Lanfranchi
Visioni. Scritti sull'arte
Federico Ferrari
Libro: Copertina morbida
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2016
pagine: 207
Compito della critica è farsi visione. Insistere sul carattere visionario della parola critica significa, infatti, dare all'arte delle immagini - ben altra cosa dalla semplice produzione di immagini - un valore che va al di là tanto dell'intrattenimento culturale quanto della critica sociale. In fondo, significa considerare l'arte un'apertura su una dimensione ulteriore dell'umano; significa aprire il mondo a se stesso e, quindi, alla sua alterità, a ciò che esso contiene di non ancora visibile, pur essendo già qui, presente, sotto i nostri occhi; significa, infine, lasciar apparire, attraverso l'immagine e non tramite la sua negazione, una luce nera al centro stesso del flusso luminoso e disincantato dell'iperproduzione spettacolare della postmodernità.
Filosofia del vestire e altri scritti sull'estetica del quotidiano
Oscar Wilde
Libro: Libro in brossura
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2021
pagine: 130
La moda, secondo Oscar Wilde, è la negazione di ogni bellezza. La moda è, infatti, legata alla storia, all'effimero alterarsi del gusto e di un gusto schiavo del conformismo sociale. Seguire la moda significa abdicare alla propria libertà. Anche il vestire, come ogni altro ambito che abbia una relazione con il bello, non dovrebbe in nessun modo essere un dominio della moda ma, semmai, dell'arte, proprio perché l'arte mira alle leggi universali della forma e non al capriccio del gusto.
Ritratti di donna. Cinque racconti
D. H. Lawrence
Libro: Libro in brossura
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2020
pagine: 128
In questi "Ritratti di donna" Lawrence riesce a cogliere, con straordinaria sensibilità psicologica, la gamma di sfumature di cui si compongono queste esistenze, in bilico tra sottomissione e volontà di rivolta nei confronti di un universo maschile del quale sono, al tempo stesso, vittime e carnefici.
A me stessa. Diari
Katherine Mansfield
Libro: Libro in brossura
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2019
pagine: 200
Katherine Mansfield (1888-1923), neozelandese di nascita, fu, con i suoi limpidi e intensi racconti, una delle voci più originali della scena letteraria inglese tra le due guerre. Arrivata giovanissima in Inghilterra, entrò ben presto a far parte di quella fervente cerchia di artisti e intellettuali tra i quali spicca quello della sua grande contemporanea – amica e rivale – Virginia Woolf. Alla sua morte, avvenuta prematuramente all’età di trentaquattro anni, Katherine lasciò un’enorme quantità di manoscritti privati – appunti, brani diaristici, lettere non spedite, riflessioni, abbozzi di racconti, poesie e molto altro – che riempiva una cinquantina di taccuini più una quantità imprecisata di carte sparse. Da queste pagine, che seguono l’altalenare dei giorni, gli sbalzi d’umore, le passioni violente e i dolori più inconsolabili, appare la figura di una delle più virtuose scrittrici del Novecento. Una prosa, la sua, duttile e cristallina, capace di fissare, con pochissimi tratti, il ritratto di un’esistenza e i caratteri di un’umanità eterna.
Tracce del passato. Memorie autobiografiche
Virginia Woolf
Libro: Libro in brossura
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2018
pagine: 188
In queste memorie Virginia Woolf prova a delineare il proprio ritratto attraverso la scrittura, alla ricerca di un senso, di una necessità che dia coerenza alle varie parti di tale disegno. Più che una classica autobiografia si ha tra le mani la cronaca del disvelarsi, sul corpo letterario di una donna ormai matura e famosa, di una ferita mai rimarginata. Il lettore si trova dinanzi a una sorta di resa dei conti, rinviata per troppo tempo, quasi rimossa dalla scrittrice e che ora deve trovare uno sfogo. I suoi protagonisti sono da una parte l’origine, la nascita, i legami di sangue e, dall’altra, la morte e la dissoluzione di ogni legame, che cadenzano il ritmo della vita. Postfazione di Federico Ferrari.
Inquietudini. Denaro, politica e arte
Francesco Correggia
Libro: Libro in brossura
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2017
pagine: 176
Con questo libro s'intende riflettere sui vari aspetti della crisi contemporanea (denaro, politica, ambiente, tecnologia ...), che si riflette anche sul linguaggio, sulle parole che usiamo. In questa condizione si sperimenta un senso di inquietudine, di melanconia. Questo disagio ci chiama a pensare in maniera differente, ad aprirci a nuovi spiragli di vita etica attraverso l'arte, la pittura, la letteratura e la poesia.
Aporie dell'amore
Marcus Steinweig
Libro: Copertina morbida
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2013
pagine: 161
Non esiste un soggetto stabile e autonomo, che nell'incontro amoroso viene a trovarsi al cospetto con l'altro, il suo altro; semplicemente è un'ipotesi destituita di fondamento. A questo fantasma, che molta letteratura e cinematografia continuano imperterrite a celebrare, il filosofo Markus Steinweg contrappone l'ipotesi di un soggetto senza soggettività, di un soggetto senza obiettivi e senza origini, che nell'incontro amoroso scopre lo spazio, e se si vuole il non-luogo, ove può assumere fino in fondo proprio quest'assenza di télos e di origini. Nell'amore i soggetti abbandonano la base sicura della loro (presunta) identità, per sporgersi sull'abisso del non-sapere e del vuoto che li separa e nel contempo li unisce. Il saggio si snoda sul tema dei discorsi attorno al soggetto sviluppati negli ultimi trent'anni in particolare da Giorgio Agamben, Alain Badiou, Gilles Deleuze/Félix Guattari, Jacques Derrida, Jean-Luc Nancy e Slavoj Zizek. Di questi grandi pensatori della fine del XX e d'inizio del XXI secolo riprende le trame, non già per porne in evidenza le differenze, bensì per farli convergere sull'apertura all'essere, al nulla, all'altro, e all'irriducibile contraddizione insita nell'amore - per l'appunto alla sua aporia.
Miracolo
Boyan Manchev
Libro
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2011
pagine: 120
Solo un mondo radicalmente profano, radicalmente finito, senza nessun dio o messia, può sopportare il vero miracolo. Il miracolo di cui tratterà questo libro non ha dunque nulla a che vedere con la superstizione né con la religione, né con la mistica, né con la parascienza, né con una forza suprema, né con un altro mondo. Il miracolo non ha nulla a che fare con la fede nei miracoli. Al contrario, questo libro ha inizio dall'ipotesi che ogni storia dell'umanità - la storia dei tentativi di addomesticare il mondo - dovrebbe anche essere letta come una riduzione del miracolo, cioè della resistenza del mondo. Si tratta, quindi, anche di un libro di filosofia, poiché la filosofia ha inizio proprio da un confronto con il miracolo, il miracolo del mondo, il miracolo di quel che è. Nel momento in cui il miracolo viene espulso dal mondo, la filosofia si riafferma. Essa trova il suo scopo immutabile: far fronte alla contingenza radicale del mondo, cioè alla sua più profonda necessità: la libertà. Per far fronte a una tale esigenza, nelle tre sezioni del libro tre pensatori-scrittori ci accompagnano nel cammino: Aristotele, Ovidio e il più enigmatico autore dell'avanguardia russa, con il suo nome miracoloso, Daniil Charms.
Costellazioni
Federico Ferrari
Libro
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2006
pagine: 150
Giunge un momento, nella vita di un uomo, come in quella di un'epoca, in cui ci si trova costretti a fare i conti con il proprio passato, per poter dare speranza al proprio futuro. Si instaura così un gioco, talvolta lieve, talvolta drammatico, le cui regole restano perlopiù sconosciute agli stessi giocatori. Quel che ci si trova così a sperimentare è l'esperienza più profonda di ciò che si chiama memoria: tutto quel che è stato, lungi dall'essersi fossilizzato nei canoni ufficiali della storia, torna improvvisamente a nuova vita scombinando le carte. L'insieme di idee, di ricordi e di esperienze si rimodella in un' inedita costellazione di senso, all'interno della quale un'eredità viene infine assunta e, in pace, proprio grazie a questa assunzione di responsabilità, messa in salvo. È questo, in fondo, l'autentico esercizio del pensiero, il luogo di un confronto serrato e senza scappatoie con la propria tradizione: con la necessaria istituzione di una tradizione. Pensare, infatti, è fare i conti con il tempo, scandire le certezze e darne una nuova immagine attuale. Come ebbe a scrivere Walter Benjamin, a cui il titolo del libro fa segno discretamente, "non è che il passato getti la sua luce sul presente, ma immagine è ciò in cui quel che è stato si unisce fulmineamente con l'adesso in una costellazione".
I sensi del pensiero
Alfonso Cariolato
Libro
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2004
pagine: 130
Quando il pensiero cessa di assegnare significati e inaugurare visioni del mondo rimangono indecisi e aperti i suoi sensi (in tutte le accezioni di questo termine). Pensieri e corpi non sottostanno più ad alcun principio e si librano in questo rilascio senza causa, provenienza e finalità. Pensare (in un senso estremamente ampio e, in fondo, imprevisto e imprevedibile) diventa così la prassi stessa dell'essere, il fremito che attraversa ogni cosa nel suo affermarsi come presenza del mondo. Certo, non come aggiunta o "di più" , non c'è infatti finito senza pensiero e, d'altra parte, il pensiero o è pensiero finito o non è. Tutto questo comporta delle contiguità, dei piani e dei rapporti aperti sulla loro stessa mancanza di fondamento. E non solo per quanto riguarda i pensieri e i corpi, ma anche lo stesso presentarsi delle cose, il loro esserci in comune, e ancora (o lo stesso visto da un altro punto di vista): l'anima, e cioè il sentire e il sentirsi del corpo, la relazione e il mondo. Perché l'esercizio del pensiero è l'esperienza dell'esorbitare da se stesso di tutto ciò che è.
Poetica della storia. Rousseau, Heidegger e il teatro dell'origine
Philippe Lacoue-Labarthe
Libro
editore: Lanfranchi
anno edizione: 2003
pagine: 138
Le ragioni politiche o archipolitiche che conducono Heidegger a disprezzare il pensiero "liberale" che rivendica Rousseau come, in qualche maniera, suo eroe fondatore, sono più che dubbie. Però esse mettono l'accento, per lo meno in parte, su ciò che nell'interpretazione classica di Rousseau rimane notoriamente insufficiente, per quanto, in effetti, si consideri Rousseau a partire da ciò che lui stesso chiama, dall'inizio o quasi, il suo "sistema"; per quanto si veda questo sistema culminare, al di là del progetto pedagogico o della professione di fede etico-metafisica, nella teoria politica del Contratto sociale (o si alteri, è lo stesso, ma producendo una possibilità del tutto nuova per la Letteratura, nel progetto autobiografico o romanzesco); per quanto, infatti, non si metta in questione con sufficiente rigore ciò che c'è d'abissalmente problematico nel concetto roussoiano di "natura" (e, corrispettivamente, in quello di "esistenza"), ci si espone a disconoscere, a livelli diversi, ciò che costituisce l'originalità assoluta del pensiero di Rousseau e che è, esattamente, il suo pensiero dell'origine.