SE
Archivio del Surrealismo. Ricerche sulla sessualità. Gennaio 1928-agosto 1932
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 208
Su un numero de "La Revolution surrealiste" del 1928 venne pubblicato il resoconto delle due prime sedute delle "Ricerche sulla sessualità", condotte nell'ambito del gruppo su iniziativa di André Breton. Le sedute furono in tutto dodici, e l'ultima si tenne nel 1932. Qui viene presentata la totalità delle osservazioni scambiate durante quelle ricerche, il cui testo è stato ritrovato nell'Archivio André Breton. L'insieme costituisce un documento prezioso a duplice titolo. Innanzi tutto esso ci informa direttamente sul clima interno al gruppo surrealista in vari momenti del periodo 1928-1932 anni, com'è noto, di crisi del movimento. Inoltre, esso getta luce sulla diversità di atteggiamenti dei membri del gruppo riguardo ai problemi sessuali. A ciascuno era richiesta una completa franchezza, e ciò non avvenne senza difficoltà né senza provocare le reazioni più contrastanti, dall'esplosione di collera alla aperta ilarità. Ogni intervento è ricco di interesse, anche quando proviene da un partecipante episodico. Tuttavia i più notevoli, oltre a quelli di Breton, sono quelli di Aragon, di Artaud, di Eluard e di Max Ernst. I documenti in appendice dimostrano che quelle ricerche sarebbero cessate solo con la fine del movimento, poiché numerosi questionari, dal 1929 al 1965, prolungarono o completarono il dibattito iniziale.
Il caso Ellen West
Ludwig Binswanger
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 219
"'Avendo io sempre subordinato ogni mia azione alla considerazione se avesse come conseguenza di rendermi magra o grassa, ben presto ogni cosa perse per me il suo vero senso, persino il lavoro'. Ellen, qui, parla anche dell'angoscia, presente all'inizio solo come sottile presentimento, di poter cadere in servitù di una potenza sinistra in grado di distruggere la sua vita, dell'angoscia che ogni sviluppo inferiore cessasse, che ogni divenire e crescere restasse soffocato, perché un'unica idea riempiva tutta la sua anima. La 'coazione' a dover pensare senza tregua al cibo la perseguita come uno spirito maligno, dal quale non ha scampo. Tale coazione fa del suo mondo una caricatura, della sua vita una vana, tormentosa battaglia contro mulini a vento, un inferno. Da quando si è sepolta in se stessa e non riesce più ad amare, tutto si è fatto grigio (senza senso): ogni tendere a uno scopo e il suo compimento sono un cupo, greve incubo del quale ha terrore. È presa in una rete in cui sempre più si aggroviglia e le cui maglie sempre più saldamente le si stringono intorno. Il suo cuore è diaccio, attorno a lei non c'è che solitudine e gelo: 'Se mi vuoi bene, concedimi di morire!'". "Il caso Ellen West", documento sulla vita lacerata e sulla morte di una donna straordinaria, è la più celebre indagine di Ludwig Binswanger (1881-1966), psichiatra di nazionalità svizzera, fondatore dell''analisi esistenziale', che si basa sulle teorie di Husserl e di Heidegger applicate a fini psicoterapeutici.
La centuria poetica
Teika Fujiwara
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 128
"La poesia giapponese è l'espressione di una ispirazione improvvisa, di un'emozione istantanea, accennata con pochi, rapidi tratti. È un'arte essenzialmente basata sull'accenno, spesso appena adombrato, e sulla metafora, a cui l'abilità del poeta conferisce la facoltà di evocare nell'animo del lettore tutto un mondo di immagini. È stato detto più volte, e giustamente, che mentre il poeta occidentale descrive, quello giapponese suggerisce, accenna. [...] Lo Hyaku-nin Is-shù, letteralmente "Una poesia (per ognuno) di cento poeti", reso da noi con "La centuria poetica", è un'antologia privata (Shisen-shù) attribuita a Fujiwara-no-Sadaie, più comunemente noto, leggendo il suo nome alla cinese, come Fujiwara Teika. Questa raccolta riflette i gusti e le tendenze artistiche dell'epoca più splendida della poesia giapponese." (dallo scritto di Marcello Muccioli)
Elogio della filosofia
Maurice Merleau-Ponty
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 96
"Nell'Elogio della filosofia Merleau-Ponty avvia una riflessione su quale sia l'essenza e la funzione del pensiero filosofico sia nell'ambito del sapere e della cultura, sia più in generale nella vita. Il sapere filosofico ha la sua origine nella condizione costitutivamente umana del non-sapere, sul modello di quella esperienza socratica che da sempre alimenta e giustifica la tradizione della filosofia e la sua storia. Il rapporto dell'uomo con la verità, il suo modo di avere il mondo, l'espressione profonda della sua libertà vivono e sussistono solo nello scarto e sul fondamento della finitezza di ogni esperienza, nel suo carattere mai risolutivo e mai deciso. Il modo temporale dell'esistenza umana, cioè il suo tratto essenziale e peculiare, è affidato a una presenza mobile che apre continuamente la duplice prospettiva del futuro e del passato, come orizzonti liberi e disponibili a un processo di infinita interpretazione e invenzione. Nel suo 'senso' la filosofia non è mai una dottrina, ma uno stile interpretativo in atto, un atteggiamento descrittivo rivolto al mondo e a noi stessi, e da questo punto di vista la filosofia è da sempre fenomenologica." (Dallo scritto di Carlo Sini)
Seneca. Con una antologia di testi
María Zambrano
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 158
«Seneca non avrebbe potuto essere un martire: fu sempre un intellettuale e niente di più. Un intellettuale per cui la gloria è impossibile. Fedele a una ragione senza trascendenza, a una ragione naturale. La ragione di Platone e di Plotino, l'idea, non era più di questo mondo, come non lo è la pura verità. Seneca celebrava la ragione della mediazione, della relatività. Per questo il suo pensiero, e ancora più del suo pensiero, la sua immagine, la sua figura, è viva in tutti i tempi in cui la ragione, senza fede, vuole mediare tra un mondo irrazionale e il regno puro che ha dovuto lasciare. Seneca tornerà in vita ogni volta che di fronte all'inesorabilità della morte e del potere umano si troverà, tra una fede che si estingue e un'altra che la sostituisce, una Ragione abbandonata».
La civetta cieca
Sàdeq Hedàyat
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 110
"'La civetta cieca' fa parte di quella serie di opere che hanno resistito al tempo e ancora evidenziano la meschinità dell'uomo in un mondo al quale egli non sa adattarsi. L'universo non è più contemplato come un tempo con occhio riposato. Nella sua angoscia, l'uomo chiede aiuto; ma nessuno gli risponde, né dal cielo deserto, né sulla terra resa muta da coloro che sono privi di ideali. Questa letteratura disperata è crudele, violenta, pervasa di materialismo. [...] Nell'opera di Sàdeq Hedàyat v'è tutta la magia dell'Oriente, con le sue meravigliose leggende e la sua fantasmagoria. Il sogno abolisce tempo e spazio, la realtà si confonde con la finzione, il fascino si accomuna al terrore, mentre lo spirito ne resta prigioniero. Nonostante la sua disperazione, Hedàyat sognava [...] «un paese meraviglioso abitato da esseri privi delle grossolane necessità umane; un regno incantato, popolato da dèi, da eroi colmi di fascino e di bellezza». Avrebbe voluto vedere in questo regno «uomini e donne vivi e felici, passeggiare in gioiosi gruppi ridenti, pronti ad accogliere trepidi amanti al canto di melodie dolci e tristi». Questo regno egli lo cercò invano sulla terra. Per questo rinunciò a vivere." (dallo scritto di Pasteur Vallery-Radot)
Religione, storia, ragione
Jean-Pierre Vernant
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 139
«Che cosa significa interrogarsi sulle origi¬ni della ragione greca, allorché ci domandiamo quali furono le condizioni sociali e psicologiche che permisero la comparsa, in un piccolo angolo dell'Asia Minore abitato da coloni greci, di una nuova forma di pensiero? Pensiero che a buon diritto possiamo già definire razionale in quanto rappresenta una rottura decisiva con quel tipo di immaginazione mitica che costituisce forse la forma più diffusa del pensiero umano. Significa chiedere alla Ragione stessa di render conto di quel che essa è. Per comprendere la natura e la funzione del pensiero razionale, in un certo modo gli rivolgiamo contro le sue stesse armi. Lo sottomettiamo all'esigenza di una indagine razionale, gli applichiamo le regole elaborate pazientemente dalle discipline scientifiche, specialmente dalla storia, in suo nome e sotto il suo segno. Questo modo di procedere implica conseguenze decisive. Si può dire che d'un tratto, per il suo stesso proposito, esso sradica una certa concezione della Ragione, immutabile, eterna, assoluta, ancora dominante, credo, in molti circoli "razionalisti" come il nostro. Si tratta dell'idea, cara agli uomini della Rivoluzione francese, di una dea Ragione che illumina il cammino dell'umanità, che dissipa le tenebre dell'ignoranza, i fantasmi della superstizione religiosa o le illusioni del sentimento.»
Rainer Maria Rilke. Un incontro
Lou Andreas-Salomé
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2019
pagine: 115
"Rappresenta un'esperienza di scrittura insolita, nell'intimità del dialogo fra Lou Andreas-Salomé e il poeta, la monografia che lei volle dedicargli subito dopo la sua morte il 29 dicembre 1926. Pubblicato nel 1928, Rainer Maria Rilke. Un incontro raccontava "un incontro" senza precedenti. Vi erano trascritti, è vero, passi interi di un dialogo epistolare all'epoca ancora inedito, ma non si trattava qui di ricostruire un rapporto di amicizia o di salvaguardarne la memoria: il lavoro del lutto da cui il saggio prendeva avvio era, appunto, soltanto l'avvio di una valutazione complessiva dell'itinerario umano e poetico di Rilke. L'abituale agilità della scrittura di Lou Andreas-Salomé nel contravvenire alle regole dei generi letterari permetteva anche qui, allo stile, di muoversi fra l'indagine critica, il trattato scientifico, la prosa poetica, ma il suo libero movimento corrispondeva d'altro canto alla necessità di montare, in forma narrativa, un insolito dialogo. Al di là del dialogo, e a quasi un secolo dalla sua pubblicazione, l'intelligenza critica di queste pagine rimane incontestata." (Amelia Valtolina)
Le Olimpiche. Testo greco a fronte
Pindaro
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2018
pagine: 208
Ci fu un tempo in cui l'uomo sembrò barbaro per eccesso di ricchezza, in cui fu e si sentì completo senza scienza e critica, maturo vivendo di fantasia, leggende e grandi istinti: è questa l'età arcaica. La nostra presunzione la vede in funzione nostra, l'uomo arcaico, da parte sua, ci avrebbe sentiti dissociati, infelici e perfino irragionevoli. Il poeta più rappresentativo di questa lunghissima epoca umana — e la poesia è il più compiuto dei documenti storici — è Pindaro, vissuto all'alba, lenta, del mondo della «ragione». Questa lontananza spiega il «caso» Pindaro: considerato per tutta l'antichità «di gran lunga il maggiore dei lirici», come diceva Quintiliano, parrebbe inassimilabile al mondo moderno. È bene dunque rileggere, cioè «tradurre». Risentire senza atti di fede una delle più alte e commosse voci della lirica mondiale. La più limpida poesia e la più accurata filologia concorrono ad accompagnare il lettore nel viaggio a quel passato immortale, indispensabile alla sua coscienza di uomo moderno. «L'interpretazione di Mandruzzato esprime sicuri esiti d'arte... L'unica via perché Pindaro possa raggiungere il pubblico d'oggi è appunto che si salvi la sua qualità poetica, ossia che il traduttore si faccia lui stesso poeta: tralasci il calco, affronti il mistero e il rischio dell'atto creativo », così scriveva Dario Del Corno quando questo testo apparve per la prima volta.
Romanzo di Alessandro seguito da «Vita di Alessandro» di Plutarco
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2018
pagine: 216
«Si narra che il più valoroso e nobile fra gli uomini sia stato Alessandro, il re dei macedoni, che compì tutte le sue imprese trovando sempre nella divina provvidenza un valido alleato al suo valore: portò guerra a tutti i popoli della terra, conquistando città dopo città tanto rapidamente che a un altro quel tempo non sarebbe bastato neppure per visitare quei luoghi. Narreremo delle gesta di Alessandro, delle qualità del suo corpo e del suo spirito, della sua fortuna nelle imprese e del suo valore: e cominceremo dalla nascita, dicendo chi fosse suo padre». (A cura di Monica Centanni)
Il segno rosso del coraggio
Stephen Crane
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2018
pagine: 157
"Il segno rosso del coraggio" di Stephen Crane (1871-1900) è, da una parte, un libro memorabile della narrativa di guerra e, dall’altra, un classico romanzo di noviziato. Narra infatti la storia di un ragazzo andato volontario fra i nordisti nella guerra civile americana e divenuto uomo affrontando terribili prove. La vicenda si svolge in tre giorni di battaglie: il tumulto della guerra provoca e accompagna il tumulto negli atti e nei sentimenti di quel giovane. Prima la caduta – terrore della morte, fuga, diserzione, angoscia, vergogna –, poi la lenta risalita – pentimento, solidarietà con i compagni, riscatto, lotta contro se stesso prima che contro i nemici – e alla fine la conquista del «red badge of courage», il segno rosso del coraggio. Il coraggio di vivere, di combattere, di vincere le proprie paure e le proprie debolezze, per essere uomo tra gli uomini. Un viaggio iniziatico emblematico e universale.
Timore e tremore (lirica dialettica di Johannes de Silentio)
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2018
pagine: 157
"Quale dev'essere il rapporto dell'individuo col reale? E quale il suo rapporto col tempo? Questi i due problemi di Kierkegaard in Timore e tremore. Questi due problemi sono collegati fra di loro, e collegati strettamente alla vita stessa di Kierkegaard. Presi nel loro rapporto con quella vita, con l'individuo ch'egli fu, essi significano: potevo io sposare la mia fidanzata? [...] Dovevo sposarla, quando sentivo in me, accanto ai miei sentimenti religiosi, altri sentimenti dei quali non sempre sono padrone e che mi fanno paura? Dovevo sposarla, finalmente, quando sentivo tanto profondamente che, nel momento stesso in cui sarebbe divenuta mia moglie, essa avrebbe cessato di essere l'ideale fanciulla che io amavo, per prender posto nel reale, mentre il suo ricordo soltanto mi sarebbe stato prezioso, mentre ella mi sarebbe stata preziosa, ma solo nel passato? [...] Kierkegaard considerava 'Timore e tremore' come il suo libro migliore; sarebbe bastato, diceva, per rendere immortale il suo nome. Mai la sua 'dialettica lirica', la sua arte di far sentire sopra di noi i caratteri specifici di quella sfera religiosa, al di sotto della quale egli pretende rimanere, ci hanno commosso tanto profondamente. Né mai (ce lo dice lui stesso) un suo scritto fu legato più intimamente ai suoi più personali conflitti." (Dalla postfazione di Jean Wahl)