Tullio Pironti
Forme di attesa
Enzo Ragone
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2021
pagine: 74
«Nella poesia di Enzo Ragone il transito dell'arte nasce dalla lucida e stoica consapevolezza della irriducibilità del frammento, dell'impossibilità di riportare unità, di ritotalizzare ciò che si può soltanto sospettare e mai più raggiungere. Ma il frammento non significa poetica del frammento e perdita della visione, bensì coscienza di operare attraverso la pratica poetica, del linguaggio che costituisce l'opera. In questo senso l'opera "forme di attesa" è indispensabile, in quanto ristabilisce concretamente rotture e squilibri del sistema sociale che invece tende ottimisticamente a rendere sintomatico il quotidiano, per riconvertire il frammento in termini di totalità. La poesia di Ragone è sensibilità armata di un'esperienza intransitiva che rivolge le proprie armi dentro il proprio ambito, che affonda i propri utensili all'interno di una produzione che rimuove la piramide del pensiero logocentrico partendo dalla posizione del frammento e approdando infine a quella nomade che coincide con l'atteggiamento dell'errare, dello spostamento metonimico del desiderio costituito dall'opera d'arte. Cioè la poesia. Sulla parola vigila la pittura, in questo caso di Nicola De Maria che mette in evidenza il valore dell'autonomia di un linguaggio che evita di identificarsi con la vita ed esalta, anche esso, attraverso il frammento il confine che separa l'arte e la vita». (Dalla Prefazione di Achille Bonito Oliva). Con opere di Nicola De Maria.
Il Caffè delle Due Porte 1848
Celestino Genovese
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2021
pagine: 479
Nel 1848 il Caffè delle Due Porte ad Avellino era un ritrovo di liberali che vi tenevano appassionate, quanto clandestine, discussioni sulla prospettiva dell'unificazione italiana. L'autore mette così inizialmente a fuoco un microcosmo di provincia a partire da una cittadina dell'interno del Regno delle Due Sicilie, con il suo complesso di trame e di personaggi; ma subito dopo lo sguardo si allarga su scenari sempre più ampi, come la Napoli borbonica, la Torino di Carlo Alberto, fino alla Milano delle cinque giornate e la prima guerra d'indipendenza, per esitare infine nella drammaticità delle barricate del 15 maggio nella capitale partenopea. La peculiarità del romanzo è l'intreccio fra i personaggi di fantasia e quelli realmente esistiti, come Luigi La Porta, Carlo Poerio, Francesco De Sanctis, Filippo Palizzi, Niccola Nisco, Michele Pironti e molti altri, secondo un modello già felicemente sperimentato dall'autore in La fontana di Bellerofonte, di cui questo è una sorta di ideale continuazione. Come nel precedente romanzo, anche in questo tutti gli accadimenti e i personaggi storici sono ricostruiti da fonti dirette e indirette, attraverso documenti, testimonianze, ecc. Tutto il contesto narrativo, invece, reinventa aspetti appartenenti a rituali, mentalità, forme espressive, modi di dire, dialetti, che consentono di avvicinarsi agli eventi con la sensazione molto realistica di mescolarsi ai protagonisti annullando la distanza temporale. Diverse trame corrono parallele, mentre le loro propaggini si incrociano formando un unico ordito, dove trovano collocazione passione amorosa e crisi coniugale, tormenti dell'amore senile e ricerca ambivalente delle proprie origini. Non manca quello che oggi chiameremmo un cold case, cioè l'indagine sulla scomparsa di una donna avvenuta dodici anni prima, che accompagna tutto il romanzo dall'inizio alla fine.
El doble de todas las cosa. Estudios sobre Ramón Gómez de la Serna
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2021
pagine: 319
In onore di Pallade. La Propalladia di Torres Naharro per Ferrante D’Avalos e Vittoria Colonna
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2021
pagine: 382
Uscita dai torchi di Ioam Pasqueto de Sallo nel marzo del 1517 e dedicata a una delle più celebri ed eroiche figure dell'Italia dei primi decenni del Cinquecento, Ferdinando Francesco d'Avalos, II marchese di Pescara, la Propalladia è un insieme di opere teatrali e poetiche di Bartolomé de Torres Naharro e vanta il primato di essere stato il primo libro a stampa pubblicato a Napoli in lingua spagnola. Insigne monumento del teatro profano del Rinascimento europeo, il volume rappresenta una testimonianza tangibile delle sensibilità letterarie e performative della nobiltà ispano-napoletana del primo Cinquecento così come del dinamico e fruttifero plurilinguismo che, in continuità con l'epoca aragonese, caratterizza la Napoli spagnola di Carlo, il futuro imperatore. La Propalladia, nella lunga e feconda stagione dell'editoria partenopea in lingua castigliana durante i due secoli in cui il Regno di Napoli formò parte della Corona di Spagna (1503-1707), è, indiscutibilmente, uno dei capolavori della serie (oltre 200 opere di diversi generi e consistenza fino ad ora identificati), sia per la novità e forza delle commedie che la costituiscono, sia per la straordinaria ricchezza e creatività espressiva che caratterizza la lingua del poeta di Extremadura. Abbracciando prospettive scientifiche plurali, i saggi che costituiscono il volume In onore di Pallade perlustrano, con sguardi incrociati, da una parte, il nuovo contesto politico-culturale, artistico ed editoriale partenopeo che generò la Propalladia, (quello dell'avvento del regno di Carlo) dall'altra, aspetti della poetica di Torres Naharro in rapporto con la tradizione lirica e teatrale del primo Rinascimento ispanico; altri contributi gettano nuova luce sulle relazioni tra il poeta e i suoi mecenati tra Roma e Napoli, sulla complessa tradizione testuale della Propalladia, sui suoi legami con gli ambienti dell'umanesimo partenopeo, romano e parigino del primo Cinquecento, sui suoi rapporti con la musica. Le illustrazioni che corredano il presente volume appoggiano le varie ricerche, mostrando la forza propulsiva dei primi decenni del Cinquecento partenopeo, il ruolo politico-culturale internazionale di Napoli, lo splendore della nobiltà protagonista di questa prima stagione della Napoli carolina (Ferdinando Francesco d'Avalos, sua moglie Vittoria Colonna, il viceré Raimundo Cardona, i feudatari Fabrizio Colonna e Belisario Acquaviva).
Elogio di Maradona
Mimmo Carratelli
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2020
pagine: 30
Diego Armando Maradona (Buenos Aires 30 ottobre 1960 - Buenos Aires 25 novembre 2020). La sua prima frase a Napoli: "Voglio diventare l'idolo dei ragazzi poveri di Napoli perché loro sono come ero io a Buenos Aires". E ancora: "Tutti dicono questo è stato il miglior giocatore del Barcellona, questo è stato il migliore del Real Madrid, questo è stato il migliore del Chelsea. Io sono orgoglioso di essere stato il migliore a Napoli". "Che cos'è Napoli per me? È la mia casa". "Io sono sinistro, tutto sinistro: di piede, di fede, di cervello". "Se non sono felice dentro, non riesco ad essere un campione". "Io corro, io lotto, ma soprattutto dialogo con la palla, per divertire la gente".
Le fave di Babilonia
Altaii Itikal
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2020
pagine: 215
L'integrazione in un paese straniero richiede un processo lento e faticoso. L'impulso alla sopravvivenza, il desiderio di andare avanti ad ogni costo e ricominciare cozzano spesso contro il richiamo d'un passato che non muore. Tutto quello che si è lasciato dietro di sé, famiglie e amicizie, urla e desidera essere ascoltato. La scrittura, come qualunque altra forma creativa, permette di dipanare i fili d'una memoria con cui il presente s'intreccia inestricabilmente. "Le fave di Babilonia" nasce da questo doppio bisogno: andare avanti e allo stesso tempo dare una voce ai propri cari. Sono brevi schizzi, che, come abbozzi d'una scultura, tratteggiano un ricordo, un episodio che testimoniano non solo del destino ancora vivo e sanguinante di chi l'ha vissuto in prima persona, ma della difficile vita d'un popolo, quello iracheno, piegato ed umiliato dalla dittatura, dalle guerre intestine e dall'occupazione. Chi scrive è un'intellettuale, un'artista, una donna ch'è stata a contatto con le menti più brillanti del proprio paese e non solo. Nel quotidiano, sempre sul filo del rasoio, la gioia semplice per un piatto di fave o per un tè iracheno assume allora un valore eroico, di resistenza alla crudeltà, alla barbarie. L'esilio diventa più sopportabile, la memoria ha un potere salvifico. I ricordi sono incisi non solo nell'anima, ma anche nel corpo, nella carne. La sofferenza finisce per travolgere l'intero essere. Una malattia devastante colpisce l'autrice e la lotta ricomincia, un nuovo fronte si apre e lei viene chiamata alla resistenza. Ne viene fuori il ritratto d'una figura coraggiosa, una donna indomita, che non s'arrende di fronte a nulla e a nessuno, nemmeno al Na'ib Saddam Hussein, il Dittatore. Fino al punto da telefonargli e dirgli apertamente in faccia quello che pensa.
Una vita per l'ortopedia
Vittorio Monteleone
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2020
pagine: 260
Vittorio Monteleone, uno dei chirurghi ortopedici più apprezzati nel panorama medico mondiale, ci racconta, in questo libro, gli aneddoti più rilevanti della sua vita privata e professionale. Parte da lontano, il professor Monteleone: scrive di quando, ancora ragazzo, dovette lasciare Sannicandro Garganico (piccolo comune della Puglia) per inseguire quello che, da sempre, era il suo sogno: diventare un chirurgo ortopedico. Ci racconta della sua ostinazione, dei contrasti col padre (che avrebbe preferito vederlo iscritto alla facoltà di Economia e Commercio), delle interminabili giornate passate sui libri, delle passeggiate nel centro di Roma durante le pause dallo studio. E poi dell’incontro con Rita, compagna vita e madre dei suoi figli, della specializzazione a Napoli, dei sacrifici di un giovane medico che, sin da subito, ha dimostrato di avere la stoffa per arrivare lontano. La sua carriera è stata un crescendo di successi e di soddisfazioni: il primariato all’Ospedale Incurabili, poi al San Paolo e infine al Cardarelli, le borse di studio in Francia e in Svezia, i contatti e le collaborazioni con i più grandi ortopedici europei e mondiali, che gli hanno permesso di diventare un medico all’avanguardia, in grado di padroneggiare le più moderne ed efficaci tecniche operatorie. Come uomo politico si è battuto per la riqualifica di un territorio (quello dell’Italia meridionale) troppo spesso trascurato e abbandonato a se stesso, a causa di una politica sanitaria nazionale poco attenta alle esigenze reali dei cittadini. Una sezione a parte, infine, è dedicata, nel libro, alle parole dei suoi allievi. Parole di stima, di affetto, di gratitudine sincera. Quello che emerge è il ritratto di uomo dai modi forse troppo schietti e diretti, ma dal cuore grande; un uomo che ha saputo osare, che ha saputo sfidare l’ordine prestabilito delle cose, pur di mettere le sue conoscenze mediche al servizio di chiunque ne avesse bisogno. Un uomo che non si è mai fermato, che non ha mai smesso di studiare, di migliorarsi, guidato dalla convinzione, che mai per un momento il destino lo avrebbe allontanato dalla passione per l’ortopedia.
Crescere nel racconto: Elena Fortún e Ana María Matute
Ivana Calceglia
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2020
pagine: 329
Attraverso l'analisi del rapporto esistente tra scrittura e infanzia nella narrativa breve di due autrici del '900 — Elena Fortún (Madrid, 1886-1952) e Ana María Matute (Barcellona, 1926-2014) —, il volume intende fornire uno studio sistematico delle forme e delle funzioni del racconto contemporaneo spagnolo per e sull'infanzia, mostrando il valore letterario dei testi, prima ancora che la valenza pedagogica generalmente associata alla scrittura "infantile".
Diario di bordo. Un anno di scuola in carcere nei pensieri di una prof e degli studenti della classe accanto
Antonella Ferri
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2019
pagine: 160
Gli autori di questo volumetto, scritto da «tante penne e matite», hanno nomi diversi: c'è una "prof", animata dalla passione per un lavoro cui è giunta quasi per caso, e ci sono detenuti diventati studenti, in virtù o "per colpa" degli errori commessi; da un lato, dunque, una persona che non smette di interrogarsi sul senso della propria azione quotidiana quale strumento rieducativo, dall'altro uomini e ragazzi che attraverso pensieri — talvolta ironici, talvolta seriosi — si rivolgono a qualcuno che sentono come punto di riferimento. Nasce così l'idea del diario di bordo, una strategia didattica che diventa gioco con l'intento di mantener vivo un rapporto educativo, ma soprattutto umano, compromesso dall'imprevisto avvicendarsi dei docenti. Il diario diventa allora un mezzo "leggero" attraverso cui raccontare a più voci un anno di scuola in carcere, di vite in bilico tra momenti di disagio e serenità rubata alle celle, attraverso pagine che mettono in luce gli intenti tanto di chi insegna che di chi impara. "Diario di bordo" racconta la volontà di ri-costruzione, le aspettative non sempre ripagate, le attività che spingono alla crescita personale e gli abbandoni. È la testimonianza della solitudine di scelte sbagliate e quella di un mestiere che si confronta anche con chi ritiene ingenua fatica insistere sulla via della conoscenza con chi ha imparato troppo presto la ferocia della strada. Le parole diventano così specchio, anche dal punto di vista ortografico, di un mondo troppo spesso ignorato, mostrando quanto sia importante educare alla tolleranza, al senso civico e alla legalità, magari anche alla comprensione della bellezza che può rendere qualsiasi uomo libero.
L'industria che salva il paese
Antonello Di Mario
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2019
pagine: 192
«Leggendo questo ultimo lavoro di Antonello Di Mario si ha l’impressione di ripercorrere le cronache di una guerra di trincea, in cui si lotta con ogni strumento – dagli obici ai morsi – per guadagnare un palmo di terra, una cima in mezzo a una pietraia dove è impossibile nascondersi, o per difendere una posizione strategica conquistata tra mille difficoltà. Occuparsi di lavoro è difficile; difendere quello che c’è è impresa ardua, moltiplicarlo una meta che tutti vorremmo che fosse raggiunta, anche se nessuno sembra sapere come. Complesso il ruolo del sindacato, intrappolato in un presente un po’ senza respiro; pressante e angosciante perché ci sono di mezzo le vite di persone concrete per le quali il lavoro è l’unica risorsa. Bisogna trovare una strada o delle strade per consentire a tutti non tanto di avere un reddito quale che sia, ma di potersi guadagnare da vivere – come si diceva una volta – e costruire su questo il proprio progetto di vita. Allargando un poco lo sguardo, come si può fare su un vasto panorama da un osservatorio che lo sovrasti, potremmo vedere e ricordare come, da almeno un paio di secoli, la lotta per il lavoro, per un lavoro giusto, ben retribuito, dignitoso, salubre, protetto sia stato l’impegno caratteristico e distintivo del nostro popolo. Dalle leghe contadine e dalle Società di mutuo soccorso in poi, la nostra coscienza democratica e civile si è sviluppata su questo terreno, coinvolgendo grandi masse di popolo in una lotta di liberazione che è anche essa – come la Resistenza e la lotta al nazifascismo – alla base della nascita della Repubblica italiana e ispirazione certa della nostra bella Costituzione. Chissà se questa storia di tutti noi, e il ruolo che ha avuto il movimento operaio e sindacale, è ancora interpretata come una forza identitaria viva, a cui attingere per guardare con rinnovata fiducia e impegno al compito inderogabile di immaginare e creare una nuova stagione del lavoro. Senza questo la vita delle persone è a rischio, e anche la nostra cultura democratica, che non è sfoggio di slogan o di idee, ma consapevolezza di essere parte di una storia difficile e bella, animata, generazione dopo generazione, da gente comune che non si è arresa di fronte a difficoltà apparentemente insormontabili e ad avversari potenti. Il libro di Antonello, così incalzante e bagnato di concretezza, ci avvisa dell’urgenza di rimetterci in marcia insieme, pensando all’oggi, al domani e al dopodomani, forti di ciò che siamo stati e che possiamo, se lo vogliamo, sempre essere.» (dal Post scriptum di Agnese Moro) Prefazione di Carmela Barbagallo. Presentazione di Paolo Pirani. Introduzione di Enrico Marro.
Le indemoniate. Racconti fantastici di Tommaso Campanella al cardinale Richelieu
Maria Primerano
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2018
pagine: 482
Questo è un racconto vero e fantastico insieme. Che in mezzo a lampi di diavoli e luci chiarificanti di angeli, muovendo da Stilo a Parigi, da Soriano Calabro a Loudun, à la manière de une sarabande, corre lungo un filo ininterrotto di parole, lesto come un fiume, sfioccandosi in rivoli e rivoletti, snocciolandosi minuziosamente come i grani di un rosario, riferendo di donne religiose e aristocratiche, nobili e borghesi, ricche e povere, analfabete e popolane. A divulgare notizia dei fatti e delle cose e a tenere col fiato sospeso, mentre una nana di corte cerca di carpire magie e malefici, è un frate domenicano, appassionato di astrologia e arti occulte. Nato a Stilo, in Calabria, nel 1568, e giunto alla corte di Luigi XIII a Parigi, Tommaso Campanella, il domenicano che tiene avvinti col suo dire, è qui che muore, nel 1639, tra dèmoni e stregoni, medici ed esorcisti, monache recluse e curati dissotterrati, vicari bruciati e bimbi nati da illeciti amplessi, donne possedute dal diavolo e teatrali enfatiche simulatrici.
Giordano Bruno torna a casa
Giuseppe D'Alessandro
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2018
pagine: 142
"L'anelito alla pace, di Dio e dell'uomo, ci riporta in noi superando le derive e le frammentarietà alle quali l'esistenza sovente è esposta. I prati erbosi della pace divina, le sorgenti alle quali ci abbeveriamo sono sostanza ed essenza della vita divina dell'essere che dinamicamente e continuamente si evolve e nella quale siamo immessi. Di fronte alla cieca violenza del potere riluce la testimonianza di Giordano Bruno, che nel suo coraggio saldo proclama la co-appartenenza dell'umanità all'immenso della vita infinita. II suo tornare a casa è quello di ogni uomo che, nella ricerca inesauribile del senso dell'esistenza e nel trovarlo, annuncia l'unione inscindibile del divino e dell'umano. Antonio Maione proietta unitari i fili dell'esperienza nella novità permanente del presente-futuro, nella morbidezza dell'ascolto e nella proposta di un'esistenza altra, alimentata dal soffio dello Spirito che riprende in sé la fenomenicità e la installa nell'eterno." (Giuseppe D'Alessandro)