Poesia

Sergio Scicchitano ci conduce in un viaggio emozionante attraverso la natura, l'amore e la nostalgia di un passato più semplice. Con uno sguardo attento e sensibile, il poeta celebra la bellezza dei paesaggi calabresi e l'importanza di proteggerli dalle grinfie della corruzione e dell'indifferenza. Tra ricordi d'infanzia e struggenti appelli alla solidarietà, Scicchitano ci invita a riflettere sui valori autentici che dovrebbero guidare la nostra società. Immergiti in queste poesie e lasciati commuovere dalla forza della natura e dalla speranza di un futuro migliore.

L'ombra di Mnemosyne, entità titanica e sfuggente da cui discende la stirpe delle Muse, si insinua tra i versi riportando le "memorie dall'oltremare-in un soffio di vento", in questo tempo in cui "...archivi di memorie artificiali, codici in reti e sistemi di controllo invisibili sostituiscono ricordi e disintegrano la trama dell'immaginario collettivo". In "Souvenir d'ultimo Novecento" si avverte la resa della tensione utopica, la sottesa impotenza della sfida dell'immaginario a fronte delle ombre di Thanatos addensate sull'orizzonte del nuovo millennio. Gli antichi fantasmi, danzanti in "Dis(in)canto", si dissolvono. Persefone si è sciolta dalle catene del mito, ma, nella luce diurna, lo specchio restituisce al suo volto e alle cose l'aspetto della cruda realtà. In "Identità segreta" si coglie la crisi profonda del soggetto femminile, teso al superamento di retaggi storici e della tradizione che ne hanno segnato nel profondo l'inconscio e l'immaginario, ancora tentato dalle insidie del potere. E tuttavia prevale la speranza ostinata nella possibilità di una rinascita. Così, in questo "diario di viaggio à rebours" rivivono-come in un vecchio album di fotografie in bianconero e nei riflessi sbiaditi o argentei dei suoi grigi-le emozioni attutite, le ombre perdute e le istantanee poetiche di un tempo passato e di una storia segreta, nella cornice di una linea ideale rosso sangue.

Dolore, tristezza ma anche amore e crescita, sono i temi che troverai in questa raccolta di poesie. Giulia ha voluto racchiudere il suo viaggio interiore dentro a versi e parole. È partita dalla parte più buia di se fino ad arrivare di nuovo alla luce. Una luce che poi l'ha aiutata a intraprendere un viaggio nel mondo esterno. La poesia per lei è stato uno strumento forte per superare un periodo di grossa difficoltà e con questa raccolta, vuole dare una voce, una speranza e un sorriso a chi ha attraversato, o sta attraversando, qualcosa di simile.

La poesia è metafisica della Ragione, è la religione dei sentimenti, degli ideali e dei valori dell'Umanità in cammino per le strade del Tempo in attesa di sentire il soffio dell'Eterno, e le parole di Antonio Russo portano a un respiro dell'infinito, esse sono preghiera, verità, bellezza, consolazione, attesa e speranza. I suoi versi sono la storia di un'anima, ma anche una storia che riflette sulla intima condizione dell'intera umanità contemporanea in un fascinoso stile lirico, che è bene definire "dialogante" per quel suo limpido e musicale lessico, per la purezza e la essenzialità della parola, che arriva dritta al cuore di chi legge o ascolta i suoi versi trasformandola in messaggera di una densa e corposa filosofia del vivere. Un altro motore del vivere umano che prevale su tutti gli sguardi lirici del poeta è il tema dell'amore nei suoi variegati volti: quello per la sua donna, per la madre e per quanti soffrono perché privati di un'umanità dignitosa. A latere un ricco verseggiare sulla bellezza della natura e dei suoi elementi: il mare, il cielo, la luna, le stelle, le albe, la notte. Questa poesia è un ponte che lega cielo e terra, sogno e realtà, sentimento e ragione.

La silloge di Dario Menicucci, "Il treno per la luna", risuona come una singolare proposta di viaggio verso il nostro satellite, la cui serica luce tutto ammorbidisce, smussando spigoli ed ostacoli. Un treno, si sa, è composto di tante carrozze, ognuna, con passeggeri diversi, nelle cui valigie si celano gioie, tristezze, aspettative, tutto un fardello di vite vissute. Così è per queste poesie, cariche di magia e di tribolazione, di incanto e di tristezza. Nel viaggio verso nuove realtà, è facile tornare, col pensiero, a ciò che si è lasciato ed ecco affiorare, nella mente, i luoghi del cuore, le marine ora spumeggianti, ora pervase dalla calda luce del tramonto e poi le strade, le persone che hanno rappresentato il vissuto. Un tumulto di emozioni impossibili da dimenticare, sono ora racchiuse nelle valigie che ci accompagnano. E tra questi l'amore, sovente tradito, che irrora una ferita ancora sanguinante. Sono versi che parlano al cuore e guidano il lettore a scoprire il proprio io segreto, fino a confrontarsi col poeta stesso. La singolarità di questa poetica sta nel ricorso a versi brevi, quasi scarni, scanditi da ritmi serrati, ma carichi di una straordinaria forza evocativa.

Il tempo va il tempo viene, ma non è mai sufficiente per chi rincorre il sapere.

Il Paradiso esiste nella dolcezza dei bei ricordi. Essi soltanto ricompongono e conservano nella memoria gli equilibri perduti. Tutto il resto svanisce e non lascia traccia, si dissolve nella futilità del Tempo. E la poesia raccoglie questi ricordi, li filtra, li ordina e li espone in versi. L'armonia e la musicalità del verso imprimono un ritmo che li rende vivi e palpitanti. Così, attraverso la poesia, i ricordi riacquistano la freschezza e il profumo d'un tempo; ridiventano presente nella mente e parlano al cuore di chi si pone in ascolto.

Un viaggio nelle periferie della mente, dove finisce il pensiero quando da tutti i doveri se la svigna. Come impiega i pensieri un impiegato, pigiato sul metrò? Cosa sceglie di immaginare? Sceglie o è scelto? Chi popola la nostra mente? Quali luoghi più o meno reali e quali esseri più o meno umani? Quanto siamo consapevoli dei nostri gesti quotidiani? e dei nostri desideri più o meno lontani? Si può scendere dall’impalcatura prima che sia troppo tardi? O non bisogna fuggire, bisogna stare nel giorno, perfezionarlo, arredarlo, renderlo abitabile? Bisogna uscire da noi stessi! Ma gli altri chi sono? Passo più tempo con il pc che con gli umani. Più con il mouse che con le mie mani. Che rapporto c’è tra uomini e macchine? Siamo padroni dei droni o servi del server? Tante domande, qualche risposta: non lasciamo che ogni giorno senza meta, si ripeta, nel nostro chiuso e piccolissimo pianeta.