Marsilio: I nodi
Brevi incontri
Irene Bignardi
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2013
pagine: 267
"Per capire il '900, per carpirne un segreto, ogni imprevedibile percorso merita di essere condiviso ed esplorato. Le interviste di Irene Bignardi, che qui sono raccolte, scelte tra le innumerevoli che l'autrice è venuta facendo in anni e anni di militanza giornalistica soprattutto sul paginone centrale di "la Repubblica", offrono testimonianze autorevolmente autoriali e mai effimere, dove, nel libero e spregiudicato confronto tra una giornalista curiosa e appassionata e alcuni - quaranta - protagonisti della seconda metà del secolo, emergono speranze e ideali di alcune generazioni di artisti - alla definizione sfugge solo, ma apparentemente, Andrew Wylie - che si sono buttati nella mischia per riconoscersi nelle parole o nelle immagini che sapevano inventare. Cinema, letteratura, fumetto, teatro, fotografia: poco conta il linguaggio o il genere, tutti gli intervistati accettano di consegnare, nella precaria resistenza del parlato, la loro "verità" a una fedele messaggera che fisserà nella scrittura quello che a volte non dicono neppure a se stessi e che, invece, nella strana intimità che può creare l'intervista, raccontano. Bignardi, che si confessa cocciutamente "ambiziosa", cerca "il ritratto in controluce", fedele persino nelle pause ai suoi interlocutori, ma al tempo stesso cosciente che suoni, luci, ambienti non si riveleranno mai interamente nelle sole parole , quindi, pronta a toccare tutti i tasti della memoria, dell'evocazione, della nostalgia." (Cesare De Michelis)
Ogni cosa a suo tempo. Storia della mia vita
Mihail Sergeevic Gorbacëv
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2013
pagine: 493
All'indomani della morte della moglie, l'amata Raisa, Michail Gorbacëv decide di scrivere un libro. Non sarà un libro di memorie, né un romanzo e neppure una cronaca storica. Nelle parole dell'autore: "è il racconto della nostra vita". Nasce così questa autobiografia, che dall'infanzia nel cuore del Caucaso lo vede giungere ai vertici della politica mondiale, fino alle dimissioni nel 1991 e alla dissoluzione dell'Unione Sovietica. Sull'onda dei ricordi, Gorbacëv ripercorre con onestà e schiettezza la propria vita. Insieme alle vicende private - prima tra tutte l'amore per Raisa, che va oltre la vita - vi si ritrovano gli avvenimenti, i protagonisti e le svolte epocali che ne hanno segnato la carriera, a cui si accompagnano insolite riflessioni sulla politica e il ruolo del destino, rivelando tutte le difficoltà e gli errori di un uomo alla prova della storia. Alla fine di questo percorso non si può non concordare sul giudizio che del libro dà lo stesso Gorbacëv: "ho l'impressione di essere riuscito a raccontare in modo esauriente la storia della mia vita. In un certo senso è una sorta di risposta alla domanda su come abbiano potuto prodursi certe situazioni; le quali, alla fine, sono risultate determinanti per il mio destino politico".
L'intelligenza del denaro. Perché il mercato ha ragione anche quando ha torto
Alberto Mingardi
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2013
pagine: 334
Lo strapotere dell'economia di mercato - sostiene Alberto Mingardi - è solo apparente. In realtà nelle nostre vite c'è ancora troppo Stato e troppo poca concorrenza. La crisi di questi anni testimonia proprio l'inevitabile epilogo di una storia fatta di dirigismo e continui interventi che turbano quell'infinita ragnatela di liberi scambi fra persone che è il mercato. Questo libro giunge a smentire i pregiudizi e a rompere gli indugi presentandoci il mercato come non l'abbiamo mai visto: l'esito, ovviamente sempre imperfetto, della libera interazione di milioni di individui, la sorgente ultima di ogni innovazione, l'unica palestra possibile per la libertà degli esseri umani. In quest'ottica se ne descrivono i protagonisti, ciascuno con le proprie peculiarità, si evidenziano gli errori concettuali e i pericoli di regolamentazioni asfissianti. Ostacolare o limitare la libertà del mercato significa togliere alle persone la possibilità di manifestare la loro libertà di farsi scegliere e ha un costo implicito: sono i prodotti e i servizi che non potremo sperimentare, che a nostra volta non ci sarà dato di poter scegliere. Lasciare spazio all'imprevisto, invece, rende. Per questo - dice Mingardi - "varrebbe la pena di rinunciare alle spiegazioni semplificanti, al divorante bisogno di un ordine sovrimposto che abbia il pregio di risultarci immediatamente chiaro sulla carta. La chiarezza del progetto non garantisce la bellezza dell'esito".
Avere vent'anni a Tunisi e al Cairo. Per una lettura delle rivoluzioni arabe
Khaled Fouad Allam
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2013
pagine: 208
"I notiziari, se da una parte evidenziano la lontananza tra il luogo in cui si svolgono gli eventi e quello in cui ci si trova, dall'altra riportano alla memoria sensazioni simili già vissute. Così, quando, nel dicembre 2010, vidi le immagini delle prime sommosse tunisine, ebbi la sensazione di tornare al periodo della mia infanzia in Algeria. Mi venne in mente, in particolare, il periodo del maggio 1968". Parte dai suoi ricordi personali, Khaled Fouad Allam, per costruire una lettura comparativa delle contestazioni e dei rivolgimenti che abbiamo imparato a conoscere con il nome di "Primavera araba". Sono molte le domande che Allam si pone nel corso di questo libro e che configurano un approccio del tutto inedito: perché il mondo arabo non ha avuto un suo Sessantotto? Perché il conflitto israelo-palestinese non avrà mai la valenza simbolica e aggregatrice che ebbe il Vietnam per i giovani occidentali degli anni sessanta e settanta? Cosa accomuna i linguaggi e le forme mediali in cui il dissenso dei giovani arabi trova espressione alle manifestazioni degli indignados e al rap delle grandi periferie metropolitane occidentali? Qual è il rapporto con i nuovi mezzi di comunicazione? Internet giunge davvero a liberare i sogni di questi giovani o rischia di diventare anch'esso strumento di chiusura? E, infine, perché non riesce a emergere una leadership forte?
Storie di cinema a Venezia
Irene Bignardi
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 154
Un rapporto molto particolare, quello tra Venezia e il cinema. Se le altre grandi città "cinematografiche" costituiscono quasi sempre la tela di fondo su cui si muove l'azione, Venezia è, per sua natura, una co-protagonista del film, un personaggio che risalta nel tessuto della storia, un'ambientazione che non può mai essere casuale. Attraverso queste venti storie, raccontate senza fare critica né storia del cinema, Irene Bignardi ha costruito un itinerario veneziano molto personale tra calli e campi, chiese e palazzi, drammi e commedie. E fa rivivere, con una scrittura lieve e sapiente, l'allegria kitsch di Cappello a cilindro, ovverosia Venezia vista da Hollywood, e le atmosfere risorgimentali di Senso; la nobile scenografia dell'Othello di Welles e le faticate vicende de II mercante di Venezia; i brividi di A Venezia... un dicembre rosso shocking e il sentimentalismo di Tempo d'estate; la ribelle giovinezza veneziana inventata dal primo Tinto Brass con Chi lavora è perduto e il rigore politico de II terrorista di De Bosio; la decadenza della città raccontata da Visconti con Morte a Venezia e i film veneziani ispirati a Henry James; un'inedita esplorazione della città lagunare firmata da Susan Sontag in Unguided Tour e il recente Dieci inverni, che restituisce l'immagine della Venezia studentesca, quella dei giovani, quella squattrinata, lontana dai palazzi.
Malaparte. Vite e leggende
Maurizio Serra
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 587
Nazionalista e cosmopolita. Pacifista e bellicista. Elitista e populista. Scrittore politico dalla prosa essenziale e romanziere dall'immaginazione barocca. Mitomane, esibizionista, gelido dandy che flirta con fascismo, marxismo e anarchia, attratto di volta in volta dall'Italia di Mussolini, dall'Urss di Stalin, dalla Cina di Mao e dall'imperialismo americano. Seduttore inveterato, esibizionista, "camaleonte" pronto a servire (e a servirsi di) ogni potere. Tutto e il contrario di tutto, in apparenza, Curzio Suckert detto Malaparte (1898-1957) sfidò solitario le convenzioni della sua epoca. Oggi questa biografia di Maurizio Serra - basata su un'ampia documentazione, su corrispondenze e testimonianze anche inedite - ci restituisce le sfaccettature di una vicenda umana e letteraria che non può ridursi ai luoghi comuni che ne hanno imprigionato la memoria. Emerge così la modernità di un Malaparte visionario interprete della decadenza europea, che non smette di stupire perché aveva, potente e inconfessato, il gusto dello scacco: "Malaparte o le disavventure di Narciso".
Romani. Guida immaginaria agli abitanti della Capitale
Angelo Mellone
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 251
Esiste oggi un'identità dei romani? "Ma che domande fai?", direbbe qualcuno, "certo che esiste: ci sono la pajata, il Colosseo, Totti, il Papa, il gusto della battuta, Alberto Sordi...". Questa rappresentazione retorica può accontentare solo il turista o qualche politico a caccia di slogan. È vero invece che, se i romani de Roma sono ormai una piccola minoranza, l'identità romana - liquida, leggera, appiccicosa, onnipervasiva, chiacchierona, facile da acquisire come slang e come appartenenza - assale chiunque vada a vivere nella Capitale e si fa veicolo di egemonia sull'immaginario italiano. Quali sono i suoi simboli? Quali sono i tratti di cultura popolare che danno fondamento alla romanità contemporanea? E quali sono i "tipi" che oggi la rappresentano? Come si mischiano il vecchio e il nuovo romano nel frullato mediatico veicolato dalla televisione e dal cinema? Cosa distingue il tifoso laziale da quello romanista? È meglio parlare di romanità o della sua volgarizzazione pop e mediatica, il "romanismo"? I romani sono come i "Cesaroni", come i personaggi dei Vanzina, come le rifattone di Dagospia, come le ragazzine della bira&calippo, come il coatto dei film neorealisti, come i quarantenni depressi raccontati da Muccino? È vero che gridano tutti come in "Mangia, prega, ama!" e pranzano con la coda alla vaccinara? Utilizzando gli strumenti del reportage, dell'analisi mediologica e di costume, Angelo Mellone cerca di cerca di capire se esiste uno "spirito romano".
Introduzione alla Divina Commedia
Carlo Ossola
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 157
La Commedia di Dante parla di "Everyman" (Pound), di ciascuno di noi. Parte cospicua dei suoi versi si è fatta proverbio, detto morale o sentenza, come se ci rifugiassimo nella Commedia per dar linfa ai nostri giudizi: "perdere il ben de l'intelletto", "sanza 'nfamia e sanza lodo", "ma guarda e passa", "mi fa tremar le vene e i polsi", "lasciate ogne speranza, voi ch'entrate". La Commedia è commedia: è il poema più dialogico di tutta la nostra letteratura; sfilano comparse, protagonisti; come a teatro ci sono dialoghi e monologhi, duetti serrati; un'architettura di mondi, luoghi visti, immaginati, letti, percorsi nell'esilio o nei libri. Per leggere Dante oggi, è necessario continuare ad avere la sua sete d'essenziale, il suo anelito a varcare il relativo per porre i suoi versi come sigillo e fondamento di una parola detta per sempre. Nel suo essere "testimone contro il tempo" Dante, nel Novecento, è stato meglio interpretato e compreso da autori come Pound, Eliot, Mandel'stam, Beckett e Borges che dai critici stessi. E ancora, nel XXI secolo, il suo poema è in futurum.
Cavour. Vita dell'uomo che fece l'Italia
Giorgio Dell'Arti
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2011
pagine: 480
Questo libro nasce dalla volontà di restituire il senso della vicenda umana e politica di un uomo molto citato, ma pochissimo conosciuto, e oggi tirato in ballo da più parti senza ritegno. Sotto forma di dialogo, Giorgio Dell'Arti ripercorre la vita del geniale e visionario primo ministro di Casa Savoia portandone alla luce gli aspetti più curiosi e meno noti. La diplomazia, l'arte di governo, ma anche i vizi, gli amori, gli affari e l'atmosfera della società dell'Ottocento. In filigrana un ritratto dell'Italia, in bianco e nero, ma ancora attualissimo. Soprattutto, a emergere è la vocazione patriottica di Cavour, il filo rosso che attraversa tutta la sua vita, da rileggere in questi tempi in cui - scrive Dell'Arti - "è bene rendersi conto che si può essere italiani e avere senso dello stato".
Il capitalismo. Verso l'ideale cinese
Geminello Alvi
Libro: Libro rilegato
editore: Marsilio
anno edizione: 2011
pagine: 335
Risultato del compromesso tra la prepotenza statale, la mania di spesa dei governanti e la vanità che spinge a consumare beni inutili, il capitalismo si manifesta oggi nel suo esito cinese e omologante. Con l'autonomia di giudizio e la libertà d'intelletto che lo contraddistinguono, Geminello Alvi si cimenta nell'impresa di una nuova definizione del capitalismo. Capitolo conclusivo della trilogia iniziata con "Le seduzioni economiche di Faust" e "Il secolo americano", il libro prende le mosse dalla crisi del 2008 e dall'ambigua posizione dell'economia cinese per tracciare le vicende delle varie spiegazioni e restituzioni del capitalismo, gli errori e gli abbagli, e giungere a una descrizione opposta a quella marxista. Dopo averci mostrato perché il Novecento è stato "il secolo americano" e averne messo a nudo i tratti della storia segreta, Alvi ci guida attraverso la lettura di un percorso storico che sembra, inevitabilmente, condurci verso "l'ideale cinese". E spiega perché il dono debba tornare a essere elemento centrale della vita economica.
Cossiga mi ha detto. Il testamento politico di un protagonista della storia italiana del Novecento
Renato Farina
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2011
pagine: 236
"Cossiga era il massimo esperto del globo sulle questioni relative all'intelligence e agli 007 di ogni Paese. Subito dopo l'11 settembre si mise in contatto con Feltri. Gli disse che Berlusconi stava per scegliere dei vertici del Sismi e del Sisde disastrosi. Occorreva forzare la mano. Era disposto Feltri a ospitare dei suoi testi? Feltri disse di sì e affidò a me l'opera di trasformare un meraviglioso enigmatico testo in qualcosa di masticabile per i lettori. Era d'accordo Cossiga? Di più: entusiasta. Lavorammo insieme, e uscì un articolo in cui Franco Mauri (lui!) fucilava come traditori gli altri candidati e promuoveva a pieni voti e con la garanzia di salvezza per l'Italia i generali Nicolò Pollari per il Sismi e Mario Mori per il Sisde. Cossiga mi invitò a brindare: la nostra accoppiata aveva vinto per il bene dell'Italia. Questa storia portò bene all'Italia, meno bene a me. Ma mi regalò un'amicizia cementata nella pugna (ironia, ma neanche tanto). Da allora ci sentimmo quasi tutti i giorni, scrivemmo insieme, registrammo materiale per un libro biografico traslocando a Lugano o in Toscana per settimane intere. Il libro è mio e le parole sono sue. Sono quelle che ho udito da lui, quelle delle carte da lui tirate fuori dai cassetti". (Renato Farina)
Il Mullah Omar
Massimo Fini
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2011
pagine: 171
La biografia del misterioso e inafferrabile leader dei Talebani che da dieci anni tiene in scacco il più potente e tecnologico esercito del mondo. Una storia che inizia con un ragazzo diciottenne che si batte contro gli invasori sovietici e in battaglia viene ferito irrimediabilmente a un occhio, se lo strappa, si benda da sé e torna a combattere. Che prosegue con quattro ragazzi, Omar, Ghaus, Hassan e Rabbani, che sulla piazza del loro povero villaggio, Singesar, decidono di fare qualcosa contro le prepotenze, gli abusi, le violenze, gli stupri, gli assassinii dei "signori della guerra" che, impegnati in una feroce lotta per il potere, agiscono nel più pieno arbitrio. Nasce così il movimento talebano che nel giro di soli due anni (1994-96), grazie all'appoggio della popolazione, sconfiggerà i "signori della guerra" riportando l'ordine e la legge, sia pur una dura legge, la sharia, nel Paese di cui Omar diventerà la guida. Ne vien fuori il ritratto di un uomo singolare, riservato, di poche parole ma attento a quelle degli altri, timido, quasi umile, e anche per questo adorato dai suoi, ma per nulla cupo, ironico e sarcastico, che arrivato al potere continuerà a condurre la vita spartana di sempre e non lo userà per arricchirsi o ritagliarsi privilegi ma per inseguire un suo sogno. Quello di un Afghanistan finalmente unificato e pacificato, lontanissimo dagli stili di vita dell'Occidente.