Luni Editrice
Il prosseneta ovvero della prudenza politica
Girolamo Cardano
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 816
Il prosseneta – consigliere, guida, intermediario – è un’opera a cui Gerolamo Cardano si dedicò negli ultimi quindici anni della sua vita, riportando esperienze e aneddoti della propria esistenza sotto forma di insegnamenti utili per tutti. In questo libro, come in molti altri dei suoi testi, si riesce a penetrare nella mente del suo autore e ci vengono offerti vividi scorci del mondo in cui viveva (bisogna ricordare che Cardano fu un costante biografo di se stesso, e in tutte le sue opere vi sono ricordi, citazioni, fatti che permettono di definire molto chiaramente la sua avventurosa vita). Il prosseneta conserva inalterata la sua freschezza, e tra le tante analisi che Cardano ci riporta, forse le sue descrizioni dei maneggi dei ciarlatani accademici hanno una cupa chiarezza che spesso manca alle sue opere su altri argomenti. Nessun passo delle opere di Cardano suona più vero al giorno d’oggi, quanto le sue istruzioni su come farsi un nome da intellettuale – istruzioni che sgorgano dalla penna di un personaggio spiritoso come lui fu. Anche il ciarlatano potrebbe apprendere da Cardano come costruire, se non una carriera, da pensatore serio, almeno le relazioni che lo rendano famoso in quella che lui definisce come “prudenza politica”. Apparso per la prima volta in latino nel 1627 e ristampato in seconda edizione nel 1635, Il prosseneta compare qui in prima edizione assoluta in lingua italiana nella traduzione di Piero Cigada, seguita dal testo originale. L’introduzione di Anthony Grafton, docente all’Università di Princeton, e l’apparato di note di Luigi Guerrini, aiutano a penetrare in profondità nell’opera.
Van Gogh. Il suicidato della società
Antonin Artaud
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 64
Antonin Artaud, visitando nel 1947 a Parigi una grande mostra di dipinti di Van Gogh, rivede finalmente la sua condizione personale rispecchiata nella follia del pittore. L’esperienza vissuta dello squilibrio mentale, della malattia, della repressione, si trasforma per lo scrittore in un atto di accusa verso la società, che con la complicità della medicina fa dell’artista il capro espiatorio di un sistema che non tollera di essere messo in discussione. Van Gogh perciò non è un “suicida”, ma è stato “suicidato” dalla società e dalla psichiatria, come per liberarsi di un corpo estraneo. E Artaud conosceva bene i metodi, le motivazioni di questa repressione, per averli subiti lui stesso. Dice infatti: “… un alienato è anche un uomo che la società non ha voluto ascoltare e al quale ha voluto impedire di pronunciare certe verità insopportabili”. Nessun vero artista può essere tollerato, secondo Artaud, in “un mondo che, giorno e notte, e sempre di più, mangia l’immangiabile, per raggiungere gli obiettivi della sua malefica volontà”. Fondendo in questi testi la sua scrittura con la pittura di Van Gogh, Artaud ricrea la forza della sua pennellata e soprattutto della sua visione, restituendo all’arte del grande olandese tutta la sua carica esplosiva e rivoluzionaria.
Le strenne Cariplo (1955-2000). Il gioiello dell'editoria bancaria italiana
Andrea Tomasetig
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 112
L’editoria aziendale italiana si dispiega lungo tutto il Novecento con produzioni molto spesso di pregevole qualità, sia per quanto riguarda il materiale iconografico proposto, sia per la cura dei testi affidati a penne esperte del giornalismo e della storia economica. Era un modo attraverso il quale l’imprenditoria si autocelebrava contribuendo alla costruzione e divulgazione della cultura materiale, economica anche del made in Italy, tanto che, nel suo insieme, è considerata la più importante al mondo. Si aggiunga che queste pubblicazioni, che tuttora continuano, sono per loro natura rare, perché prevalentemente fuori commercio. Il fiore all’occhiello del settore è rappresentato dall’editoria bancaria, ancora più elegante nella veste e più nota al grande pubblico perché associata alle famose strenne natalizie, offerte un tempo dalle banche in omaggio alla migliore clientela; e, come affermava Umberto Eco, il fenomeno delle “strenne bancarie” è unico al mondo. L’autore di questo volume, studioso di vecchia data di editoria e cultura d’impresa, presenta per la prima volta l’intera produzione delle strenne Cariplo – la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde –, pubblicate dal 1955 al 2000, riproducendo tutte le copertine originali che hanno rappresentato, per quel genere di editoria, un vero e proprio vertice, sia per la ricercatezza dei contenuti, sia per l’estrema cura grafica. "Le strenne Cariplo (1955–2000). Il gioiello dell’editoria bancaria italiana" è un documento straordinariamente importante perché permette, da un lato, di vedere come si sia evoluta e ampliata la ricerca culturale di un istituto bancario di altissimo livello nel corso del tempo, dall’altro, grazie a una bibliografia ragionata, è uno strumento destinato a essere una guida fondamentale per gli studiosi di editoria. Questo volume, che è allo stesso tempo memoria della cultura editoriale della Cariplo e catalogo della mostra di tutto il pubblicato, ha potuto vedere la luce grazie all’acquisizione dell’intera collezione delle strenne da parte della Biblioteca di via Senato di Milano. L’acquisizione va ad aggiungersi allo straordinario Fondo di Storia dell’Impresa Italiana dall’Unità a oggi, già presente nella stessa Biblioteca, organizzatrice anche della mostra.
Incontro con Primo Levi
Attilio Zambon
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 48
In questo libro viene pubblicata la trascrizione inedita di un incontro con Primo Levi, organizzato nella primavera del 1975 da Attilio Zambon presso il Liceo Classico Pietro Orseolo II, di cui era allora preside, in occasione delle celebrazioni per il ventesimo Anniversario della Liberazione. Questo incontro è prezioso per diverse ragioni: innanzitutto si tratta di un documento particolarmente raro nel suo genere, perché è una delle poche e più antiche testimonianze pubblicate di quello che Levi chiamava il suo "terzo mestiere", quello di "presentatore di se stesso" in incontri con gli studenti. Solo l'anno successivo egli risponderà alle domande che più frequentemente gli venivano rivolte in queste occasioni nella Appendice del 1976 all'edizione scolastica di Se questo è un uomo. Ma un motivo di particolare interesse sta anche nella figura del promotore dell'evento e suo principale interlocutore. Attilio Zambon aveva infatti vissuto durante l'ultima guerra un'esperienza analoga a quella di Levi, la detenzione (nel suo caso per più di un anno) in campo concentramento; e il suo interminabile viaggio di ritorno attraverso tutta l'Europa centrale dopo la fuga dal campo di Taucha – descritto in una breve relazione qui riportata – è molto simile a quello narrato dallo scrittore nella Tregua. Inoltre, a differenza della quasi totalità degli intervistatori o interlocutori di Levi che erano letterati o giornalisti, anche Attilio Zambon era come lui un uomo di scienza, e quindi a lui intellettualmente affine. Quanto ai temi affrontati durante l'incontro, sono naturalmente in primo luogo quelli legati all'esperienza di Auschwitz, da lui trattati in numerosissime altre occasioni. Inoltre sono qui abbozzate, in risposta alle domande degli studenti, anche riflessioni che egli approfondirà solo in seguito: come quelle sulla natura buona o malvagia dell'uomo, oppure sulla figura del criminale nazista Herbert Kappler, che allora non era ancora evaso dal Celio.
Vita di Balzac. Al vento del boulevard
Charles Gorham
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 736
«Considero Balzac il più grande romanziere che il mondo abbia avuto», affermava William Somerset Maugham, il grande scrittore britannico. A Parigi, nel Cimitero del Père-Lachaise, Honoré de Balzac dorme insieme con alcuni francesi di grande fama insieme a diverse migliaia di connazionali. Ogni anno, qualche giovane scrittore depone fiori sul sepolcro che reca il nome BALZAC. «Parigi può essere un deserto per il cuore, ma a un certo momento, dalle alture del Père-Lachaise soffia un vento di rivoluzione che, all'improvviso, riempie quel deserto di bandiere e di glorie cadute», scriveva Albert Camus. E Parigi spesso fu un deserto per Balzac, ma fu anche il suo giardino, come per tutta la Francia. Quando il vento dell'esistenzialismo sibila giù dal Père-Lachaise, una parte del suo alito vitale emana dalle ossa di Balzac. Egli fu uomo talora frenetico, spesso ostinato, sempre inquieto e qualche volta anche astuto; ma fu sempre alla ricerca di qualche cosa: donne, amore, fama, denaro e, perpetuamente, come estremo scopo, andò in cerca del vero. Uomo forte era trascinato da un'energia che non capiva e che talvolta odiava, che lo portò a finire arso nello splendore del proprio ingegno. Che cosa lo sospinse, dalla culla alla tomba? Che cosa lo obbligò a divenire il crogiuolo nel quale vengono creati i capolavori? Balzac visse negli stessi anni di Alexandre Dumas e Victor Hugo, gli altri due giganti della letteratura francese. Questa brama di vivere ogni istante, le mani sempre sporche di inchiostro, la tazza di caffè fumante sul tavolo per stare sempre sveglio, la camicia bianca inzaccherata anch’essa dell’inchiostro delle penne d’oca che utilizzava, la fame di vita e di amori ci spiegano più di ogni altra cosa come egli sia riuscito, nel corso della sua breve vita – morì a 51 anni – a produrre una tale quantità di “quadri”, attraverso le sue opere, che ancora oggi lascia annichiliti. Questa biografia ci riporta “dal vivo” l’uomo, l’amante e il supremo scrittore, che cercò di essere tutto e che tutto amò, con la passione più intensa che potesse avere.
Storia dell'impero di Russia sotto Pietro il Grande
Voltaire
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 448
Per la prima volta Voltaire, nelle opere storiche, focalizza l’attenzione sia sull'insieme della realtà in tutta la sua complessità, sia sui legami interni che ne assicurano la continuità caratterizzandola. Proprio per questa nuova considerazione una più essenziale funzione viene assegnata all'azione individuale, e di conseguenza se ne comincia a delineare una diversa valutazione. Voltaire ha il merito di avere costantemente la necessità di volgersi principalmente allo studio della storia o recentissima o contemporanea, non limitandosi solo a riferire gli avvenimenti accaduti secondo il metodo dell'annalistica precedente, ma valutandoli secondo la nuova concezione filosofica, contribuendo in tal modo a compiere una rivoluzione sia dal punto di vista dell'indagine, sia da quello più generale della formulazione delle idee che servivano alla loro interpretazione. L'abbandono, e anzi, il rifiuto consapevole e accanito della concezione teologica della storia, porta a una valorizzazione sempre maggiore dei fattori umani, nel loro vario e libero determinarsi. In questa ottica si inquadra questa Storia dell’impero di Russia sotto Pietro il Grande, così ben definita dallo stesso Voltaire nella Introduzione al presente volume: «Se è necessario mettersi in guardia contro gli storici che risalgono alla torre di Babele e al diluvio, non bisogna diffidare meno di coloro che particolarizzano tutta la storia moderna, che entrano in tutti i segreti dei ministri, e che vi danno audacemente la relazione esatta di tutte le battaglie delle quali i generali stessi farebbero fatica a rendere conto. Ciò che io ho chiamato menzogna storica è più comune ancora: lo storico che per piacere a una famiglia potente, loda un tiranno, è un vigliacco; quello che vuole macchiare la memoria di un buon principe, è un mostro; e il romanziere che spaccia per verità le sue fantasie, è disprezzato».
La pienezza del nulla. Sull'essenza del buddismo zen
Hisamatsu Hoseki Schinichi
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 64
«Il Nulla dello Zen non è un oggetto visto in virtù di un atteggiamento passivo, ma è piuttosto il cuore stesso che vede. Si ricorre sovente nel buddhismo alla metafora dell’onda. Un’onda non cade nell’acqua dall’esterno, ma proviene dall’acqua senza separarsene, scompare e torna all’acqua da cui ha tratto origine e non lascia nell’acqua la minima traccia di sé. Come onda, essa si solleva dall’acqua e torna all’acqua; come acqua, essa è il movimento dell’acqua stessa. L’acqua forma con l’onda un’unità e tuttavia l’acqua non sorge e non tramonta col sorgere e tramontare dell’onda. L’onda che sorge e passa, intesa come soggetto, è simile al se stesso quotidiano dell’uomo. Il fatto che questo soggetto sempre di nuovo ritorni dall’onda all’acqua, è l’essenza del Nulla Zen».
Il ramo d'oro. Studio sulla magia e sulla religione. Volume Vol. 5/1
James George Frazer
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 368
Adone, Attis e Osiride, con le loro similari morti e resurrezioni, costituiscono un nucleo di credenze mitiche diffusosi in tutta l’area del Mediterraneo e dell’Occidente. Frazer ripercorre ciascuna delle tre figure analizzandone i rituali e i profondi legami con culti umani primordiali scaturiti dall’osservazione del continuo estinguersi e rinascere delle forze della natura da cui dipende la vita dell’uomo. La morte e la rinascita delle tre figure mitiche si tramuta in forme religiose in cui gli uomini rivestono – in veste di sacerdoti o fedeli adoratori – lo stesso ruolo e la stessa funzione. I riti e i sacrifici, ripercorsi da Frazer con una suggestiva e ricchissima messe di informazioni e di fonti, trovano ampia corrispondenza anche in culti e tradizioni di Asia, America e Oceania. La tesi è che ciascuna delle figure mitologiche apra la strada a forme di religiosità che hanno consolidato le monarchie primordiali e che, infine, il Cristianesimo ha saputo interpretare in un sincretismo unificatore.
La leggenda degli Otto Immortali taoisti
Yuantai Wu
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 144
"Questo libro, scritto a metà del XVII secolo in tarda epoca Ming da Wu Yuantai - un autore la cui identità e biografia rimangono completamente sconosciute – è il primo a definire il canone dei Baxian, gli Otto Immortali, che erano già noti da secoli, oltre a essere un’affascinante collezione di leggende taoiste. Gli Otto Immortali taoisti sono forse le figure più popolari del folclore cinese, ancora oggi conosciuti e amati da tutti tanto da adornare innumerevoli oggetti della vita quotidiana in Cina. Questi personaggi divertenti e variegati (il vecchio, il soldato, lo studioso, lo storpio, ecc.) divennero i soggetti preferiti di pittori e cantastorie fino al punto di soppiantare nel cuore dei cinesi tutti gli altri “immortali” del mondo. Ne La leggenda degli Otto Immortali taoisti troviamo la storia delle loro avventure e il rapporto della loro ascensione spirituale ma anche, in forma attraente e divertente, una ricchezza di informazioni sulle pratiche del taoismo popolare. Possiamo chiamarli “santi taoisti” se si vuole canonizzarli all’uso occidentale, ma nessuna religione al mondo santificherebbe furbacchioni avventurosi come questi. Dei mille sapori della Cina, questi è uno dei più allegri e disinvolti."
I precursori di Marco Polo
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 400
Erodoto, concludendo la sua inchiesta sulle contrade che si stendevano verso l'Oriente (redatta tra il 440 a.C. e il 429 a.C.), scriveva: «Al di là dell'India, non c'è che un deserto di cui non sappiamo nulla». Quando apparve Il Milione di Marco Polo, questo velo di ignoranza, che durava da più di 1500 anni, fu sollevato, e per i suoi contemporanei fu una rivelazione sconvolgente: si apriva così un nuovo mondo, fatto di commerci e viaggi che duravano anni, culture che si scambiavano e intrecciavano; nasceva, nella Venezia dei grandi mercanti e viaggiatori, l'Oriente come noi lo intendiamo ancora oggi. Ma Marco Polo non fu affatto il primo occidentale a percorrere le "desertiche" strade dell'Asia centrale e della Cina; prima di lui viaggiatori, conquistatori e mercanti erano stati "di casa" sulle coste del Pacifico e per quelle terre. Questo volume raccoglie gli scritti integrali, raccolti da Albert T'Serstevens, di quegli uomini che, forse dimenticati oppure ignorati o le cui gesta furono offuscate dalla enorme rinomanza che Il Milione ebbe sui secoli a venire, erano andati prima di Marco Polo in quelle terre e ne avevano riportato degli stupendi resoconti. Questa è la storia di quegli uomini, che il curatore rintraccia attraverso la complessa geografia dell'Asia antica, ritrovando dietro le loro tracce il continuo legame che fin dall'antichità ha collegato l'Europa con la pretesa terra incognita dei geografi medievali. Sono qui tradotti e presentati in versione integrale gli scritti del Viaggio di Giovanni da Pian del Carpine, l'Itinerario di Fra' Guglielmo di Rubruk, e Il libro dei due maomettani ossia la Catena delle Cronache.
L'investitura degli dei. Romanzo cinese di epoca Ming
Xu Zhonglin
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 1120
"L'Investitura degli Dei", in cinese "Fengshen Yanyi", che qui viene presentato per la prima volta in assoluto in traduzione integrale in italiano, è un romanzo che amalgama magnificamente storia e mito con quella "sapienza" letteraria propria dei grandi romanzi cinesi del periodo d'oro: alla guerra della Dinastia Zhou, per prevalere sul corrotto regime di Shang, raccontata in "prime stesure" del romanzo, si unisce quella sovrannaturale necessaria a creare i nuovi Dei per portare l'equilibrio, in un conflitto continuo tra rappresentanti di Sette Taoiste e con i buddhisti come occasionali assistenti. L'intera storia attinge copiosamente a tradizioni religiose, racconti popolari e iconografia taoista e buddhista, arrivando a ottenere un risultato straordinario: con la fine imminente della Dinastia Shang, attribuita al corrotto Re Zhou e allo spirito volpe Daji, il vecchio taoista Jiang Ziya scende tra i mortali per assumere il ruolo di Primo Ministro della nascente Dinastia Zhou, e aiutare il saggio Re Wu a sconfiggere le forze della tirannia di Shang. Contemporaneamente Jiang Ziya si assicura che abbia luogo l'Investitura dei nuovi Dei richiesti per la nuova Era: inizia in questo modo un lungo viaggio tra splendidi scenari, intrighi, battaglie di spada e magia, dove si incontrano e scontrano prodi guerrieri, virtuosi generali, vili sicofanti, animali mitici, immortali saggi e immortali rovinati dalla rabbia che nutrono e dall'attaccamento alle passioni, drammi che si alternano a gioie fortissime, in una Cina fantastica dove Dei e demoni si mescolano a mortali e immortali, dove il vizio pone fine a una dinastia antica e la virtù ne fa sorgere una nuova. L'Investitura degli Dei è un romanzo straordinario, il cui grande successo in Cina dura da secoli al punto da essere riuscito a far trovare posto, come divinità nel folclore cinese, a molti dei suoi personaggi, a cominciare dallo stesso Jiang Ziya. Al pari del Viaggio in Occidente e del Romanzo dei Tre Regni, "L'Investitura degli Dei" ha ispirato in Cina e Giappone moltissimi adattamenti di varia natura, dai drammi teatrali alle serie televisive, dai fumetti, ai videogiochi ai film di animazione.
Dell'Iliade di Omero. Tradotta in ottava rima in idioma toscano
Giacomo Casanova
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 1184
"Canta d'Achille, o Dea, l'orrendo sdegno, che fatal danneggiò le greche schiere..." Così inizia la traduzione che Giacomo Casanova ci ha reso dell'Iliade. D'altra parte, quale testo antico poteva tradurre un uomo come lui se non l'Iliade di Omero, "il" più famoso poema della storia, un'epica in versi che racconta di intrighi, guerre, battaglie, amori, dei che si intromettono nelle umane vicende e scontri all'ultimo sangue per difendere l'onore calpestato, gloria e morte, fuga dalla amata città… La traduzione in "idioma toscano" fatta da Casanova dell'Iliade di Omero rappresenta uno sforzo immenso da parte di un unico traduttore; il primo volume vide la luce nel 1775, presso il tipografo ed editore veneziano Modesto Fenzo e, come si può ben vedere dai sottoscrittori dell'opera, riscosse un grande successo. Bisogna ricordare che il 1700, il secolo dei "Lumi", è stato un secolo straordinario di innovazioni e rivolgimenti storici: il primo volume dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert vede la luce nel 1771; nel 1776 avviene la rivolta di Boston che sancisce il primo atto per l'indipendenza degli Stati Uniti d'America; nel 1789 cade la millenaria monarchia francese e, con un colpo di coda finale, nel 1797, lo stesso Casanova assiste incredulo alla caduta della Repubblica veneziana. In questo contesto Casanova, letterato e uomo di mondo, traduce Omero corredandolo con Annotazioni al Canto, uno strumento importantissimo di approfondimento che ci fa comprendere quanto fosse ampia la sua conoscenza dei testi antichi sia greci sia latini. La pubblicazione di questa Dell'Iliade di Omero tradotta in ottava rima in idioma toscano, a distanza di 250 anni dalla sua apparizione, finalmente trascritta interamente e per la prima volta resa disponibile in italiano corrente (compresa la trascrizione del manoscritto di Casanova del Canto XVIII, con il quale egli lascia così incompiuta la traduzione), è un evento quasi senza precedenti. Oggi chiunque potrà leggere finalmente la versione dell'Iliade tradotta da Casanova assaporando le sue interpretazioni lessicali e la leggiadria con cui ha "portato" in italiano i versi omerici. Prefazione di Matteo Luteriani.