Arti, cinema e spettacolo
Lorenzo Lotto e il dattiloscritto dal cielo
Enrico Maria Dal Pozzolo
Libro: Libro in brossura
editore: ZeL Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 80
China goes urban. La nuova epoca della città-The city to come
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2020
pagine: 256
"China Goes Urban" utilizza materiali diversi – foto, video, installazioni, disegni, modelli, mappe e infografiche - per accompagnare il visitatore alla scoperta della Cina urbana. Nel 1978, il 18% della popolazione cinese abitava nelle aree urbane. Da allora, gli abitanti delle città sono aumentati al ritmo di circa l'1% all'anno e sono attualmente il 60% del totale della popolazione. Nuove infrastrutture e nuovi insediamenti hanno progressivamente cambiato il paesaggio cinese, trasformando i diritti di proprietà, travolgendo i confini amministrativi, “mangiando” gli spazi rurali e i villaggi. Capire il veloce e dirompente processo di urbanizzazione cinese non è semplice. Le categorie e i modelli che abbiamo a disposizione non servono. Ridurlo all'esagerazione e al difetto porta a nascondere un cambiamento epocale, reso ancora più acuto da questi tempi incerti, segnati dalla pandemia, che ridefinisce ruoli e relazioni non solo dal punto di vista geoeconomico e geopolitico, ma anche dal punto di vista culturale, dell'immaginazione e delle possibilità. "China Goes Urban" propone di cambiare punto di vista, di guardare alla realtà più che inserirla in categorie e modelli prestabiliti. È un invito a ritornare a esplorare il mondo, un viaggio nella città e nell'architettura del presente e del futuro e intorno al concetto di città. La mostra si snoda lungo due percorsi logici. Il primo inizia in uno dei luoghi più tipici delle nuove urbanizzazioni cinesi, una exhibition hall, e arriva all'urbanizzazione globale. Il secondo parte da immagini che mostrano spazi vuoti, lontani e atoni e arriva alle persone riprese nelle loro attività quotidiane e in ritratti “situati” dentro i nuovi insediamenti.
Città italiane al cinema
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 202
Nel cinema italiano, la nozione di città può essere assunta come chiave di volta di una creazione artistica o come chiave di lettura della sua esecuzione formale, nonché come canone di interpretazione di una figura autoriale. Ma di che natura è la trasformazione dello spazio urbano in scenografia? Quali sono i criteri che presiedono alla scelta di una città in vista della sua conversione in location? In che modo si dichiara o si impone a un regista la necessità di correlare, in maniera esclusiva, città e narrazione filmica? In quali casi una città, in funzione di caratteri propri o delle proiezioni soggettive di cui diventa oggetto, assurge a materia sostanziale e intima del processo di creazione cinematografica? L’edizione 2019 del festival Univerciné Italien di Nantes (Francia) ha ospitato il convegno internazionale La ville italienne dans le cinéma: vi hanno partecipato studiosi di italianistica che, da prospettive metodologiche e disciplinari diverse, condividono lo stesso interesse specifico per il cinema italiano. In questo volume sono raccolti i loro contributi.
Nodi infrastrutturali e rigenerazione urbana
Libro
editore: Maggioli Editore
anno edizione: 2020
pagine: 126
Il notevole incremento della domanda di mobilità che ha caratterizzato gli ultimi decenni ha trasformato le stazioni ferroviarie e i nodi di interscambio in veri e propri condensatori di servizi e attività, ambiti ad alta frequentazione chiamati ad assumere nuovi valori urbani e sociali. Interventi organici di rinnovamento e adeguamento tecnologico e funzionale degli hub infrastrutturali sono stati realizzati o sono in corso in moltissime città europee, quali occasioni per ripensare anche radicalmente i rapporti tra parti di città spesso separate e incoerenti, con l'obiettivo quindi di dare risposta a più estese esigenze di rigenerazione ambientale e fruitiva dello spazio urbano. I contributi originali raccolti nel testo restituiscono un articolato approfondimento delle relazioni tra stazione, spazio pubblico e sistema urbano, a partire dai diversificati punti di osservazione di esperti, stakeholder pubblici e privati, progettisti, ricercatori e associazioni, con l'obiettivo di stimolare un confronto creativo e propositivo e di riflettere su esigenze e prospettive di lungo periodo, anche prefigurando nuovi modelli spaziali e organizzativi. Gli Scenari assumono quali chiavi di lettura i valori ambientale e la qualità fruitiva dei progetti di riqualificazione, la dimensione strategica di una programmazione integrata degli interventi e l'assunzione di una vision orientata allo sviluppo multipolare delle città. I Paradigmi progettuali documentano alcune recenti esperienza - proposte e realizzazioni - che interpretano in modo chiaro e dimostrativo il potenziale di rigenerazione urbana connesso al progetto di un rinnovato ruolo urbano degli hub infrastrutturali. I contributi degli Stakeholder, infine, focalizzano le esperienze maturate da diversi soggetti che operano nella pianificazione delle infrastrutture urbane, nella gestione delle reti, dei nodi e dei servizi per la mobilità, nonché nella ricerca e nella sperimentazione progettuale, accomunati dall'interesse a promuovere strategie, processi e modelli culturali e operativi più evoluti nel progetto delle infrastrutture e della città. Presentazioni di Ilaria Valente e Maria Teresa Lucarelli.
Do what you want. La storia dei Bad Religion
Jim Ruland
Libro: Libro in brossura
editore: SABIR
anno edizione: 2020
pagine: 424
Il libro racconta la straordinaria carriera quarantennale della band in prima persona. Dagli esordi, adolescenti che sperimentano in un garage della San Fernando Valley soprannominato "The Hell Hole", ai principali festival musicali di tutto il mondo. Con la loro miscela unica e inconfondibile di hardcore melodico e testi profondi ed evocativi, i Bad Religion hanno spianato la strada all'esplosione del punk rock degli anni '90, aprendo le porte a band come NOFX, The Offspring, Rancid, Green Day e Blink-182. Hanno mostrato al mondo ciò che potrebbe essere il punk all’ennesima potenza, che unisce musicisti eccezionali con la ricerca intellettuale nella composizione dei testi, e continuano a diffondere il loro messaggio una canzone, uno spettacolo, un tour alla volta. Senza alcun segno di interruzione.
Cercasi Haring disperatamente
Ian Castello-Cortes
Libro: Copertina rigida
editore: L'Ippocampo
anno edizione: 2020
pagine: 136
Dedicato a uno street art artist di leggenda.
San Domenico di Niccolò dell'Arca
Vittorio Sgarbi
Libro: Copertina rigida
editore: 5 Continents Editions
anno edizione: 2020
pagine: 80
Il volume, terzo della serie Tesori Nascosti, è illustrato da fotografie di Luigi Spina e accompagnato da un testo critico di Vittorio Sgarbi. Per la prima volta si presenta agli appassionati di storia dell'arte, di fotografia e di collezionismo, una monografia visuale su un'opera scultorea di grande eccezionalità: il busto di San Domenico realizzato da Niccolò dell'Arca nel 1474. La scultura, realizzata in terracotta, ritrae il padre fondatore dell'ordine con un'attitudine severa, una rigida frontalità, un espressionismo che dona forza all'insieme. San Domenico si presenta ieratico, immobile, le mani ne rivelano la forza, soprattutto quella dello spirito. Le pieghe della sua veste sono geometriche, lo sguardo ha una forza intrinseca e la tunica lo protegge quasi fosse una corazza. La scultura venne compiuta durante il periodo bolognese di Niccolò dell'Arca quando l'artista, dopo essersi occupato del completamento dell'Arca di San Domenico - scolpita circa due secoli prima da Nicola Pisano con l'ausilio del giovane Arnolfo di Cambio - iniziò ad intessere significativi rapporti con l'ordine domenicano della città. Scolpì, nell'arco di un ventennio, due busti ritraenti San Domenico: quello a cui è dedicato il presente volume, appartenente alla Fondazione Cavallini Sgarbi di Ro Ferrarese, e quello conservato nel museo della basilica di San Domenico a Bologna. Il Maestro Spina dona ai lettori la possibilità di osservare l'opera scultorea a tutto tondo, individuarne i dettagli, valutarne la profondità dello sguardo e la maestria tecnica.
Cecily Brown. Contemporary artists series
Francine Prose, Jason Rosenfeld, Courtney J. Martin
Libro: Libro in brossura
editore: Phaidon
anno edizione: 2020
pagine: 160
Incursioni. Arte contemporanea e tradizione
Salvatore Settis
Libro
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2020
pagine: 368
Nel 1937 Duchamp si tagliò la testa. In questa opera senza titolo, di fianco alla testa mozzata dell'artista compare una donna trasognata. Tra le mani ha un metro da sartoria e indossa una veste all'antica, da sacerdotessa o menade. Come si guarda un'opera di Duchamp? Cosa vorrà misurare quel metro? Si può decifrare l'enigma di un montaggio che sfida o addirittura estromette l'osservatore? Cominciano così le incursioni di Salvatore Settis nelle opere di dieci importanti artisti del nostro tempo. Duchamp, Guttuso, Bergman, Jodice, Pericoli, Bruskin, Penone, Viola, Kentridge e Schutz rappresentano l'onda d'urto dell'arte contemporanea, che travolge regole e abitudini consolidate. Ma la loro opera comporta davvero un rifiuto drastico della tradizione o la capacità di dimenticarla? "Tra antico e contemporaneo", scrive Settis, "c'è una perpetua tensione, che continuamente si riarticola nel fluire dei linguaggi critici e del gusto, nei meccanismi di mercato, nel funzionamento delle istituzioni. Talora anche in dura polemica con l'arte del passato, ma senza poterla ignorare." Ogni artista lo sa e forse lo sa anche il suo pubblico. La citazione, la parodia, la stratificazione della memoria, il ritorno di un gesto sono solo alcune tracce del rapporto che lega i maestri di oggi con il passato. Il coraggio dell'incursione da un artista all'altro, da un'opera all'altra, è la strada per esplorare connessioni e distanze senza rinunciare alla condizione essenziale della conoscenza: la capacità di sentirsi stranieri in ogni luogo.
Studi sul Settecento romano. Volume Vol. 36
Libro: Libro in brossura
editore: Quasar
anno edizione: 2020
pagine: 404
I tatuaggi sacri e profani della Santa Casa di Loreto
Caterina Pigorini Beri
Libro
editore: OM
anno edizione: 2020
pagine: 59
Nell’andare raccogliendo le superstizioni, le fiabe, le leggende e le credenze dell’Appennino Marchigiano, attorno al XV secolo gli abitanti e i pellegrini che arrivavano in queste zone avevano l’uso di tatuarsi le mani o l’avambraccio vicino ai polsi. Erano tatuaggi di colore blu di figure, motti, croci, simboli sacri, cuori trafitti, teschi e ancore. Questa popolazione così semplice, gentile e intelligente nella quale pare si siano confuse e quasi adagiate le civiltà umbra ed etrusca, ha l’uso di tatuarsi; gli uomini singolarmente: ed è facile di scoprirlo, perché si tatuano in generale le braccia verso il polso. L’osservatore rimane sorpreso di vedere nei lavoratori dei campi, colle maniche rimboccate, questi segni simbolici di colore turchino: una figura, un motto, una croce e i simboli della Passione col sole e la luna, o quello dello Spirito santo, e uno o due cuori sopra un globo, talvolta ad una stella; poi un millesimo, eterno, incancellabile non ti scordar di me, come dice la canzone. Le origini di questa tradizione venivano dal Santuario di Loreto, probabilmente era un atto di devozione o forse di riconoscimento.
Oltre il Sahara
Giovanni Mereghetti
Libro: Libro in brossura
editore: Bertelli Editori
anno edizione: 2020
pagine: 256
Prefazione di Annamaria Cecchetto.

