Salerno Editrice: Sestante
Calderón de la Barca
Fausta Antonucci
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2021
pagine: 364
Drammaturgo fra i più importanti del Seicento spagnolo, Pedro Calderón de la Barca (1600-1681) è l’autore di opere fondamentali del patrimonio culturale universale che sono state fonte di ispirazione per altri grandi scrittori e per molti registi. La sua fortuna europea, iniziata nella Francia e nell’Italia del Seicento soprattutto grazie a commedie come "La dama folletto" e "Il carceriere di se stesso", culminò nel Romanticismo grazie a drammi come "La vita è un sogno", "Il principe costante", "La figlia dell’aria", "Il mago prodigioso", "La devozione della croce". Sentimenti contrastanti suscitano tuttora le sue tragedie dell’onore coniugale, crudeli ma splendidamente costruite, mentre raccoglie plauso unanime "Il giudice di Zalamea", centrale oggi nel canone calderoniano. Questo volume si propone di presentare al lettore un quadro completo della produzione teatrale del drammaturgo, dalle commedie e tragedie scritte per i teatri pubblici a pagamento, alle grandi produzioni spettacolari composte per la Corte, dagli "autos sacramentales" agli intermezzi comici all’unica commedia burlesca. Si tratta di un universo estremamente variegato, dalla sorprendente ricchezza di registri, che mette in scena una gamma vastissima di emozioni. Un universo che va messo in rapporto con le coordinate storico-culturali e con il sistema drammatico del Seicento, restituendogli al tempo stesso il respiro moderno e anticipatore che lo anima in tante sue espressioni; la scommessa di fondo del volume è infatti quella di strappare il teatro di Calderón alla visione parziale, spesso ideologicamente tendenziosa e filologicamente inesatta, che ancora ne ostacola una fruizione libera da pregiudizi, capace di apprezzarne al meglio la bellezza e le sfumature.
Luzi
Daniele Piccini
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 368
Mario Luzi (1914-2005) è stato uno dei maggiori poeti del nostro Novecento: con la sua poesia ha attraversato l’intero secolo, affermandosi come autore centrale nel canone italiano ed europeo. La monografia di Daniele Piccini affronta in modo integrale tutti gli ambiti della creazione letteraria del grande poeta. Dopo un ampio resoconto sulla vicenda umana e intellettuale di Luzi, il libro mette a fuoco ciascuna delle sue opere poetiche, interrogandole con metodo rigoroso e insieme con vivace capacità di lettura, in un continuo dialogo con le voci della critica. Si traccia cosí una storia che dal singolare e rarefatto esordio in versi degli anni Trenta (La barca) porta alla rivoluzione espressiva di Nel magma (1963) e ai libri dell’ultima stagione, immersi nel grande codice del vivente: si pensi a titoli come Per il battesimo dei nostri frammenti (1985), Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini (1994), fino a Dottrina dell’estremo principiante, l’ultima opera pubblicata in vita dal poeta (2004). Piccini esamina puntualmente anche il teatro, le prose e la saggistica di Luzi, permettendo cosí al lettore di accedere in modo organico a una produzione tanto ricca quanto profondamente interconnessa. Se il teatro, a partire da Ipazia (1972), sviluppa premesse e scoperte della scrittura poetica, la saggistica si rivela un territorio densissimo di riflessioni, oltre che sugli autori studiati, anche sul proprio fare poesia. Il libro si propone quindi come un contributo importante non soltanto per la ricezione di Luzi, ma anche nel quadro degli studi sulla poesia novecentesca. In questa direzione vanno i rimandi ad altri autori della sua generazione, come Caproni e Sereni, e i riferimenti a quei poeti-critici – da Fortini a Pasolini – che lo hanno letto e commentato a caldo: nel “fuoco della controversia”, per usare un’espressione a lui cara.
Pasolini
Antonio Tricomi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 332
«Aveva torto e non avevo ragione». Così Fortini in ricordo di un interlocutore la cui grandezza oggi ci si rivela ancor più controversa, ma la cui intelligenza delle questioni e il cui sguardo sulla realtà circostante continuano a offrire un punto di vista con cui è impossibile non confrontarsi. In primo luogo perché, sperimentando soluzioni espressive talvolta addirittura estremistiche, Pasolini ha in fondo sempre cercato il conflitto con l'industria culturale, col senso comune. E poi perché, non rinunciando mai a presentarsi anzitutto come intellettuale civile, egli ha scommesso, senza mai derogarvi, sul valore squisitamente politico della letteratura, dell'arte, della conoscenza. Scrutato in quest'ottica da Antonio Tricomi, il bulimico work in progress pasoliniano dimostra di trovare i propri capisaldi senz'altro nelle "Ceneri" di Gramsci e nella "Meglio gioventù", nei corto e mediometraggi degli anni Sessanta, in testi teatrali come "Orgia" e "Calderón", ma, ancor più, nei suoi esiti ultimi. In particolare, nei propri risvolti saggistici (dagli "Scritti corsari" alle "Lettere luterane" e a "Descrizioni di descrizioni"), in quell'autentico “incubo” cinematografico che è il "Salò o le 120 giornate di Sodoma" e, soprattutto, in "Petrolio". È in tale, apocalittico «centone» che urge con ogni probabilità rinvenire il capolavoro almeno potenziale di Pasolini.
Neruda
Gabriele Morelli
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 320
«Nessun poeta dell'emisfero occidentale del nostro secolo - ha scritto Harold Bloom - regge un confronto aperto con lui». Il libro ricostruisce le tappe esistenziali e le opere di Neruda, a partire dalle raccolte giovanili "Crepusculario" e "Veinte poemas de amor..." e racconta gli incontri con Borges, lo scrittore Guillermo de Torre e il poeta César Vallejo nel viaggio verso Oriente, dove Pablo soggiorna come console, mentre nascono le prime liriche di "Residencia en la tierra" che inaugurano una nuova scrittura. Quindi descrive la stagione di Neruda a Madrid, accolto con successo da García Lorca e i rappresentanti della Generazione del '27 e la maturazione politica del poeta a favore dell'impegno sociale e della Repubblica durante della guerra civile spagnola, che ispira il libro "España en el corazón". Negli anni Cinquanta, inseguito da un ordine di cattura del Presidente González Videla, Neruda raggiunge Parigi, quindi l'Italia e l'isola di Capri, dove vive il romanzo d'amore con Matilde Urrutia, reso noto dal film Il postino. Il capitolo finale, dopo la scoperta dei crimini di Stalin e l'adesione all'utopia socialista di Salvador Allende, racconta l'ultimo amore segreto del poeta, descrive il libro inedito "Álbum de Isla Negra", ricostruisce i giorni della morte e la leggenda del suo possibile avvelenamento...
Góngora
Giulia Poggi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 352
Monografia completa sul grande poeta di Cordova, che, partendo dalle sue vicende biografiche, indaga le ripercussioni che le sue opere ebbero sulla poesia del novecento (e del nostro secolo). Articolato in cinque parti, il volume ricostruisce le più importanti tappe della formazione poetica dell'andaluso mettendo in evidenza come la pratica imitativa dei suoi anni giovanili (sonetti, canzoni, madrigali, spesso ispirati a modelli italiani), intrecciata con la ripresa di versi e motivi tradizionali, dia luogo a un'ampia sperimentazione di metri e generi lirici. Sperimentazione che a sua volta sfocia nei suoi due grandi poemi: il 'Polifemo', rivisitazione in chiave barocca del mito teocriteo e ovidiano del gigante innamorato della ninfa Galatea e le incompiute, e ancora per tanti versi enigmatiche, 'Soledades'.
Dostoevskij
Maria Candida Ghidini
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2017
pagine: 319
Si rimane abbagliati dalla ricchezza di pensiero creata nel tempo dall'incontro con Dostoevskij. Nella ricezione della sua opera ha finito per prevalere una grande saturazione di idee: i dialoghi appassionati che si agitano nei suoi romanzi hanno smosso molta terra e piantato molti semi. Si rischia, però, di incrostare la percezione del testo con le tante letture, inibendo una fruizione più fresca (immediata sarebbe impossibile, ce lo insegna Dostoevskij stesso) e dimenticando il profondo radicamento dell'opera nella sua epoca e nel contesto letterario che ha contribuito a generarla. Dostoevskij mette in relazione dimensioni diverse: quella concreta storico-sociale e quella delle «questioni maledette» del destino dell'uomo e del cosmo. E cosi la sua scrittura tangibile vive di un sostrato antico, mitologico, archetipico, che risale alle fonti della letteratura europea e assume un valore autenticamente figurale, perché allarga il particolare infimo fino all'infinito. Maria Candida Ghidini propone, nel suo saggio, un percorso di lettura di opera in opera, sciogliendo i grandi temi in una narrazione vicina ai testi, quelli di Dostoevskij e quelli degli scrittori in un modo o nell'altro a lui vicini. È impossibile studiare le opere dostoevskijane senza considerare il contesto sociale, politico, economico e culturale da cui sono nate; esse sono una potente sintesi delle questioni del suo tempo, di cui Dostoevskij non fu solo un testimone, ma anche un attivo e coinvolto attore. Egli vive e rappresenta un momento storico cruciale, elevando però la caoticità della Storia a rappresentazione di un caos universale primigenio.
Dante
Enrico Malato
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2017
pagine: 432
Massimo poeta del Medioevo e di tutti i tempi, Dante si distingue per la sua straordinaria capacità di parlare alla coscienza e alla sensibilità del lettore moderno come nessun altro poeta o scrittore antico: e ciò, malgrado la tematica da lui assunta a materia di poesia sia tipicamente medievale, dunque legata a un quadro culturale, a un atteggiamento mentale, a un modo di sentire, quali non si saprebbe immaginare più lontani da quelli nostri di oggi. Per cercar di capire e dare una spiegazione in termini razionali e storici a questo che molti autorevoli e spesso severi critici del '900 - da E.A. Auerbach a E.R. Curtius, da A. Pagliaro a G. Contini - hanno definito il « miracolo » dantesco, non basta la lettura, pur fondamentale, dell'opera sua, ma è necessario ripercorrere un itinerario biografico e intellettuale a sua volta fuori dell'ordinario e per molti aspetti "miracoloso": è necessario indagare e ricostruire il cammino compiuto da Dante, dalle prime prove poetiche giovanili, nella Firenze ancora, sostanzialmente provinciale di fine '200, alle più impegnative elaborazioni dell'età matura, fino alla sublime realizzazione della Commedia. In questa prospettiva si è mosso l'autore del presente volume, che non nasconde per altro la sua ambizione di andare al di là dell'obiettivo primario di delineare un disegno - essenziale, ma non sommario - di Dante e della sua opera. Frutto, in realtà, di oltre un trentennio di ricerche e di studi, che hanno consentito l'acquisizione di novità importanti, di ordine biografico ed esegetico, in tema dantesco, questo lavoro si propone anche l'obiettivo di esibire i risultati di tali indagini incardinati nel profilo generale del personaggio, che ne risulta per molti aspetti, non marginali, meglio definito e illuminato. Di qui ancora l'attenzione a tutta una serie di problemi aperti, che ha lo scopo di offrire un quadro complessivo della problematica critica dantesca, parte della fisionomia del personaggio e componente non secondaria del fascino che continua, dopo settecento anni, a esercitare sulla fantasia dei suoi lettori. Nella convinzione che conoscere Dante (soprattutto avendone una conoscenza problematica) è la condizione necessaria e la premessa immancabile per amare Dante.
Saba
Stefano Carrai
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2017
pagine: 296
Nato a Trieste, «città di traffici e non di vecchia cultura, varia di razze e di costumi», Umberto Saba ha attraversato la prima metà del secolo partecipando delle sue vicende intellettuali e politiche senza mai omologarsi alle mode del momento, mantenendo una rotta peculiare dovuta al carattere della propria formazione e all'autenticità di fondo della propria poetica. Paradossalmente trascurato a paragone di altri rispetto ai quali e stato inferiore solo quanto a capacità autopromozionale, aspettava da tempo una messa a punto che ne aggiornasse il profilo biografico e la fisionomia di poeta e prosatore. Una trattazione complessiva, che tiene conto di tutti i progressi fatti dalla critica negli ultimi decenni, sia sul piano filologico sia su quello dell'analisi metrico-stilistica e della contestualizzazione storico-culturale dei testi, si propone ora al lettore per conoscere meglio e apprezzare finalmente uno dei classici del nostro Novecento. La sua vena ha influenzato un filone di poesia in apparenza facile e leggero, minoritario ma non per questo meno vivo, da Betocchi e Penna a Caproni e Bertolucci. Personaggio difficilmente gestibile e imprevedibile, deliberatamente provocatore, il suo ruolo nel quadro della letteratura italiana resta principalmente quello del poeta del Canzoniere, ma un posto di rilievo ha anche lo scrittore di Scorciatoie e raccontinì, di Storia e cronistoria del Canzoniere e di Ernesto.
Eduardo
Nicola De Blasi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2016
pagine: 351
Autore di primo piano del teatro europeo del Novecento, Eduardo De Filippo (1900-1984) ha trovato una sua cifra inconfondibile nel dosato equilibrio tra elementi comici e drammatici, combinando la tradizione teatrale napoletana con una continua ricerca sperimentale. Sin da Natale in casa Cupiello, che scivola appunto dalla farsa verso la tragedia, l'autore porta allo scoperto il dramma della complessa comunicazione nel microcosmo familiare. Nelle opere di Eduardo si riconosce l'evoluzione della società italiana del Novecento, dagli anni difficili successivi alla Prima guerra mondiale al fervore innovativo degli anni Trenta, fino alla tragica frattura storica della Seconda guerra mondiale e al boom economico; dagli anni Cinquanta nuove inquietudini esistenziali e nuovi conflitti generazionali si intravedono in drammi come “La paura numero uno”, “Mia famiglia” o “Sabato, domenica e lunedì”, collocati in ambienti borghesi, dopo che nell'interno popolare di Napoli milionaria!, capolavoro assoluto del Neorealismo italiano, era stata ambientata la tragedia collettiva della guerra. Con la continua ricerca di nuovi congegni teatrali modellati sulle storie da raccontare, Eduardo si è sottratto alla gabbia degli stereotipi e dei luoghi comuni, affrontando le diffidenze di chi vedeva in lui "soltanto" un grandissimo attore, ed è riuscito ancora a sperimentare, con la registrazione della traduzione della Tempesta di Shakespeare in un napoletano dalle tinte secentesche, la straordinaria realizzazione di un teatro privo di scena e per voce sola. Una connotazione sperimentale assume anche la sua intensa attività poetica, che nell'arco dei decenni si è affiancata in vario modo alla produzione teatrale.
Verga
Gabriella Alfieri
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2016
pagine: 361
La recente ripresa dell' "Edizione Nazionale" e la parallela riscoperta di manoscritti mancanti danno l'occasione per ridefinire la figura e l'opera di Giovanni Verga (1844-1922), caposcuola del verismo è stato testimone - solo all'apparenza distaccato - di quasi un secolo di vita dell'Italia, dall'impresa dei Mille fino alla Grande Guerra. Come scrittore ha attraversato le correnti e i generi fondanti della letteratura otto-novecentesca: dal romanticismo al decadentismo, dallo psicologismo al verismo, trasfondendo una vena di simbolismo in romanzi (storici, mondani, veristi) e drammi ("intimi" o rusticani), spingendo lo sperimentalismo fino alle sceneggiature cinematografiche. La sincronia di testi apparentemente incompatibili - come "Storia di una capinera" ed "Eva", "I Malavoglia" e "Il marito di Elena", "Cavalleria rusticana" e "In portineria", "Caccia al lupo" e "Caccia alla volpe" - si giustifica con la volontà tenace di rappresentare l'universo sociale coevo con una forma di volta in volta inerente al soggetto, ma pure con la condizione tutta ottocentesca di scrittore-romanziere professionista che si adegua al mercato editoriale. Al centro di questa ricerca vi sono la lingua e lo stile: Verga si fa traduttore e interprete del sentire dei suoi personaggi ora con il mirabile italiano regionalizzato dei capolavori, ora con l'italiano chiaroscurale dei testi intimisti.
Parini
Giuseppe Nicoletti
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2016
pagine: 237
Pochi scrittori della nostra più alta tradizione sono stati oggetto, come Giuseppe Parini (1729-1799), di valutazioni e giudizi fondati su un sistema di opposizioni in apparenza inconciliabili: tra letteratura e poesia, tra edonismo e moralismo, ragione e sensibilità, Arcadia e Illuminismo, e perfino tra riformismo e rivoluzione. Il percorso di vita del "milanese" Parini dedito in gran parte al lavoro letterario, alla scuola e alla "pubblica felicità" dei suoi concittadini e dunque, all'apparenza, un percorso ordinario, tutt'altro che avventuroso - viene ricostruito, in un fitto dialogo con le sue opere (in particolare il Giorno e le Odi), sullo sfondo storico-politico nel quale egli visse. Nel secondo Settecento, infatti, a Milano, dapprima sotto l'egida moderata dell'imperatrice Maria Teresa, poi sotto quella più imprevedibile ma dirigistica del figlio Giuseppe II, si assiste a un processo di profondo rinnovamento non semplicemente del quadro economico-sociale o delle istituzioni dello Stato, ma anche degli orientamenti culturali generali. In questo nuovo profilo, che fra l'altro tiene conto dell'ingente messe di edizioni e di contributi critici dedicati al Parini in questi ultimissimi decenni, si fa il punto sull'intera produzione dello scrittore, attraverso un esame attento del suo inconfondibile stile poetico e una valutazione approfondita delle sue idee e della sua posizione di letterato "impegnato"...
Carducci
Francesco Benozzo
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2015
pagine: 298
La figura complessa e per molti versi affascinante di Giosuè Carducci (1835-1907) viene attentamente delineata in queste pagine a partire da un'analisi puntuale dei suoi scritti e della sua biografia, dagli anni giovanili passati in Lunigiana e Maremma fino all'approdo, ancora giovanissimo, a Bologna, dove insegnò Letteratura italiana e Filologia romanza all'Università. Poeta, professore, filologo, uomo pubblico dell'Italia risorgimentale, egli resta ancora oggi un personaggio più frainteso che letto. Nel libro viene approfondito in particolare il rapporto tra la sua indole rivoluzionaria, sdegnosa e solitaria, e la società di transizione tra Ottocento e Novecento, che egli visse e interpretò in tutte le sue laceranti contraddizioni, e di cui la vastissima produzione poetica e saggistica rappresenta una specie di mappa aperta e per certi versi ancora largamente incompresa. Lontano dagli stereotipi critici che hanno appiattito e museificato, a partire dalle antologie scolastiche, l'immagine di Carducci, l'autore restituisce qui il profilo di un poeta e prosatore sfaccettato e inquieto, non di rado notturno e umbratile, irriducibilmente anarchico e libertario, e sempre attuale in quanto fieramente inattuale: un poeta europeo in bilico tra slanci polemici e rèverie crepuscolare, a cui Nietzsche pensò di affidare la diffusione dei propri scritti polemici e anticlericali.