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Neri Pozza: Il cammello battriano

Da Mosca al Mar Nero

Da Mosca al Mar Nero

Teffi

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2017

pagine: 368

Mosca, autunno 1918. Nei caffè male in arnese, i poeti leggono versi ululando con voci affamate in mezzo ad avventori coi cappotti laceri e puzzolenti. Come numerosi altri scrittori e artisti, anche i poeti vogliono stare in mezzo alla gente perché da soli, a casa, c'è da avere paura. Ogni tanto qualcuno scompare, ed è impossibile sapere dove sia finito, se a Kiev o in un posto dal quale non si fa ritorno. «Parola Russa», la rivista, è stata chiusa per antibolscevismo, e Teffi, le cui storie su quel foglio, e su molti altri ancora, l'hanno resa una celebrità tale che caramelle e profumi portano il suo nome, non ha molte prospettive davanti a sé. Certo, gli esseri umani sono capaci di attaccarsi alla vita ovunque e comunque, come quel condannato a morte che, trascinato sul ghiaccio dai marinai verso il plotone d'esecuzione, saltellava per evitare le pozzanghere e non bagnarsi i piedi. «Oggi ha mangiato la pagnotta? Bene, domani non sarà così». Un impresario strabico odessita usa argomenti convincenti per portare la scrittrice in Ucraina: a Kiev splende il sole, Teffi farà la sua esibizione, leggerà questo o quel racconto, piglierà i soldi, si comprerà burro, prosciutto e, con la pancia piena, se ne starà seduta in un caffè. Che ha da perdere? Teffi accetta, in fondo è un semplice viaggio di lavoro da cui rientrerà a breve. Il suo viaggio, invece, durerà ben oltre il soggiorno a Kiev. Tra una fuga a sud di Odessa, la sosta al porto di Novorossijsk, un'avventurosa traversata in nave verso Costantinopoli, si concluderà ben quattro anni dopo, a Parigi, dove Teffi trascorrerà il resto della sua vita in esilio. Dietro di lei, città sequestrate dai bolscevichi, teatri, giornali e riviste chiusi, amici e colleghi assassinati e giustiziati. Il pericolo e la morte ovunque.
17,00

La vanità della cavalleria

La vanità della cavalleria

Stefano Malatesta

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2017

pagine: 304

La vanità è sempre stata una prerogativa della cavalleria e degli uomini in divisa. Nel 1525 Francesco I di Valois, alla testa della cavalleria francese durante la battaglia di Pavia, disarcionato rischiò di vedersi tagliare le mani dai lanzichenecchi e dagli uomini dei tercios spagnoli desiderosi di arraffare i suoi anelli. Trine, merletti e sete erano merce comune tra gli uomini della' cavalerìe' settecentesca. Durante la guerra dei sette anni, i francesi guidati dal principe di Soubise abbandonarono in fretta la cittadina di Gotha, lasciandosi dietro i propri bagagli, prontamente sequestrati dagli ussari di Hans Joachim von Zieten. Grande fu la sorpresa quando, una volta aperti i bauli, i soldati si trovarono davanti un guardaroba di lusso portato direttamente da Versailles: biancheria intima, mutandoni di seta dall'uso, per loro, così sconosciuto che mimarono una sfilata di moda infilandoseli sopra la testa. Friedrich Wilhelm von Seydlitz, una delle glorie della cavalleria prussiana, amava portare sul tricorno una spilla con diamanti e smeraldi cabochon. Qualche tempo dopo, quando Lord Brummel impose la "squisita originalità" del suo abbigliamento, fatto di giacche scure e pantaloni chiari, all'intero consesso di civili inglesi e poi europei, i colori divennero esclusivo privilegio dei militari. Durante feste e cerimonie i membri del governo e gli ufficiali civili sembravano becchini in trasferta, mentre i militari pavoni imbellettati. Nei secoli successivi la vanità dilagò tra le forze armate. Gli ufficiali austriaci vestiti sempre di bianco sono una delle immagini glamour che l'Ottocento ci ha lasciato. E il secolo che ci è alle spalle non è stato certo da meno. I Savoia che abbracciavano la carriera militare, come il duca d'Aosta, erano soliti portare cappelli fuori ordinanza: il più riuscito era di certo quello che amava indossare l'erede al trono Umberto II Savoia, chiamato «il pentolino», che andava perfettamente d'accordo con le immacolate ed elegantissime mollettiere portate coi calzoni da cavallo stretti al ginocchio. Gregor von Rezzori confessò che da giovanotto nullafacente fu tentato di militare nelle SS per ragioni puramente estetiche. Le SS avevano una divisa elegantissima con gli stivali più belli che si potessero immaginare, morbidi, lucidi e che davano un tocco particolare a tutto l'abito. Poi, fortunatamente, ci ripensò. Attraverso il brillante racconto della vanità della cavalleria e delle più celebri battaglie combattute a cavallo, dalla carica demenziale di Lord Cardigan a Balaklava, dove la Light Brigade venne sbaragliata dai cannoni russi, alla strage di Caporetto, Stefano Malatesta scrive un libro sulla guerra che non ha affatto il sentore di caserma e di burocrazia, ma appassiona come e più di un romanzo d'avventura.
17,00

Frida. Una biografia di Frida Kahlo

Frida. Una biografia di Frida Kahlo

Hayden Herrera

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2016

pagine: 415

Alla fine degli anni Novanta, New York è tappezzata di manifesti che raffigurano i quadri di Frida Kahlo. Un suo autoritratto viene venduto da Sotheby's per oltre un milione e mezzo di dollari. A Hollywood si girano film sulla sua vita e i giornali di tutto il mondo la chiamano "la grande Frida" o "la regina di New York". Come se non bastasse, anche il mondo del glamour ne va pazzo: vengono stampate magliette, cartoline, poster con la sua immagine, abiti e gioielli che ne ricalcano lo stile. Ma chi era veramente Frida Kahlo e perché si parla ancora così tanto di lei? Nata nel 1910 a Coyoacan, in Messico, Frida sembra un personaggio uscito dalla penna di Gabriel García Márquez: piccola, fiera, sopravvissuta alla poliomielite a sei anni e a un brutto incidente stradale a diciotto che la lascerà invalida, con tremendi dolori alla schiena che la perseguiteranno fino alla morte. Nella vita privata e nella produzione artistica, Frida è combattuta tra due anime: il candore, da un lato, e la ferocia, dall'altro; la poeticità della natura contro la morte del corpo. La vita di Frida è un viaggio che affonda nella pittura tradizionale dell'800, nei retablos messicani, in Bosch e Bruegel, ma che subisce prepotentemente il fascino degli uomini più potenti del suo secolo: come il muralista Diego Rivera (marito fedifrago che le rimarrà accanto fino alla fine) o Trockij (di cui diverrà l'amante) o Pablo Picasso...
18,00

Seconda Roma (1850-1870)

Seconda Roma (1850-1870)

Silvio Negro

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2015

pagine: 512

Silvio Negro concepì questo libro dopo aver letto numerose opere sulle vicende politiche dell'ultimissima Roma papale, quella del regno di Pio IX, fra gli anni della Repubblica Romana e la conquista piemontese. Anni singolari e inquieti, nei quali la città, benché fosse perfettamente consapevole della fine dello Stato Pontificio, cercò di continuare a vivere come se non vi fossero bersaglieri e garibaldini alle porte. Sbirciando in quelle trattazioni, che si occupavano prevalentemente di avvenimenti politici e militari, Negro scoprì "scorci di paesaggio e di costume così inaspettati, così profondamente ed irrevocabilmente diversi da quelli della Roma del nostro tempo" da decidere di dedicare un volume intero all'urbe papale prima della sua malinconica fine. È la storia di una città ancora odorosa, com'è stato detto, di campagna, di pascolo e di stalla oltre che di splendori barocchi e glorie del passato. Una città in cui l'aristocrazia vive in gran parte in maniera sobria, non attacca i cavalli alle carrozze che nelle grandi occasioni e si accontenta di esibire la magnificenza del nome in feste date per dovere sociale una volta l'anno. Un luogo dove "gli stracci stessi del mendicante conservano una certa maestà", e cortesia e urbanità albergano in un popolo in cui è totalmente assente il "tipo canaglia, che altrove è così appariscente, specialmente a Londra e a Parigi".
18,50

Venezia libertina. Cortigiane, avventurieri, amori e intrighi tra Settecento e Ottocento

Venezia libertina. Cortigiane, avventurieri, amori e intrighi tra Settecento e Ottocento

Silvino Gonzato

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2015

pagine: 335

Attraverso cinque storie, con la vivacità narrativa e la puntualità delle sue ricostruzioni storiche, Silvino Gonzato ritrae in questo libro la Venezia che tra Settecento e Ottocento si impose all'attenzione di tutta Europa per la vivacità dei suoi salotti letterari, guidati da affascinanti dame capaci di spingersi ben oltre i confini del libertinage erudit delle rinomate salonnières d'Oltralpe. Era quella Venezia che dall'agonia della Repubblica all'alternarsi delle occupazioni francese ed austriaca, quasi fosse indifferente ai funesti mutamenti che le venivano imposti dalla Storia, manteneva intatto il suo spirito sornione di seduttrice inesorabile. Era la Venezia dei Tiepolo e dei Longhi, dei Vivaldi e dei Marcello, dei Goldoni, dei Gozzi e dei Chiari, ma anche quella delle cortigiane Marina Querini, Elisabetta Teotochi, Caterina Dolfin e degli avventurieri Casanova e Antonio Gratarol o dei rimatori dialettali, talora triviali, o dei grandi poeti stranieri come Byron che, deluso dalle sussiegose dame aristocratiche inglesi, veniva in laguna a soddisfare il suo besoin d'amour. Nei cinque capitoli in cui è suddiviso il volume, fa da sfondo ai protagonisti una massa costante formata da spie, cospiratori, osti, mariti traditi in cerca di vendetta, principi, ambasciatori senza scrupoli, popolane ingenue, madri ruffiane e abati corrotti. Al centro della scena: loro, le salonnières della Serenissima: l'incantevole Elisabetta Teotochi...
18,50

Il corsaro nero. Henry de Monfreid l'ultimo avventuriero

Il corsaro nero. Henry de Monfreid l'ultimo avventuriero

Stenio Solinas

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2015

pagine: 252

Henry de Monfreid (1879-1974) è stato l'ultimo, e il più straordinario, scrittore-avventuriero del Novecento. Trafficante d'armi, di perle e di stupefacenti, fumatore d'oppio, pirata in rivolta contro l'arroganza coloniale francese, fece del Mar Rosso il suo terreno d'azione e di elezione. Convertitosi all'Islam, prese il nome di Abd el-Hay, "Schiavo del Vivente", adottò gli usi e i costumi dei somali e negli anni Trenta recitò un ruolo di primo piano nella conquista italiana dell'Etiopia. Durante la Seconda guerra mondiale, fu arrestato e deportato dagli inglesi. Liberato, visse di caccia e di pesca sulle pendici del monte Kenya. Nel 1947, tornò in Francia, fu amico di Kessel, Cocteau, Montherlant, Teil-hard de Chardin, rischiò di essere eletto alla Académie Française e di fare naufragio, a quasi ottant'anni, al largo del Madagascar, scrisse più di settanta libri. Avvalendosi di documenti d'archivio inediti e ripercorrendone le orme su e giù per il Corno d'Africa, Stenio Solinas traccia in questo libro il ritratto di una figura d'eccezione, un "anti-Rimbaud" che imparò a scrivere vivendo, e in controluce racconta gli splendori e le miserie della colonizzazione e dell'Africa contemporanea.
17,00

Il mio Novecento

Il mio Novecento

Angelo Del Boca

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2008

pagine: 448

Il Novecento è stato un secolo denso di avvenimenti, per buona parte crudeli, come pochi altri. Un secolo che ha visto due guerre mondiali, con un centinaio di milioni di morti e l'impiego di armi nuove e devastanti. Ha visto l'Olocausto e la proliferazione del Gulag. Ha visto il massacro degli armeni, dei libici, degli etiopici, dei malgasci, dei vietnamiti, degli algerini. Ha visto la decimazione degli abitanti di Nanchino e lo sterminio di due milioni di cambogiani, di cui restano piramidi di teschi. Ha visto una serie quasi ininterrotta di guerre locali, di conflitti razziali, di "pulizie etniche". Ha visto i paesi dell'Occidente diventare sempre più ricchi e quelli del Terzo e Quarto mondo diventare sempre più poveri. Anche per l'Italia non è stato un secolo clemente. Un milione di morti nelle due guerre mondiali; venti anni di isolamento e di libertà calpestata dalla dittatura fascista; un paese da ricostruire interamente dopo il 1945. E poi il triste bilancio di fine secolo. L'Italia è al primo posto, in Europa, per il calo demografico e l'invecchiamento della popolazione, al decimo, nel mondo, fra i paesi che più inquinano. E ha un debito pubblico (70 miliardi di euro di interessi passivi ogni anno) che condiziona pesantemente l'attività di ogni governo. Il Novecento, tuttavia, è stato anche un secolo di eroismi e di grandi ideali che hanno dato luogo a gloriose pagine di storia, come la Resistenza.
19,00

La più bella regia. La mia vita

Gianfranco De Bosio

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2024

pagine: 240

Racchiudere in un libro la vita di Gianfranco de Bosio, regista teatrale e cinematografico, sceneggiatore e docente, è un'impresa mastodontica che soltanto de Bosio poteva tentare, perché significa riassumere la vita stessa dell'Italia dagli anni Venti fino a oggi. Uomo di profonda e vasta cultura, de Bosio ha scritto pagine rilevanti della storia della regia teatrale del Novecento e dei primi anni del nuovo millennio: nel dopoguerra ha dato vita al primo teatro universitario italiano; all'inizio degli anni Cinquanta ha avuto il non poco coraggio di resuscitare il teatro originale del Ruzante, drammaturgo padovano "dimenticato" da oltre quattro secoli; nel 1951 ha portato per la prima volta sulle scene italiane il teatro epico di Bertolt Brecht e, nel 2013, è stato il regista di quello che è a tutt'oggi lo spettacolo campione assoluto di incassi dell'Arena di Verona, l'Aida, il capolavoro verdiano rappresentato in tutto il mondo. Raccontando l'artista, de Bosio regala, in queste pagine, l'autoritratto più intimo di se stesso. Un uomo che, nell'intera seconda metà del Novecento, si è dedicato con inestinguibile curiosità alla ricerca artistica, e la cui vita è costellata di incontri straordinari con le massime personalità della cultura del suo tempo.
17,00 16,15

Amore nero

Maria Pace Ottieri

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2022

pagine: 192

Quando la protagonista atterra nel 1981 in Alto Volta, quello che oggi si chiama Burkina Faso, non è la prima volta che vede l’Africa. Ci è già stata in precedenza, e ora è tornata per salutare l’amico e batterista Azou. L’Africa da tempo le pare «una grande periferia dove si accumulano i materiali» del mondo che qui sono ancora mobili e non circoscritti, malleabili, carichi di potenzialità infinite e capaci di ricomporsi in infinite varianti. È una terra di sterminata savana e polvere rossa, dove i bambini stanno seduti a grappoli e le donne preparano insieme il tô, una sorta di polenta dura che è la base del pasto quotidiano. Ma anche una società che ha sempre sacrificato l’individuo a sé stessa, liquida, dove i rapporti fra uomini e donne, vecchi e bambini, scorrono come un flusso ininterrotto. La protagonista osserva tutto con l’occhio dell’antropologa, affascinata da quanto le sta intorno e dal proprio modo di reagire a quello, per farne poi un piccolo diario che, ritornata in Italia, affida alle mani di un grande editore. Il quale le conferma che sí, si tratta di un libro, un libro vero, e non solo di un diario senza pretese, e tale che, pubblicato nel 1984, vince nello stesso anno il Premio Viareggio Opera Prima. Neri Pozza ripropone oggi quel libro, l’esordio di Maria Pace Ottieri: un volume che contiene un mondo, narrato con una lingua attenta e precisa anche quando è metaforica, in cui lampi di riflessione e consapevolezza si fanno largo tra la fitta descrizione di paesaggi, avvenimenti, villaggi o città, cortili interni o chiese cattoliche. Una dichiarazione d’amore per l’Africa, racconto di un viaggio in quel vasto continente ma soprattutto di un modo di percepire l’altro, di entrare, col cuore prima che con la testa, nella sua cultura. Nelle parole dell’autrice stessa: «Li guardo vivere, mi piace cercare di capire dalle forme, come un disegno di cui si possano leggere solo i contorni, togliere ogni giorno sottili strati di mistero».
18,00 17,10

Fango e stelle. Viaggio in Russia in compagnia di Puskin, Tolstoj e altri geni dell'Età dell'oro

Sara Wheeler

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 304

Puškin era un uomo licenzioso, lascivo, impetuoso, che ben di rado si lasciava sfuggire l’occasione di una rissa. Non ebbe mai un lavoro vero e proprio e, per lo più, visse con i soldi di suo padre. Dostoevskij usciva di casa con temperature rigidissime e sedeva poi per ore in una sala riscaldata per correggere le bozze. Spesso lavorava quindici ore al giorno e aveva sei attacchi epilettici alla settimana. Gogol’ aveva le gambe corte e un’andatura goffa, portava i capelli lisci che gli penzolavano ai lati del collo e il naso era tanto lungo e aguzzo che era in grado di toccarlo con il labbro inferiore: forse è per questo che le sue prime storie raccontano tanto bene gli odori. Tolstoj era l’uomo più famoso di tutta la Russia, dopo lo zar, e indubbiamente uno dei più egoisti. Morì in una stazione, un decesso appropriato, dato che nelle sue narrazioni associò spesso la ferrovia alla morte: Anna Karenina perisce sotto un treno, e lungo tutto il romanzo eponimo la ferrovia rappresenta l’orrenda minaccia della modernità, l’adulterio, l'incubo. Attraverso otto fusi orari, viaggiando sulla Transiberiana in inverno e navigando sul Mar Nero in estate, Sara Wheeler raggiunge i luoghi più disparati e remoti della Russia per raccontare gli scrittori dell’Età d’Oro, i mostri sacri della letteratura russa del XIX secolo, coloro che ancora oggi continuano a dominare la letteratura mondiale. "Fango e stelle" non è, tuttavia, soltanto un corso intensivo sui classici russi. Ripercorrendo il paesaggio letterario russo, Sara Wheeler svela l’anima di una nazione ben diversa da quella descritta oggi dai giornali: un grande paese in cui le glorie letterarie del passato continuano a essere fonte d’ispirazione per la vita concreta, le lotte e la cultura dei suoi abitanti.
20,00 19,00

Una sfida impossibile. L'Antartide in solitaria

Colin O'Brady

Libro: Libro in brossura

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2021

pagine: 304

Ottobre 2018. A bordo del cargo Ilyushin, in mezzo a un mucchio di scatole, tende e generatori, i passeggeri in viaggio verso l’Antartide per l’inizio della stagione delle spedizioni si contano sulle dita di una mano. Tra di loro c’è il giovane americano Colin O’Brady, reduce da un incidente che ha rischiato di inchiodarlo su una sedia a rotelle. Di fianco a lui, a condividere la stessa panca per le quattro ore di volo, si è accomodato un uomo che, soltanto a guardarlo, incute soggezione: è il capitano Louis Rudd, che nel corso degli anni ha trascorso più tempo di chiunque altro a trainare una slitta sui ghiacci dell’Antartide durante varie spedizioni. Entrambi sono diretti al campo base, dove attenderanno un altro velivolo che li calerà sul ghiaccio dell’Antartide per l’inizio ufficiale di una storica sfida: diventare la prima persona ad attraversare il continente in solitaria, senza rifornimenti e senza l’ausilio di vele o cani da slitta. Un’impresa che molti, dopo la morte del leggendario esploratore britannico Henry Worsley, hanno liquidato come impossibile. Sebbene sia stato a lungo un atleta professionista, scalando alcune tra le montagne più alte del mondo, compreso l’Everest, Colin sa che non sarà per nulla facile affrontare ciò che lo attende: condizioni atmosferiche brutali, temperature glaciali e millecinquecento chilometri da percorrere trascinando una pesante slitta. Ha inizio così l’epica avventura di un uomo che, isolato in una vasta distesa di ghiaccio giorno e notte, comprende che dovrà scavare dentro di sé più a fondo di quanto non sia mai andato prima, alla ricerca di riserve di energia a cui poter fare appello; imparando in fretta che l’Antartide non consente indecisioni: fai o non fai, agisci, ti muovi e speri per il meglio; e attingendo alle esperienze dei giganti che l’hanno preceduto, i pionieri polari capaci, con la loro esperienza, di insegnargli tutto ciò che sa sulla resistenza, la forza e la perseveranza. Con l’intelletto di un accademico, la passione di un atleta e il coraggio di un esploratore, Colin O’Brady ha impresso il suo nome negli annali della tradizione polare, smentendo l’affermazione che il successo sia per pochi eletti e svelando ciò che serve per raggiungere grandi traguardi.
20,00 19,00

Tra il Po, il monte e la marina. I romagnoli da Artusi a Fellini

Pier Mario Fasanotti

Libro: Copertina morbida

editore: Neri Pozza

anno edizione: 2017

pagine: 300

La Romagna ha dato i natali ad alcuni tra i personaggi più rilevanti della storia dell'arte e della letteratura del nostro paese. Dalla dantesca Francesca da Rimini, che incarna la forza possente e inesorabile dell'amore, al malinconico Giovanni Pascoli; da Leo Longanesi, un «cocktail agitatissimo di idee e iniziative», a Federico Fellini, che raccontava di essere nato su un tratto ferroviario del litorale romagnolo, ossia tra Viserba e Riccione: una bugia innocente, fantasiosa e facile da smontare visto che quel giorno, il 20 gennaio, i treni erano in sciopero. Ma la Romagna non è solo terra di artisti e letterati. In Romagna ha visto la luce Pellegrino Artusi, «il padre della cucina italiana» che ha avuto certamente un ruolo non marginale nell'unificazione del nostro paese. In Romagna hanno vissuto gli «eroi neri» dall'umanità dolente, come il bandito Stefano Pelloni detto «Il Passatore»; Ettore Muti, «il più ignorante tra i gerarchi fascisti»; nonché il giovane Benito Mussolini, il cui primo vagito si udì a Dovia, una frazione di Predappio in provincia di Forlì. Dalla Romagna arrivano anche uomini di grande coraggio come l'aviatore Francesco Baracca, soprannominato «Cecchino», che attirò su di sé l'attenzione dei giornali con le sue spericolate imprese durante la Prima guerra mondiale, e il «pirata» Marco Pantani, la cui morte misteriosa ancora non smette di far discutere. Con una prosa scorrevole e ben documentata, Pier Mario Fasanotti costruisce una galleria di ritratti singolari di romagnoli che hanno fatto la storia del nostro paese. Un collage di personaggi della cultura, dello sport e della politica capaci di offrire al lettore una mirabile incursione nella «regione più italiana d'Italia».
18,00 17,10

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