Quodlibet: Quodlibet studio. Lettere
Saggio di controconquista
Gonzalo Celorio
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 224
A partire da una profonda conoscenza della letteratura messicana e ispanoamericana Gonzalo Celorio, uno dei più lucidi intellettuali messicani contemporanei, guida il lettore in un percorso che attraversa cinque secoli di storia e una vasta geografia letteraria. Se, infatti, il barocco europeo fu il linguaggio della controriforma, il barocco americano, prendendo le distanze dai canoni europei e caricandosi di elementi autoctoni, si trasformò nel linguaggio della controconquista. Celorio affronta poi Cuba e l'opera di autori come Alejo Carpentier o Guillermo Cabrera Infante, per presentare infine una panoramica della narrativa cubana più recente. Si sposta, in seguito, su autori fondamentali per la letteratura ispanoamericana del Novecento, da Cortázar e le sue contranovelas che rompono gli schemi conosciuti alla letteratura fantastica ispanoamericana, dal Realismo Magico di García Márquez alla presentazione della multiforme opera di Carlos Fuentes. L'ultima parte è dedicata invece ad alcuni grandi nomi della poesia messicana, come Ramón López Velarde e Xavier Villaurrutia, e alla rappresentazione letteraria di Città del Messico, in cui la megalopoli diventa luogo di creazione e di memoria condivisa.
Dialettica e speranza. Sulla poesia di Franco Fortini
Francesco Diaco
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 373
Questo saggio, pubblicato a cento anni dalla nascita di Fortini, persegue un doppio obiettivo. Da una parte, si ripercorrono con attenzione le sei principali raccolte dell'autore (Foglio di via, 1946; Poesia e errore, 1959; Una volta per sempre, 1963; Questo muro, 1973; Paesaggio con serpente, 1984; Composita solvantur, 1994), al fine di offrire per la prima volta una visione unitaria e aggiornata dell'intera produzione poetica fortiniana. Dall'altra, si adotta un taglio ermeneutico originale, volto ad approfondire il rapporto tra la scrittura di Fortini e la categoria di tempo, intesa non solo come tema esplicito, ma anche come principio costruttivo e come filosofia della storia. In particolare, si riflette sul valore dell'oscillazione fortiniana tra gli imperativi assoluti dell'etica e la "tattica" politica, tra l'impazienza giovanile e la maturità della mediazione, tra l'utopia di un futuro radicalmente diverso e l'impegno concreto nel presente. L'oscillazione tra questi due poli - che si presuppongono e correggono a vicenda - risponde comunque a una serie di "leggi" e di regolarità, dettate dal genere letterario praticato, dalla presenza o dall'assenza di possibilità rivoluzionarie e da una precisa selezione dei destinatari (gli interlocutori visibili, a cui si rivolgono i messaggi di più rapido consumo, oppure i lettori a venire, a cui sono indirizzate le allegorie "a lunga gittata"). L'intento complessivo è quello di coniugare teoria della letteratura, ricostruzione del contesto storico-sociale e analisi stilistico-formale dei testi, in modo da non scindere il Fortini lirico dal Fortini intellettuale, critico e saggista.
Il mostro e la fanciulla. Le riscritture di Arianna e del Minotauro nel Novecento
Amaranta Sbardella
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 248
Sin dall'antichità, artisti, studiosi e politici si sono persi nei meandri del Labirinto alla ricerca del Mostro, e di risposte, ma è grazie al Novecento che Arianna e il Minotauro hanno incontrato universale fortuna, andando a ricoprire un campo metaforico sempre più esteso. Julio Cortázar, Pablo Picasso, Marguerite Yourcenar, André Masson, Marina Cvetaeva, Richard Strauss, Salvador Espriu, Jorge Luis Borges, Nikos Kazantzakis, Michel Butor: sono solo alcuni degli autori che al tema hanno dedicato pagine, spartiti o tele in cui la struttura del mito è stata spesso radicalmente trasformata. Il mostruoso assassino è talora divenuto un'innocente vittima dei giochi del potere, oppure si è fatto simbolo dell'inconscio e delle più inquietanti ossessioni umane; la salvatrice di Teseo, per contro, ha sovente dismesso le vesti di amante abbandonata per assumere il cinico volto della scaltra sacerdotessa, e persino della «donna emancipata». Il Mostro e la sorellastra finiscono quindi per intrattenere un suggestivo dialogo, capace di interrogare anche la nostra contemporaneità, le ombre arcaiche che in essa persistono, la violenza, l'alterità, il sacro e - perché no? - l'amore.
«Voce fuori coro» di Dolores Prato. Trascrizione e commento dei frammenti autografi su Roma capitale d'Italia
Polci Valentina
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 508
In occasione delle celebrazioni del centenario di Roma capitale (1871-1971), Dolores Prato voleva dar seguito al suo desiderio, fortissimo, di esprimere un punto di vista in controtendenza rispetto alla imperante storiografia risorgimentale. Scrisse frammenti, appunti, riflessioni preparatori a un pamphlet, Voce fuori coro, che però nessun editore si dichiarò disposto a pubblicare. Quegli scritti, che oggi vedono finalmente la luce, mostrano la non comune capacità della scrittrice di sottrarsi alle lusinghe di una memoria forzatamente condivisa sul destino della città eterna, e denunciano le trasformazioni e distruzioni subite dalla città nel suo divenire capitale del nuovo Regno. L'approccio critico di Polci tiene costantemente presente l'intera opera letteraria e giornalistica della scrittrice, ripercorrendo anche le tappe della sua vita e indagandone i rapporti con i maggiori protagonisti culturali dell'epoca, nel tentativo di restituire la giusta attenzione a una delle voci più limpide del Novecento.
Questo e altro. Giovanni Raboni dieci anni dopo (2004-2014)
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 373
Il 16 settembre 2004 moriva Giovanni Raboni, un poeta e un intellettuale che ha attraversato da protagonista la seconda metà del Novecento. Dieci anni dopo, all'Università di Verona, un gruppo di studiosi appartenenti a diverse generazioni ha voluto ripercorrere la sua esperienza, con l'intenzione che la ricorrenza non si riducesse a una celebrazione, ma offrisse l'opportunità di fare il punto sulla sua opera, dopo che questa ha cominciato a viaggiare senza più il supporto del suo autore, rinforzando così la sua autonomia, parlando da sola. A tal fine, l'esperienza culturale di Raboni è stata rivisitata nella sua articolazione plurima: la poesia, la critica, la traduzione, il teatro, perché ne uscisse un'immagine complessiva dell'autore nelle fasi successive del suo impegno, dagli anni Sessanta al nuovo secolo. Questo libro offre i risultati di quella discussione, che si è rivelata quanto mai ricca di voci e di contributi originali: una pluralità di sguardi e di letture che sembra essere la conseguenza naturale della varietà di interessi e di approcci (alla letteratura e forse anche alla vita) di una personalità sfaccettata e complessa come quella di Giovanni Raboni.
Leopardi traduttore. La poesia (1815-1817)
Valerio Camarotto
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 188
Tra il 1815 e il 1817 il giovane Leopardi si dedica con fervore alla traduzione poetica: sul suo scrittoio si susseguono l'uno dopo l'altro i testi di Mosco, Omero, Virgilio, Esiodo (e altri ancora). Si tratta di una stagione determinante, non solo per la sedimentazione di immagini e temi destinati a emergere in seguito, ma anche e soprattutto per il fondamentale confronto con l'antico che essa ha significato. Partendo dunque dalla riflessione di Leopardi sul problema dell'imitazione e sulla condizione del poeta moderno (centrale anche in altri scritti coevi, almeno fino al Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica), questo libro propone una lettura d'insieme della variegata congerie delle versioni poetiche. A ciascuna di esse è dedicato un apposito capitolo, nel quale il confronto con i testi originali e il serrato dialogo con i modelli sono osservati anche alla luce della loro ripercussione sulla produzione successiva (dallo Zibaldone ai Canti).
Leopardi traduttore. La prosa (1816-1817)
Valerio Camarotto
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 204
Tra il 1816 e il 1817, all'inizio della sua carriera poetica e nel pieno di un'intensa stagione di traduzioni in versi, Leopardi si dedica con entusiasmo al volgarizzamento dei testi appena scoperti da Angelo Mai: le opere di Frontone e alcune parti delle Antichità Romane di Dionigi di Alicarnasso. Rimaste inedite per volontà dello stesso autore, queste traduzioni sono state pressoché ignorate dagli studi. Eppure, come questo libro intende mostrare, l'incontro con i due scrittori antichi non solo costituisce un fondamentale tassello nel percorso intellettuale del primo Leopardi, ma lascia un segno notevole - a partire dallo Zibaldone - anche nella produzione futura, sul piano della riflessione estetica (l'imitazione e il rapporto antico/moderno), linguistica (la ricerca di una prosa italiana moderna) e morale (il confronto con lo stoicismo e la compassione).
Nonostante Gramsci. Marxismo e critica letteraria nell'Italia del Novecento
Marco Gatto
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 192
L'invito di Antonio Gramsci a una critica letteraria che, senza rinunciare alla propria specificità, potesse essere critica della cultura e progetto di emancipazione per le masse popolari ha subito, nel corso del secolo scorso, non pochi ripensamenti, fino ad arrivare a un netto travisamento. La sinistra culturale italiana non ha saputo interpretare, per varie ragioni, quella particolare dialettica tra autonomia e specificità che Gramsci intravede nella sfera culturale e che deposita nella riflessione contenuta nei Quaderni. Questo saggio ne ricostruisce i nodi concettuali, studiandone la proiezione ideologica sugli eredi: alcuni dei quali, vicini alle posizioni del Pei, dimostrano di non sapersi svincolare dalla lezione invadente dell'idealismo crociano; altri, attestati su posizioni rivoluzionarie, finiscono per promuovere una rinuncia al senso politico della letteratura e dell'arte. Attraverso i libri di Franco Fortini, Alberto Asor Rosa, Arcangelo Leone De Castris e altri, si propone una piccola storia della critica letteraria marxista, letta alla luce di un tradimento delle indicazioni gramsciane, il recupero delle quali, oggi, in un'epoca in cui l'autonomia dei saperi sembra essere divenuta la legge stessa della frammentazione culturale, appare all'autore urgente rilanciare.
Ridere rende liberi. Comici nei campi nazisti
Antonella Ottai
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2016
pagine: 234
Il libro nasce da una ricerca condotta sulle sorti di alcuni comici ai quali si deve, negli anni Trenta, la grandezza leggendaria del cabaret e dello spettacolo leggero mitteleuropeo, in particolare di quello berlinese. In gran parte ebrei, come ebreo era il colore del loro umorismo, la sorte di questi artisti è segnata inesorabilmente dall'avvento di Hitler al potere. Espulsi dai set e dai palcoscenici sui quali avevano primeggiato, le loro performance si replicano in situazioni sempre più dure: i ghetti, la deportazione, lo sterminio. Sono "stelle di prima grandezza che di grande non hanno più che la stella gialla, cucita ben in evidenza sul loro petto". Il loro personale percorso diventa l'occasione per interrogarsi sui poteri e sulla forza d'urto del riso, per riflettere sul senso del comico nel cuore del dolore quando, a complicarne le dinamiche, interviene la relazione che sussiste fra il carnefice e la vittima e sono gli aguzzini a contendere ai perseguitati "l'ultima risata".
Traduzioni estreme
Franco Nasi
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 165
Le traduzioni di testi con forti vincoli formali, come i giochi di parole, gli anagrammi, gli acrostici, sono estreme, come estremi sono lo sci alpinismo o il parapendio. Questi sport richiedono una preparazione accurata e, nello stesso tempo, una buona dose di coraggio e creatività. Il libro intende essere in primo luogo un osservatorio di traduzioni estreme: dai romanzi lipogrammatici di Perec e Dunn, alla poesia in anagrammi di Pereira, dai testi bidirezionali di Boccaccio, Boiardo, Hofstadter, all'acrostico alfabetico del Salmo 119, alle poesie per l'infanzia di Rodari e McGough. Oltre alla descrizione delle metamorfosi traduttive, il libro riflette sulle intenzioni che hanno guidato i traduttori. L'obiettivo non è di segnalare, con l'indice puntato, che cosa sia andato perso nella traduzione né quale vincolo il traduttore abbia colpevolmente trascurato, ma di comprendere che cosa è avvenuto nel movimento. Un modo per riflettere su questioni rilevanti della traduttologia, ma anche dell'ontologia del testo letterario e della sua natura olistica. Una lettura aperta, critica, non pregiudicata di un'esperienza di traduzione, e una riflessione su quell'esperienza che possa sensatamente portare a qualche considerazione più generale sull'attività linguisticamente complessa, culturalmente problematica, eticamente impegnativa, ma sempre necessaria del tradurre.
Il sole e la morte. Saggio sulla teoria letteraria di Francesco Orlando
Valentino Baldi
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 229
La ricerca di Francesco Orlando è attraversata da una spinta rivoluzionaria, una passione che lo ha portato a vedere l'opera letteraria come la sola cosa capace di "prestare una voce a tutto ciò che resta soffocato nel mondo com'è, a qualunque cosa nel cui nome il mondo volta per volta andrebbe cambiato, alle ragioni che non trovano riconoscimento". Questa convinzione racchiude il senso di tutte le ricerche di Orlando, a partire dai suoi primi studi fino alle indagini sugli oggetti desueti e sull'adulterio nel romanzo. In costante dialogo e conflitto con i suoi grandi maestri - Auerbach, Freud e Matte Bianco su tutti - Orlando ha considerato la letteratura come uno spazio in cui l'uomo può essere al riparo da censura e repressione, riaffermando caparbiamente la sua anarchica libertà. Con Freud, ma contro le tradizionali letture psicoanalitiche, Orlando ha elaborato la celebre definizione di letteratura come sede di un ritorno del represso formale e oggi è decisivo non dimenticare il suo insegnamento. Con questo libro Valentino Baldi rilegge i principali studi che hanno segnato la carriera del critico palermitano alla luce del dibattito contemporaneo. "Il sole e la morte" si fonda dunque su un compromesso fra divulgazione e ricerca, proponendosi sia come uno strumento pensato per chi decidesse di avvicinarsi per la prima volta a testi come "Per una teoria freudiana della letteratura", che come una riflessione sullo stato attuale della critica letteraria.
Per un'estetica della resistenza. Rileggere Primo Levi
Massimo Giuliani
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2015
pagine: 100
È possibile parlare di Primo Levi come filosofo? Forse è addirittura necessario, in tempi di scontro di civiltà. Ma forse è anche un atto scientificamente dovuto. In Italia, infatti, Levi è confinato al ruolo di testimone della Shoah, mentre all'estero, soprattutto in America, viene studiato e apprezzato nella pienezza della sua complessa figura intellettuale. I saggi raccolti in questo volume si ripropongono appunto di porre rimedio a questa curiosa schizofrenia critica, affrontando un aspetto ancora poco indagato, almeno nel nostro Paese, dell'opera leviana: la riflessione etico-politica, chiamata a contrastare "le riserve di ferocia che giacciono in fondo all'animo umano", e a sostanziare le possibili vie di una salvazione che faccia leva sulla ragione, sulla cultura e sulla memoria. Dalle reazioni all'educazione fascista al riscatto dell'immaginazione, dalla fascinazione per la tecnologia alla rivalutazione del lavoro manuale: ripercorrendo questi snodi, il presente volume si propone di essere un'originale "introduzione all'opera di Primo Levi", tesa a mostrare la ricchezza tematica e la polisemica profondità, non solo dei suoi libri più conosciuti, ma anche delle sue prose minori e delle sue pagine meno lette, e oggi quasi introvabili. Ne esce un ritratto pluridimensionale di un classico della letteratura e del pensiero italiani. Di quel pensiero e di quella scrittura abbiamo bisogno, e nostalgia.

