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Passigli: PASSIGLI POESIA

Lavorare stanca e altre poesie

Cesare Pavese

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2021

pagine: 192

«È questa la forma definitiva che dovrà avere “Lavorare stanca” se mai sarà pubblicato una seconda volta. Ciascuno dei titoli dei gruppi andrà scritto in occhiello»: così scriveva Cesare Pavese l’8 aprile 1940 licenziando il manoscritto della seconda edizione della sua raccolta, che sarebbe uscita presso l’editore Einaudi tre anni dopo. La prima edizione aveva visto la luce nel 1936, presso Solaria; una prima edizione tormentata, sia per ragioni di censura, sia perché nel frattempo Pavese era stato spedito al confino a Brancaleone Calabro con l’accusa di antifascismo. La seconda edizione non solo recuperava le poche poesie che non erano uscite a causa della censura; il numero delle poesie era ormai decisamente aumentato, e Pavese le aveva riorganizzate in una nuova successione non cronologica ma suddividendole in sei sezioni, o gruppi tematici: “Antenati”, “Dopo”, “Città in campagna”, “Maternità”, “Legna verde” e “Paternità”. Questa nostra edizione ripropone dunque “Lavorare stanca” nella «forma definitiva» voluta dal suo autore, comprese le due importantissime prose critiche che la accompagnavano e le sei poesie che invece Pavese aveva espunto dall’edizione del 1943; a queste va ad aggiungersi il ciclo di poesie “La terra e la morte”, apparso su rivista nel 1947, a completare così l’intera produzione poetica pubblicata in vita da uno dei nostri scrittori più amati e che ancora oggi ha tanto da rivelarci. Prefazione di Bruno Quaranta.
18,00 17,10

Libro de poemas-Libro di poesie. Testo spagnolo a fronte

Federico García Lorca

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2021

pagine: 272

“Libro de poemas” (Libro di poesie) rappresenta l’esordio poetico di Federico García Lorca. Uscito nel 1921, quando il poeta aveva ventitré anni, non ebbe allora una particolare risonanza se non nelle persone a lui più vicine. Eppure, ben oltre i limiti connessi in genere con un'opera giovanile, “Libro de poemas” è già pienamente rappresentativo del mondo poetico di García Lorca e comprende senza alcun dubbio alcune fra le sue più belle poesie. Se dunque, come è stato sostenuto, è ancora in parte un poeta alla ricerca della propria voce, quello che scrive queste poesie, in parte molto più cospicua assistiamo qui al prorompere di un talento poetico straordinario e incontenibile, generoso e profondamente vitale, legatissimo alla musicalità del verso, caratteristica costante, quest'ultima, di tutta l'opera lorchiana; né va dimenticato a questo proposito che proprio la musica è stata alla base della prima formazione artistica di Federico. Un’opera dunque giovanile e «azzardata, una pubblicazione improvvisata a caldo, di quelle che, se non sbocciano a un certo punto, poi non nascono più», come scrive Valerio Nardoni nella prefazione; ma anche e soprattutto il geniale prodotto di un inimitabile stato di grazia che qui diamo nella sua completezza, e che ci permette di osservare da vicino il laboratorio di uno dei più grandi poeti del Novecento.
18,50 17,58

Azzurro esiguo

Marco Onofrio

Libro: Copertina morbida

editore: Passigli

anno edizione: 2021

pagine: 112

"Siamo al cospetto di una poesia che non lascia spazio alle pause, alle cospirazioni irrazionali, alle dispersioni del senso in direzione del risaputo. Onofrio s'immerge in una dimensione che salta il Novecento e l'Ottocento e si colloca, ma con istanze e progetti nuovi, verso un Settecento di furori che ha il passo di un Voltaire degli anni Venti del nostro secolo: «Il suono del passato / e quello del futuro / sono uguali». O ancora: «Il suono, padre della terra». Si legga con calma questo libro, lo si mediti con attenzione, non si abbia fretta, si misuri intanto la portata musicale che ha qualcosa di torbido e di scomodo (Onofrio adopera spesso la parola suono) e poi si ragioni attraverso le metafore e le similitudini, attraverso il "clamore" che viene preteso come chiave introduttiva per comprendere le "necessità" espressive, filosofiche, estetiche e direi anche politiche..." (Dalla prefazione di Dante Maffìa)
14,00 13,30

Trentacinque sonetti. Testo inglese a fronte

Fernando Pessoa

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2021

pagine: 96

“Nel 1918 usciva a Lisbona una piccola raccolta di poesie inglesi di Fernando Pessoa. Il suo titolo era semplice e al tempo stesso evocativo: 35 Sonnets. Lo scrittore vi aveva raccolto i suoi sonetti shakespeariani, che aveva iniziato a comporre dal 1910. Perché Fernando Pessoa, per la sua prima pubblicazione autonoma, sceglie come modalità poetica il sonetto elisabettiano? Egli lo elegge a suo mezzo espressivo perché in sé esso racchiude molto di ciò che Pessoa voleva far conoscere della sua poesia nel momento del suo esordio ‘pubblico’. I giochi di parole, le iperboli, i preziosismi e le subtilezas, suprema espressione del desengano secentesco, immediatamente riconducono i suoi versi novecenteschi nell’alveo, appunto, di quel ‘disinganno’. La scelta del metro dei poeti ‘metafisici’ elisabettiani permette al portoghese di connotare la sua poesia fin dal primo sonetto, di disancorarla dalla riflessione amorosa o dei sensi, per dirigerla verso l’espressione dell’inconciliabile divergenza tra essere e sembrare, alla volta di quella che potremmo definire la poetica della maschera…” (dalla prefazione di Ugo Serani)
9,90 9,41

Per il gran mare

Andrés Sánchez Robayna

Libro: Copertina morbida

editore: Passigli

anno edizione: 2021

pagine: 128

"Per il gran mare" segna una nuova tappa nella traiettoria poetica del poeta spagnolo Andrés Sánchez Robayna e getta nuova luce anche sulle raccolte precedenti, due delle quali già apparse in questa collana, "Il libro, oltre la duna" (2008) e "Dell'ombra e l'apparenza" (2012). Nel breve ma intensissimo svolgersi delle 35 "stanze" che lo compongono, il poema affronta una grande sfida: quella di non perdere la lucidità dinanzi a un evento sconvolgente e irreparabile come la prematura perdita della persona amata. Sulla linea di una poesia intesa come «strumento di conoscenza» (Valente), il raggiungimento di un nuovo equilibrio è qui raccontato con il forte appoggio alla metafora della creazione poetica stessa, che diviene una sorta di basso continuo meditativo dell'intero libro: la nuova identità del poeta, sprofondata nell'oscurità del dolore, se vuole tornare in superficie deve fare i conti con l'ignoto; così è anche per la parola poetica, che per giungere al foglio deve compiere quel misterioso viaggio dall'invisibile al visibile, dall'intuizione al sapere, dall'indicibile eterno alla - pur fuggevole - presenza nel mondo. Come scrive Antonio Prete nella prefazione che accompagna il volume: «La parola della poesia, in questi versi di Robayna, interrogando le ombre che abitano il teatro dell'interiorità, e intrattenendosi con il dolore dell'assenza - un dolore che ci costituisce - incontra due confini sul cui limite misurarsi: quello che separa, e unisce, il sogno e la verità, quello che separa, e unisce, la luce e l'oscurità. È sostando su questi confini che la poesia apprende la sua lingua, pronuncia la sua lingua».
15,00 14,25

Sopra il cielo sotto la terra

Ales Steger

Libro: Copertina morbida

editore: Passigli

anno edizione: 2020

pagine: 144

«... "Il mistero è la nascita", afferma Ales Steger nel suo Libro dei corpi. Per il poeta moderno il ventre della balena può essere una caffetteria, la sala di lettura di una biblioteca, uno scompartimento della metropolitana che sfreccia sotto le città di Parigi, di Berlino o di New York, il gate di un aeroporto nella luce del tramonto. Steger ha trascorso molto tempo negli aeroporti, è un poeta incessantemente in viaggio. "La mia gente era piuttosto statica" ci dice, facendo la parte della pecora nera di famiglia, comune alla quasi totalità dei poeti. Può darsi che questo poeta sogni di essere trasportato attraverso città e paesi dentro il ventre della balena, nelle acque degli oceani. (...) Vorrei celebrare un poeta i cui lavori, da tempo e come pochi altri della sua generazione, mi illuminano. Ales Steger ha arricchito sin dagli anni giovanili la poesia europea del nostro tempo, fornendole un paio di nuovi modelli. Ed è molto, è più di quanto avremmo potuto aspettarci...». (Dallo scritto di Durs Grünbein)
18,50 17,58

Il violinista pazzo

Fernando Pessoa

Libro: Copertina morbida

editore: Passigli

anno edizione: 2020

pagine: 1156

Le poesie inglesi raccolte sotto il titolo di The Mad Fiddler (Il violinista pazzo) offrono un'ulteriore testimonianza del 'bilinguismo' letterario di Fernando Pessoa, che, se da un lato dichiarava essere la sua patria la lingua portoghese, dall'altro, proprio in lingua inglese, ha lasciato alcuni importantissimi cicli di poesie, dall'Epithalamium all'Antinous, dai Trentacinque sonetti alle tante composizioni del suo 'eteronimo' Alexander Search. È certamente il Pessoa dei nove anni di permanenza a Durban in Sudafrica (1896-1905) - il giovane Pessoa studente modello del liceo locale, vorace lettore di classici e romantici inglesi e americani come Shakespeare, Milton, Byron, Shelley, Keats, Poe - che sta alla base della scelta linguistica e di non pochi motivi di queste poesie; ma non va neppure dimenticato che gli anni di composizione di questa raccolta, alla quale il poeta si accinge dopo il suo rientro a Lisbona, sono quelli dei più rivoluzionari movimenti d'avanguardia dell'epoca, gli anni dei due numeri della rivista «Orpheu», il secondo diretto proprio da Pessoa e dal suo amico Mário Sá-Carneiro. Le poesie de "Il violinista pazzo" scaturiscono proprio da questa doppia ispirazione del suo autore, che - come scrive Amina di Munno nella prefazione - è senza dubbio un grande «innovatore, ma è altresì il cultore di principi che trascendono le categorie del tempo, è il modernista e il seguace della tradizione in quel che di mitico ed enigmatico essa racchiude». ?
10,00 9,50

Memoriale di Isla Negra. Testo spagnolo a fronte

Pablo Neruda

Libro: Copertina rigida

editore: Passigli

anno edizione: 2020

pagine: 557

Il Memoriale di Isla Negra, apparso per la prima volta nel 1964, si compone di cinque libri - Dove nasce la pioggia, La luna nel labirinto, Il fuoco crudele, Il cacciatore di radici, Sonata critica - che sono altrettante tappe della 'confessione' nerudiana, del bilancio cioè che il poeta fa della propria esistenza. Come scrive, infatti, Giuseppe Bellini nella prefazione, «la nota autobiografica è parte essenziale nell'opera di Neruda», ed in essa si riflette non solo la vicenda spirituale e materiale del poeta «ma anche quella dell'uomo... tutta la condizione umana del nostro tempo, le angosce e le aspirazioni di un mondo che il poeta sente profondamente e alle cui vicende partecipa senza riserve». Si può dunque affermare che questo Memoriale, mentre da un lato rappresenta la 'summa' del Neruda più intimo (divenendo così il necessario complemento di raccolte quali I versi del Capitano, Cento sonetti d'amore, Venti poesie d'amore e una canzone disperata, Stravagario), dall'altro lato va ad integrare quell'immagine di poeta 'civile', resa celebre in tutto il mondo dal Canto generale, ricostruendo così nella sua unità, pur tanto molteplice, la voce di uno dei più grandi poeti della nostra epoca. ?
24,00 22,80

Mia sorella, la vita

Boris Pasternak

Libro: Copertina morbida

editore: Passigli

anno edizione: 2020

pagine: 208

«...Terza in ordine di pubblicazione, dopo Il gemello tra le nuvole e Oltre le barriere, datate rispettivamente 1914 e 1917, insuperata per splendore nell'opera complessiva di Pasternak, Mia sorella, la vita viene data alle stampe a Mosca nel maggio del 1922, a cinque anni di distanza dall'epoca della sua stesura. La prima edizione, tirata in mille copie, va a ruba, e la popolarità del trentaduenne autore ne riceve un'impennata inaudita, varca i confini della Russia e si propaga in Germania e in Inghilterra, arriva all'orecchio finissimo di Rilke. Un acquazzone di luce, scrive a proposito del libro Marina Cvetaeva nel luglio di quello stesso 1922, da Berlino... Al centro del libro, lo svolgimento poetico di un tema amoroso: la relazione tra Boris e Elena Vinograd, destinata a durare una sola, lunga estate. La giovane donna nella primavera del 1918 sarebbe convolata a nozze con Aleksandr Dorodnov, un industriale tessile. La stessa storia, ormai conclusa, si riverbera anche nelle liriche di Temi e variazioni - che uscirà l'anno successivo - in un rapporto di complementarietà tutt'altro che lineare tra le due raccolte: l'inestricabile groviglio di sentimenti vissuto in quei mesi si rifrange in entrambi i testi, senza spartire esattamente a metà le due facce della liaison - l'adorazione e il rancore, l'esaltazione e il sarcasmo, l'acquazzone e l'ustione - ma mescolandole in proporzioni variabili all'interno di un canzoniere bifronte, frammisto di umori; più avvolgente e solare Mia sorella, la vita, screziato di luci più cupe e nevose Temi e variazioni...» (Dalla prefazione di Paola Ferretti)
19,50 18,53

A quale Pessoa

Edith Dzieduszycka

Libro: Copertina morbida

editore: Passigli

anno edizione: 2020

pagine: 128

«... L'impresa in cui si cimenta Edith Dzieduszycka è davvero impervia: non è certo facile colloquiare con un'anima poetica che è un coacervo di anime distinte e insieme confuse, di sensazioni plurime e singolarissime, in un susseguirsi di improvvisi sussulti, avvistamenti epifanici e sparizioni ancora più inspiegabili. Certo, per un poeta è sempre una profonda gioia - oltre che una sfida - confrontarsi, misurarsi e dialogare con un altro poeta. Edith Dzieduszycka avverte il bisogno di farlo con Fernando Pessoa, a cui si sente affine (chi ha letto i suoi versi delicati e impalpabili può cogliere subito quest'affinità), ma il fatto è che qui non si tratta di un pas de deux, giacché l'interlocutore assente, o il compagno di danza invisibile, ha la stravagante personalità multipla a cui si è già accennato. Edith non parla a un solo individuo, ma a più soggetti (...) Senza mai dimenticare che a tenerli insieme, o meglio a sottintenderli tutti "indifferentemente", resta sempre lui, l'uomo che sdorme, che si esalta al suo "fedele torpore" e si riconosce - per un attimo - "paggio vestito dei brandelli / della gloria che altri ebbero"...» (Dalla prefazione di Silvio Raffio)
15,00 14,25

L'incoscienza sensibile

Maria Sole Sanasi d'Arpe

Libro: Libro in brossura

editore: Passigli

anno edizione: 2020

pagine: 112

“L’incoscienza sensibile” congiunge la «sapienza del suo itinerario» – secondo le parole di Massimo Cacciari che ne firma la prefazione – con l’ossimorico dualismo che ne anima lo spirito; a cominciare dal titolo: in lotta con se stesso e al contempo visceralmente legato alle sue contraddizioni, all’altro da sé, il suo contrario, che pure è parte integrante di sé. È così che la poesia di Sanasi d’Arpe prende vita, attraverso la purezza di un’anima brillante nel pensare eppure melanconica nel sentire: un’anima che guarda se stessa allo specchio e vede un “altro”, il suo doppio, sconosciuto quanto amato e da cum-prehendere intimamente. Il suo spirito è dunque lucido: sensibile se anche nella sua incoscienza; un lume che si rifugia nel buio, da cui traluce radioso il suo carisma. Il fervore di una energica intelligenza combatte con e contro se stesso: si auto-castra e si risolleva; trova gioia e ristoro nel suo tragitto. E percorre un cammino filosofico che è fusione spirituale con i suoi doppi, gli altri, compresi e accolti fin quasi a immedesimarsi nei loro corpi: a descrivere le memorie dei sopravvissuti alla Shoah, le caratteristiche di una rivoluzione, la maestà dell’arte italiana, la solidarietà verso chi è costretto ad abbandonare la terra d’origine su di una barca in cerca di un necessario futuro. Là dove il peso della profondità del pensiero dell’autrice, il suo «lógos si pensa logorato», cede il posto a una dicotomica leggerezza, tramite un senso sotteso di distaccata ironia, che è passione per il tempo – nostalgica contemplazione del passato e vigorosa determinazione che si proietta nel futuro – e per lo spazio – l’amore verso i luoghi al cospetto della cui bellezza «l’immaginazione si può solo incrinare». Prefazione di Massimo Cacciari.
14,00 13,30

In ginocchio fino all'arcobaleno

Eliza Macadan

Libro: Copertina morbida

editore: Passigli

anno edizione: 2020

pagine: 80

Se è raro che una scrittrice romena scriva poesie direttamente in italiano, Eliza Macadan ci ha ormai abituati a considerarla una delle voci più originali e interessanti della poesia italiana contemporanea tout court, e questo nonostante la sua vita continui a svolgersi prevalentemente in Romania, tra Bucarest dove vive e la moldava Bacau dove è nata. È stata infatti la lingua italiana il suo principale polo di attrazione negli ultimi vent'anni, tanto che sono ben otto le pubblicazioni che si sono succedute in questo lasso di tempo: da Frammenti di spazio austero a Paradiso riassunto, da Il cane borghese a Anestesia delle nevi, da Passi passati a Pioggia lontano, da Zamalek a Pianti piano - quest'ultima apparsa in questa nostra collana. Una scelta, un tragitto, che sono stati forse anche il segno di quell'aprirsi alla libertà che i Paesi dell'Europa orientale riscoprivano solo alla fine del secolo scorso, dopo decenni di isolamento forzato; la libertà di muoversi, di varcare i confini, senza rinnegare in nulla la propria origine e la propria esperienza, ma con il desiderio di rivedere anche se stessi da una prospettiva diversa e più ampia. Una lingua che non è la nostra natale rappresenta sempre un altro-da-sé, e ancora di più nella poesia, che della lingua vuole sfruttare ogni aspetto, anche puramente fisico e sonoro; è già di per sé un invito a un altrove da cui guardarsi, da cui tornare a se stessi arricchiti e forse più compiuti. Ed è anche questo uno dei maggiori tesori della poesia di Eliza Macadan, nel suo verso italiano che ci parla da un altrove che riconosciamo come nostro e insieme come nuovo: frutto maturo di una civiltà poetica che non ha mai conosciuto confini.
12,00 11,40

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