Guida: Lettere italiane

Eccesso di fiducia è una storia di sentimenti ambientata nel secolo scorso, periodo di massima condivisione dei valori della civiltà contadina da cui ebbe origine la cultura umanistica. Letizia è convinta che lo sboccio d'amore conservi qualcosa di trascendentale e rappresenti l'inizio di un percorso ove la fiducia costituisce il fondamento. L'amore e l'amicizia sono fuochi sacri che vanno alimentati giorno dopo giorno con azioni concrete. Letizia immagina un mondo di realtà annunciate e professate che si reggono sull'amore, le cui radici affondano nel platonismo giovanile, inteso quale fonte generatrice della felicità dell'amore fondato sulla fiducia. Un casuale, drammatico e scurrile accidente occorso a fidanzato, per Letizia è un falso, in quanto la dettagliata narrazione dell'evento presenta grosse falle e non risponde ai canoni rigidi della logica, che resta un validissimo controllore dell'infedeltà. Perduta la fiducia,la donna preferirà sciogliere il fidanzamento piuttosto che rinnegare i suoi principi. Il suo esemplare quanto eclatante gesto, metterà a nudo la cruda realtà che la circonda, segnata da voltafaccia, ipocrisie, avarizia.

"L'immagine che richiamo alla mente è quella di un'imponente, quanto austera, cattedrale gotica, in cui la guglia protesa verso l'alto, suggerisce la tensione verso l'Assoluto, e il gioco chiaroscurale comunica il brivido del mistero a suggello di una ricerca senza conclusione. Infatti, il senso del pellegrinare fino al ritrovamento della rosa di Jericho è cercare la verità senza l'orgoglio del possesso." (Giovanna Scarsi)

Poesia d'amore, sostanzialmente, è questa, non tanto e non solo per la insistita dichiarazione di un sentimento, ma per la compenetrazione che solo l'amore sa creare in un flusso di coscienza, che si perde e si ritrova oltre lo spazio e il tempo che apparentemente si vivono. Si vuol dire che è l'amore, assoluto, totale, per l'universo, più che per una singola persona, a conferire alle parole del nostro giovane poeta una forza, che sa di saggezza, e una fragilità, che è pregna di verità.

La televisione, essendo una istituzione ma anche una organizzazione inserita in un sistema economico-politico tanto quanto nel tessuto sociale, e rivolgendosi ad una utenza tanto vasta quanto eterogenea ed anonima, si configura come una presenza pervasiva che produce una realtà ipostatizzata. Coloro che ne restano fuori, gli outsider, vengono ricacciati sempre più nel limbo di emarginazione: la non esistenza nella società mediatica ne produce l'epurazione nella società reale. Uno spazio, tuttavia, un angolo di contraltare al predominio culturale ed ideologico della Tv esiste, ed è la stampa, il grande quotidiano primariamente...

Il male peggiore? L'indifferenza. Il bene migliore? L'amore. Domande e risposte, intorno cui ruotano tutti gli epigrammi della raccolta in una specie di giostra che culla i sogni e accende una nuova veglia.

Ogni volta che mi capita di essere ferita dalla vita, guardando l'universo, mi riconcilio con il mondo. Tanta bellezza, tanti colori, tanta musica, appartengono ala mio passato, al mio presente e spero al mio futuro. La mia anima può così abbandonare il cancro e, chiudendo gli occhi, lasciarsi cullare dalla bellezza del mare e dalla leggerezza dei ricordi.

Questi casi raccontati da Maria Angela sono narrati, in modo incredibile, come scontornati da tutto il contesto istituzionale. A riprova, inoltre della tremenda solitudine del terapeuta in questi frangenti, nei racconti manca, praticamente, ogni interazione significativa con gli altri operatori.