Storia dell'arte: stili artistici
Leonardo da Vinci. I segreti di un genio
Murielle Neveux
Libro: Libro rilegato
editore: White Star
anno edizione: 2019
pagine: 111
Oltre 60 quadri, disegni e schizzi emblematici dello spirito creativo e visionario di Leonardo. Pittore, disegnatore, scultore, ingegnere, architetto, ha lasciato la sua impronta sul Rinascimento italiano. Oltre alla descrizione della famosa Giocondo, l'opera dell'artista sarà approfondita attraverso lo studio di altri quadri come "La Belle Ferronnière", "L'Adorazione dei Magi" o "San Giovanni Battista".
Vesperbild. Alle origini della Pietà di Michelangelo. Catalogo della mostra (Milano, 13 ottobre 2018-13 gennaio 2019)
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 142
La parola tedesca «Vesperbild» significa letteralmente immagine del Vespro e rievoca il momento in cui il corpo di Cristo, deposto dalla croce, è in attesa di sepoltura. L'iconografia del Cristo morto sul grembo di Maria ha iniziato ad essere rappresentata nelle sculture lignee della valle del Reno d'inizio Trecento. I motivi e le conseguenze della diffusione di questa iconografia in territorio italiano, a partire dalla metà del secolo e fino ad arrivare al suo esito più classico e celebre, la Pietà di Michelangelo, sono al centro della ricerca di questa mostra al Castello Sforzesco di Milano. Partendo dai primi esempi nordici e attraverso l'analisi di opere di grandi artisti italiani come Francesco Del Cossa, Ercole de' Roberti, Giovanni Bellini, Carpaccio, Perugino, vengono illustrati i diversi snodi e gradi dello sviluppo storico-geografico di quest'iconografia fino ad arrivare, appunto, all'interpretazione di Michelangelo, destinata a condizionare la percezione del tema nei secoli a venire: la Pietà vaticana. Ma verso la fine della sua vita, il Buonarroti tornerà sul tema recuperando la cifra emotiva ed espressiva dei primi Vesperbilder tedeschi: la sua Pietà Rondanini, esposta nelle sale dell'Antico Ospedale Spagnolo adiacenti alla mostra, incarna chiaramente questo desiderio di tornare alle origini più antiche di questa rappresentazione. Il catalogo, riccamente illustrato, sarà caratterizzato da un ampio saggio di Antonio Mazzotta e Agostino Allegri che ripercorre la storia di questa iconografia e di tutte le sue diverse declinazioni e rappresenta uno studio, ampio e comprensivo, in lingua italiana su questo tema.
Leonardo. Il genio nei disegni
Martin Clayton
Libro: Libro rilegato
editore: Jaca Book
anno edizione: 2019
pagine: 255
La Royal Collection conserva la collezione di disegni di Leonardo più importante al mondo: oltre 500 fogli raccolti sin dalla morte dell'artista nel 1519, tra i più variegati e tecnicamente perfetti dell'intera storia dell'arte. Leonardo da Vinci (1452-1519) fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, creatore di costumi, anatomista, botanico, cartografo e molto altro. A unificare questi interessi fu la sua attività di disegnatore. Leonardo disegnava per elaborare i suoi progetti artistici e tecnici, per registrare le impressioni del mondo che lo circondava, per esplorare la sua stessa immaginazione e per riflettere. Il disegno accompagna dunque Leonardo in tutta la sua vita di artista e uomo di scienza: questo volume, che utilizza la più grande collezione al mondo dei suoi schizzi e dei suoi studi, ci offre una testimonianza visiva ad ampio raggio del suo genio.
Ottocento. L'arte dell'Italia tra Hayez e Segantini. Catalogo della mostra (Forlì, 9 febbraio-16 giugno 2019)
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2019
pagine: 384
Con un confronto straordinario tra pittura e scultura, vengono ricostruite in questo volume le vicende dell’arte italiana dall'Unità allo scoppio della Grande Guerra, spiegando come l’arte sia stata non solo un formidabile strumento per creare il consenso, ma anche il mezzo più popolare, “democratico” per far conoscere agli italiani i percorsi di una storia antica e recente dominata da slanci comuni, ma anche da tante divisioni; per far loro scoprire le meraviglie naturalistiche del “bel paese”; per celebrare i fasti della vita moderna; per denunciare le ingiustizie della società. Artisti come Hayez, Vela, Domenico e Gerolamo Induno, Fattori, Signorini, De Nittis, Boldini, Corcos, Gemito, Previati, Morbelli, Pellizza da Volpedo, Segantini, Balla, Boccioni, e tanti altri qui riconsiderati, hanno esplorato generi e linguaggi diversi, cercando di rappresentare attraverso la pittura di storia, la cronaca della vita moderna, l’arte di denuncia sociale, il ritratto e il paesaggio una realtà e una società in profonda trasformazione. Vengono riscoperte le opere diventate iconiche, che furono quelle presentate, premiate, acquistate dallo Stato e dagli enti pubblici – ma anche oggetto di dibattito e scandalo - alle grandi Esposizioni Nazionali, da quella di Firenze nel 1861 a quelle che tra Roma, Torino e Firenze (le tre città che erano state capitali) hanno celebrato nel 1911 i primi cinquant'anni dall'Unità. Saggi di: Marco Antonio Bazzocchi, Tommaso Casini, Francesco Leone, Elena Lissoni, Fernando Mazzocca, Antonio Paolucci, Ulisse Tramonti.
Caravaggio
Roberto Longhi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2019
pagine: 200
«Non può sorprendere che, per una vicenda tormentosa e sciagurata come quella del Caravaggio, gli storiografi del Seicento più romanzevole e del più romantico Ottocento si industriassero a trasformarne ogni passo, fin dai princìpi, ad uso di un ritratto spiccatamente popolare (ciò che per essi suonava “plebeo”) e cioè adatto a spiegare la spregiudicata e, si diceva, “indecorosa” naturalezza dell'artista. Fu così che il Caravaggio, già da ragazzo, in Lombardia, si tramutò in figlio di muratore, in rimestatore di calcine e preparatore di colle per gli imbianchini milanesi. Il resto della sua vita, soprattutto negli anni di Roma, Napoli e Malta, non aveva certo bisogno di esser rinforzato nelle tinte, ma pure non si mancò di farlo e persin la sua morte, per ragioni di corrispondenza simbolica, si amò fissare un anno prima del vero».
Boom for real. DVD
Sara Driver
Libro
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2019
pagine: 8
Presentato in anteprima internazionale al Toronto Film Festival, "Boom for real" è uno sguardo sul teenager Jean-Michel Basquiat prima che diventasse celebre e famoso. È una riflessione su come l'ambiente (la New York violenta che va dal '78 all'81), la scena artistica, le sue frequentazioni, i movimenti culturali abbiano plasmato l'artista che poi è diventato. Jean-Michel Basquiat è l'icona che meglio rappresenta questo periodo. Il fermento che animava la città passava attraverso di lui: politica, hip-hop, punk rock, così come i movimenti per i diritti civili e le questioni razziali. Nel booklet: Il film; Note di regia.
Napoli nobilissima. Rivista di arti, filologia e storia. Settima serie. Volume 4\3
Libro: Copertina morbida
editore: artem
anno edizione: 2019
pagine: 80
La rivista fondata da Benedetto Croce nel 1892, insieme a letterati e storici come Riccardo Carafa d'Andria, Michelangelo Schipa, Giuseppe Ceci, Luigi Conforti, Salvatore Di Giacomo, Luigi Spinazzola... con l'obiettivo di "scrivere" la storia artistica e topografica di Napoli, perseguendo il rispetto e la conservazione del patrimonio culturale e artistico più antico della città, prosegue la sua missione sotto l'egida dell'Istituto universitario Suor Orsola Benincasa; saggi di Pierluigi Leone de Castris, Valeria Di Fratta, Marco Vaccaro, Paolo Isotta, Umberto Pappalardo, Piero Craveri.
I salami dell'Antelami, i cieli del Correggio. Lo stupore dell'arte a Parma
Pier Paolo Mendogni
Libro: Libro in brossura
editore: Diabasis
anno edizione: 2018
pagine: 127
Per Antonio Mengs, pittore e grande studioso d'arte, la cupola del Duomo del Correggio è la più bella cupola dipinta in tutti i tempi. E prima del Correggio era stato l'Antelami a rivoluzionare a Parma la scultura dal romanico al gotico e subito dopo è venuto il Parmigianino a trasformare la classicheggiante bellezza rinascimentale in sofisticata eleganza manierista. Tre grandissimi artisti che con le loro opere immortali hanno richiamato qui poeti, artisti, scrittori, uomini di cultura da tutto il mondo e continuano ancora a richiamarli ma soprattutto hanno dato una impronta di colta eleganza alla città, che ha continuato a produrre arte e artisti. Così nel Seicento a Parma viene costruito il primo teatro in Europa a scena mobile e nel Settecento sorge l'unica chiesa italiana col doppio soffitto traforato. Il tipografo Bodoni crea qui una stupenda grafica di moderna classicità che farà scuola in Europa dove gode prestigio anche l'Accademia di Belle Arti tanto che Goya partecipa a uno dei suoi concorsi.
La vita e l'opera di Albrecht Dürer
Erwin Panofsky
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2018
pagine: 545
«Fu in Germania che, nel Quattrocento, l'invenzione della stampa, dell'incisione e della xilografia fornì al singolo la possibilità di diffondere le proprie idee in tutto il mondo. Proprio mediante le arti grafiche la Germania assurse al ruolo di grande potenza nel campo artistico, grazie principalmente all'attività di un artista che, benché famoso come pittore, divenne una figura internazionale solo per le sue doti di incisore e xilografo: Albrecht Dürer. Le sue stampe per più di un secolo costituirono il canone, della perfezione grafica e servirono da modelli per infinite altre stampe, come pure per dipinti, sculture, smalti, arazzi, placche e porcellane, non solo in Germania, ma anche in Italia, in Francia, nei Paesi Bassi, in Russia, in Spagna e, indirettamente, persino in Persia. L'immagine di Dürer, come quella di quasi tutti i grandi, è cambiata secondo l'epoca e la mentalità in cui si è riflessa, ma sebbene le qualità distintive della sua innegabile grandezza furono variamente definite, questa grandezza fu riconosciuta subito e mai messa in dubbio».
Arte povera
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2018
pagine: 238
Sollecitando gli artisti più impegnati nello sviluppo dell'arte povera, le interviste curate e raccolte da Giovanni Lista cercano di definire i caratteri specifici di questo movimento dell'arte italiana che, nato all'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, ha proposto il salutare ritorno a un «grado zero» dell'arte contro i linguaggi tradizionali della produzione artistica e contro la retorica di un'avanguardia ormai compromessa con la società dei consumi. Rifiutando il mondo della cultura, nel momento in cui esso registrava il suo asservimento alle nuove tecnologie e alla massificazione dei media, l'arte povera ha preconizzato la messinscena del processo di creazione, il recupero dei gesti elementari e la manipolazione dei materiali primari. L'arte era così chiamata a tradurre l'atto cognitivo nella pienezza di un'esperienza sensibile e intellettuale in cui la coscienza d'essere si trovava confrontata all'epifania delle forze della materia, alla presenza fisica dell'oggetto, alla circolazione d'energia che relaziona le cose e lo spazio ambiente. Ogni opera d'arte povera pone se stessa come emergenza e scoperta, sopprime la coerenza ripetitiva dello stile e rinnova quindi l'esperienza originaria della creazione. Reagendo in termini d'identità culturale all'egemonia della pop art, poi del concettualismo e del minimalismo americani, l'arte povera è stata caratterizzata da un'aperta rivendicazione dei valori dell'arte europea, vissuta anche come nuova appropriazione dei fondamenti espressivi della civiltà artistica italiana.
Picasso. Della guerra e della pace
Carlo Sini
Libro: Libro rilegato
editore: Jaca Book
anno edizione: 2018
pagine: 157
Sul tema della Guerra e della Pace sono messe a confronto le opere di un pittore che ha percorso il XX secolo, Pablo Picasso, e le parole di un filosofo, Carlo Sini, che ne ha percorsa la seconda parte, entrando nel XXI secolo. Un importante testo di Sylvie Forestier ci accompagna nella Cappella della Guerra e della Pace di Picasso e nella cronologia delle sue opere. Picasso, alla fine della prima guerra mondiale, viaggia in Italia con Cocteau e scopre il mito mediterraneo della pace. La guerra di Spagna con il bombardamento nazista di Guernica ispira a Picasso un capolavoro sulla tragedia della guerra, "Guernica" appunto, accompagnato da opere sul dolore. Dopo la seconda guerra mondiale, ad Antibes Picasso ritrova la pace mediterranea e, politicamente impegnato, ne realizza un simbolo, la colomba. La guerra in Corea lo riporta a una nuova Guernica, questa volta nel ricordo della fucilazione dipinta da Goya. La sfida della Cappella della Guerra e della Pace, unitamente a Guernica e a Massacro in Corea fa di Picasso l'artista moderno più capace di metterci con forza poetica davanti all'orrore della guerra. Le parole di Sini ci conducono al senso e alla pratica della pace. Sini ricorda Whitehead per il quale la pace era un «modo di essere, non un concetto; piuttosto è un'azione simbolica, che ha qualche connessione con l'Arte e col Bello. In questo senso essa frequenta idealmente il mito e tutte le figure archetipiche dei primordi umani». Sini insiste: «Non lo starsene in pace o l'essere lasciati in pace nel proprio rifugio e nascondiglio ma, al contrario, l'essere totalmente aperti e nell'aperto, senza più protezione (come diceva Rilke), innamorati dello spettacolo degli altri e della bellezza della vita comune; dimentichi di profitti immaginari e interamente dediti alle imprese da affrontare con i compagni che il destino ci ha dato».
Anno mille. L'arte in Europa dal 950 al 1050
Liana Castelfranchi Vegas
Libro: Libro rilegato
editore: Jaca Book
anno edizione: 2018
pagine: 239
Il passaggio fra il primo e il secondo millennio è uno straordinario periodo di creatività nella storia Europea per ragioni letterarie, culturali, religiose, e risulta un vero e proprio spartiacque dal primo al secondo Medioevo. Nella storia dell'arte, in particolare, l'impero ottoniano, sostituendosi con efficacia alla pretesa unificatrice carolingia, diviene il centro e il motore delle novità artistiche dell'epoca. Sull'asse Germania-Lombardia si sviluppa infatti una corrente artistica di alto profilo, stilizzata e colta, che dà vita a notevoli cambiamenti nell'architettura e nelle arti minori. Basti pensare alle chiese di San Ciriaco a Gernrose, San Michele di Hildesheim o alla rotonda del duomo vecchio di Brescia, o, ancora, agli affreschi superstiti della Majestas Domini nella Basilica di San Vincenzo a Galliano, vicino a Cantù. E soprattutto alle numerose miniature, agli oggetti di culto, ai simboli del potere frutto della ricchissima committenza imperiale, in cui, oltre all'evidente influsso di Bisanzio, sono tangibili, in nuce, i segni di una nuova sensibilità e di un nuovo gusto propriamente occidentali. Il volume non tralascia le testimonianze artistiche del regno di Francia, con i tesori orafi di Conques e con Cluny, il monastero che all'epoca era in grado di rivaleggiare nella cristianità con Roma per magnificenza e importanza; pone in risalto l'inventiva dei centri inglesi di Winchester e Canterbury, o di Saint-Omer nelle Fiandre; infine affronta l'architettura sincretica della Spagna del Nord e l'invenzione delle Apocalissi e dei Beati negli scriptoria monastici iberici. Sono tasselli preziosi che si combinano sapientemente per delineare il momento storico che darà all'Europa la sua prima arte universale: il Romanico.