Versante Sud: Luoghi verticali
Friuli e terre di confine. Falesie del Friuli Venezia Giulia e delle terre confinanti di Slovenia
Daniele Bucco
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2020
pagine: 384
La storia dell'arrampicata in Friuli Venezia Giulia è forse una delle più importanti d'Italia visto che nasce da celebri alpinisti come Comici e Carlesso, i quali "inventarono", già dai primi anni del secolo scorso, la Val Rosandra e Dardago come terreno d'allenamento alle maestose muraglie dolomitiche. Questa regione, divisa in tre aree ben distinte, racchiude innumerevoli e spesso incantevoli falesie di varie dimensione e tipologia, adatte sia al principiante che a chi vuole aggredire gradi estremi. Si va dai temuti strapiombi di Erto, conosciuti in tutta Europa, alle piccole falesie immerse nel Parco delle Dolomiti Friulane, alle rocce del tarvisiano e dell'alta carnia dove sorge il piccolo gioiello calcareo di Avostanis, falesia in quota tra le più belle d'Italia. L'area triestina, ricchissima di falesie e di fortissimi arrampicatori, spicca con la Costiera e la Napoleonica, mentre dietro l'angolo, oltre confine, in terra slovena, ci aspettano le tre enormi falesie di Osp, Misjia Pec e Crni Kal, templi della scalata europea, sulle cui pareti si cimentano i più forti arrampicatori del mondo. È questa la seconda edizione di una guida completa, frutto di anni di lavoro sul campo con l'aiuto e la collaborazione di tutti i principali chiodatori della zona, ma anche frutto del coraggio di mettersi in gioco da parte della comunità alpinistica friulana con la fiducia di chi crede che la divulgazione di questo sport possa contribuire alla sua crescita sportiva ma anche culturale.
Valtellina Bloc. Bouldering in Valchiavenna, Val Malenco, Bassa e Alta Valle
Alberto Milani
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2020
pagine: 300
Questa guida nasce dall'idea di valorizzare le aree così dette "minori" presenti in Valtellina e Val Chiavenna, spesso oscurate dall'immensa fama della Val Masino, al fine di offrire una valida alternativa agli scalatori interessati a nuove scoperte. Le zone elencate si trovano sparse dall'alta Val Chiavenna fino a Bormio e Val di Dentro, compresa la florida Val Malenco ed escludendo la Val Masino e la Val di Mello, con, tuttavia, l'aggiunta di un esaustivo compendio di tutte le piccole aree con un limitato numero di passaggi, spesso conosciute esclusivamente dagli scalatori locali. Una delle principali fortune del territorio valtellinese è sicuramente la grande varietà delle sue rocce, granito, serpentino e calcare, oltre che alla bellezza dei luoghi nei quali giacciono i massi, spesso immersi in boschi freschi e variopinti di latifoglie. I periodi migliori per la scalata coincidono spesso con le settimane autunnali e invernali, eccezion fatta per le zone dell'alta Valtellina, scalabili anche nel periodo estivo vista la quota elevata. Per quanto riguarda le aree già descritte nelle guide precedenti, saranno presenti gli aggiornamenti più recenti relativi ai nuovi passaggi ed eventuali cambiamenti dei gradi assegnati ai blocchi. Saranno infine incluse dettagliate descrizioni dei passaggi di maggior rilevanza e interviste ad alcuni dei principali valorizzatori delle aree presentate.
Molise rock. Da Frosolone alla Rocca di Oratino. Vie sportive, trad e multipitch
Pietro Radassao, Riccardo Quaranta
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2020
pagine: 232
“Il Molise non esiste”, un motto che ha iniziato a circolare in internet qualche tempo fa, ha portato un po’ di visibilità a questa piccola regione, tagliata fuori dalle maggiori arterie di comunicazione, e che grazie a questo suo isolamento è ancora tutta da scoprire. Il suo fascino maggiore è proprio in questo isolamento, che ha permesso di mantenere le tradizionali attività lavorative ed artigianali dell’uomo in stretto contatto con un territorio fatto per due terzi di colline e montagne. Sono questi i segreti che hanno attirato i primi arrampicatori romani fin dagli anni 80’ verso la bellezza e l’imponenza dei blocchi calcarei della falesia di Morgia Quadra a Frosolone: questa resta la falesia più conosciuta, rinomata ed apprezzata della regione e del centro-sud. Accanto a questo punto di riferimento sono nati, negli anni, tanti altri siti di scalata un po’ in tutta la regione. Questa non è una guida di tutte le falesie della regione, bensì una selezione di queste. Selezione dettata dalla bellezza dei siti, dal loro valore storico, ambientale e di legame con il territorio circostante, dalla loro accessibilità; nonché della volontà dei chiodatori (nel caso la falesia sia stata realizzata principalmente da una sola persona) di rendere pubblico il proprio lavoro.
Il Supramonte di Baunèi e il Selvaggio blu
Luigi Tassi
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2020
pagine: 208
La fascia costiera del Supramonte di Baunei è un'area aspra e selvaggia dove la natura è ancora padrona incotrastata del territorio. Non esistono fonti naturali di approvigionamento di acqua dolce, i sentieri che descriveremo sono quasi totalmente privi di segnaletica, ripercorrono antichi camminamenti pastorali e le mulattiere che i carbonai utilizzavano per trasportare il carbone verso i pochi approdi sulla costa. I CINQUE lunghi trekking descritti, che attraversano il territorio tra Santa Maria Navarrese e Cala Luna, hanno caratteri diversi: dal "semplice" cammino di più giorni con pernotto in strutture organizzate, al percorso impegnativo che per sei giorni non lascia spazio ad improvvisazioni: vie ferrate, arrampicata, cengie esposte, sentieri impervi e avvolti dalla vegetazione, attraversamento di grotte che lasceranno un ricordo indelebile. Verranno affrontati tutti gli aspetti della sicurezza, guidando il lettore nell'organizzazione della sua avventura. Descriveremo dettagliatamente i punti di bivacco, le vie di fuga, le cale per la consegna dei rifornimenti , e i ricoveri di emergenza che si possono incontrare durante il percorso, i punti sui sentieri dove la copertura telefonica è migliore. Indicheremo con precisione le zone critiche, i tratti di arrampicata in progressione alpinistica e le numerose calate in corda doppi che non mancano nei trekking più impegnativi. Ogni tappa per ciascun trekking sarà presentata evidenziando: quota minima e massima, il dislivello sia positivo sia negativo, il terreno di gioco e la conformazione del terreno che varia dal sentiero facilmente individuabile ai famosi "Campi Solcati" di Baunei. Completeranno l'opera i tracciati GPX per aiutare nei momenti di difficoltà che vorrà avventurarsi nei trekking tra i più belli e impegnativi d'Europa. Luigi Tassi Classe 1966 inizia a fotografare molto presto sviluppando in casa i suoi lavori in bianco e nero. Con gli anni la passione non è diminuita diventando nel tempo un lavoro a tempo pieno che coniuga con l'amore per la montagna frequentata da sempre. Ha esperienze di alpinismo e arrampicata ma è il trekking la sua grande passione; profondo conoscitore del Gran Sasso e delle valli selvagge che lo circondano da anni è la sua seconda casa. In questo primo volume della Guida ci conduce sui sentieri del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga nel Distretto delle Alte Cime con una particolare attenzione alla descrizione degli itinerari evidenziando di volta in volta i punti panoramici e i migliori spot per la fotografia.
Orobie trail. 52 itinerari di trail running dalle Grigne al Lago d'Iseo
Claudio Regazzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2020
pagine: 452
Le Orobie costituiscono le prime elevazioni che interrompono le piatte distese della Pianura Padana per innalzarsi lentamente verso l'arco alpino principale, sulla linea di frontiera svizzera. Qui la natura ha disegnato una geografia differente quasi per ogni valle, i panorami mutano in continuazione e talvolta basta svoltare l'angolo per trovarsi di fronte a un nuovo entusiasmante terreno d'avventura. Di fronte a una così ampia diversità paesaggistica, il trail running è una delle attività che, sempre più spesso, viene scelta per poter vivere al meglio l'esperienza degli entusiasmanti contrasti offerti dalle Orobie. La guida vuole presentare questo spettacolare quanto imprevedibile terreno di gioco, aiutando il lettore nella scelta dei percorsi e guidandolo all'interno delle Alpi e Prealpi Bergamasche. Il risultato è una guida utilizzabile 365 giorni l'anno. Potremo correre sulle sponde del Lago di Como e del Lago d'Iseo nei mesi più freddi, così come potremo spingerci in vetta ai giganti orobici esclusivamente nel breve periodo estivo in cui le esili vedrette consentono l'ascesa con la sola attrezzatura da running. Non a caso sono proposti 52 itinerari: un trail per ogni settimana dell'anno. Una guida completa che presenta un territorio tanto vasto quanto ricco di sorprese, attraverso l'appassionante disciplina del trail running.
Alto Adige. Falesie. 125 proposte dalle Dolomiti allo Stelvio passando per Bolzano
Guido Colombetti
Libro
editore: Versante Sud
anno edizione: 2019
pagine: 600
I “Porfidi Perfidi” intorno a Bolzano e Merano, la Dolomia delle Dolomiti, le pareti di compatto Granito della Val Pusteria e della Val d’Isarco, le tante differenti rocce metamorfiche della Val Passiria e della Val Venosta, il Marmo Bianco di Lasa, l’immancabile Calcare della Bassa Atesina e molte altre formazioni rocciose compongono la vasta offerta di falesie dell’Alto Adige, “dalle Dolomiti allo Stelvio passando per Bolzano”. 125 le falesie presenti in questo volume nato con l’intento di rendere disponibili a un vasto pubblico tutte le proposte pubblicabili senza distinzioni o filtri di alcun genere. In Alto Adige, oltre a un’enorme quantità di pareti per tutti i gusti e per tutte le stagioni, potrete godere dello spettacolo di questa meravigliosa terra con le sue splendide montagne e i suoi prati verdi, i tipici masi alpini dove il tempo sembra essersi fermato, le mucche, l’accoglienza ai massimi standard e l’altissimo livello di sicurezza di praticamente tutte le falesie che valgono sicuramente una visita per chiunque abbia fatto del mondo verticale, il proprio rifugio naturale dalla frenesia della vita moderna.
Toscana e Isola d'Elba. 91 falesie dalle Alpi Apuane all'Argentario
Raffaele Giannetti
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2019
pagine: 464
Arrampicare in Toscana coinvolge, come nessun altro luogo, tutti i sensi. Camaiorese, Sant'Anna di Stazzema sulle Apuane, Garfagnana, Isola d'Elba, Porto Ercole nell'Argentario e molto altro: magnifici scorci panoramici su valli incantate, torri rocciose con vie per tutti i gusti, vestigia storiche, itinerari gastronomici e poi un'isola in mezzo a uno splendido mare dove il connubio tra arrampicata e relax mette d'accordo tutti. In questa nuova edizione, l'autore ha integrato e completato il materiale già presente, oltre ad aggiungere nuovi settori che vanno sempre più a completare quello che è il patrimonio arrampicatorio toscano. Una ricca documentazione fotografica rende la guida uno strumento importante per la conoscenza e la promozione anche in chiave turistica di questa terra.
Scialpinismo tra Lombardia e Grigioni. 110 itinerari scelti tra Lario, Valtellina, Engadina e Canton Grigioni
Giorgio Valè
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2018
pagine: 450
In questa seconda edizione sono stati aggiunti 19 itinerari e migliorate/integrate alcune delle gite già presenti sulla guida. È stata inoltre migliorata l'impostazione delle pagine e rinnovate completamente le mappe.
Adamello. Le vie del cielo. Volume Vol. 1
Paolo Amadio, Nicola Binelli
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2025
pagine: 496
L'Adamello, un'alta terra dal ponderoso retroterra storico e dalle stupefacenti bellezze naturali. Con le sue immense valli scavate dai ghiacciai quaternari, le sue chilometriche dentellate costiere che si irradiano come un triskell dal ghiacciato acrocoro centrale, le sue pareti di argentea tonalite e il suo sentore di infinito, quasi un marchio di fabbrica di questo massiccio, l'Adamello è un luogo semplicemente magico in cui arrampicare. Le quasi 330 "vie del cielo" relazionate del versante orientale del massiccio, offrono un significativo orizzonte di frequentazioni e conoscenze che vuole essere solo un passo intermedio di un più ampio percorso di passione e consapevole fruizione di un irripetibile e prezioso contesto naturale. Questo primo volume prende in considerazione le valli più settentrionali del versante orientale del massiccio demandando a un secondo volume di prossima uscita la descrizione del sottogruppo del Blumone e della Val Daone e delle sue valli laterali. Paolo Amadio, classe 1971, bresciano di Bagnolo Mella, laureato in economia e commercio è funzionario del settore creditizio. La montagna è una tradizione di famiglia, come si usa dire, o forse, qualcosa di più, una sorta di imprinting genetico. E l'Adamello è La Montagna, forse perché salito a 7 anni e a quell'età certe cose rimangono per la vita. Dopo un quindicennio di assidua frequentazione dolomitica, ritorna in Adamello agli inizi degli anni zero e vi apre, nell'arco di circa vent'anni di innamorato vagabondaggio, un centinaio di nuovi itinerari in compagnia di diversi personaggi di spicco del movimento alpinistico locale, Gianni Tomasoni tra tutti. Pubblica nel 2015, coautore Angelo Davorio, un primo volume dedicato alle scalate in terra adamellica e un secondo, in collaborazione con Tomasoni, nel 2018 specificatamente dedicato alla parte Ovest del massiccio. Questo nuovo lavoro è il mantenimento di una promessa fatta a sé stesso e ai molti vecchi e nuovi amici e adepti della scalata in Adamello. Nicola Binelli, nato in Trentino nel 1988, vive a Pinzolo. Laureato in matematica, di professione è guida alpina e maestro di sci. Ha scalato in tutte le Alpi e in molte parti del mondo, dalle Rockies Canadesi alla Patagonia, dall'Himalaya alle Alpi Neozelandesi e in tanti luoghi d'Europa, sempre con uno spirito esplorativo. Ha iniziato a conoscere e frequentare l'Adamello in adolescenza, quando per 10 anni lavorò al Rifugio ai Caduti dell'Adamello, che divenne la sua seconda casa nonché il luogo dove nacque e crebbe la sua passione per la montagna, l'alpinismo e l'esplorazione. Da allora sono passati 20 anni e l'Adamello rimane il suo posto del cuore; un angolo delle Alpi che lo fa ancora sognare aprendo vie, accompagnando clienti, e passando molto tempo libero ad esplorarlo. Un luogo magico e avventuroso, pieno di storia e d'alpinismo fuori moda e per questo così affascinante ai suoi occhi.
Civetta. Versante Sud. Cantoni di Pelsa, Cresta Ovest, Cantoni della Busazza, Cresta Est. Ediz. inglese
Manrico Dell'Agnola
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2025
pagine: 480
La Civetta dal sud è una delle montagne più complesse che si possano trovare. Il massiccio principale figura in pianta come un immenso artiglio approssimativamente orientato con le tre dita anteriori verso mezzodì e il dito posteriore a settentrione. L'accesso meridionale è certamente il più comodo, le strutture sono più basse di quota, meno severe perché esposte a sud ma con pareti altissime, verticali e torri di calcare compatto e dall'aspetto inaccessibile. Le Dolomiti sono ricche di guglie e picchi, ma spesso i più famosi fra questi non sono che dei paracarri al cospetto dei settecento metri della Torre Trieste o dei millecento dello spigolo della Busazza. Salendo la Mussaia si ha l'impressione che fra le due grandi torri ci sia un dedalo di cime e guglie, quelli sono i Cantoni di Pelsa e della Busazza; in effetti la distinzione è più visiva che sostanziale in quanto i cantoni di Pelsa finiscono prima delle grandi moli della Cima di Terranova mentre quelli della Busazza si possono considerare sino all'inizio delle creste che portano poi a cingere verso nord il Van del Giazzer, ma visti di fronte sembrano un'unica struttura. Per me scalare sui "Cantoni" significa sole, accessi relativamente brevi, mente libera da problemi come di scese problematiche o cambiamenti climatici, arrampicata libera su roccia buona con protezioni quasi sempre naturali, vita sregolata fra l'una e l'altra salita. Tuttavia esistono anche qui vie molto difficili e spesso con fasce assai friabili, discese come quella della Trieste e pareti come la ovest della Busazza, vale a dire oltre mille metri, all'ombra per gran parte della giornata, fuga laterale impossibile, quota sommitale intorno ai 3000 metri. MANRICO DELL'AGNOLA Nato ad Agordo nel 1959, fin da piccolo manifesta la sua passione per la montagna e l'arrampicata anche se comincia a scalare a vent'anni. Il grande desiderio per questa attività in breve lo porta a notevoli risultati, sia in Italia che all'estero, e il bisogno di catturare quei momenti magici, lo avvicina al mondo della fotografia, infatti in seguito diventerà uno dei più quotati fotografi di montagna. Datano 1981 le sue prime salite solitarie, lo stesso anno sale El Capitan per la via del Nose e realizza parecchie altre prime italiane fra Yosemite e Colorado. Da allora ha collezionato migliaia di vie in tutto il mondo, ma il suo cuore è per le Dolomiti, che non smette di frequentare. Manrico ora vive a Mel dove svolge la sua attività di creativo, accademico del C.A.I., scrittore e fotografo… per lui scalare è ancora la cosa più importante.
Civetta. Versante Sud. Cantoni di Pelsa, Cresta Ovest, Cantoni della Busazza, Cresta Est
Manrico Dell'Agnola
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2025
pagine: 480
La Civetta dal sud è una delle montagne più complesse che si possano trovare. Il massiccio principale figura in pianta come un immenso artiglio approssimativamente orientato con le tre dita anteriori verso mezzodì e il dito posteriore a settentrione. L'accesso meridionale è certamente il più comodo, le strutture sono più basse di quota, meno severe perché esposte a sud ma con pareti altissime, verticali e torri di calcare compatto e dall'aspetto inaccessibile. Le Dolomiti sono ricche di guglie e picchi, ma spesso i più famosi fra questi non sono che dei paracarri al cospetto dei settecento metri della Torre Trieste o dei millecento dello spigolo della Busazza. Salendo la Mussaia si ha l'impressione che fra le due grandi torri ci sia un dedalo di cime e guglie, quelli sono i Cantoni di Pelsa e della Busazza; in effetti la distinzione è più visiva che sostanziale in quanto i cantoni di Pelsa finiscono prima delle grandi moli della Cima di Terranova mentre quelli della Busazza si possono considerare sino all'inizio delle creste che portano poi a cingere verso nord il Van del Giazzer, ma visti di fronte sembrano un'unica struttura. Per me scalare sui "Cantoni" significa sole, accessi relativamente brevi, mente libera da problemi come di scese problematiche o cambiamenti climatici, arrampicata libera su roccia buona con protezioni quasi sempre naturali, vita sregolata fra l'una e l'altra salita. Tuttavia esistono anche qui vie molto difficili e spesso con fasce assai friabili, discese come quella della Trieste e pareti come la ovest della Busazza, vale a dire oltre mille metri, all'ombra per gran parte della giornata, fuga laterale impossibile, quota sommitale intorno ai 3000 metri. MANRICO DELL'AGNOLA Nato ad Agordo nel 1959, fin da piccolo manifesta la sua passione per la montagna e l'arrampicata anche se comincia a scalare a vent'anni. Il grande desiderio per questa attività in breve lo porta a notevoli risultati, sia in Italia che all'estero, e il bisogno di catturare quei momenti magici, lo avvicina al mondo della fotografia, infatti in seguito diventerà uno dei più quotati fotografi di montagna. Datano 1981 le sue prime salite solitarie, lo stesso anno sale El Capitan per la via del Nose e realizza parecchie altre prime italiane fra Yosemite e Colorado. Da allora ha collezionato migliaia di vie in tutto il mondo, ma il suo cuore è per le Dolomiti, che non smette di frequentare. Manrico ora vive a Mel dove svolge la sua attività di creativo, accademico del C.A.I., scrittore e fotografo… per lui scalare è ancora la cosa più importante.
Civetta. Versante Sud. Cantoni di Pelsa, Cresta Ovest, Cantoni della Busazza, Cresta Est. Ediz. tedesca
Manrico Dell'Agnola
Libro: Libro in brossura
editore: Versante Sud
anno edizione: 2025
pagine: 480
La Civetta dal sud è una delle montagne più complesse che si possano trovare. Il massiccio principale figura in pianta come un immenso artiglio approssimativamente orientato con le tre dita anteriori verso mezzodì e il dito posteriore a settentrione. L'accesso meridionale è certamente il più comodo, le strutture sono più basse di quota, meno severe perché esposte a sud ma con pareti altissime, verticali e torri di calcare compatto e dall'aspetto inaccessibile. Le Dolomiti sono ricche di guglie e picchi, ma spesso i più famosi fra questi non sono che dei paracarri al cospetto dei settecento metri della Torre Trieste o dei millecento dello spigolo della Busazza. Salendo la Mussaia si ha l'impressione che fra le due grandi torri ci sia un dedalo di cime e guglie, quelli sono i Cantoni di Pelsa e della Busazza; in effetti la distinzione è più visiva che sostanziale in quanto i cantoni di Pelsa finiscono prima delle grandi moli della Cima di Terranova mentre quelli della Busazza si possono considerare sino all'inizio delle creste che portano poi a cingere verso nord il Van del Giazzer, ma visti di fronte sembrano un'unica struttura. Per me scalare sui "Cantoni" significa sole, accessi relativamente brevi, mente libera da problemi come di scese problematiche o cambiamenti climatici, arrampicata libera su roccia buona con protezioni quasi sempre naturali, vita sregolata fra l'una e l'altra salita. Tuttavia esistono anche qui vie molto difficili e spesso con fasce assai friabili, discese come quella della Trieste e pareti come la ovest della Busazza, vale a dire oltre mille metri, all'ombra per gran parte della giornata, fuga laterale impossibile, quota sommitale intorno ai 3000 metri. MANRICO DELL'AGNOLA Nato ad Agordo nel 1959, fin da piccolo manifesta la sua passione per la montagna e l'arrampicata anche se comincia a scalare a vent'anni. Il grande desiderio per questa attività in breve lo porta a notevoli risultati, sia in Italia che all'estero, e il bisogno di catturare quei momenti magici, lo avvicina al mondo della fotografia, infatti in seguito diventerà uno dei più quotati fotografi di montagna. Datano 1981 le sue prime salite solitarie, lo stesso anno sale El Capitan per la via del Nose e realizza parecchie altre prime italiane fra Yosemite e Colorado. Da allora ha collezionato migliaia di vie in tutto il mondo, ma il suo cuore è per le Dolomiti, che non smette di frequentare. Manrico ora vive a Mel dove svolge la sua attività di creativo, accademico del C.A.I., scrittore e fotografo… per lui scalare è ancora la cosa più importante.