Studium: La cultura
La relazione umana oggi. Tra rischio educativo e fondazione filosofica
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 256
Come definire, in alternativa ai modelli di pensiero oggi affermati, una nuova idea di relazione umana in generale, e di relazione educativa in particolare? La risposta del volume scaturisce dal confronto con vari riferimenti intellettuali, ma soprattutto con le figure di Luigi Giussani e Romano Guardini. Il nucleo essenziale della proposta è che l’apertura al reale, in special modo all’altra persona, costituisce il nutrimento stesso dell’attività della ragione, ed è a sua volta alimentata dalla libertà. L’opera si compone di due parti: nella prima trovano spazio riflessioni di carattere squisitamente teoretico; la seconda invece ospita contributi dal taglio didattico-esperienziale. Ne risulta un lavoro che, all’interno della ricchezza di punti di vista garantita dal concorso di più autori, dispiega un’interessante e feconda intersezione di filosofia e pedagogia, e affronta una questione sensibilmente attuale.
Towards 1968. Studenti cattolici nell’Europa occidentale degli anni Sessanta
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 384
Si può parlare di un «Sessantotto cattolico»? E se è esistito, è stato solo una componente della contestazione giovanile, irrilevante e risucchiata dall’attrazione a specifiche e ramificato a livello europeo, se non su scala globale? Quali ne sono i riferimenti culturali, le reti di collegamento, i momenti e i luoghi in cui si è sviluppata una riflessione comune? Esiste davvero, insomma, una sorta di filo rosso che unisce gli studenti della JEC parigina e gli universitari cattolici che a Madrid scendono in piazza contro Franco, le avanguardie cattoliche della contestazione belga e gli studenti italiani che si sono mobilitati sin dall’inizio degli anni Sessanta? A tali interrogativi vuole rispondere questo libro, che analizza le direttrici di marcia che hanno portato i giovani cattolici europei «verso il Sessantotto », considerando un arco temporale ampio, che comprende il passaggio tra anni Cinquanta e Sessanta e gli orientamenti del mondo studentesco europeo del decennio che precede la contestazione. Italia, Francia, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Spagna: paesi che hanno avuto un Sessantotto spesso dirompente, alimentato proprio dalla gioventù cattolica. Gli studenti cattolici hanno in parte anticipato le istanze di contestazione, dal protagonismo generazionale alla vocazione antiautoritaria, declinandola in ambito ecclesiale e sociale. Come i loro compagni, anzi ancor prima dei loro compagni, hanno vissuto i lunghi anni Sessanta come un anticipo di contestazione, mettendo in sinergia, non senza contraddizioni, tensioni spirituali, esperienze associative e aspirazioni sociali.
La libertà religiosa in Messico. Dalla rivoluzione alle sfide dell’attualità
Libro
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 272
A più di cento anni dalla promulgazione della costituzione di Querétaro (5 febbraio 1917), considerata una delle più anticlericali di tutto il Novecento, l’ostilità verso la libertà delle fedi religiose di agire come tali nello spazio pubblico continua a rappresentare un tratto distintivo della società messicana, nonostante le riforme costituzionali che nel 1992 e nel 2013 hanno cercato di adeguare la disciplina interna del diritto di libertà religiosa agli standard riconosciuti a livello internazionale. Ancora oggi il Messico, come ai tempi della guerra cristera del 1926-1929, è uno dei luoghi più pericolosi al mondo dove esercitare il ministero sacerdotale, in particolare nelle regioni più colpite dalla piaga del narcotraffico. A ciò si aggiunge l’ostracismo a cui tendenzialmente va incontro chi, spinto dalla propria appartenenza religiosa, sostiene pubblicamente rivendicazioni di natura sociale o civica. L’eccezionalità del caso messicano sul piano della tutela del diritto di libertà religiosa continua dunque a suscitare domande, per rispondere alle quali non si può prescindere dalla complessa (e talora drammatica) storia dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica nel paese. Riflettere sul valore paradigmatico dell’esperienza messicana, a partire da una prospettiva al tempo stesso storica e giuridica, è l’obiettivo che si propone il presente volume.
La scoperta della prima infanzia. Per una storia della pedagogia 0-3. Volume Vol. 2
Evelina Scaglia
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 272
La prima infanzia è, sul piano educativo e pedagogico, una «scoperta» moderna o affonda le sue radici nella storia più antica? Per rispondere in maniera critica e documentata a questo interrogativo, l'autrice esplora in due volumi (vol. I "Dall'antichità a Comenio", vol. II "Da Locke alla contemporaneità") le concezioni pedagogiche e le pratiche educative che hanno, di fatto, accompagnato la condizione delle bambine e dei bambini nella fascia d'età compresa fra 0 e 3 anni dall'antichità fino ai giorni nostri. La ricostruzione è anche occasione per riscoprire le radici epistemologiche di una 'agoghé del pâis' progressivamente finalizzata a gettare le basi di un'educazione capace di confrontarsi con i caratteri precipui della «natura umana». Dall'analisi della prima comparsa di un pensiero «intenzionalmente» pedagogico fra età antica ed età medievale (vol. I), si è passati (vol. II) allo studio della formulazione in età moderna e contemporanea di una pedagogia sistematica della prima infanzia, distinta (anche se mai separata) dai saperi della letteratura, della teologia, della filosofia. Il ricorso ad una pluralità di fonti storiche ha consentito di far emergere dai «silenzi dell'educazione» la figura ancora poco abbozzata dell'infans, riconosciuto però nel corso del tempo come portatore di un lógos in potenza e, in quanto tale, protagonista e destinatario di un'educazione secundum naturam.
Violenza sulle donne. Antichi pregiudizi e moderni mutamenti di identità, ruoli e asimmetrie di potere
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 464
La Fondazione “Federico Ozanam – San Vincenzo De Paoli” è stata costituita a Roma agli inizi del 1999 da alcuni membri della Società di San Vincenzo De Paoli e dei Gruppi di Volontariato Vincenziano con lo scopo della promozione culturale della solidarietà sociale. L’attenzione della Fondazione è rivolta soprattutto al mondo del volontariato, attraverso cui affronta le problematiche di natura sociale, sanitaria, economica, che riguardano le situazioni di maggiore disagio ed emarginazione, con una particolare attenzione a quelle più trascurate e talvolta dimenticate. In particolare, grazie alla presenza dei numerosi volontari, La Fondazione si occupa quotidianamente di fornire pasti e assistenza sanitaria ai senza fissa dimora, recuperare e reinserire nella società gli ex detenuti attraverso percorsi di formazione e avviamento al lavoro, assistere le famiglie e gli anziani in stato di povertà e aiutare le giovani donne e i minori in difficoltà, offrendo loro alloggio e generi di prima necessità. A queste attività la Fondazione, che vanta un Comitato Scientifico composto da docenti universitari ed esperti con diverse competenze, affianca un’opera di ricerca continua in ambiti di rilievo sociale, che sensibilizzino la collettività al volontariato e alla cura dei più deboli. Seguendo la tradizione vincenziana, la Fondazione promuove tantissimi studi sulla marginalità sociale, il disagio e la povertà che hanno condotto alla pubblicazione degli atti dell’incontro teologico culturale dal titolo: “Annunciare il Vangelo nelle carceri. La scommessa della rieducazione”, tenutosi ad Assisi il 7, 8 e 9 settembre 2012 e del volume “Solidarietà sociale e salute: ruolo del volontariato”. Tra le recenti pubblicazioni curate dalla Fondazione vi sono “Per un etica del volontariato” finalizzato a far comprendere il concetto di donare con generosità senza attendere un ritorno, “L’uomo e la natura: sostenibilità sociale e ambientale”, vincitore della XXXIII edizione del prestigioso premio letterario “Capri San Michele”, che prende in esame l’emergenza ambientale vissuta dal nostro pianeta alla luce degli insegnamenti contenuti nell’enciclica di Papa Francesco “Laudato si” e “Educare alla Responsabilità”, una riflessione su come si possano trasmettere alle nuove generazioni i valori che consentono un ruolo responsabile nella società.
Oltre la disoccupazione. Per una nuova pedagogia del lavoro
Andrea Cegolon
Libro: Copertina morbida
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 224
Disoccupazione e inoccupazione giovanile sono un problema drammatico di molti paesi e, tra i più colpiti, il nostro. Le conseguenze sul piano socio-economico si toccano con mano, perché quella che stiamo vivendo è una crisi di sistema: famiglie in difficoltà, crollo demografico, assenza di progettualità, disintegrazione sociale. Oltre a quella strettamente economica, altrettanto grave, anche se non ha la risonanza che merita, è la ricaduta della crisi lavorativa sulle persone, sulla loro identità ed esistenza presente e futura. Che cosa avviene nella vita di quanti si trovano improvvisamente emarginati, esclusi, "disaffgliati", stanchi di bussare a porte sbarrate per lungo tempo? Sono questioni che attendono certamente risposte di ambito economico (analizzate nella prima parte del volume), ma che oggi richiedono una prospettiva di più ampio respiro, oggetto della seconda parte del volume. La tesi proposta è questa: accanto all'economia serve il coinvolgimento delle scienze umane e sociali, in primis la pedagogia: di qui la scelta di un approccio interdisciplinare. A fronte di una corrente di pensiero incline al pessimismo, in queste pagine si offre una chiave di lettura moderatamente ottimistica, ad una condizione però: che la pedagogia si faccia seriamente carico di un ripensa- mento radicale dell'idea di lavoro e della formazione e privilegi l'importanza dell'educazione iniziale, all'interno della famiglia e della scuola.
«Homo Religiosus» forme e storia. Saggio di filosofia della religione
Pierfrancesco Stagi
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 304
Il pensiero filosofico dell’inizio del nuovo Millennio ci consegna la rinnovata attualità della figura dell’homo religiosus, che sembrava ormai relegato nel periodo più oscuro del vecchio Millennio. L’homo religiosus, studiato dall’antropologia e dalla storia delle religioni (Eliade, van Leeuw, Ries), è quella particolare modalità dell’essere uomo, che interpreta il suo stare nel mondo come il dialogo con una Alterità e una Trascendenza, che gli sfugge ma con cui è sempre di nuovo in dialogo. Sono all’opera nell’uomo religioso una molteplicità di direzioni storiche di senso e di significati vitali. Alla complessità storica dell’homo religiosus si lega la sua dimensione fenomenologica, per cui il sapere dell’uomo religioso si articola non solo in una storia ma in forme, comportamenti, riti, in un’etica in generale, che è la sostanza stessa di questa storia. Di questa doppia dimensione, ermeneutica e fenomenologica, interpretativa e descrittiva, questo volume vuole essere una testimonianza, ripercorrendo le principali forme con cui l’esperienza religiosa si è manifestata nell’esistenza dell’uomo (preghiera, rito, mito, sacrificio, sacro naturale, trascendenza/ immanenza) e considerando le modalità con cui queste forme sono state pensate a patire dalla modernità nella loro dimensione personale, sociale, etica e politica (Schelling, W.F. Otto, Kreuzer, Bachofen, Durkheim, Heidegger, Caillois, Bataille, Blumenberg, Jesi).
La scoperta della prima infanzia. Per una storia della pedagogia 0-3. Volume 1
Evelina Scaglia
Libro: Copertina morbida
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 217
La prima infanzia è, sul piano educativo e pedagogico, una «scoperta» moderna o affonda le sue radici nella storia più antica? Per rispondere in maniera critica e documentata a questo interrogativo, l'autrice esplora in due volumi (vol. I Dall'antichità a Comenio, vol. II Da Locke alla contemporaneità) le concezioni pedagogiche e le pratiche educative che hanno, di fatto, accompagnato la condizione delle bambine e dei bambini nella fascia d'età compresa fra 0 e 3 anni dall'antichità fino ai giorni nostri. La ricostruzione è anche occasione per riscoprire le radici epistemologiche di una agoghé del pâis progressivamente finalizzata a gettare le basi di un'educazione capace di confrontarsi con i caratteri precipui della «natura umana». Dall'analisi della prima comparsa di un pensiero «intenzionalmente» pedagogico fra età antica ed età medievale (vol. I), si è passati (vol. II) allo studio della formulazione in età moderna e contemporanea di una pedagogia sistematica della prima infanzia, distinta (anche se mai separata) dai saperi della letteratura, della teologia, della filosofia. Il ricorso ad una pluralità di fonti storiche ha consentito di far emergere dai «silenzi dell'educazione» la figura ancora poco abbozzata dell'infans, riconosciuto però nel corso del tempo come portatore di un lógos in potenza e, in quanto tale, protagonista e destinatario di un'educazione secundum naturam.
La terza età del mondo. L’utopia della seconda modernità
Massimo Borghesi
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 400
L’idea della “terza età del mondo”, auspicata da Lessing ne L’educazione del genere umano (1780), è il motivo di fondo che guida la cultura tedesca, e poi quella europea, tra la fine del ‘700 e gli inizi del ‘900. Per essa un nuovo Vangelo eterno doveva sostituire il Vangelo storico ed attuare una trasformazione della religione tale da portare ad una divinizzazione del mondo. L’epoca nuova è l’età dello Spirito, l’era che succede a quella del Padre e del Figlio, dell’Antico e del Nuovo Testamento. La teologia trinitaria della storia di Gioacchino da Fiore, riproposta da Lessing, diviene il paradigma della secolarizzazione, della metamorfosi di Dio e dell’uomo. L’età dello Spirito, come tempo della piena maturità, è l’utopia della seconda modernità, quella illuministico-romantica, che si propone come soluzione del dramma della prima dominato dal conflitto politico-religioso aperto dalla Riforma. La crisi del modello della terza età, al centro delle critiche di Nietzsche e delle grandi tragedie del ‘900, segna l’orizzonte della cultura contemporanea.
Apprendere a leggere e scrivere. Come e perché
Adriana Lafranconi
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 304
«Qual è il metodo più efficace perché i bambini imparino a leggere e a scrivere?». È davvero ben posta questa domanda, che spesso interpella gli insegnanti (ma anche i genitori)? Ha ancora senso oggi, oppure, grazie alle neuroscienze o alla Evidence-Based Research, il problema della scelta del metodo è definitivamente risolto a favore del metodo della corrispondenza «fonema-grafema»? Il riduzionismo condotto anche a favore delle teorie scientifiche migliori, più efficaci, ha sempre fatto danni, nella storia. Meglio, dunque, non indulgere a questa tentazione. Ogni bambino, infatti, è unico, diverso da tutti. E pure il suo ambiente di vita. Impossibile che esista un metodo efficace sempre e in ogni caso. La pedagogia d’altra parte si interessa proprio del «caso singolo»: non si può tradire un bambino perché non apprende a leggere e a scrivere in maniera canonica. Da qui la necessità di modulare i metodi e di usarli per ciò che possono aver di buono e per quanto servono, fosse anche in un solo caso. Il saggio esplora questa tesi prima con la ricerca delle ragioni sottese alla diatriba sui vari metodi di insegnamento; quindi, illustrando la complessità dei processi coinvolti nel leggere e nello scrivere; poi con l’analisi critica di vari metodi, per coglierne i contributi che possono risultare risorsa nella concretezza delle specifiche situazioni; infine, presentando «casi» concreti. Prefazione di Giuliana Sandrone.
Trasparenza. Una sfida per la Chiesa
Libro
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 304
Nella Chiesa la trasparenza deve esserci. Non perché sia una moda, ma perché è una modalità utile e adeguata che le consente di perseguire meglio le proprie finalità istituzionali che, come ben si sa, sono di natura trascendentale e, pertanto, imprescindibili. È questo l’intento del presente volume, nato da una prolungata e condivisa riflessione tra gli autori e che si propone di mostrare come l’ordinamento giuridico della Chiesa abbia già al proprio interno le categorie, gli strumenti e le potenzialità necessarie per elaborare autonomamente un proprio corpus legislativo capace di rendere ragione delle diverse attività sotto i diversi aspetti decisionali, gestionali e amministrativi e come parimenti si possa avviare una riflessione sulle diverse opportunità offerte dal legislatore civile adattandole alle peculiarità della Chiesa stessa. L’individuazione della trasparenza tipica della Chiesa e delle sue caratteristiche proprie, che non la uniformino in modo acritico a realtà pensate per altri ma siano piuttosto finalizzate al raggiungimento delle sue finalità apostoliche, è la tematica che unisce i vari contributi nei quali si articola lo scritto. Si tratta di una sfida che non può essere disattesa, perché, in qualche misura, è in gioco l’identità stessa della Chiesa, la sua credibilità e quindi la sua fecondità spirituale ed apostolica. Intento del contributo è quello di favorire un confronto sereno su un tema di estrema attualità, promuovendo l’agire della Chiesa in tutte le sue forme a partire da una più approfondita conoscenza della sua natura e delle sue peculiari caratteristiche.
«Ben venga la propaganda». Süss, l'ebreo di Veit Harlan e la critica cinematografica italiana (1940-1941)
Claudio Siniscalchi
Libro: Copertina morbida
editore: Studium
anno edizione: 2020
pagine: 224
Questo lavoro di ricerca prende avvio da una constatazione e da una curiosità. Partiamo dalla constatazione. Studiando la produzione cinematografica realizzata dal nazionalsocialismo tra il 1933 e il 1945, il confronto - estetico produttivo, comunicativo e ideologico - con un film si rivela imprescindibile: Süss, l'ebreo (Jud Süss, 1940) di Veit Harlan. Lo è per l'evidente qualità formale dell'opera, ma, soprattutto, per l'altrettanto evidente, quanto radicale, carica antisemita. Ed essendo l'antisemitismo uno snodo imprescindibile dell'ideologia nazionalsocialista, studiare Süss, l'ebreo significa, in fondo, studiare il totalitarismo hitleriano attraverso il punto di vista di un'«opera mondo» (un film di finzione), universo visivo di significati che racchiude l'essenza di un'epoca: la lotta tra l'elemento ariano minacciato dal suo nemico storico, l'ebreo. Quando oggi vediamo Süss, l'ebreo in realtà ci troviamo davanti a due differenti rappresentazioni del passato: la storia settecentesca di Süss, manipolata nella finzione cinematografica; e la storia del 1939-1941, quando la risoluzione della «questione ebraica» imboccò la strada che condusse alla «soluzione finale», prima con l'invasione della Polonia e poi con l'invasione dell'Unione Sovietica. L'interpretazione di Süss, l'ebreo è sin troppo semplice: i tedeschi hanno un solo modo per liberarsi dell'eterna minaccia ebraica. Il finale del film è la risposta. Per quanto riguarda invece la curiosità, è racchiusa in una domanda: cosa ne scrissero i critici italiani quando il film fu presentato in anteprima a Venezia nel settembre 1940 e uscì nel circuito nazionale nell'ottobre del 1941? Prefazione di Francesco Perfetti.

