaggi e visioni di re, sufi, profeti. Storia tematica della letteratura persiana classica", volume primo, si propone di affrontare uno di questi grandi temi che attraversano la sensibilità poetica e religiosa dell'ecumene arabo-latina. Oggi appare sempre più evidente che l'anima arabo-islamica e l'anima latino-cristiana non formarono nel Medioevo due entità incomunicanti, ma attinsero in larga parte a fonti comuni (l'eredità biblica ed ellenistica, l'insegnamento di Avicenna e Averroè), a miti comuni (l'impero universale di Alessandro) e, soprattutto, sognarono a occhi aperti il medesimo viaggio al cielo leggendo nei piani della cripta cosmica la medesima arcana "Scala del Paradiso".
Vita di Dostoevskij narrata da sua figlia
Ljubov'Fëdorovna Dostoevskaja
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 368
"Vita di Dostoevskij narrata da sua figlia" rappresenta un documento biografico e storico-letterario di eccezionale valore: lontana dalle analisi critiche e accademiche, Ljubov’ disegna un affresco familiare che restituisce il lato più umano del celebre scrittore. Pubblicata originariamente in francese, testimonia una volontà di rivolgersi a un pubblico internazionale e una tensione tra appartenenza russa e aspirazione europea, l'esigenza memorialistica e affettiva, ma anche la volontà di fissare in forma narrativa le esperienze familiari e l’eredità paterna. Questa Vita di Dostoevskij narrata da sua figlia è al tempo stesso biografia, confessione, atto d’amore e testimonianza storica; il volume mescola memoria familiare e introspezione, offrendo al lettore un ritratto profondo, intimo e spesso struggente di Dostoevskij: qui non è il gigante letterario, ma il padre fragile, a volte duro, sempre assorbito dal pensiero e dalla creazione. Ljubov’, mentre racconta la fatica della scrittura, i debiti, la malattia, l’amore per la famiglia, e quella fede che arde sotto la superficie delle sue opere, ci regala anche scene domestiche, dettagli affettuosi, il suono delle sue rare risate e fornisce informazioni di prima mano, spesso assenti nelle fonti ufficiali, rivelando lati inediti della personalità dostoevskiana: in pratica ci svela un Dostoevskij inedito. Ogni pagina è un frammento d’anima, che racconta silenzi, timidezze, sorrisi appena accennati. Ljubov’ non vuole spiegare, ma evocare. Questo libro commuove e informa, è una porta che si apre sull’universo dostoevskiano da dentro, con la luce soffusa di un affetto che non giudica ma contempla, è la luce tremolante che si accende quando l’amore cerca di trattenere ciò che fugge. Una lettura da ascoltare con il cuore.
Italo Svevo mio marito
Livia Veneziani Svevo
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 176
Italo Svevo mio marito è un documento letterario e biografico di primaria importanza, una fonte quasi essenziale per comprendere la dimensione privata, intellettuale e relazionale di Italo Svevo. Attraverso un racconto lineare, sobrio e attento, l’autrice documenta le tappe principali della vita coniugale e letteraria dell’autore triestino, offrendo al lettore elementi inediti sul contesto familiare e sulla ricezione dell’opera sveviana, nonché uno sguardo unico e umano dell’uomo dietro l’autore. Il libro è molto più che un ricordo familiare, è un diario in filigrana di un’intera epoca, in cui il silenzio borghese si infrange sotto il peso della letteratura e della ricerca interiore; è un viaggio nella Trieste del primo Novecento, tra lettere, salotti, sogni letterari e amicizie immortali come quella con James Joyce e Valéry Larbaud, ci aiuta a comprendere lo sviluppo della coscienza sveviana, il suo rapporto con la critica, con l’Europa, con il proprio tempo, un tassello imprescindibile per la ricostruzione del clima intellettuale mitteleuropeo di inizio secolo. Livia osserva, comprende, accompagna. Il tono equilibrato e la profondità della riflessione autobiografica restituiscono uno sguardo interno alla genesi e alla ricezione dei testi sveviani. Non racconta Italo Svevo come mito, non indulge mai all’aneddoto facile, scrive con voce limpida e ci porta ai giorni condivisi con suo marito nel loro appartamento di Trieste, tra i rifiuti degli editori e la tenacia di uno scrittore che, per lunghi anni, visse nell’ombra e, così facendo, con un ritratto toccante e vero, ci presenta il grande scrittore come uomo, ironico, fragile, inquieto. Italo Svevo mio marito non è solo memoria privata, ma testimonianza culturale viva, un canto discreto che accarezza le ombre e restituisce, nella forma più pura, il senso del vivere accanto a un grande scrittore.
Il classico dei tre caratteri
Yinglin Wang
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 208
Classico dei Tre Caratteri – che viene qui presentato in questa nuova traduzione dall’antico cinese a cura di Teresa Spada – rappresenta un unicum nell’ambito della letteratura cinese: dalla metà del XIII secolo fino agli anni Cinquanta del ’900, è stato usato come “la” guida per eccellenza per iniziare i bambini allo studio della lingua e ai fondamenti della cultura nazionale. L’autore è, con tutta probabilità, Wang Yinglin, letterato di epoca Song (dal 960 al 1279 d.C.), impegnato a lasciare in eredità ai suoi studenti un testo istruttivo ed educativo al tempo stesso. In queste 90 rime – costituite da versi di soli tra caratteri – si trova sia un concentrato dei valori confuciani, fondamento della cultura cinese, sia nozioni storiche sul susseguirsi delle dinastie e aneddoti esemplari di buon governo, oltre a numerosi esempi di eccellenti studenti che si sono distinti per le loro buone qualità e per la loro perseveranza nello studio. La tradizione orale di recitare e declamare ad alta voce Il Classico dei Tre Caratteri ne assicurò la straordinaria popolarità e la sopravvivenza attraverso i secoli interrotta soltanto durante gli anni della Rivoluzione Culturale (1966-1976 ca.), sulla scia dei movimenti per il rinnovamento della letteratura e dei moti rivoluzionari studenteschi; solo nel 1984 una commissione nazionale istituita con lo scopo di recuperare e ripubblicare i testi che sono parte del patrimonio culturale del Paese, ha restituito al Classico dei Tre Caratteri il suo antico valore. Leggere questa nuova traduzione permette di cogliere aspetti millenari della cultura cinese, apprezzando al meglio le tante sfaccettature di una società continuamente in bilico tra passato e futuro, tradizione e modernità, nazionalismo e globalizzazione.
L'emigrante. Tipi moderni
Ljubov'Fëdorovna Dostoevskaja
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 224
"L’emigrante. Tipi moderni" è un’opera singolare, sospesa tra memoria e letteratura, una riflessione profonda e attuale sulla condizione dell’emigrante, sul senso di appartenenza e sul disorientamento che si prova a vivere tra culture diverse. Figlia del celebre scrittore russo Fëdor, Ljubov' Fëdorovna si trova a vivere la vita lontana dalla Russia, cammina in paesi non “suoi” come una pellegrina laica nel Novecento che cambia volto e, mentre narra se stessa, ci consegna il ritratto smarrito di un’epoca, una meditazione sul destino e sulla decadenza dell’Europa, sullo sradicamento come condizione esistenziale. Osserva i “tempi moderni” con sguardo ferito ma lucido: qui l’esilio si fa stile, l’erranza diventa pensiero, quasi un destino, l’identità come ricerca continua, la difficoltà di appartenere a un tempo o a un luogo. Con una scrittura elegante e profonda, l’autrice descrive città, volti, sensazioni: Firenze, Parigi, Berlino diventano simboli di uno smarrimento interiore. Ma c’è anche un forte elemento critico: guarda ai “tempi moderni” con distacco, talvolta con disillusione e, interrogandosi sul senso dell’evoluzione storica, si confronta con i cambiamenti del tempo moderno – l’industrializzazione, l’emancipazione femminile, la secolarizzazione – mantenendo uno sguardo critico, talvolta conservatore, ma sempre acuto. L’emigrante è il canto sommesso di una figlia perduta tra lingue straniere e cieli che non sono più i suoi: Ljubov’ Dostoevskaja, orfana di una patria e di un nome che pesa come un’eredità troppo vasta, scrive questo libro come chi cerca se stesso nel silenzio del mondo. Ogni pagina è un gesto d’ascolto: della memoria, del dolore, della solitudine; è un’opera unica, attuale, scritta con eleganza e profondità, la cui versione inedita in italiano, tradotta dal russo e curata da Marina Mascher, riprende le sfumature, la freschezza e il ritmo stesso della lingua russa donandoci un libro che è letteratura dell’anima.
La via dello zen
Eugen Herrigel
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 112
Eugen Herrigel è stato uno dei primi intellettuali europei che cercarono di comprendere il buddhismo Zen, avendo il privilegio di studiarlo in Giappone sul finire degli anni Venti del Novecento. Grazie alla sua formazione di filosofo e studioso del misticismo medievale, cerca di comprendere lo Zen dall’interno, adottando la sua prospettiva e mettendolo a confronto con la filosofia e la mistica europea. Aiuta in questo modo a capire qual è il percorso che conduce a esperienze che, in definitiva, non si possono descrivere con i criteri della logica sulla quale si fonda il nostro modo di interpretare il mondo. Herrigel ci offre una testimonianza rara e preziosa, non uno studio sullo Zen, ma un’immersione nel suo cuore più autentico: descrive gli elementi fondamentali come il satori, i koan, la meditazione, la pittura e, più in generale, i metodi per praticarlo, non da osservatore esterno ma da praticante immerso nella disciplina. Fornendo una chiave per “entrare” in contatto con il profondo spirito che anima lo Zen, crea un ponte fra due tradizioni filosofiche e religiose tra loro estremamente diverse, lasciando a ognuna le sue prerogative, permettendoci di apprezzare fino in fondo la ricchezza che entrambe portano in sé. La Via dello Zen è un cammino silenzioso, tracciato dall’autore, filosofo straniero in una terra di silenzi, rituali e maestri invisibili; Herrigel impara che non si tratta di “cercare”, ma di essere presenti, vuoti, aperti. Lo Zen non ha né teorie né dogmi, è Mushotoku, “senza desiderio di profitto, senza scopo, senza spirito di guadagno”: fare qualcosa perché è giusto farla, non per ciò che se ne può ottenere. È una forma di gratuità radicale, un atto puro, privo di attaccamento al risultato. La Via dello Zen è una specie di viaggio interiore, un incontro tra Oriente e Occidente, tra filosofia e pratica, tra parola e silenzio.
I libri del BEAT
Maurizio Scudiero
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 336
Della Beat generation hanno parlato in questi decenni moltissime persone, e tanti scrittori si sono impegnati a diffondere e tradurre il loro pensiero come pure molti registi si sono dedicati a portare avanti questa cultura che ha segnato il secondo Novecento. Quanti però hanno potuto vedere o addirittura avere tra le mani i libri originali, le riviste, i numeri unici? Maurizio Scudiero, con questo volume colma questa lacuna presentandoci in una carrellata senza precedenti, quasi l’intera produzione di quegli autori, e attraverso le copertine dei libri spiega come è arrivato a costruire I libri del Beat, guidandoci con riferimenti pressoché sconosciuti, in quel mondo alternativo, psichedelico, fantasmagorico, ancora sognante di una società diversa che era il mondo dei Beat. Scrive Scudiero nella premessa: «Per anni ho visto e sfogliato libri su libri sulla Beat Poetry, solitamente testi originali con traduzioni a fronte dei più importanti poeti del movimento. Come è prassi per questo generi di libri, c’erano poche immagini, quasi sempre piccole, in bianco-nero, e spesso tutte compresse nello spazio di un’unica pagina. Viaggiando spesso negli States, nel 1981 sono capitato alla libreria City Lights di San Francisco: mi trovai davanti ai libri originali della Beat Poetry… Ebbene fu quasi uno shock emotivo per la bellezza e la creatività di come questi libri erano impaginati fuori e dentro. «Conobbi Laurence Ferlinghetti, il proprietario della libreria, editore di molti libri della Beat Poetry e lui stesso tra i principali autori e poeti; dalla sua posizione privilegiata di figura di riferimento, mi aiutò a reperire vecchi libri esauriti e rari, e mi presentò altri esponenti dell’ambiente Beat, come la figlia di Allen de Loach, fondatore e direttore della rivista Intrepid, la quale mi passò molte foto originali dei poeti, da Ginsberg, a Burroughs, a Corso, ecc. «Iniziai a collezionarne altri, e ad approfondire il discorso. Insomma… un po’ alla volta, mi balenò l’idea di realizzare un libro dove non vi fossero solo testi con traduzione a fronte ma soprattutto le immagini di quei libri, delle copertine, delle impaginazioni interne, e spesso anche della “factura”, cioè dei materiali artigianali con cui erano stati pubblicati e rilegati. «Così, dopo anni e anni di raccolta di libri originali e documentazione varia… il risultato è I libri del Beat: i libri della Beat Poetry riprodotti nelle loro versioni originali come non è mai stato fatto finora».
Hugo Pratt e Corto Maltese
Daniele Clarizia
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 176
Alla fine degli anni Sessanta un narratore prima di tutti in Italia incarna il nuovo spirito del fumetto, o meglio del graphic novel, e un personaggio a partire dalla sua apparizione gioca un ruolo fondamentale nella trasformazione dell’immaginario del racconto moderno d’avventura: sono Hugo Pratt e il suo Corto Maltese, gentiluomo di fortuna dalla lunga vita libraria. La vicenda editoriale della Ballata del mare salato – qui ricostruita anche grazie ad alcune testimonianze dirette, come quella di Marco Steiner, storico collaboratore di Pratt – nasce nel 1967 su rivista, diventa un best seller in Italia e in Francia rivoluzionando il genere del fumetto, ma sarà anche un vero e proprio romanzo edito da Einaudi nel 1995, compiendo un percorso inverso rispetto a quello tipico dell’illustrazione dei classici, che aveva informato l’immaginario visivo di intere generazioni di adolescenti e adulti. La scrittura di Pratt, «autore imperfettamente enciclopedico», è intessuta di letteratura, di storie tra le storie: dal titolo che rimanda alla Ballata del vecchio marinaio di Coleridge, ai personaggi, che citano, leggono, vivono tra i libri. Una biblioteca da scoprire che si intreccia con innovazioni tecniche, curiosità linguistiche (come i papua che parlano in veneziano), evoluzioni editoriali, che ne fanno un caso esemplare di come le scelte ai «bordi del testo» possano essere utili alla comprensione della storia di un’opera, quando addirittura non influiscano sullo sguardo del lettore, invitandolo a nuove scoperte.
Amici, amici degli amici, maestri
Oreste Del Buono
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 304
Oreste Del Buono ci introduce in una epopea fatta di storie, avventurieri, eroi e sovversivi, trasgressori e anarchici, di santi e di infelici e dei «bravi, quindi disposti a cacciarsi nei guai»: in trentacinque bellissimi ritratti scrive la storia mai scritta dell'industria editoriale in Italia. Sono amici e nemici personali che tra scrittori, grafici, agenti letterari, editori, giornalisti, umoristi e vignettisti, romanzieri rosa e neri, maestri morali o satirici, mediatori culturali: tutte figure essenziali, sempre rimosse dalla storia letteraria ufficiale. Del Buono scrive anche due capitoli “speciali”: la nascita dell'odio, che narra la vicenda della rivalità a vita e a morte dei due massimi editori italiani, Mondadori e Rizzoli; e Infanzia di un capo, esemplare giovinezza contraddittoria del maggior inventore nell'editoria, Elio Vittorini. Durante la lettura si viene trasportati in un presente che pare quasi immaginario, tanto è ricco di informazioni biografiche sconosciute dei trentacinque personaggi qui presentati; l’autore arriva a costruire con eleganza e leggerezza una analisi e una controstoria della cultura italiana e dei suoi rapporti con il potere economico e politico, memoria dell'amicizia, al tempo stesso commedia e testimonianza di gratitudine che diviene, in filigrana, un involontario romanzo d’appendice dell’Italia trasformista e disattenta alle più preziose e interessanti figure che la hanno resa il Grande Paese che è oggi.