Marsilio: Letteratura universale. Elsinore
Amy Foster. Testo inglese a fronte
Joseph Conrad
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 138
Situata, come tanti racconti conradiani, «'twixt land and sea», "Amy Foster" è una dolorosa storia di spaesamento da entrambi gli elementi: un mare sconosciuto e minaccioso per l'emigrante Yanko Goorall, in viaggio dai Carpazi verso l'America in una nave che fa naufragio sulla costa inglese dell'East Bay, e una terra altrettanto sconosciuta dove egli approda, unico superstite, nelle sembianze perturbanti e nel linguaggio incomprensibile dello straniero e del diverso. Contro la paura e il sospetto della piccola comunità che lo esclude attribuendogli tutti i segni della non appartenenza - il matto, il demonio, l'animale - sembra stagliarsi la piccola e rozza figura di Amy, una mite, indolente domestica che, misteriosamente e istintivamente, si innamora di lui - del suo corpo flessuoso e leggero, della sua voce gutturale che intona strane melodie, del suo sguardo pensoso e lontano. Ma se, come dice il narratore, Amy aveva avuto «abbastanza immaginazione» per innamorarsi dello straniero, questo non basterà, nel tempo, a spezzare le barriere della divisione sociale, linguistica e culturale che separano Yanko dal resto della comunità. E così come lo aveva accolto, forse altrettanto inconsapevolmente ne rifugge atterrita abbandonandolo a una chiusa disperata solitudine e a una morte senza parole.
La ballata del vecchio marinaio. Testo inglese a fronte
Samuel Taylor Coleridge
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 117
Da oltre due secoli ai vertici della poesia romantica, e non solo inglese, la "Ballata" di Coleridge conserva ancora tutta la forza, l'incanto e la carica eversiva della grande arte. E la storia di una sfida mitica, di una incursione nel profondo e nel mistero dell'animo umano; storia di trasgressione, punizione ed espiazione; di un peccato terribile commesso senza motivo né consapevolezza, e della condanna a raccontarla in eterno a ogni nuovo atterrito, impotente ascoltatore. Ma prima di tutto questo è la storia di un lungo fantastico viaggio per mare, che ci arriva nei ritmi ora dolci e incantatori e ora allucinanti della ballata, nel rumore frusciarne delle onde e nello scricchiolare tormentoso del ghiaccio, in immagini raccapriccianti e improvvise pacificanti distese – del mare, della parola e del senso.
Re Lear. Testo inglese a fronte
William Shakespeare
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 464
La volpe. Testo inglese a fronte
D. H. Lawrence
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2017
pagine: 252
Un’Inghilterra rurale, impoverita e demoralizzata dalla guerra; due donne - due amiche, Banford e March - che con fatica, coraggio e non poche frustrazioni cercano di ricostruire un loro spazio autosufficiente, di affetti e di relativa sicurezza, rilevando una vecchia masseria a cui dedicano cure costanti e appassionate; una volpe che più volte di notte, astuta e maligna, irrompe dal folto del bosco facendo razzia nel pollaio; e una imperscrutabile, magnetica attrazione di March verso questo animale bello, infido e vitale che sembra guardarla nel profondo, conoscerla e sfidarla. Finché una sera, astuto e sensuale come la volpe, un giovane soldato irrompe, anche lui dal folto del bosco, a turbare quel delicato equilibrio e sconvolgere quel progetto di vita, dando vita a un ambiguo triangolo in cui si scontrano, sordi e dolenti, sentimenti di potere e desiderio, ansie di sopraffazione e moti di tenerezza, solitudini e fragilità, inquietudini e gelosie; una tensione che raggiunge punte tragiche e poi si stempera malinconicamente in un finale aperto e amaro, tipicamente lawrenciano, che sa di sconfitta e di paura: del futuro, dei propri desideri, di nuovi progetti di vita. A raccontarci tutto questo è un linguaggio del corpo denso e pulsante, in cui sguardi e voci e odori attraversano le parole e la storia, intricandosi nel vento e nella notte, e nel canto ammaliante di una volpe dal pelo lucente.
Una modesta proposta per evitare che i figli degli Irlandesi indigenti siano di peso ai genitori o al Paese, facendone un beneficio per tutti
Jonathan Swift
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2015
pagine: 88
"Una modesta proposta" (1729), la più celebre satira in lingua inglese, fu composta da Jonathan Swift a sessantadue anni ma con il medesimo spirito provocatorio e politicamente scorretto dei suoi scritti giovanili. Questa volta a scuotere la "furibonda indignazione" dello scrittore satirico più scomodo del '700 sono le intollerabili condizioni di miseria in cui versa l'Irlanda a causa dello sfruttamento colonialista dei governanti inglesi. Con il linguaggio impassibile dei teorici dell'utilitarismo, l'anonimo autore del pamphlet propone la soluzione economicamente più vantaggiosa per capitalizzare la prolificità degli irlandesi: mettere in vendita i loro figli più grassi che, cucinati in vario modo, forniranno squisite pietanze ai ricchi. Si combatteranno così anche sovrappopolazione e disoccupazione, mentre i più poveri risparmieranno, contribuendo altresì al benessere economico dell'intera nazione. I connazionali capirono perfettamente che il brutale sarcasmo non era diretto contro i derelitti e i mendicanti che riempivano le strade di Dublino, ma contro i politici inglesi e la loro spietata logica del profitto, e acclamarono Swift come patriota. Accomunato alla grande tradizione dissacratoria di Rabelais e Voltaire, questo classico della letteratura satirica imbastisce una parodia sconcertante e paradossale sull'iniquità delle discriminazioni sociali e sull'asservimento dell'etica al sistema economico.
Il ventaglio di Lady Windermere. Commedia di una donna perbene. Testo inglese a fronte
Oscar Wilde
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2015
pagine: 288
"Il ventaglio di Lady Windermere" va in sceba il 20 febbraio 1892 al St James's Theatre di Londra riscuotendo un immediato successo di pubblico. È la prima delle commedie brillanti di Wilde a portare in scena l'alta società inglese, con le sue divertenti ipocrisie e la paradossale serietà dei suoi protocolli sociali. Sfruttando l'espediente del ventaglio dimenticato da Lady Windermere nel salotto di Lord Darlington, un dandy che la corteggia, la commedia si snoda attraverso una serie di equivoci inquietanti, di memorabili battute umoristiche e di segreti pericolosi, tutti giocati nella cornice di un fraintendimento coniugale. Al centro della vicenda, una Londra mondana fin de siècle che vive di pettegolezzi, e il ritorno in società della scandalosa e affascinante Mrs Erlynne, una donna dall'oscuro passato determinata a rifarsi una vita e a ritrovare dopo vent'anni sua figlia.
Riccardo II. Testo inglese a fronte
William Shakespeare
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2014
pagine: 331
Volontà e destino, rito e potere si fondono assieme in quello che Coleridge definì il "dramma più schiettamente storico di tutto il teatro shakespeariano". La scena, alla fine del XIV secolo, è quella della drammatica deposizione di Riccardo II, osteggiato e sconfitto dal cugino usurpatore Enrico Bolingbroke, che ascenderà al trono con il nome di Enrico IV. Figura sacra e rituale dell'ordine simbolico medievale, di un mondo di istituzioni e cerimonie che sta collassando su se stesso per cedere il passo a una visione più moderna di regalità, Riccardo è però anche un uomo dalla profonda intuizione e dal pathos sofferto, un individuo che accoglie su di sé il declino tragico della perdita del nome e dell'identità, e che sceglie di arrendersi, prima ancora di aver lottato, alla propria disperata fragilità. Oscure trame, segreti inganni, vuoti cerimoniali e laceranti monologhi costituiscono lo sfondo e al contempo l'essenza di questo profondo dramma politico e psicologico, che sin dalle prime rappresentazioni ha dimostrato la sua imperitura capacità di significazione. Adattato e rivisitato con il passare dei secoli, declinato nei suoi molteplici interrogativi sul potere, il Riccardo II gode di enorme successo fin dal Settecento e nel Novecento vede tra i suoi registi i nomi di Giorgio Strehler, Gabriele Lavia, Anthony Quayle e Peter Hall. L'ultimo secolo assiste anche al fiorire delle traduzioni...
Il preludio 1799. Testo inglese a fronte
William Wordsworth
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2013
pagine: 126
"Preludio al Preludio", o inizio del poema gli inizi: così potremmo definire questo intenso, luminoso, piccolo "Preludio 1799", ovvero la prima stesura del grande poema autobiografico che Wordsworth continuò a scrivere e riscrivere per tutta la vita, ampliandolo e modificandone struttura e intenti, senza mai pubblicarlo, senza mai, perfino, dargli un titolo definitivo, tanta era l'urgenza di assecondare la fluidità inarrestabile della forma poetica, che in epoca romantica sempre configura come in-finito, organismo in divenire, produzione continua di forme, significati e relazioni nuove e mutevoli. Fu la versione del 1805 in 13 libri, pubblicata postuma e finalmente con un titolo "Il preludio" appunto, scelto dalla moglie Mary - a imporsi come quella canonica e a suo modo "definitiva": una lunga meditazione sulla "crescita della mente del poeta", con i suoi momenti di gloria, di attesa e di perdita, innervata sulla narrazione di avvenimenti formativi della vita di Wordsworth. Ma l'agile "Preludio 1799" si colloca all'origine di tutto questo, nei momenti privilegiati e ansiosi dell'infanzia di un poeta, quando il mondo fisico e naturale si rivela come presenza sublime e paurosa, esperienza incomunicabile di appartenenza ed esclusione, turbamento e felicità. Momenti di presente puro in cui il tempo-spazio umano si sospende e si apre ai percorsi dell'immaginazione, dei sensi, del ricordo.
La signora Dalloway. Testo inglese a fronte
Virginia Woolf
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 479
Dopo l'audace sperimentazione de "La stanza di Jacob", nel 1925 Virginia Woolf approda a "La signora Dalloway", il suo primo grande romanzo, per molti il più bello. A ridosso dell'"Ulisse" di Joyce (che Virginia non amava, ma con il quale inevitabilmente intreccia un dialogo a distanza), ancora un racconto concentrato su un unico giorno (un mercoledì di giugno 1923), e un unico spazio, Londra: una fantasmagoria di strade, sguardi, prospettive e personaggi che si intrecciano e si toccano per poi perdersi e disperdersi nella splendida e lacerante forza vitale della grande città modernista. A contenere questa materia frammentaria e sfuggente sta un uso magistrale di tempo e spazio, marcati da segnali ricorrenti (il suono del Big Ben, il canto degli uccelli, il volo dell'aereo sul quale convergono gli sguardi) e, sul piano della storia, la festa - il ricevimento che Clarissa Dalloway sta preparando per quella calda sera di giugno. Ma è soprattutto la splendida Clarissa cinquantenne, alto-borghese, una vita apparentemente dorata e un passato di desideri segreti e negati - il punto di attrazione di questa "pioggia di atomi" (come si esprime Virginia Woolf in un famoso saggio) che attorno a lei e alla sua festa si aggrega e si trova per poi perdersi di nuovo. Clarissa e il suo "doppio" sconosciuto, Septimus Warren Smith - giovane, povero, reduce allucinato di una guerra che gli ha sconvolto per sempre la mente e la vita: due esistenze che si intrecciano e si rispecchiano senza mai incontrarsi.
I morti. Testo inglese a fronte
James Joyce
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 177
Racconto conclusivo e momento epifanico della raccolta "Gente di Dublino", "I morti" è divenuto un "objet de eulte" a sé stante della narrativa breve novecentesca. Come nei quattordici racconti che lo precedono, è Dublino la veta protagonista, impietosamente e dolorosamente rappresentata nella paralisi culturale e motale dei suoi abitanti e nella fissità claustrofobica dei suoi rituali, dei suoi ideali e dei suoi simboli asfittici. Ed è appunto il più simbolico dei rituali - la tradizionale festa natalizia delle signorine Motkan - che fa da cornice al racconto: una "natura morta" splendidamente dipinta nel dettagliato resoconto degli arrivi e partenze, nell'inventario minuzioso di cibi e bevande, nell'annuncio gridato delle figute della quadriglia e nelle ridondanti formule di benvenuto e commiato che aprono e chiudono la festa. Officiante supremo del rito è Gabriel Conroy, maschera di Joyce, che si muove insofferente e impacciato tra sussiego e disagio, autocompiacimento e insicurezza, alla ricerca di conferme di una identità traballante sul vuoto vertiginoso della propria paralisi e del proprio fallimento interiote. Fino allo struggente e ambiguo finale, quando percepisce nel turbamento improvviso e nella distanza di sua moglie Gretta la presenza di un fantasma del passato e di una frattura tra loro, sempre esistita sotto la superficie dotata del grande amore e della famiglia felice. È il momento di una dolorosa agnizione, e dell'incontro con i morti, i morti che tornano a minacciare il presente...
Edipo. Testo inglese a fronte
John Dryden, Nathaniel Lee
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2008
pagine: 256
Il nome di John Dryden, critico drammaturgo e poeta inglese del XVII secolo, è soprattutto legato, per i non specialisti, ai suoi "adattamenti" neoclassici di Shakespeare, e questa fama all'ombra del grande drammaturgo sicuramente non ha aiutato a riconoscerne la grande originalità e autonomia. Questo "Edipo", scritto da Dryden in collaborazione con Nathaniel Lee nel 1678, trasforma radicalmente l'antico, per aggiunta e sottrazione: mentre si attenuano i legami con gli antichi miti di fondazione e vendetta, si amplifica e assume una centralità indiscussa il tema della passione di Edipo e Giocasta, inconsapevoli interpreti del tema dell'incesto che, con effetti di tragica ironia, serpeggia e si rifrange in ogni parte dell'azione drammatica. Un mito eterno e una possente tragedia raccontati dalla prospettiva amara e disincantata della modernità.
Il compagno segreto. Testo inglese a fronte
Joseph Conrad
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2007
pagine: 152
Insieme a "Falk" e a "La linea d'ombra", "Il compagno segreto" fa parte dei racconti del "primo comando", quel momento capitale che è il passaggio alla vita adulta, con le sue assunzioni di responsabilità, le sue scelte. Ad accompagnare il giovane e ansioso capitano in questo notturno e misterioso viaggio di iniziazione è il suo doppio - la figura, emersa dal mare, del fuggiasco omicida Leggatt, con il quale nasce immediatamente, e inspiegabilmente, un rapporto di complicità profonda e un gioco speculare di proiezione e nascondimento. Fino a che, con una manovra azzardata ma abilissima, da vero capitano, egli restituirà al mare e alla sorte l'ombra del suo rimosso, della sua inadeguatezza e dei suoi sensi di colpa.