Il Prato: I centotalleri
Che cosa significa pensare in Heidegger. Per un'etica del pensare
Danilo Serra
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2016
pagine: 114
Nelle prime pagine della Lettera sull’«umanismo» Heidegger affronta la questione relativa al compito del pensiero, un compito che risiede nel portare a compimento «il riferimento (Bezug) dell’essere all’essenza dell’uomo». Questa tensione del “portare a compimento” non indica un produrre o un generare. Il pensiero non produce e non genera nulla: porta a compimento. Il fine di questo lavoro è quello di esplicitare il pensiero di Heidegger a partire dalla chiamata destinale dell’essere all’uomo. L’essere si destina, si dà all’uomo in quanto “ciò che è da pensare”. Esso tende in direzione dell’uomo, chiamandolo; l’uomo al contempo risponde alla sua chiamata, custodendolo. L’eticità è questa custodia, ascolto della chiamata, cura originaria che porta a compimento il riferimento dell’essere all’uomo.
Scienza politica e forme dell'egemonia. Intorno al problema della classe dirigente in Mosca, Michels, Gramsci
Luca Basile
Libro
editore: Il Prato
anno edizione: 2016
pagine: 208
I tre saggi raccolti nel volume puntano ad offrire una lettura in chiave gramsciana della teoria delle élites posta alla base della fondazione della scienza politica. Il primo si presenta come un sintetico insieme di note sviluppabili in vista di una ricerca più vasta e compiuta circa il pensiero di Gaetano Mosca, evidenziandone l'originale ma robusto impianto naturalistico-positivista nonché l'inclinazione a divaricare liberalismo e democrazia. Il secondo saggio prosegue le direttrici di ricerca del primo, focalizzando, in questa luce, le indicazioni interpretative a proposito del contributo teoricopolitico moschiano fornite da Gramsci nei Quaderni. In ultimo, il terzo saggio, più ampio, dedicato al rapporto di Gramsci con le tesi, formulate da R. Michels, della 'legge ferrea delle oligarchie' e della leadership carismatica cerca di porre in relazione il presente plesso di questioni con l'affermarsi della natura di massa del fascismo, valorizzando la decisiva incidenza della nozione di 'rivoluzione passiva'. Il tutto conducendo una disanima puntale ed esaustiva sul piano della ricostruzione filologico-storiografica.
Il mito infinito. La farsa del capitalismo in 4 atti, fra scienza dell'individuo, soggettivazione e pratiche del corpo
Sandro Vero
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2016
pagine: 144
Il capitalismo, soprattutto la sua edizione turbo-finanziaria, è una inesausta, implacabile macchina mitologica, per usare un concetto caro a Furio Jesi. I passi, ovvero gli atti in cui si articola la drammaturgia del potere, sono fondamentalmente: l'individuo, ovvero la creazione di una soggettività perfettamente funzionale alle trame del consumo; la sua cura, ovvero la complessa strategia di sostituzione della conflittualità sociale con l'intrapsichico; il corpo, ovvero il principale strumento di colonizzazione delle coscienze; la scienza, quest'ultima con la funzione di collante dell'intero "pacchetto". Il saggio si chiude con un capitolo sulla logica circolare: il cerchio come figura che meglio rappresenta l'infinito implementato dal capitalismo nella vita dei soggetti.
Mondo. Strutture portanti. Dio, conoscenza ed essere
Vito jr. Ceravolo
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2016
pagine: 200
Un nuovo paradigma che mette la ragione a ordine in sé del Mondo. Un ordine implicito da distinguersi dalla razionalità umana e di cui ogni cosa si costituisce; razionalità compresa. Così inizia questa opera: mostrando, fin dai primi paragrafi, la possibilità di questo alternativo modo di pensare. Fuori dai consueti schemi filosofici, ciononostante è con questi ultimi che l’opera si pone in un continuo confronto, alla ricerca di quell’armonia fra realtà e pensiero, fra oggetto e soggetto, che trova la sua più profonda elaborazione nell’ultimo capitolo dedicato all’essere. Molti gli interlocutori chiamati in causa, tra cui spiccano Aristotele e Kant, Heidegger, Schopenhauer, Severino e molti altri. Un vero e proprio excursus rigenerativo fra le teorie filosofiche che hanno segnato il pensiero occidentale sul tema dell’essere, della conoscenza e del principio primo.
Utopia concreta. Pensiero utopico e ideologia in Niccolò Machiavelli e Tommaso Campanella
Corrado Claverini
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2015
pagine: 176
È uso consolidato porre a confronto Niccolò Machiavelli e Tommaso Campanella contrapponendo il mero realismo dell'uno e l'astratto utopismo dell'altro. Tuttavia, alla base di questo confronto così impostato vi è un grave errore: infatti, di solito, non si tiene conto del fatto che entrambi pensano storicamente la profonda crisi che stava attraversando l'Italia del loro tempo. Il risultato di questo fuorviamento è che si fa di Machiavelli un mero scienziato che, con Il Principe, avrebbe scritto un trattato buono per tutti i tempi e per tutte le situazioni. Campanella, invece, non sarebbe altro che un astratto utopista totalmente disincarnato rispetto al suo tempo. In realtà, a rigore, il Segretario fiorentino e lo Stilese hanno in comune davvero molto se si considera il fatto che entrambi i loro capolavori filosofico-politici - Il Principe e La Città del Sole - rispecchiano la crisi della loro epoca e, allo stesso tempo, cercano di risolverla con la proposta di una terapia. Il presente saggio è una rilettura del pensiero di Machiavelli e Campanella, accomunati per il fatto di essere grandi utopisti che pensano storicamente il loro tempo.
Ringiovanire il mondo. Utopia e nostalgia del futuro
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2015
pagine: 192
Prassi e redenzione. Un viaggio nella dialettica negativa di T. W. Adorno
Armando Marozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2015
pagine: 472
La storia può apparire spesso come una successione ininterrotta di prevaricazioni e distruzioni, priva di qualsiasi razionalità. Eppure, a uno sguardo più attento, essa si rivela ben più complessa, frutto di una contraddizione permanente e tuttora aperta tra la logica del dominio, da un lato, e la cultura della dignità e dell'armonia con la natura, dall'altro. Lodare questa cultura senza smascherare quella logica è pura retorica. Ma giungere alla resa disperata nei confronti dei rapporti di forza vigenti nella società, credendo che la violenza sia l'unica sovrana nella storia, è non meno sbagliato. In tutta la sua opera Theodor W. Adorno ha cercato di svolgere il compito di analizzare le forme organizzate, sistematiche e "normalizzate" del dominio e della menzogna, peraltro senza mai chiudere lo spiraglio che lascia spazio alla speranza di un riscatto che porti alla luce il volto più fedele dell'umanità. La sua diagnosi della ragione occidentale mostra che essa non va liquidata, piuttosto va guarita da quel virus del totalitarismo che la rende delirante. Solo passando per questa radicale autocritica la ragione potrà divenire un'energia di lucidità necessaria all'azione impegnata nell'autentica trasformazione storica, quella che promette di avvicinare l'umanità a una condizione di vita che non sia una sventura. Questo libro esplora il percorso di Adorno sapendo evidenziarne i passaggi e le implicazioni con grande chiarezza.
Scepsi amorosa
Marco Vozza
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2015
pagine: 112
Quattro articoli sulla filosofia tedesca (Kant, Fichte, Schelling, Hegel)
Bertrando Spaventa
Libro: Libro in brossura
editore: Il Prato
anno edizione: 2015
pagine: 176
Per Bertrando Spaventa la filosofi a italiana poteva rinascere soltanto attraverso il ripensamento della filosofia classica tedesca, in quanto essa stessa frutto del pensiero di Tommaso Campanella e di Giordano Bruno. Se vi era un primato italiano, in questi autori andava cercato e non nelle forme più o meno mitiche esaltate da altri esponenti del Risorgimento. I quattro scritti che qui si presentano (alcuni ripubblicati per la prima volta), rispondono a un programma di lavoro che Spaventa si era proposto nel periodo trascorso in esilio a Torino tra il 1850 e il 1859: la ricognizione dei sistemi di Kant, Fichte, Schelling e Hegel, vale a dire delle forme più alte mai raggiunte dalla filosofia.