Ombre Corte: Cartografie
L'antropologia politica. Il potere e le società contro lo Stato
Pierre Clastres
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 79
Nelle due interviste qui raccolte (l’una del 1974, apparsa in “L’Anti-mythes”, l’altra raccolta da Raymond Bellour e pubblicata nel 1978), Clastres espone a grandi linee le sue idee e posizioni sulle questioni che l’hanno occupato per tutto la sua breve vita, come antropologo ed etnologo: il potere, la guerra e la violenza nelle società selvagge. Clastres presenta le sue tesi rivoluzionare che daranno origine a nuovi paradigmi e a una nuova antropologia politica: le società cosiddette primitive sono effettivamente delle società senza Stato non per mancanza o carenza, ma per un rifiuto dello Stato, tanto che si possono definire non più semplicemente “società senza Stato” ma “società contro lo Stato”; lo studio delle tribù indigene dell’America del sud rivela che il capo selvaggio è dotato di prestigio ma non di potere – il che significa che nella società egli non dispone del potere di comandare e di trasformare gli altri membri della tribù in soggetti che obbediscono. Ma a Clastres non basta opporre le società senza Stato alle società con Stato: ci invita a una svolta copernicana che consiste nel far gravitare le società con Stato attorno alle società contro lo Stato, in modo da aprire e scoprire uno spazio di comprensione inedito e rinnovare da cima a fondo l’idea di politica.
Michel Foucault. La storia, il nichilismo e la morale
Paul Veyne
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2023
pagine: 117
A partire dal comune insegnamento al College de France, Paul Veyne strinse un forte legame di amicizia con Michel Foucault, del quale divenne, soprattutto negli ultimi anni di vita del grande filosofo francese, il referente privilegiato. In questo volume sono raccolti alcuni contributi che Veyne, nel corso degli anni, ha dedicato all’opera dell’amico. In Foucault rivoluziona la storia, definito da più parti come una delle analisi più rigorose e interessanti dell’opera foucaultiana, Veyne tematizza le novità introdotte dall’autore di Sorvegliare e punire nell’approccio alla storia. Più caratterizzati in senso affettivo sono L’ultimo Foucault e la sua morale, Foucault e il superamento del nichilismo e la conversazione con Catherine Darbo-Peschanski. In essi, all’attento vaglio di alcuni rilevanti nodi problematici, quali appunto la morale e il nichilismo, si unisce il proposito di tracciare un profilo dell’uomo Foucault, colto, sulla scia del ricordo personale, in alcuni momenti della sua vita. “Mi sembra che la grandezza dell’opera di Foucault stia nell’essere riuscita a sistematizzare delle intuizioni che fanno parte del buon senso della nostra epoca e che molti di noi, di pari sensibilità intellettuale, sentono, intuiscono, sanno, ma non riescono ad articolare in modo coerente” (Paul Veyne).
Estetica sovversiva. Sulla rappresentazione e gli oggetti culturali
Luca Martignani
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 119
I saggi qui raccolti sono dedicati al carattere critico e potenzialmente sovversivo della rappresentazione, inclusa quella artistica e letteraria. Tale carattere lo si può evincere anzitutto dal gesto del creativo, dalla sua capacità di immaginare contro-mondi o di privilegiare la provocazione e l’idea rispetto alla tecnica, come nel caso delle trasformazioni intervenute nell’arte contemporanea. La riflessione di Martignani muove dal significato sociale del dandysmo, attraversa la sottocultura skinhead e propone una ermeneutica degli oggetti attraverso esempi letterari e cinematografici orientati a immaginare mondi diversi da quello esistente, sottoponendo quest’ultimo a critica sul piano socioculturale e politico. Essa si inquadra pertanto nel contesto dell’estetica sociale, non solo per individuare le categorie che operano forme specifiche di dominazione simbolica (come il sesso, la droga, il capitale), ma anche per indicare il modo in cui attribuiamo senso alla realtà. È in questa accezione che il contenuto del testo si può definire sovversivo: analizza in modo critico alcuni scenari sociali da un punto di vista estetico. Lo fa cercando di riconoscere negli aspetti esteriori della cultura e nel valore simbolico degli oggetti gli elementi che sottolineano la critica all’ordine costituito e a specifici tratti delle norme sociali.
Hannah Arendt. La politica tra crisi e rivoluzione
Richard J. Bernstein
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 129
Perché leggere Hannah Arendt oggi? Perché, sostiene Bernstein, le sue penetranti intuizioni ci aiutano a pensare sia all’oscurità dei nostri tempi che alle fonti di illuminazione. In questo suo agile e acuto lavoro il filosofo statunitense ne esplora il pensiero sull’apolidia, i rifugiati e il diritto ad avere diritti; la banalità del male e le complesse relazioni tra verità, menzogna, potere e violenza; la tradizione dello spirito rivoluzionario e l’urgenza che ciascuno di noi si assuma la responsabilità della propria vita politica. Senza risparmiare critiche agli aspetti più controversi dell’opera di Arendt, Bernstein le attribuisce un duplice merito: da un lato, quello di aver riconosciuto i molteplici sintomi di una radicale crisi della politica moderna, anche per quanto riguarda le sue aspirazioni democratiche; dall’altro, quello di aver seguito con grande originalità teorica le tracce di una tradizione alternativa, producendo “una delle analisi più raffinate e suggestive della politica partecipativa”, che integra “i concetti di dibattito, pluralità, isonomia, concreta libertà pubblica, felicità pubblica, potere comune”. Per queste vie, Arendt solleva nuove domande ed elabora categorie inedite, associando alla critica della modernità la riflessione sul senso e sulla dignità di una politica aperta allo “spirito rivoluzionario” e alla possibilità di “dare inizio a qualcosa di nuovo”.
Il rischio di «fare pasticci». Un'analisi dei metaloghi di Gregory Bateson
Viola Brancatella
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 115
I metaloghi di Gregory Bateson sono dialoghi tra un padre e una figlia immaginaria, per alcuni aspetti ispirati ai celebri dialoghi socratici, dove assume un particolare valore il modo in cui le idee sono connesse tra loro. Sono spazi di apprendimento, ragionamento e confronto con i quali l'autore spiega la sua complessa epistemologia, procedendo con un incedere vago e al contempo rigoroso. Nel metalogo ciò che conta non è soltanto il contenuto della conversazione, ma anche e soprattutto la struttura e l'andamento del dialogo, il modo di ragionare e la continua messa in discussione dei presupposti. Il metalogo è ricorsivo, si espande e torna su se stesso sempre in modo diverso, arricchito da nuove parentesi che si aprono, da aneddoti, esempi, punti di domanda sospesi... Questo libro, partendo proprio dai sette metaloghi pubblicati in Verso un'ecologia della mente, attraversa in modo circolare tutti i temi cari a Bateson: l'epistemologia, la cibernetica, il costruttivismo, l'antropologia, il linguaggio metaforico ed ecologico, la comunicazione, la teoria dei tipi logici, il paradosso, il sogno, l'estetica, il sacro, la religione. "Direi che, con naturalezza, e senza forzature programmatiche, questa studiosa scrive di Bateson nello stile di pensiero — se non di scrittura — di Bateson. Del resto l'essenza delle opere di Bateson, il suo contenuto, non è scindibile dalla forma" (Dalla Prefazione di Rosalba Conserva).
Il rischio di «fare pasticci». Un'analisi dei metaloghi di Gregory Bateson
Viola Brancatella
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 120
I metaloghi di Gregory Bateson sono dialoghi tra un padre e una figlia immaginaria, per alcuni aspetti ispirati ai celebri dialoghi socratici, dove assume un particolare valore il modo in cui le idee sono connesse tra loro. Sono spazi di apprendimento, ragionamento e confronto con i quali l'autore spiega la sua complessa epistemologia, procedendo con un incedere vago e al contempo rigoroso. Nel metalogo ciò che conta non è soltanto il contenuto della conversazione, ma anche e soprattutto la struttura e l'andamento del dialogo, il modo di ragionare e la continua messa in discussione dei presupposti. Il metalogo è ricorsivo, si espande e torna su se stesso sempre in modo diverso, arricchito da nuove parentesi che si aprono, da aneddoti, esempi, punti di domanda sospesi... Questo libro, partendo proprio dai sette metaloghí pubblicati in Verso un'ecologia della mente, attraversa in modo circolare tutti i temi cari a Bateson: l'epistemologia, la cibernetica, il costruttivismo, l'antropologia, il linguaggio metaforico ed eco-logico, la comunicazione, la teoria dei tipi logici, il paradosso, il sogno, l'estetica, il sacro, la religione. "Direi che, con naturalezza, e senza forzature programmatiche, questa studiosa scrive di Bateson nello stile di pensiero — se non di scrittura — di Bateson. Del resto l'essenza delle opere di Bateson, il suo contenuto, non è scindibile dalla forma" (Dalla Prefazione di Rosalba Conserva).
La critica istituzionale. Il nome e la cosa
Stefano Taccone
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 144
Il diritto di Antigone. Appunti per una filosofia politica: a partire dai corpi migranti
Gian Andrea Franchi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 128
Il diritto di Antigone è il tentativo di elaborare alcuni spunti per un pensiero politico militante a partire dall’esperienza immediata con i migranti della cosiddetta rotta balcanica. L’autore ritiene che la tradizione ispirata principalmente all’elaborazione teorica dei movimenti della sinistra radicale degli anni Sessanta e Settanta, di cui è stato e si sente partecipe, abbia avuto un forte carattere “deduttivo”, che ha portato a una lettura spesso ideologica e riduttiva della drammatica complessità dell’esperienza politica, in particolare per ciò che riguarda il rapporto fra le dinamiche collettive e le singolarità individuali. Questo aspetto rimane il non pensato nella necessaria ricerca pratica e teorica di costruzione di forme sociali alternative a quella dominante, che oggi giunge a mettere in pericolo la stessa riproduzione della vita sulla terra. L’intento di Franchi è quindi di proporre un metodo “induttivo”, che parte dall’incontro solidale con i “corpi di dolore” dei migranti. Su questa esperienza, intesa in senso benjaminiano, che racchiude e manifesta nella maniera più concreta un aspetto fondamentale della condizione e delle dinamiche in atto nel mondo, cerca di articolare un percorso, dotato anche di spessore teorico, senza rinnegare la ricchezza di una tradizione, ma accettando di addentrarsi in una selva oscura, esistenziale e politica, in cui il capitalismo appare come l’ultima ossessione storica del rifiuto della condizione mortale dell’essere umano.
Segnalatore d’incendio. Una lettura delle tesi Sul concetto di storia di Walter Benjamin
Michael Löwy
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 180
“Le tesi Sul concetto di storia di Walter Benjamin costituiscono uno dei testi filosofici e politici più importanti del xx secolo. Nel pensiero rivoluzionario è forse il documento più significativo dopo le Tesi su Feuerbach di Marx. Testo enigmatico, allusivo, perfino sibillino, il suo ermetismo è costellato di immagini, di allegorie, di illuminazioni, cosparso di strani paradossi, attraversato da intuizioni folgoranti. Per riuscire a interpretare questo testo, mi pare indispensabile situarlo nel complesso dell’opera benjaminiana. Cerchiamo di ritrovare, nel movimento del suo pensiero, i momenti che preparano o annunciano il testo del 1940. La filosofia della storia di Benjamin attinge a tre fonti molto diverse: il romanticismo tedesco, il messianismo ebraico, il marxismo. Non si tratta di una combinatoria o di una “sintesi” eclettica di queste tre prospettive (apparentemente) incompatibili, ma dell’invenzione, a partire da esse, di una concezione nuova, profondamente originale. Non si può spiegare il suo modo di procedere con una qualche ‘influenza’: le differenti correnti di pensiero, i diversi autori da lui citati, gli scritti dei suoi amici sono materiali con i quali egli costruisce un edificio proprio, elementi grazie ai quali realizza un’opera di fusione alchemica, per fabbricare con essi l’oro dei filosofi”.
La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo
Alessandro Dal Lago
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 128
“Credo che oggi, esattamente come vent’anni fa, il lavoro teorico ed empirico sulle devianze vecchie e nuove debba sfuggire alle pretese della terminologia positivistica delle scienze sociali e soprattutto dei meccanismi politico-morali che esse innescano. Così, un lavoro sulle scienze dell’immigrazione potrebbe mostrare, allo stesso modo in cui Foucault ha decostruito le idee di razza e di nazione, come il linguaggio ‘tecnico’ della demografia, della sociologia, delle relazioni internazionali, ecc. travesta spesso la preoccupazione profonda di inferiorizzare i migranti, di tenerli a distanza, di farne dei non-cittadini. In questa prospettiva, il saggio che viene riproposto non è che una prima lettura, inevitabilmente parziale, delle procedure con cui le moderne scienze hanno contribuito a spoliticizzare l’esperienza”. “Sono convinto, oggi come ieri, che i discorsi sociologici (e criminologici) sulla devianza non debbano essere trattati tanto come ipotesi scientifiche su certi aspetti della realtà sociale, quanto e soprattutto come dispositivi che costituiscono il proprio oggetto in base a strategie che hanno a che fare con il potere” (dalla Prefazione alla seconda edizione del 2000).
Immagini che vivono. Politica e fotografia in Tano D’Amico
Viviana Vacca
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 118
Che cosa pretendono, da noi, le immagini? Il capovolgimento rappresentato da questa domanda ci pone di fronte ad alcune questioni nevralgiche riguardanti i rapporti tra il mondo contemporaneo e le immagini artistiche: la presa di posizione politica delle immagini, la specificità dell’immagine fotografica, le immagini come operatrici di dignità, il fotografo che, alla pari di antichi indovini, è in grado di scoprire e rivelare colpe e colpevoli. In dialogo con numerosi riferimenti teorici importanti – da Benjamin a Barthes, da Deleuze a Georges Didi Huberman – la portata innovativa della straordinaria esperienza artistica di Tano D’Amico acquista il risalto che merita in direzione di una presa di posizione teorica di maggior respiro rispetto alla storia delle immagini del contemporaneo. Le singolarità emergenti grazie allo sguardo del fotografo – i volti, i gesti delle donne, dei bambini, dei lavoratori e dei poveri in quanto corpi nelle lotte sociali – permettono alle immagini di vivere, e non soltanto di sopravvivere. Le belle immagini, quelle che vivono, sono, per Tano D’Amico, immagini astratte e liberate dalla funzione ancillare nei confronti delle parole, affermando gioiosamente la propria autonomia: immagini fatte della stessa materia di cui sono fatte le rivolte che non hanno bisogno di nessuna didascalia.
Dialettica dell’irrazionalismo. Lukács tra nazismo e stalinismo. Con Grand Hotel «Abisso» di György Lukács
Enzo Traverso
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2022
pagine: 130
La distruzione della ragione – una delle opere più ambiziose e controverse di György Lukács – possiede il fascino dei luoghi della memoria. Scritta durante la guerra e pubblicata a Budapest nel 1953, quando il suo autore viveva sotto la minaccia delle persecuzioni staliniste, essa appartiene a pieno titolo al grande dibattito intellettuale che attraversa l’Europa di quegli anni: perché Hitler? Da dove nasce il nazismo? La storia tracciata da Lukács dell’irresistibile ascesa dell’irrazionalismo nella Germania moderna – una linea retta che nasce con il primo romanticismo e giunge a Hitler – è unilaterale e discutibile, come pure la sua apologia dello stalinismo, ma è anche lo specchio di un’Apocalisse: la crisi dell’Europa tra le due guerre. Enzo Traverso contestualizza e storicizza quest’opera, mettendone in luce i limiti e le contraddizioni, ma riconoscendone anche la sinistra grandezza. Questa rilettura a settant’anni di distanza è inoltre l’occasione di riesaminare il concetto di irrazionalismo, oggi al centro di un vasto dibattito intellettuale intorno alle premesse del postmodernismo e degli studi postcoloniali.