Il Ponte Vecchio: Alma poesis. Poeti della Romagna contemp.
Tutte le poesie
Walter Galli
Libro
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 1999
pagine: 320
Tutte le poesie dal 1951 al 1995.
Il soffio dell'erba
Nicoletta Abbondanza
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2011
pagine: 64
Madrigali per surfisti estatici
Roberto Mercadini
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2011
pagine: 120
Viscere di poesia
Aurelio Rossi
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2007
pagine: 160
"Possedere la realtà, attraverso l'amore e la poesia, e comunicare ciò che si vive e ti cambia dentro, con quella urgenza che ti toglie il fiato, che ti fa battere il cuore e ti copre di sudore il corpo. "Viscere di poesia". Accostamento audace di termini che rimandano ad un ostinato tentativo di forzare con il bisturi l'anatomia del fare poetico. Sulle prime può apparire uno strano titolo e sorprendere per il richiamarsi della parola al tavolo operatorio, ma poi ampiamente si spiega nello scandagliare dei versi e delle note, e ci dice tanto della ricerca delle radici e della profondità e dell'onestà del lavoro." (dalla presentazione di Denio Derni).
Il raccoglitore di tralci
Manuela Arrigoni
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2023
pagine: 112
«Se, come diceva Leopardi, "si rende facile la intelligenza dell'autore" notando qual è il preciso senso in cui egli vuole o sempre o per lo più adoperare ciascuna parola" (Zibaldone, 1° luglio 1823), riconosceremo allora in almeno due parole: mistero e destino, una possibile chiave di lettura della poesia di Manuela Arrigoni. Due tra altre, si intende. Tali parole ricorrono spesso, quasi che fossero, il destino e il mistero, i due binari prescritti all'avventura terrena di ciascuno di noi. Si tratta, per Manuela, di saperli riconoscere come tali. Dentro il destino umano c'è naturalmente di tutto. Ci sono i sensi; l'impedimento a vivere inflitto ai non nati; l'imprevedibile tempo della morte, essendo noi tutti "piccole rondini vaganti", che è un modo gentile di dire che siamo affidati a un alito di vento, nel "pulviscolo che accieca", e che altro non resta al "guerriero senza scudo" se non di implorare Dio in un gesto di preghiera». Così scriveva Andrea Brigliadori nella edizione 2008 di questo Raccoglitore di tralci, qui ripreso e ampliato - fino alla esperienza della poesia dialettale - nel ribadimento e arricchimento di una poesia luminosa ed intensa.
Soglie
Maria Elena Cembali
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2023
pagine: 80
"Soglie" è per intero la metafora della vita nella sua eterna ricerca di un senso, la ricapitolazione delle vie multiformi e multanimi lungo le quali la vita si squaderna nella sua vicenda di sofferenze e allegrezze, di aperture a verità nascoste e di doloranti chiusure. Il libro, nella parte che più forte vibra nel suo trasformare il vissuto in esperienza di poesia - è certamente un canzoniere d'amore: un canzoniere drammatico nel suo dispiegarsi e nel suo rappresentarsi, nel quale, più potentemente che altrove, Maria Elena è chiamata dalla stessa forza dei sentimenti a un dettato di particolare energia e a costruire immagini e movimenti del pensiero di assoluta originalità. In codesto tremante e coinvolgente diario di un amore, la poesia indugia non di rado in interpellanze intorno alle finalità dell'esistere, allo slancio insopprimibile e trionfante della natura, infine al valore stesso della poesia, per il quale Maria Elena si chiede se la gioia della vita non consista forse nel captare il mistero «e provare a restituirlo / in due righe di poesia».
Il tempo dell'ostrica
Matteo Sabbatani
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2023
pagine: 64
Rosarita Berardi e Valter Galavoti - nella presentazione e nella postfazione - dicono assai bene in che consista questo poema del sogno e della sofferenza, la trama dei giorni cui abbiamo dato per avventura il nome di vita; basterà aggiungere che nelle drammatiche altalene del vivere nelle quali Matteo ricerca la via della salvezza proprio nella poesia egli realizza il riscatto, specie dove la sua parola si fa rappresentazione di un suo bisogno di unanimismo con gli uomini e il mondo, di rapporti che egli chiama meravigliosamente «melodioso brusio / di vite intrecciate». La cifra retorica di questa disposizione è quel che i critici hanno imparato a chiamare sofisma patetico, e cioè la personificazione della natura: leggeremo degli sguardi della luna che indugiano nell'anima, del tramonto impegnato a portare a letto il sole, del vagito della sera, della luna che al mattino si stropiccia gli occhi. Ma poi si vedano - quanto allo stupefacente moltiplicarsi delle immagini che caratterizza questo libro - le afasie dei grilli, i gomitoli di stelle, il ristagnare dell'anima oleoso e pudica, la «parola capace di commuovere la luna» e dunque di farsi poesia, e cioè l'unica consolazione, infine, nella quale la vita si riscatta: dice non a caso il poeta che se l'orologio continua a rincorrere il tempo (uno dei grandi temi del libro) «non ti resta che scrivere», e cioè fare poesia e, nelle scoperte di cui essa è capace, attendere l'aurora, sognare «un domani / che ancora non si dà per vinto» [Roberto Casalini].
Vuoto a rendere
Rosarita Berardi
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2023
pagine: 80
"Il modo migliore per non temere il vuoto non è riempirlo (non sarebbe più tale, altrimenti) ma tuffarcisi a corpo morto e scoprire quante e quali meraviglie lo ricolmino Ecco, leggere le pagine di questa raccolta significa accettare d'incamminarsi per uno qualunque dei mille e più sentieri che vi sono in un vuoto, con la certezza che - ovunque quello conduca - avendo fatto pace con ciascuna delle nostre anime, non solo non abbiamo nulla da temere, ma - anzi - (da blatte quali siamo) possiamo pure decidere di tramutarci in opossum solo perché ci piace il nome. Già, il vuoto che Rosarita Berardi ci vuole rendere, in realtà, è una galleria di momenti, emozioni e consapevolezze, un puzzle dalle tessere mutevoli nel quale, ad esempio, il ricordo dell'ultimo "Sbam" di una porta, per quanto i conti non tornino e il tempo sfugga dalle mani, non serve solo a scatenare le rapide beffarde della nostalgia, ma può diventare "l'incipit" - per così dire - di un "Basta!" sacrosanto e liberatorio." (dalla prefazione di Matteo Sabbatani).
Il mondo mi dice parole
Alessandra Procucci
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2023
pagine: 72
«Fin dall'incipit della sua raccolta poetica, l'autrice ci regala assaggi preziosi di una filosofia dell'esistenza (Dove?), con i suoi entusiasmi acclarati e la compresenza di dubbi, che turbano le ore di semplice felicità. Il tema del tempo, che trascorre inesorabile, e che da sempre affascina l'uomo pensoso, le fa apparire la vita come un "malinconico passaggio", dovuto alla piena consapevolezza della fragilità umana. Di fronte a questa evidenza viene spontaneo, per ognuno di noi, cercare delle strategie per consolarsi, da questo doloroso incedere dei giorni. Il richiamo spontaneo che ci viene alla mente è a Leopardi, alla sua eloquente distinzione tra "vita" ed "esistenza". Anche per l'autrice di questa silloge poetica, l'uomo è condannato all'esistenza; e i rari momenti di vita autentica sono troppo inconsistenti, per costruire la felicità piena a cui l'uomo continua ad aspirare. La condizione a cui l'uomo è destinato è dunque quella di vivere "fra tentativi lenti/di stanchi giorni" (Fuori tempo). In ogni lirica si avverte il dialogo dell'anima coll'intimo significato del vivere, anche quando un velo di mestizia sembra frenare l'entusiasmo della ricerca. Tutto sommato quella di Alessandra è una lirica che potrebbe essere accostata al doloroso amore di una "poesia onesta" come quella di Umberto Saba (dalla introduzione di Giorgio Biondi).
Venti di guerra
Giovanni Colasurdo
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2023
pagine: 48
"Il proposito di Giovanni Colasurdo consiste nel riflettere sulle dinamiche esistenziali nelle quali il conflitto rappresenta una condizione fin qui ineludibile del vivere, non solo nei rapporti tra i singoli, ma anche fra culture, che a volte pretendono ostinatamente di identificarsi come diverse perché superiori alle altre. All'opposto, il desiderio dei poeti, e in generale degli artisti, tende ad affrancarsi sempre più da questa condizione, richiamati dalla dimensione tutta estetica di uno spirito che trova spazio al di fuori dei più banali eventi della storia personale e dei gruppi. Così accade in questi Venti di guerra, nei quali il conflitto, nel progetto del suo superamento, è evocato mediante una fitta trama di richiami, immagini e metafore di forte tensione simbolica. Il dettato si caratterizza per una particolare forza evocativa, illuminata da una ricerca della parola esatta, capace di aderire immediatamente al pensiero del poeta" (dalla nota introduttiva di Marina Dellonte).