Ist. Italiano Studi Filosofici
Vindiciae contra tyrannos. Il potere legittimo del principe sul popolo e del popolo sul principe
Stephanus Junius Brutus
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 272
Le Vindiciae contra Tyrannos, pubblicate in latino nel 1579 e in francese nel 1581, appartengono alla ricca letteratura militante prodotta in Francia durante le guerre civili di religione, ma non sono un semplice occasionale pamphlet, concorrendo significativamente al dibattito che si sviluppa intorno all'idea moderna di sovranità. Stephanus Junius Brutus, pseudonimo sotto il quale si cela l'autore delle Vindiciae (Philippe Duplessis-Mornay o Hubert Languet tra le congetture più accreditate, senza peraltro escudere l'ipotesi della collaborazione di più autori) milita nel campo calvinista fra i cosiddetti 'monarcomachi', pensatori che, senza mettere in discussione la monarchia come forma di governo, pongono limiti importanti al potere sovrano, ritenendo l'assenza di limiti peculiarità inequivocabile della tirannide. Si affermano in tal modo diritti inediti sulla base di un doppio contratto fra Dio, re e popolo, e fra re e popolo, che proprio nelle Vindiciae viene teorizzato.
Essere e non essere. Felicità, natura e conoscenza nel pensiero di Leopardi
Antonio Di Meo
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 248
Nel pensiero di Giacomo Leopardi è presente una notevole dimensione filosofica, o meglio di "critica della filosofia", sulla quale sono state avanzate numerose ipotesi. La presente ricerca è un lavoro di scavo sui materiali teorici che si sono rivelati decisivi per la costruzione di quello che il poeta stesso definiva «il mio sistema»: ossia il pensiero naturalistico e scientifico, con le annesse problematiche filosofiche, morali e teologiche. Ne emerge una immagine della Natura quale risultato delle scienze moderne, una precisa concezione dello statuto e dei limiti della conoscenza, e, soprattutto, una chiara nozione del carattere problematico della felicità umana. Con queste idee Leopardi ingaggia un continuo confronto critico, che mette in luce il contrasto fra matematizzazione della realtà e vita, fra calcolo e misura (cioè limite) e desiderio illimitato di felicità. Di qui l’idea finale che, di necessità, nel mondo «Tutto è male». Di qui, ancora, la dialettica fra essere e non essere e la preferenza nei confronti del non essere.
Del governo della peste e delle maniere di guardarsene
Lodovico Antonio Muratori
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 424
Il Trattato della peste (1714) è l’opera di Muratori che ha conosciuto più edizioni, fino agli anni Trenta del XIX secolo. Da allora in poi non ha più circolato in forma integrale. Qui è presentata a partire dalla seconda edizione (Modena, 1722), curata dallo stesso Muratori. Il libro è uno spaccato di vita sociale di Ancien régime, un esempio impressionante di aggiornata erudizione medica, una gustosa raccolta di ricette e di pratiche antipestilenziali, una ricca esposizione di problemi di diritto canonico. Ma soprattutto è esempio di un approccio alla politica operoso, sobrio e pratico, che fonda la propria razionalità sul concorde governo sia civile sia ecclesiastico dei corpi individuali e collettivi di una società storicamente e concretamente strutturata, sostenuta nel proprio ordine tanto dal Principe e dai suoi magistrati, quanto da Dio e dalla Gerarchia. La peste è quindi il rovescio dell’ordine civile, il contrario della pubblica felicità, ma non è la verità ultima delle cose umane. Non ci sono in Muratori né il nichilismo barocco né l’ottimismo illuministico: la peste non è un’eccezione dissolvitrice ma un’emergenza, un triste accadimento possibile, a cui far fronte...
Paideia, mito e pubblico. Il valore educativo e politico dei miti di Platone
Federico Casella
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 432
Alla luce della concezione di fissità della natura umana difesa da Platone nella Repubblica, il volume indaga la relazione che intercorre tra alcuni miti platonici e gli effetti che il loro contenuto hanno sul pubblico. In base a interessi, stati emotivi, capacità intellettive, gli uomini possono essere distinti in moltitudine, filosofi, guerrieri: si tenterà, dunque, di ricostruire l’identità dei fruitori preferenziali che Platone potrebbe aver avuto in mente per un particolare racconto. Attraverso precise strategie narrative, si mostrerà come Platone avesse cercato di educare queste tre compagini umane così da spingerle a sviluppare le virtù loro proprie e a diventare cittadini perfetti: alcuni miti platonici assumono, quindi, un valore educativo e politico. Oggetto di analisi saranno il racconto escatologico di Er che chiude il libro X della Repubblica, il discorso sul Demiurgo e sulla genesi del cosmo riportato nel Timeo e la celebre storia di Atlantide presente nel Crizia, il cui pubblico primario sarebbe composto, rispettivamente, dalla moltitudine, dai filosofi, dai guerrieri.
Considerazioni su Einstein
Eugenio Garin, Luigi Alberto Radicati di Brozolo
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 57
Discorsi tenuti all'Accademia delle Arti e del Disegno di Firenze per iniziativa dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e della Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1986 e nel 1987.
Candido e il Leviatano. Vita e opere di Leonardo Sciascia
Smaranda Bratu Elian
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 292
«Scrivendo questa monografia (apparsa in romeno presso la Casa Editrice dell'Istituto Culturale Romeno nel 2004) non mi ero chiesta con troppa insistenza quali e come sarebbero stati i miei lettori: perché latente, dentro la mia mente ed anima, c'era la certezza di rivolgermi a romeni che conoscono forse poco o affatto l'uomo Sciascia e la sua opera, che hanno un'idea piuttosto vaga della storia politica e culturale dell'Italia nella seconda metà del Novecento, ma che sicuramente hanno vissuto, almeno in parte, la nostra dittatura (non l'«eterno fascismo italiano» di Sciascia, ma l'eterno comunismo romeno — per altro non molto dissimili), col suo controllo ideologico e la sua polizia politica (che ha tante cose in comune con l'OVRA, ma anche con l'Inquisizione spagnolesca della Sicilia, che ritornano ossessivamente in Sciascia); che, dopo, hanno vissuto la grande speranza della libertà e del cambiamento per vedere poi come i più fedeli della dittatura di ieri diventano i più zelanti fautori della democrazia di oggi, sparpagliandosi per i vari partiti politici dei più vari colori (come gli ex-fascisti in Candido) e servendosi di qualsiasi ideologia purché, al governo o in opposizione, rimangano dentro l'apparato (come i vari politici del Contesto), dentro quella struttura compatta che è il potere effettivo e non trasparente (il Leviatano di Sciascia); che hanno visto come le vecchie relazioni personali si riannodano per costituire gruppi di potere economico sotterraneo, cosche di vario grado ed estensione, che la stampa, finalmente libera ed impotente, chiama, con parola prettamente siciliana, «mafie», e parla di «baroni locali» (termine assolutamente estraneo alla tradizione storica romena, ma familiare a quella siciliana, e diventata perfettamente comprensibile a ogni mio concittadino di oggi); che hanno visto che le nuove leggi, migliori in teoria, in pratica migliori non possono diventare finché si applicano selettivamente secondo i casi e le persone; che lo Stato (cioè quello Stato di diritto, di matrice illuminista, agognato da Sciascia ma ormai da tanti e dappertutto) non si fa vedere; che hanno vissuto la violenza di strada (le famose «mineriadi» — le marce su Bucarest» dei minatori) sotto cui covava una strategia della tensione non molto diversa da quella degli anni di piombo in Italia (ricordiamoci Il cavaliere e la morte di Sciascia); che hanno verificato sul vivo le parole di Sciascia: «non si saprà mai alcuna verità sui fatti delittivi che abbiano un rapporto, se pur minimo, con la gestione del potere...» (Dalla Prefazione)
Il concetto di astratto nel giudizio sulla Rivoluzione francese. (Burke, Maistre, Cuoco, Hegel, Marx)
Fiorinda Li Vigni
Libro: Copertina morbida
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 232
In questa collana vengono pubblicati i risultati di ricerche, seminari, convegni o corsi di lezioni su momenti e problemi della storia del pensiero promossi dall'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Verso la riforma di Spagna. Il carteggio tra Maria Amalia di Sassonia e Bernardo Tanucci, (1759-1760). Volume Vol. 1
Pablo Vázquez-Gestal
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 244
«Il breve Carteggio qui pubblicato da Pablo Vazquez Gestal è accompagnato da un corredo di note e di fonti anche archivistiche tanto esteso e ben selezionato da rendere disponibile agli studiosi un quadro analitico e penetrante sia dei problemi che hanno caratterizzato la transizione del governo spagnolo da Ferdinando VI a Carlo III sia del personale operante nelle corti di Madrid e di Napoli in quegli anni. Le lettere sono precedute da due Introduzioni, che hanno finalità molto diverse. Il testo qui presente ha il compito di esaminare la posizione dei due corrispondenti nell'ampio quadro della civiltà occidentale, al fine di delineare il significato della loro mentalità e del loro inserimento nella dialettica culturale e politica moderna, in quegli anni molto vivace e vicina a realizzare una svolta epocale. La formula comune ad entrambi era colta, aggiornata, complessa, fortemente innovativa, era stata elaborata in seguito alla loro collaborazione già durata almeno un ventennio ed era stata anche sperimentata nelle Sicilie, durante quegli stessi due decenni, poiché era largamente condivisa anche dal re Carlo, che l'aveva in parte attuata a Napoli; poi egli stesso cercò di tradurla in pratica anche nella realtà ben più ampia che dipendeva dal trono di Madrid. Era, tuttavia, il punto di arrivo di una elaborazione plurisecolare di cui bisogna dar conto. L'altra Introduzione — del curatore ed editore del Carteggio, Pablo Vazquez Gestal — chiarisce e descrive perfettamente quali furono le fisionomie e le posizioni dei due corrispondenti nell'ambiente della corte borbonica napoletana, che si era formata nel 1734 ed aveva assunto caratteri molto specifici. Sono, dunque, due interventi che cercano d'inserire il Carteggio in due dimensioni diverse della stessa realtà storica...» (Dalla Premessa di Raffaele Ajello)
Verso la riforma di Spagna. Il carteggio tra Maria Amalia di Sassonia e Bernardo Tanucci, (1759-1760). Volume Vol. 2
Pablo Vázquez-Gestal
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 469
«Il breve Carteggio qui pubblicato da Pablo Vazquez Gestal è accompagnato da un corredo di note e di fonti anche archivistiche tanto esteso e ben selezionato da rendere disponibile agli studiosi un quadro analitico e penetrante sia dei problemi che hanno caratterizzato la transizione del governo spagnolo da Ferdinando VI a Carlo III sia del personale operante nelle corti di Madrid e di Napoli in quegli anni. Le lettere sono precedute da due Introduzioni, che hanno finalità molto diverse. Il testo qui presente ha il compito di esaminare la posizione dei due corrispondenti nell'ampio quadro della civiltà occidentale, al fine di delineare il significato della loro mentalità e del loro inserimento nella dialettica culturale e politica moderna, in quegli anni molto vivace e vicina a realizzare una svolta epocale. La formula comune ad entrambi era colta, aggiornata, complessa, fortemente innovativa, era stata elaborata in seguito alla loro collaborazione già durata almeno un ventennio ed era stata anche sperimentata nelle Sicilie, durante quegli stessi due decenni, poiché era largamente condivisa anche dal re Carlo, che l'aveva in parte attuata a Napoli; poi egli stesso cercò di tradurla in pratica anche nella realtà ben piú ampia che dipendeva dal trono di Madrid. Era, tuttavia, il punto di arrivo di una elaborazione plurisecolare di cui bisogna dar conto. L'altra Introduzione — del curatore ed editore del Carteggio, Pablo Vazquez Gestal — chiarisce e descrive perfettamente quali furono le fisionomie e le posizioni dei due corrispondenti nell'ambiente della corte borbonica napoletana, che si era formata nel 1734 ed aveva assunto caratteri molto specifici. Sono, dunque, due interventi che cercano d'inserire il Carteggio in due dimensioni diverse della stessa realtà storica...» (Dalla Premessa di Raffaele Ajello)
Tre studi platonici
Konrad Gaiser
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 272
Gli studi qui raccolti costituiscono una testimonianza dei produttivi rapporti che Konrad Gaiser ebbe con l’ambiente culturale italiano negli anni Ottanta del secolo scorso. L’articolo sulla teoria dei principi, lezione tenuta all’Università di Roma su invito di Gabriele Giannantoni, riassume efficacemente in poche e dense pagine le posizioni fondamentali dell’interpretazione esoterica di Platone proposta dalla scuola di Tübingen. Platone come scrittore filosofico, monografia che raccoglie una serie di lezioni tenute da Gaiser presso l’Istituto Italiano di Studi Filosofici nel marzo 1982, ha rappresentato uno degli studi più influenti nel campo dell’interpretazione letteraria di Platone, coniugando nel modo più felice gli aspetti drammatici e il contenuto filosofico dei dialoghi. Il saggio sul paragone della caverna, originariamente pubblicato tra le Memorie dell’Istituto, oltre ad analizzare il significato filosofico del celebre mito platonico, contiene una raccolta di rielaborazioni ed echi dell’immagine in autori antichi e moderni, presentandone una visione d’insieme originale e inedita.
Il «dono degli dei». La dialettica nel Filebo
Carmen Di Lorenzo
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 216
Questo volume è dedicato al cosiddetto “dono degli dèi” di cui si parla all’inizio del Filebo di Platone. L’analisi dimostra come il “dono degli dèi” contenga un riferimento ai principali elementi intorno ai quali Platone ha sviluppato la sua nozione di dialettica nella produzione dell’ultimo periodo. Partendo da un’analisi di tutte le componenti teoriche implicate nella concezione della κοινωνία τῶν γενῶν contenuta già nel Sofista, con particolare attenzione alle conseguenze logiche derivate dall’assunzione di un intreccio tra le idee, il volume mostra come l’assegnazione al mondo delle idee di una componente relazionale rinvii all’esigenza di indagare la natura del rapporto tra uno e molteplice all’interno del dominio trascendente e intelligibile della realtà. Una simile impostazione consente di riconsegnare al Filebo, spesso marginalizzato anche da importanti studiosi, la collocazione che merita nella produzione platonica.
Nietzsche e Schumann. Musica, scrittura, forma e creazione
Franco Gallo, Paolo Zignani
Libro: Libro in brossura
editore: Ist. Italiano Studi Filosofici
anno edizione: 2021
pagine: 360
Amore giovanile di Nietzsche, poi oggetto di critiche aspre e di un rifiuto senza appello, Schumann fu probabilmente per il filosofo di Röcken un'esperienza più importante e duratura di quanto normalmente non si riconosca. Mediante un paragone con l'elaborazione e organizzazione delle forme brevi in Schumann, la prima parte del volume propone una lettura della filosofia nietzscheana e della sua predilezione per la forma breve collegandole coerentemente con l'istanza della polemica antifilistea propria anche di Schumann e analizzandone potenziale e contraddizioni nel quadro di una teoria dell'emancipazione, contro ogni lettura strettamente formalistica della scrittura nietzscheana. La seconda parte esamina la posizione di Schumann nel quadro di una riflessione complessiva sulla musica che fa i conti con la tensione tra norma e trasgressione, ordine e demonico, controllo ed eccesso. Con ampie analisi che vanno da Bach a Nietzsche, individua così nella musica schumanniana il centro di un'operazione di scrittura che non è più evocazione di affetti ma loro metamorfosi in sorgenti del linguaggio musicale. La creatività schumanniana, lungi dal poter essere allora classificata (seguendo Nietzsche) come reattività e piccineria nazionale, appare piuttosto alternativa profonda e radicale, per quanto non aproblematica, all'oltrepassamento dionisiaco nietzscheano.

