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Pacini Editore: Arte

La collegiata di Sant’Andrea a Empoli. Arte e storia attraverso i secoli

Marco Frati, Valfredo Siemoni

Libro: Libro rilegato

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 224

«Sintesi strepitosa della storia tutta di Empoli, la collegiata di Sant'Andrea s'erge al centro della città cui appartiene come tangibile luogo della memoria e insigne contenitore d'arte. Intrecciando i testi di due esperti ed appassionati conoscitori dell'argomento con la sensibilissima campagna fotografica appositamente realizzata per l'occasione, il libro ripercorre le vicende più o meno note che hanno interessato nel tempo l'edificio di culto ed il suo ricco apparato di decorazioni e di arredi. Uomini, opere, documenti, fonti letterarie, bibliografia specifica ricostruiscono il lungo percorso di una realtà monumentale di cui troppo spesso si sono estrapolati solo pochi, isolati episodi emergenti. Ne nasce una monografia vivace e piena di novità, nella quale quel singolare individuo storico che è la maggior chiesa empolese ottiene il ritratto a tutto tondo, e quasi la biografia, che soli possono rendere giustizia alla sua particolarissima collocazione nel variegato panorama artistico toscano.
38,00 36,10

Giovanni Antonio Cybei e il suo tempo. Guida alla mostra. Ediz. italiana e inglese

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 105

«L'evento culturale di eccezionale importanza promosso dall'Accademia di Belle Arti di Carrara, in occasione del suo 250° anniversario della fondazione, del suo primo Direttore Antonio Cybei, è la sua riscoperta di un così autorevole e ingiustamente dimenticato artista, oggi annoverato tra i migliori rappresentanti della scultura settecentesca europea. Le opere in mostra saranno esposte in quattro edifici storici, il Museo Carmi, Palazzo Binelli, Palazzo Cucchiari e Palazzo Cybo Malaspina sede dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, i quali costituiranno un percorso espositivo analitico che vedrà raccolta l'intera produzione artistica del Cybei. La Mostra rappresenta un'importante opportunità didattica e di ricerca per l'intera popolazione studentesca, già attivamente e costantemente impegnata con grande energia, nel lungo percorso organizzativo. Le ricerche storiche effettuate dai Docenti dall' Accademia e in primis dal curatore della mostra Prof. Gerardo de Simone, attraverso una accurata ricerca epistemologica, hanno messo in evidenza il rapporto tra le teorie del Cybei e il periodo precanoviano. L'Accademia di Carrara nell'ambito della propria programmazione, si pone al centro di proposte sia di mostre storiche che di interventi nell'ambito dell'arte contemporanea. Pertanto, si ringrazia il Direttore Prof. Luciano Massari, responsabile della mostra, gli studenti, ed i loro Rappresentanti e quanti hanno collaborato e collaboreranno in futuro ai programmi culturali di questa Istituzione.» (Dalla Presentazione di Antonio Passa)
8,00 7,60

Raffaello

Raffaello

Cristina Acidini Luchinat

Libro: Libro rilegato

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 272

«Che Raffaello Sanzio da Urbino fosse un uomo fuori dall'ordinario e un artista prodigioso, lo capirono subito i contemporanei, a partire dai signori urbinati delle dinastie Montefeltro e Della Rovere, per continuare con le famiglie nobili e mercantili dell'Italia Centrale, i committenti ecclesiastici d'ogni rango fino ai pontefici, i curiali, i letterati umanisti e poeti. Era perfino in buoni rapporti con artisti di vari stati italiani, come provano i documenti oltre che i racconti dei biografi: fatto, questo, raro e rimarchevole in un ambiente fortemente competitivo, animato da rivalità personali. La sua capacità artistica, quanto mai versatile e universalmente riconosciuta, poté esprimersi ai massimi livelli anche grazie all'affabilità del suo carattere, che lo agevolò nello stringere relazioni di colleganza e di amicizia. Addirittura Paolo Giovio (il coltissimo monsignore comasco che visse a Roma a partire dal 1512, quando Raffaello era all'apice della sua carriera sotto Giulio II e Leone X), nello scrivere di lui la Vita in latino a pochi anni dalla morte nel 1520, mise acutamente sullo stesso piano il talento professionale e l'abilità sociale: "La grande intimità coi potenti, conquistata con un costume tutto civiltà e cortesia, gli procurò fama non meno dell'eccellenza delle sue opere" (Giovio ed. 1999). Fu poi il sommo biografo degli artisti, Giorgio Vasari, ad affermare in via definitiva la grandezza di Raffaello, di volta in volta definito "miracoloso", "eccellente", "grazioso" e "graziosissimo", da collocare tra i massimi innovatori e padri della 'maniera moderna', con Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti...» (Dall'Introduzione)
25,00

La collezione Piccolomini Spannocchi. Siena, Santa Maria della Scala

La collezione Piccolomini Spannocchi. Siena, Santa Maria della Scala

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 528

34,00

Le pievi di San Miniato. Alla ricerca del medioevo

Annamaria Ducci

Libro: Libro rilegato

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2021

pagine: 200

«Passo dopo passo o, meglio, pagina dopo pagina, il volume ci accompagna indietro nel tempo svelando la magia e la bellezza di queste costruzioni maestose e silenti, talune deteriorate dal tempo e dall'incuria ma ancora lì a testimoniare, attraverso la bellezza dell'espressione artistica, una proficua trasmissione di fede e di cultura. Sfogliando le pagine si accendono fasci di luce che mettono in evidenza, con sapiente regia, luoghi a noi vicini e spesso dimenticati, siti un tempo pulsanti di vita ed ora abbandonati ma che hanno rivestito un ruolo religioso, sociale, politico ed economico di primaria importanza lungo il dipanarsi dei secoli dall'anno Mille e fino ai primi anni del secolo scorso. Patrimonio ideale dal quale traggono nutrimento le nostre radici, linfa vitale che ha reso grande la nostra civiltà ed il nostro territorio. La Fondazione da sempre, nel perseguire finalità di utilità sociale, è impegnata nel mantenimento del patrimonio artistico e culturale di cui è ricco il territorio allo scopo di tramandarlo alle generazioni future. Concludo con un ringraziamento al Presidente Prof. Gianfranco Rossi ed al suo Comitato di Gestione per aver voluto questa opera e per avermi così dato l'opportunità e l'onore di presentarla.» (Dalla Presentazione di Antonio Guicciardini Salini)
45,00 42,75

Looking forward to the past

Massimiliano Pelletti

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 98

«Con Massimiliano Pelletti la scultura torna ad 'invadere' le sale espositive del Museo delle Arti di Catanzaro, dopo la positiva esperienza di Bertozzi & Casoni, i ceramisti emiliani che restituiscono agli oggetti nuova esistenza, donando loro una sorta di nuova vita “eterna”. Questo importante evento si avvale della collaborazione della Fondazione Rocco Guglielmo, dell'Amministrazione Provinciale di Catanzaro ed è realizzata grazie al prezioso contributo della Galleria Barbara Paci di Pietrasanta. Gli accoglienti ambienti del MARCA si aprono e si piegano alle esigenze di questa personale, in occasione di "Looking Forward to the Past", a cura di Alessandro Romanini, fino al 31 luglio 2020. Un percorso scandito da circa trenta opere della sua produzione più recente, nel corso della quale potremo vedere in anteprima anche la serie di sculture concepita appositamente per gli spazi del Museo delle Arti di Catanzaro. La rassegna si configura come un'occasione particolarmente significativa per riflettere sul percorso artistico di Pelletti, nipote di un bravissimo artigiano del marmo, che sin da piccolo nella sua Pietrasanta ha vissuto la realtà della scultura calata nelle suggestioni dei luoghi. Dopo vari percorsi artistici che lo hanno visto presente con il proprio lavoro in importanti Musei, Istituzioni e Biennali, Pelletti si rimpossessa della scultura riavvalendosi di quel linguaggio classico che da sempre ha respirato nelle botteghe d'arte, ma calato nel contesto innovativo. Alla scultura è affidato un compito importante, proprio per la generale maggior resistenza dei suoi materiali: trasmettere testimonianze, valori, pagine di storia alle nuove generazioni. Per questo la scelta del MARCA di aprirsi a questo linguaggio artistico è coerente con il percorso avviato negli anni: arricchire le esperienze di dialogo artistico per allargare la platea dei fruitori e incrementare, assieme alla qualità dell'offerta, il fascino di un luogo – pubblico – che vuole essere davvero per tutti. L'arte è bellezza e deve essere alla portata di tutti. Perché “la bellezza salverà il mondo”.» (Sergio Abramo, Presidente della Provincia di Catanzaro)
18,00 17,10

A tale of two cities. Rome and Siena in the early modern period (1550-1750)

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 256

60,00 57,00

Il Camposanto monumentale di Pisa. Una guida

Il Camposanto monumentale di Pisa. Una guida

Stefano Renzoni

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 120

Questa guida è stata scritta con l'intenzione di fornire uno strumento per orientarsi nella straordinaria raccolta di opere d'arte presenti nel Camposanto. Dall'arte antica a quella medievale e rinascimentale, fino allo storicismo ottocentesco passando per le stagioni barocche e neoclassiche, il Camposanto mantiene intatto il fascino che lo ha reso celeberrimo nel mondo.
14,50

Antonello da Messina

Antonello da Messina

Stefano Renzoni

Libro: Libro rilegato

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 272

Di Antonello si fa presto a sgombrare il campo da infelici illusioni: di lui non si sa praticamente niente. Ma non niente nel senso della trovata retorica per poi stupire i lettori con giochi pirotecnici; no, niente nel senso di (quasi) niente. Non conosciamo la sua data di nascita (1430? Forse), e neppure il giorno della sua morte. Sappiamo, da una notazione quasi marginale di un umanista, che fu a Napoli, ma non conosciamo quando vi arrivò e quanto vi stette. Le chiese napoletane non ci restituiscono opere di lui sicure, e gli archivi tacciono. Non conobbe mai, in vita e negli anni immediatamente successivi, il beneficio della biografia, e il plutarchismo cinquecentesco si fermò sostanzialmente al pur nobilissimo Vasari, che però, quando parlava di non toscani, sapete tutti come andava a finire: un poco di storia, un poco d’invenzione. Del resto per tutti, o quasi, Antonello sarà colui che porterà in Italia la tecnica della pittura ad olio, imparata nelle Fiandre da Jan van Eyck, e se questi morì troppo presto per insegnare alcunché al Nostro, il particolare parve del tutto ininfluente. Nelle Fiandre probabilmente non andò mai, e forse neppure nella Francia del sud, ma il fascino dell’enigma è intrigante, e in campo storiografico si tende spesso a far di tutto per far tornare tutto. Noi ci siamo accontentati di far finta di nulla. Poco prima di morire fece anche un fruttuoso viaggio a Venezia, dove secondo qualche tardo biografo si distinse anche per le sue robuste doti amatorie, ma anche in questo caso non sappiamo quando e come. Abbiamo solo un paio di testimonianze, e ce le teniamo strette, anche perché dovrebbero dirci che fece pure in tempo, prima di tornare a Messina, ad andare a Milano, da quel bel tipo di Galeazzo Maria Sforza, grande amante delle arti, ma anche dei modi spicci, talvolta molto spicci. Ma anche dei suoi soggiorni messinesi finiamo con non sapere molto. Sì, qualche documento esiste, e ci dice qualcosa sulla famiglia, e su quello che dipingeva, ma sono pochissime cose, e poi si tratta di freddi documenti notarili, senza palpiti né indugi sugli aspetti di colore che a noi tanto servirebbero. A causa del terribile terremoto di Messina del 1908, che tutto distrusse, non c’è poi neppure la speranza di saperne di più, e questo è tutto. Non fece affreschi, o almeno non ne esistono testimonianze. Fece in compenso molti ritratti, di qualità in genere strabiliante, ma se il dibattito sull’identità della Gioconda di Leonardo vi appassiona, è perché non avete mai fatto mente locale alle identità dei ritratti di Antonello. Sono uomini, di questo siam sicuri, ma non sappiamo chi fossero, e neppure quale professione svolgessero. A volte esiste almeno il sollievo di un data scritta di suo proprio pugno, accanto alla firma in latino. Poi basta. Non possediamo una lettera scritta da Antonello, neppure di banale notazione di vita…» (Stefano Renzoni)
25,00

Tesori di Volterra

Libro: Libro rilegato

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2020

pagine: 192

"Difesa dalla pietra e scolpita nell'alabastro, plasmata dai venti, erosa dalle Balze e benedetta dalle sorgenti d'acqua, Volterra colpisce per la sua storia lunga come quella dell'uomo: viva di bellezza infinita, e bella perché viva nei suoi indomiti abitanti. È in fondo questo il primo vero tesoro di Volterra: i suoi abitanti, da quelli più antichi che ne hanno delineato i ciclopici contorni murati, ai tanti che l'hanno arricchita di opere d'arte e palazzi, fino a coloro che oggi ne animano i vicoli e le strade, rendendola una città ancora laboriosa e intellettualmente vivace. Questo testo nasce dalla volontà della Cassa di Risparmio di Volterra di illustrare questi Tesori, la Vita e la Bellezza di Volterra, ancora più delle sue straordinarie opere d'arte. E per farlo è stato scelto un punto di vista originale: lo sguardo di un giovane fotografo, Antonio Maria Storch, che ha realizzato tutte le immagini del libro in piena libertà suggerendo un punto di vista inconsueto e analitico, incline alla sorpresa più che alla descrizione, mai didascalico e volutamente eterogeneo, figlio della curiosità e attento al particolare. La scrittura dei testi che accompagnano le fotografie è stata la fonte di un viaggio tra presente e passato in dialogo infinito tra monumenti e vita quotidiana, tra artisti antichi e attuali, tra lo sguardo dei Santi e il talento demiurgico degli artigiani. Non vi è naturalmente nessuna pretesa di completezza scientifica quanto piuttosto l'intento – questo sì – di dare uno spunto di profondità storica all'immagine e di offrire un'occasione di riflessione all'occhio curioso di chi vi si accosti per la prima volta. Nella costruzione di questo percorso, per la mia formazione specifica, non potevo che andare in cerca dell'Archè, l'origine degli avvenimenti, la forza primigenia da cui scaturiscono gli elementi artistici e culturali di una comunità, ben conscio che tra il principio delle cose e l'evoluzione del reale tout se tient, e i linguaggi artistici inscindibilmente connessi divengono il fulcro con cui le personalità artistiche, facendosi opera, valicano le linee del tempo per depositarsi nella storia". (Fabrizio Burchianti)
25,00 23,75

Il Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. Risorse e insediamenti nell'Etruria settentrionale costiera. Ediz. italiana e inglese

Il Museo Archeologico di Rosignano Marittimo. Risorse e insediamenti nell'Etruria settentrionale costiera. Ediz. italiana e inglese

Libro: Libro in brossura

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2019

pagine: 174

Il Museo Civico Archeologico di Rosignano Marittimo è nato nel 1957, ad opera del locale Gruppo Archeologico, per accogliere i corredi di alcune tombe di età tardo-etrusca rinvenute a Castiglioncello e si è ampliato, in seguito, con reperti provenienti dal territorio comunale. Gli scavi al quartiere portuale di S. Gaetano di Vada, condotti dallo stesso Gruppo tra il 1957 e il 1979, dotano il Museo del suo nucleo più consistente. Con l’inizio degli anni ’80 il Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico dell’Università di Pisa assume la direzione scientifica degli scavi di S. Gaetano e parallelamente inizia un’ampia ricognizione topografica del litorale e della valle del fiume Fine. Dal 1987 anche la Val di Cecina, da Volterra al mare, diviene oggetto di indagini sistematiche, nell’ambito del “Progetto Volterra”, promosso dalla Regione Toscana e condotto dal Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa e dai Musei di Volterra e Rosignano. Il nuovo Museo, inaugurato nel 1996 nel cinquecentesco Palazzo Bombardieri, è nato dall’incontro di queste esperienze e si è poi progressivamente arricchito grazie a numerose altre ricerche, condotte soprattutto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Meritano particolare attenzione, tra queste, oltre al prosieguo delle campagne di scavo nel quartiere portuale di Vada Volaterrana, tuttora in corso, le indagini di scavo condotte tra il 2001 e il 2005 nella necropoli tardo-etrusca di Pian dei Lupi e il recupero di alcuni relitti lungo la costa livornese. Con una particolare attenzione al rapporto fra l’uomo e l’ambiente e alla vocazione marittima del territorio, il Museo ripercorre la storia degli insediamenti e dello sfruttamento delle risorse della fascia costiera compresa tra Castiglioncello e il fiume Cecina e del suo entroterra, dalla preistoria al Medioevo. L’esposizione, dal carattere fortemente didattico ed arricchita da ricostruzioni, plastici e strumenti multimediali, vuole anche essere un’introduzione alla visita del territorio, suggerendo itinerari e percorsi alla riscoperta della storia e delle tradizioni di un paesaggio variegato e suggestivo.
18,00

Beato Angelico

Beato Angelico

Renzo Villa

Libro: Libro rilegato

editore: Pacini Editore

anno edizione: 2019

pagine: 269

Eccezionale ovvero unico da ogni punto di vista il destino dell’artista a tutti noto come ‘Beato Angelico’, un incantevole protagonista della pittura italiana. Maestro dell’arte sacra, ma anche interprete del primo Rinascimento umanistico; autore di esemplari, liriche e commosse immagini di Madonne, Angeli e Santi, ma anche capace di innovazioni tecniche decisive, dal formato quadrato delle grandi tavole sugli altari unificando i precedenti polittici, al modello della ‘Sacra Conversazione’ ove i santi dialogano naturalmente e spiritualmente alla presenza della Madre e del Figlio. La sua è un’opera poliedrica e varia, personalissima; però mai firmata né datata, dando gran problemi agli storici dell’arte. Umile e discreto sarebbe rimasto sconcertato dall’appellativo ‘Beato Angelico’, lui che voleva essere semplicemente fra’ Giovanni del convento di San Domenico a Fiesole. Anche noto, da giovane laico, come Guido di Piero del Mugello. Fu detto Angelico appena scomparso, per l’alta lode rivolta al Maestro, all’artefice di grandiosi tabernacoli, reliquiari e pale decorate, di variati e inimitabili cicli d’affreschi, di tante pagine miniate ove esprimeva sempre la propria fede, esaltando la bellezza delle creature spirituali nei volti purissimi delle Madonne e nelle sfavillanti ali delle creature celesti. Angelico per grazia e soavità di toni e colori, e per ispirazione sempre intensa e partecipe. Riconosciuto dai contemporanei come sommo maestro, accompagnò il superamento dell’ultimo gotico proponendo una nuova lettura dell’antico, e fu nominato Beato per essere modello d’artista esemplare, riconosciuto Patrono dell’arte sacra dalla Chiesa cattolica. Malgrado ciò il destino della sua opera pittorica, risultato di un quarantennio di continuo, attivo e stimatissimo lavoro, è stato segnato dalla dispersione di tante realizzazioni, anche guastate da incuria e sciagurati restauri. Frammentate e sradicate dalla loro originaria collocazione, sono più silenziose, meno espressive ed emozionanti, e però esposte con ogni riguardo nei maggiori musei d’Europa e d’America. Hanno un destino ben diverso da quello atteso e previsto poiché erano state eseguite su richiesta e compenso delle più grandi famiglie fiorentine, ed erano destinate alla liturgia, alla contemplazione e venerazione dei fedeli. Disgraziatamente è poi giunto a noi soltanto uno, su cinque, dei grandi cicli pittorici realizzati a Roma, dove due papi l’avevano chiamato riconoscendolo “primo pittore d’Italia”. Quattro furono distrutti neppure un secolo dopo il loro compimento, in un’epoca ansiosa di più grandiosa modernità; resta per nostra fortuna intatta la Cappella Niccolina in Vaticano, uno dei più equilibrati e misurati cicli dell’intero Quattrocento italiano, nel suo rinnovato classicismo paleocristiano. Eccezionalmente e fortunosamente integra è infine l’opera più personale e sentita, oggi visibile a chiunque, mirabile nella sua compiutezza e conservazione. È la serie di affreschi del convento fiorentino di San Marco, paradossalmente destinati a rimanere segreti, vincolati dalla clausura, dipinti soltanto per la meditazione e la preghiera di un singolo confratello nella sua cella solitaria.
25,00

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