Musica
Italian thrash metal militia
Giorgio Monaco
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2020
pagine: 224
Siamo agli albori degli anni Ottanta, quando un gruppetto di metallari inglesi, brutti, sporchi e cattivi, pubblica un paio di album destinati a cambiare la storia del metal. La semina dei Venom attecchisce in breve tempo negli Stati Uniti con Metallica e Slayer, ma sarà l’Europa – insieme al Brasile – a offrire la declinazione più brutale e violenta per sonorità, testi e immagine proposti. L’Italia si inserisce alla perfezione nel contesto europeo dominato da gruppi tedeschi e scandinavi, fornendo un contributo fondamentale e universalmente riconosciuto allo sviluppo in senso estremo del metal di quegli anni. Autentici capofila del movimento sono i milanesi Bulldozer, cui non a caso è dedicata la prima scheda di questo testo, e i genovesi Necrodeath, seguiti a stretto giro dai catanesi Schizo, anche a dimostrazione che l’intero territorio nostrano è in pieno fermento. Un posto di rilievo in questa storia lo guadagnano anche i bresciani In.si.dia, i più orientati verso il sound Bay Area, tra i grandi, nonché i soli ad aver raccolto un ampio seguito, pur optando per testi in italiano. Ma come dimenticare il thrash tecnico dei piemontesi Broken Glazz, lo speed dei romani Fingernails, il groove/thrash dei milanesi Extrema o ancora l’hardcore degli emiliani Raw Power? E questo solo per citare i nomi più noti della rassegna. Tuttavia, questo testo si propone di affondare la propria ricerca anche nelle pieghe della storia, recuperando numerosi demo, a volte colpevolmente dimenticati. Incontreremo così nomi imprescindibili come Nuclear Simphony, Creepin’ Death, Deathrage e Furious Barking, fino a spingerci agli anni più recenti, al cospetto di Hyades e Ultra-Violence. Prefazione di Francesco Gallina.
Music business. La grande guida
Alessandro Liccardo
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2020
pagine: 176
Cosa ci vuole per vivere di musica? Basta il talento? Che differenza c’è tra fare successo e avere una carriera, e come è possibile prendere il controllo del proprio destino professionale nell’industria musicale? Queste domande accomunano tanto lo studente che muove i primi passi nel mondo dello spettacolo, quanto il musicista esperto che si confronta con gli scenari odierni del mondo della musica, tra nuove piattaforme digitali e opportunità promozionali spesso difficili da identificare con chiarezza. “Music Business – La Grande Guida” racconta con tono informale ma preciso tutto quello che oggi l’aspirante professionista ha bisogno di sapere per vivere di musica e orientarsi nell’intricato universo del music business. Il testo è pensato per offrire, per la prima volta in italiano, tutti gli strumenti critici e strategici indispensabili a muoversi con successo nel moderno mondo dell’industria musicale. Dall’utilizzo consapevole dei social network alle nuove piattaforme di diffusione e streaming musicale, al lettore è offerto un prontuario completo di consigli e tecniche per promuoversi e sviluppare connessioni di valore nell’ecosistema del professionismo musicale. “Music Business – La Grande Guida” è pensata anche per gli studenti delle nuove classi di musica moderna e jazz dei conservatori, dei licei musicali e della miriade di scuole ed accademie private italiane, proponendosi come un testo utile per comprendere le mutate condizioni tecnologiche dell’industria musicale all’indomani della rivoluzione digitale.
Rancore. Segui il coniglio bianco
Meltea Keller
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2020
pagine: 295
Invisibile, chi? Non certo Tarek Iurcich. Il successo di Eden (Premio per il Miglior Testo al Festival di Sanremo 2020) è stato il coronamento di una carriera molto sui generis e molto sudata, iniziata a quindici anni con l’album segui me. Il Tufello, quartiere di Roma, è il primo scenario: è nei labirinti dei cortili interni che Tarek cresce ed è al Tufello che dedica ben due pezzi: il suo primo singolo e, anni dopo, Il mio quartiere. Dopo il Tufello c’è l’Egitto, da cui proviene sua madre, una terra “dove lo spirito viene stimolato da tante cose” e dove si situa la misteriosa figura di Ermete Trismegisto, tanto influente per Rancore da chiamare il proprio genere HHH, Hermetic Hip Hop. Dopo gare di freestyle e nottate in bianco, l’incontro con Dj Myke rappresenta per Rancore una grande occasione di crescita. Le eclettiche strumentali dell’uno, maestro dello scratch, e le rime ben affilate dell’altro danno vita a lavori importanti come l’Ep S.U.N.S.H.I.N.E., la cui title track è stata definita dal «Fatto Quotidiano» “La più bella canzone rap mai scritta in Italia”. Dopo Myke, l’album musica per bambini conferma le tematiche di Rancore: la depressione, l’alienazione, la solitudine, la creazione ad arte di falsi nemici, l’incomunicabilità e la magia. Se è vero che “Rancore” è il contrario di “Perdono” e che Tarek veste questo nome come Batman mette il costume da pipistrello, questo libro vuole invece raccontare la sua storia musicale come Lewis Carroll racconta quella di Alice.
Mina. Una voce universale
Luca Cerchiari
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2020
pagine: 449
«Se non avessi la mia voce, vorrei avere quella della cantante italiana di nome Mina». La dichiarazione è di Sarah Vaughan, una delle maggiori esponenti dello stile jazzistico bebop del Ventesimo secolo. Ma l'elenco dei giudizi lusinghieri collezionati negli anni da Mina Anna Mazzini è lunghissimo. Da Juliette Gréco a Louis Armstrong, da Frank Sinatra a Kenny Barron, da Barbara Streisand a Michael Jackson. Luca Cerchiari, musicologo e critico musicale, racconta la figura di questa grande interprete ripercorrendone minuziosamente la densa e straordinaria carriera, dagli esordi nella provincia cremonese fino alla consacrazione sui maggiori palcoscenici nazionali e internazionali con canzoni entrate di diritto nella storia della musica italiana. Indimenticabili successi come "Tintarella di luna", "Le mille bolle blu", "E se domani", "Grande, grande, grande", "Brava", "Conversazione", "Parole parole", "Bugiardo e incosciente", "L'importante è finire". Una passione, quella per il canto, nata da giovanissima e mai venuta meno; neanche quando, nel 1978, a vent'anni esatti dal debutto, decide di abbandonare per sempre, scelta tanto coraggiosa quanto ostinata, le luci dei riflettori. Supportata da una voce unica e «universale», capace di sintetizzare generi anche distanti tra loro (il rock-and-roll, la musica latino-americana, la canzone di Broadway, il soul e il jazz), la «tigre di Cremona» ha saputo dare un contributo eccezionale alla musica contemporanea in senso lato. Ma non solo. Da queste pagine, ricche di storie, aneddoti e approfondimenti, emerge infatti il ritratto di un'artista poliedrica, capace di distinguersi per la sterminata attività concertistica e discografica così come per il suo talento di donna di spettacolo, di conduttrice radiofonica e televisiva - tanto da essere riconosciuta per anni come la regina dei più importanti varietà Rai -, talent scout e produttrice discografica, e persino di testimonial pubblicitaria. È attraverso l'analisi della sua complessa iconologia, della sua inconfondibile gestualità, del suo look in continua evoluzione che si disegna davanti ai nostri occhi lo spaccato di un'Italia che, come lei e grazie a lei, vive una progressiva svolta del costume. A dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che non sono solo «canzonette».
Burning desire. Il mito di Jimi Hendrix nelle foto di Ed Caraeff
Libro: Copertina rigida
editore: Rizzoli Lizard
anno edizione: 2020
pagine: 208
18 Giugno 1967. Un musicista sale sul palco del Monterey festival, sconvolge il pubblico e dà fuoco alla sua chitarra. Davanti a lui, tra la folla, c'è un adolescente con una grande passione: la fotografia. Il ragazzo che punta l'obiettivo si chiama Ed Caraeff. Il musicista, in ginocchio di fronte alle fiamme, è Jimi Hendrix e quello scatto, talmente iconico da conquistare per due volte la cover di «Rolling Stone», lo farà entrare nella leggenda. Questo libro raccoglie tutte le foto che Caraeff ha dedicato agli esordi americani di Hendrix, una serie di immagini che hanno contribuito a costruire il mito di un uomo che - a cinquant'anni dalla sua morte - resta il più grande chitarrista della storia del rock.
Willie Peyote. Basta etichette
Luca Roncoroni
Libro: Libro in brossura
editore: Arcana
anno edizione: 2020
pagine: 159
Guglielmo Bruno, in arte Willie Peyote, in meno di un decennio ha sviluppato un percorso che lo ha portato dal suonare il basso in una punk band fino a essere ospite in tv di Fabio Fazio e a firmare con la Universal. Oggi è uno dei nomi più lanciati e in vista della scena. Sì, ma quale scena? La sua dimensione ibrida, il suo essere guardato con distacco e scetticismo dai puristi di tutti i generi in cui potrebbe essere infilato, denotano una difficoltà cronica nell’inscatolarne la proposta entro contorni rigidamente definiti. Il suo è un hip hop “suonato”, un rap che guarda anzitutto alla grande tradizione dei cantautori degli anni Settanta, il tutto pasturato da un tiro molto pop e da un approccio indie che gli hanno spesso portato accuse di hipsterismo. I suoi testi prendono argomenti complessi e contraddittori e li portano al grande pubblico, rendendoli potabili e apparentemente semplificandoli. Ma dove sta esattamente il confine tra bravura e furbizia, tra fluidità e opportunismo? Attraverso l’analisi dei suoi dischi e dei suoi testi, dall’esordio il manuale del giovane nichilista alla conferma non è il mio genere, il genere umano, passando per i sorprendenti educazione sabauda e sindrome di tôret, fino al debutto su major con iodegradabile, in Basta etichette si cerca di capire dove e come collocare un autore che è stato preso come alfiere della Sinistra ed è stato etichettato costantemente per tutta la sua carriera. Provando, per una volta, ad abbattere i compartimenti troppo stagni di certa critica musicale.
Blackness. Storie e musiche dell'universo afroamericano
Carlo Babando
Libro: Copertina morbida
editore: Odoya
anno edizione: 2020
pagine: 288
Si può ascoltare un brano rap, o vedere un film di Jordan Peele, cercandovi delle connessioni con gli antichi imperi africani? Le pagine di Blackness ci provano partendo dal rapporto che intercorreva tra Europa e Africa prima della tratta atlantica, quando ancora gli schiavi non erano solo neri e i padroni solo bianchi. Forse solo così è possibile osservare da un'angolazione inedita e sorprendente le dinamiche attraverso cui il popolo afroamericano si è mosso in campo musicale, sportivo e cinematografico, fino a scoprire in che modo certe traiettorie si sono riverberate fino a oggi. Soffermandosi su dischi che hanno fatto la storia e piccoli capolavori sconosciuti, dal gospel profano di Ray Charles alle grandi produzioni Stax e Motown firmate da Otis Redding e Marvin Gaye, giungendo fino al retro soul di Charles Bradley e ai linguaggi ibridi di Beyoncé e Childish Gambino, si viene immersi in un universo affascinante e talvolta controverso. Una dimensione in cui si intrecciano gli interessi del capitalismo discografico e l'impegno dei movimenti attivisti, le schiacciate dell'NBA e i casi di blackwashing con cui l'industria del cinema cerca un pubblico sempre più vasto.
Il pROTAgonista tra le righe. Analisi teorica sulla musica di Nino Rota da concerto e per film
Sara Giusti
Libro: Libro in brossura
editore: Florestano Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 78
Lo stile compositivo di Nino Rota è notoriamente eclettico e camaleontico, ma vive anche e soprattutto di tratti stilistici specificamente rotiani. Questa attenta analisi finalmente svela e definisce ciò che rende la musica di Nino Rota così distinta, accattivante, unica.
Amore e curiosità. Scritti, frammenti e interviste sulla musica
Bruno Maderna
Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 456
Spirito avventuroso ed irrequieto, il compositore Maderna è stato un artista a tutto tondo, andando sempre alla ricerca di sperimentazione e nuove strade espressive. Non cessò mai di indagare nuove tecniche compositive, passando dal neoclassicismo dei lavori giovanili allo strutturalismo. Così come fu tra i primi ad indagare le possibilità offerte dall’alea e fu precursore dell’impiego dei mezzi musicali elettronici. Cosa lo muoveva? Due grandi fonti di energia, l’amore per la musica e una grande, irrefrenabile curiosità, quella dei visionari. In questo libro che raccoglie i suoi scritti musicali, i due grandi poli emotivi che hanno guidato tutta la sua carriera emergono al meglio, tracciando la più appagante biografia artistica di uno dei migliori compositori italiani del Novecento.
Trap ebbasta. La musica delle nuove generazioni spiegata a tutti
Isabella Benaglia
Libro: Copertina morbida
editore: Laurana Editore
anno edizione: 2020
pagine: 192
Cos'è la trap? Dietro a questo genere musicale, che dà voce alle nuove generazioni e profuma di rottura col passato, c'è un mondo difficile da capire. I testi, il modo di esprimersi e di vestirsi, quello di atteggiarsi e cantare: tutto è studiato alla perfezione per portare i trapper al successo, conquistare un fan dopo l'altro, guadagnarsi i più importanti palchi d'Italia. Tuttavia, questa nuova moda è difficile da comprendere, sia per chi non apprezza i suoi beat musicali e le parole che li contornano, spesso superficiali, sia per chi, anche se vorrebbe, non ha gli strumenti per conoscerla a fondo. Il risultato è che la trap viene spesso attaccata in maniera superficiale: dopo aver letto questo libro potrete scagionarla o continuare ad attaccarla, avendo in entrambi i casi delle motivazioni forti dalla vostra parte.
La musica non esiste nel vuoto
Benjamin Britten
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2020
pagine: 64
Benjamin Britten, di cui nel 2013 ricorre il centenario della nascita, ha affiancato alla sua straordinaria produzione musicale una vasta produzione di scritti sui fondamenti della musica nella società. Questo volume raccoglie alcuni dei suoi testi più importanti, inediti in italiano, o disponibili solo in pubblicazioni difficilmente reperibili (come programmi di sala dei teatri, riferiti alle produzioni delle sue opere). La sua visione della creazione musicale come parte della rappresentazione della società è uno dei fili più importanti della sua opera, come emerge nella creazione di Peter Grimes (1945), l'opera con cui ottenne la notorietà, e nel celebre lavoro corale The War Requiem (1961), in cui celebrava la pace, tra le memorie luttuose di Coventry bombardata e le poesie scritte da Wilfred Owen in trincea nella Prima Guerra Mondiale. Da sempre legato ai massimi scrittori della sua generazione, collaborò tra l'altro con Wystan Hugh Auden, E.M. Forster, Graham Greene ed Edith Sitwell. In questa raccolta, oltre ai suoi testi teorici, viene presentata Un'appassionata difesa di Gustav Mahler, di cui e stato tra i primi ricopritori.
Le vere avventure dei Rolling Stones
Stanley Booth
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2020
pagine: 528
Pubblicato per la prima volta nel 1984 e ampiamente rivisto per i cinquant'anni della fondazione dei Rolling Stones, questo è un libro-guida, un libro-culto non meno delle gesta dei suoi protagonisti. Stanley Booth agita fantasmi, strappa silenzi, si lascia coinvolgere e guadagna distanza critica, e così facendo evoca un'epoca rapida come un'alba tropicale, risveglia l'epica della gioventù, della ribellione, dell'anticonformismo, chiede all'ideale vinile di queste "vere avventure" il suono che è arrivato sino a ora intatto. Ma Booth ci racconta anche di qualcosa che intatto non è, che si è anzi rotto subito - nella stagione in cui tutto sembrava chiedere ed essere futuro. Il libro difatti fa perno intorno a due anni crucialissimi, il 1968 e il 1969, che si concludono con la morte di Brian Jones in una piscina e il tragico concerto di Altamont Speedway in California dove gli Hell's Angels, chiamati a svolgere il servizio di sicurezza, finirono con lo scatenare l'inferno. Attraverso il taglio prospettico di quei due anni, Stanley Booth riesce a raccontare la vera storia dei Rolling Stones e a catturare lo spirito dei Sessanta, lasciandocene toccare con mano l'eccesso, la violenza e l'idealismo. Dice Booth: "Volevo scrivere un libro in cui i lettori potessero muoversi agilmente e sapere com'era vivere a Londra nel 1968 o in America nel 1969". E così ha fatto.

