San Lorenzo: Sussidi biblici
La vita si è fatta visibile. Commento alla 1ª lettera di Giovanni
Luciano Monari
Libro
editore: San Lorenzo
anno edizione: 1996
pagine: 240
Il testo rappresenta un commento ed un'analisi esegetica della prima lettera di San Giovanni. Le frasi e le spiegazioni, costruite sulla Parola di Dio, aprono orizzonti infiniti e profondissimi. Il testo è stato completato da un ampio indice delle citazioni bibliche, l'autore inoltre ha voluto che i titoli delle singole parti del commento fossero gli stessi riportati dalla Bibbia di Gerusalemme.
La poetica del silenzio di Dio. Il libro delle lamentazioni
Luigi Nason
Libro: Libro in brossura
editore: San Lorenzo
anno edizione: 2023
pagine: 230
I cinque poemi che compongono il Libro delle Lamentazioni formano un’opera letteraria unitaria e, di conseguenza, i singoli poemi devono essere letti seguendo il filo che li unisce. Anche se è possibile che all’origine dei poemi non vi sia un solo autore e soprattutto che l’autore del capitolo 3 possa essere diverso dall’autore degli altri capitoli, l’opera, come ora si trova nel Canone biblico ebraico, presenta un marcato carattere unitario determinato dall’uso della medesima forma metrica (la qinah, “lamentazione”), dal linguaggio e dalla riflessione sul tema tragico della caduta di Gerusalemme. Lo stesso autore del terzo poema, che è in stretto contatto con la scuola di Isaia, potrebbe essere il curatore della redazione finale del libro. È comunque significativo che le questioni lasciate aperte nel Libro delle Lamentazioni abbiano trovato risposta nel Libro di Isaia, in particolare nei capitoli 40-54. Il Libro di Isaia, nella seconda parte, fornisce una risposta all’aspirazione alla sopravvivenza così evidente nel Libro delle Lamentazioni anche avvalendosi delle stesse formulazioni verbali. Molti rabbini e alcuni esegeti moderni hanno notato una somiglianza di linguaggio e di temi tra il Libro delle Lamentazioni e la parte del Libro di Isaia comunemente attribuita a un anonimo profeta dell’esilio, chiamato Deutero-Isaia, in particolare nell’invito «Consolate, consolate il popolo mio, dice il tuo Dio» (Is 40,1), ma quasi mai e solo in modo indiretto hanno sostenuto che ci sia un vero rapporto tra i due testi.
Il Vangelo delle comunità di Matteo
Sandro Gallazzi
Libro: Libro in brossura
editore: San Lorenzo
anno edizione: 2021
pagine: 190
Le legioni di Tito, distruggendo Gerusalemme, sempre pensata come la città simbolo del regno di Dio, avevano messo in crisi le comunità di Matteo, di origine giudaica. Anche la loro fede in Gesù di Nazaret era stata scossa, stava quasi per affondare, visto che molti autorevoli rabbini li stavano accusando di aver provocato l´ira divina per aver abbandonato i sacrifici del tempio, le pratiche di pietà e l´osservanza stretta della legge; avevavo disprezzato l´insegnamento e le tradizioni dei padri per seguire un semplice galileo, senza istruzione né riconoscimento. Come essere testimoni di questo Gesù vivo in mezzo a noi? Il cammino era rivedere tutta la Torah, la legge, alla luce di Gesù che ne dava il senso e la compiutezza. Le comunità di Matteo costruiscono, allora, il loro nuovo Pentateuco, ci parleranno della Genesi del Regno di Dio; ricorderanno i dieci gesti di liberazione fatti da Gesù, nuovo Esodo di vita; un nuovo libro dei Numeri ci annuncerà quali sono le difficoltà che il Regno incontrerà nella storia e le vincerà; la comunità dei piccolini, capace di accogliere di perdonare sempre, sará il nuovo Levitico, il libro del vero culto e il nuovo Deuteronomio ci presenterà la necessità di scegliere tra il cammino della morte e quello della vita che si riassume in ciò che faremo al più piccolo dei nostri fratelli. Per questo hanno ucciso Gesù di Nazaret che, però è vivo il mezzo a noi fino alla fine dei tempi.
Rimettersi in gioco con la bellezza. In cammino con sant’Agostino al tempo del covid-19
Luca Raspi
Libro
editore: San Lorenzo
anno edizione: 2020
pagine: 150
Dalla fine di febbraio 2020, con la diffusione del “corona virus”, l’occidente è entrato in un vortice di sofferenza e paura che, in poche settimane, ha fatto crollare le granitiche certezze antropologiche e gnoseologiche che erano diventate il codice genetico del patrimonio culturale dell’uomo contemporaneo. I segni, che questa pandemia ha lasciato, resteranno scolpiti per molto tempo nella memoria delle persone, che, da subito, hanno compreso che la loro quotidianità avrebbe subito cambiamenti probabilmente irreversibili. Fronteggiare la crisi antropologica causata dal covid-19 non sarà semplice, ma occorre iniziare a rimettersi in gioco. La ripartenza potrebbe venire da una riscoperta dell’essenziale. Questo significa andare incontro alla realtà, scorgendo nuovamente la bellezza del dono della vita e della creazione. Lo stop forzato alle nostre vite di questi mesi ci ha fermato dalle nostre corse frenetiche. Questa può essere l’occasione per frenare e imparare a guardare per contemplare, attraverso il pensiero, quella bellezza autentica che, nel colmare di senso l’esistenza, non smette di stupire e meravigliare il cuore di ogni uomo.
La fuga di Elia. Riflessioni postmoderne sul male di vivere
Paolo Cugini
Libro: Libro in brossura
editore: San Lorenzo
anno edizione: 2020
pagine: 150
La fuga di Elia nel deserto è presa come modello di una duplice fuga. La prima, è la fuga esistenziale dalle proprie scelte definitive. È il tipo di fuga che la cultura postmoderna sta agevolando. È il sogno della possibilità di ripartire da zero, di ricominciare di nuovo, di scartare il passato, con tutto quello che c’è dentro. L’altro tipo di fuga è, invece, il percorso interiore che una persona decide di realizzare per capire se stessa. Fuga da un modo ripetitivo di vivere le proprie scelte per rimotivarle. Fuga. non tanto per prendere le distanze dalle scelte fatte, ma per viverle meglio. Se sino a qualche decennio fa il contesto religioso e morale nel quale si viveva, impediva o fungeva da forte deterrente ad ogni tentativo di fuga, soprattutto rispetto alle scelte così dette definitive, oggi non è più così. La crisi dei valori tradizionali, venutasi a creare all’interno della cultura occidentale, rende sempre più possibile la fuga dalla propria situazione esistenziale percepita come negativa. Oggi esistono sempre meno punti d’appoggio esterni, per prendere forza nei momenti di difficoltà o di messa in discussione del proprio vissuto. Nelle pagine del libro vengono condivise alcune riflessioni che prendono la fuga di Elia come punto di riferimento, ad un duplice livello. Nel primo, la riflessione si concentra su alcune tematiche religiose ed esistenziali nella ricerca di significati nuovi per il nuovo contesto culturale. Sono, dunque, riflessioni critiche, che hanno l’obiettivo di sondare cammini nuovi, mettendo in discussione le modalità tradizionali di pensare e vivere la fede. Nel secondo, vengono descritte le riflessioni che Elia produce durante la sua crisi esistenziale, che lo spingono nel deserto. Il testo si presenta come un’opportunità per riflettere sui principali temi esistenziali e religiosi del nostro tempo.

