Edizioni di Storia e Letteratura: Edizioni Gobettiane
Il problema italiano-Pregiudizi economici
Arcangelo Di Staso
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2018
pagine: 154
Interventista, decorato nella guerra mondiale, Arcangelo Di Staso fu liberista convinto, collaboratore di «La Voce», «l'Unità», «Lacerba», «Il popolo d'Italia». Su «La Rivoluzione Liberale» nel 1922-23 scrisse sui problemi dell'agricoltura e nelle raccolte "Il problema italiano" e "Pregiudizi economici" polemizzò vivacemente contro il protezionismo doganale che ostacolava la modernizzazione dell'agricoltura meridionale, dichiarò la sua delusione per la politica economica del fascismo, difese, contro i socialisti, la proprietà privata e l'economia di mercato. I suoi libri si inserivano così nel filone dell'attività gobettiana per la rinascita del Mezzogiorno che produrrà l''Appello ai meridionali' del dicembre 1924. Postfazione di Sergio D'Onghia.
Felice Casorati pittore
Piero Gobetti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2018
pagine: 136
«Tenace completa perfetta» così Felice Casorati definì sulle pagine del «Mondo» l'amicizia con Piero Gobetti a poco più di un mese dalla scomparsa di quest'ultimo. Conosciuto probabilmente nel 1918, gli fu sodale in quello slancio civile e culturale che permeava l'ambiente antifascista torinese. Nel 1923 Gobetti pubblicò, sia in brossura che in edizione 'di lusso' rilegata, il saggio dedicato al pittore, il suo maggior contributo alla critica d'arte, con cui mise su Casorati, come avrebbe fatto con Eugenio Montale, il timbro del riconoscimento di un altissimo talento dominato dalla «passione antidecadente». Decenni dopo la scomparsa del giovane amico, nel 1961, il pittore ormai celebre avrebbe realizzato il ritratto che è oggi l'immagine più familiare di Piero Gobetti.
L'eredità dell'Ottocento
Pietro Mignosi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2018
pagine: 144
Inquieto intellettuale cattolico siciliano, il poeta e critico Pietro Mignosi (1895-1937) elaborò una teoria dell'arte come rivelazione del divino e criticò l'estetica di Croce. Aderì al Partito popolare di Sturzo, dopo aver inizialmente sperato nel fascismo e nell'idealismo gentiliano, che contrastò poi da posizioni neotomiste. Collaborò nel 1925 con «La Rivoluzione Liberale» e «Il Baretti», e, più intensamente, con «Conscientia» di Giuseppe Gangale. Nelle pagine di "L'eredità dell'Ottocento" ripercorre le maggiori figure della letteratura italiana da Leopardi a Manzoni e Verga, da Carducci a Pascoli e D'Annunzio, cercando la cifra religiosa dell'«Ottocento immortale» che è ai suoi occhi l'anima del Risorgimento.
La rivoluzione meridionale. Saggio storico-politico sulla lotta politica in Italia
Guido Dorso
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2018
pagine: 276
Critico come Gobetti del conservatorismo liberale italiano, Guido Dorso intese contribuire con "La rivoluzione meridionale" alla formazione di una élite democratica e autonomista che avrebbe dovuto guidare un grande movimento di emancipazione del Mezzogiorno. In contrasto con il sistema di potere giolittiano e in linea con la tradizione democratico-risorgimentale di Mazzini e di Cattaneo, Dorso riteneva necessario «completare la rivoluzione liberale del Risorgimento». E le masse contadine meridionali - una grande riserva umana oppressa e perciò potenzialmente rivoluzionaria - avrebbero potuto distruggere «il trasformismo, le dittature personali ed il prepotere della burocrazia».
Il pensiero di Carlo Cattaneo
Bruno Brunello
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 256
Le più belle pagine di Carlo Cattaneo, avevano nel 1922 acceso l'interesse di Gobetti per il patriota e pensatore milanese. Tre anni dopo gli avrebbe dedicato un articolo su «La Rivoluzione Liberale», ma soprattutto avrebbe deciso di accogliere nelle sue edizioni la tesi di laurea di Bruno Brunello sulla filosofia cattaneana, «una filosofia per modo di dire» - la definisce l'autore dello studio - che non si confrontava con i temi proposti «dalla logica dialettica hegeliana» e che tuttavia costituiva un corpus di pensiero non aggirabile. Di fatto, questo saggio pubblicato da Gobetti inaugurò lo studio sistematico dell'opera di Cattaneo.
In Brasile
Luciano Magrini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 224
Giornalista antifascista, esule dal "Secolo" dopo l’adesione del giornale al regime, dal 1923 Luciano Magrini intraprese viaggi d’inchiesta per "Il Corriere della Sera". Già autore di "Germania d’oggi", "Marocco", "Attraverso il Giappone" e "La Cina d’oggi", tra il settembre e il novembre 1924 fu in Brasile sulle tracce dei tanti espatriati italiani impiegati soprattutto nelle piantagioni di caffè. Ne risultò il reportage che Piero Gobetti volle dare alle stampe in contrapposizione critica al racconto retorico dell’emigrante che fa fortuna all’estero. In Brasile è una vera e propria denuncia dello stato di sfruttamento in cui versavano in quel paese i lavoratori delle campagne e delle città, privi di diritti, mal pagati, denutriti, trattati come schiavi da un capitalismo "avido, ottuso e recentissimo". L’inchiesta raggiunge il culmine nella definizione della fazenda come «sepolcro di viventi» e trova di diritto un suo posto di rilievo nella bibliografia sulla storia delle migrazioni.
Lo spaccio del bestione trionfante. Stroncatura di Giovanni Gentile
Adriano Tilgher
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 128
Una "stroncatura tecnica" definitiva dell’attualismo di Giovanni Gentile è "Lo spaccio del bestione trionfante" di Adriano Tilgher. Non solo "morsi, punzecchiature, colpi d’ago e di spillo", come scriveva "La Rivoluzione liberale" del 14 giugno 1925, ma una requisitoria contro il capofila degli intellettuali fascisti, che aveva teorizzato la moralità della violenza squadrista e, come ministro, aveva "rimesso il prete nelle scuole". Tilgher non si rivolgeva tanto ai filosofi di professione ma a un pubblico più vasto, lasciando così un documento rilevante della lotta politico-culturale antifascista di quegli anni, a futura memoria delle sempre risorgenti fascinazioni per gli autoritarismi.
Il fascismo
Carlo Avarna di Gualtieri
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 272
Usare l'illegalità per ripristinare la legalità e la violenza per richiamare all'ordine: nel saggio Il fascismo il duca Carlo Avarna di Gualtieri, discendente da una nobile famiglia monarchica siciliana, mostrava tutte le contraddizioni del regime pur riconoscendo al movimento iniziale una comprensibile aspirazione a restaurare l'autorità dello Stato. Nel maggio 1925, tuttavia, Avarna invocava le forze democratiche aventiniane e l'intervento del re per scongiurare la dittatura. Il testo non ebbe immediata fortuna, ma fu apprezzato in sede storiografica da importanti storici antifascisti tra cui Salvemini e Tasca.
Vilfredo Pareto
Alberto Cappa
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2017
pagine: 128
Un Pareto pensatore antidemocratico e antisocialista, e mai, però, teorico o sostenitore a tutto tondo del fascismo, è quello che Alberto Cappa descrisse nel 1924, a un anno dalla morte dello studioso. Il giovane giornalista apprezzava di Pareto soprattutto «lo studio della psicologia umana e delle sue relazioni con i fatti sociali» e il metodo di ricerca sperimentale e relativistico che intendeva affrontare la storia scientifi camente. Su questa base sociologica, in una battaglia militante a difesa di un liberalismo rinnovato, si sarebbero potuti ripensare tanto il Risorgimento, quanto - come Cappa aveva fatto sotto lo pseudonimo di Grildrig in Generazioni del fascismo uscito sempre presso Gobetti - la fenomenologia delle giovani generazioni che irruppero sulla scena pubblica durante il primo conflitto mondiale e nell'immediato dopoguerra.
La rivolta cattolica
Igino Giordani
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 288
Manifesto, secondo «La Rivoluzione liberale», del «nuovo pensiero cristiano-democratico», Rivolta cattolica mescola testimonianza personale, analisi storica, riflessione politica e proposta ideale. Dopo gli orrori della guerra, la Chiesa di Roma resta per Igino Giordani l’unica autorevole voce in grado di ergersi a difesa dell’umanità dell’uomo, ma proprio per questo, rifiutando di farsi instrumentum regni, essa deve opporsi risolutamente alla barbarie fascista. Libertà e fraternità, secondo Giordani, costituiscono il messaggio del cristianesimo, in particolare nell'esperienza mistica, che investe gli individui di concrete responsabilità sociali e politiche.
L'idiota
Cesare V. Lodovici
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 96
«Toscano, allegro, osservatore, nato per piccola brigata di motteggiatori e di dialettici beffardi. (…) Il suo errore è di voler idealizzare quei misteri di anime che egli sa invece perfettamente descrivere nei loro ironici contrasti»: così Piero Gobetti ritraeva Cesare Lodovici, che riteneva destinato a un posto di primo piano nell'ambito della drammaturgia italiana. Era la capacità di mettere in scena «destini incompiuti» «contraddizioni inesorabili» ad emergere già, al di sopra di cedimenti tra il predicatorio e il moraleggiante, in questa piéce giovanile che rinnovava in maniera originale il tema borghese del triangolo erotico. Stamparla nel 1923 fu per Gobetti «una testimonianza», che in effetti anticipò il pieno successo del drammaturgo toscano di almeno un decennio.
Dal patto di Londra alla pace di Roma. Documenti della politica che non fu fatta
Gaetano Salvemini
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2016
pagine: 464
Convinto sostenitore dell'interventismo democratico, Salvemini interpretò il primo conflitto mondiale come contrapposizione delle potenze liberali al tentativo egemonico degli autocratici Imperi centrali. Promosse quindi l'idea di una pace 'giusta', basata sul principio dell'autodeterminazione e della nazionalità, che avrebbe finalmente portato i vari Stati alla democrazia partecipativa. Fermo oppositore del patto di Londra, in questo volume cerca di spiegare all'opinione pubblica gli errori dell'azione diplomatica italiana ed interpreta la delusione della Grande Guerra quale presupposto per il consolidamento del regime fascista.

